1^ PARTE:
Partenza da Velikij Novgorod, tappa a Mosca, visita al monumento dei Conquistatori dello Spazio e al parco espositivo VDNKh.

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Questa parte la ritengo abbastanza esplicativa con le sole immagini. Mosca la conoscono parecchi forumisti e non c'è bisogno che arrivi io a spiegare la grandiosità della città o dei monumenti visitati in questa occasione.
Scriverò qualche commento solo dove può essere necessario a comprendere meglio la foto o la situazione vissuta, i commenti saranno posizionati sotto le immagini alle quali sono riferiti.


   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
abbiamo incontrato questa coppia di sposi, ci siamo avvicinati e abbiamo fatto loro gli auguri
provenienti dalla Russia e dall'Italia.

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
....durante una pausa in un Caffè mentre procedevamo verso la Piazza Rossa...

 
La Piazza Rossa era chiusa per l'esibizione delle bande militari della manifestazione Spasskaja Bashnja.
Era ormai tardi per comprare i biglietti e fare un giro all'interno della piazza stessa, così abbiamo preferito
fare un giretto ai Magazzini GUM e avviarci poi verso la stazione Jaroslavskij per ritirare le valigie e
imbarcarci sul Mosca-Pechino.

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Foto stupende! (Che tu abbia un talento da fotografo?   )

E che teneri i suoceri! (la madre di Nata è giovanissima! Più che madre e figlia sembran sorelle!)

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"Otium cum dignitate." - Marcus Tullius Cicero

Ti sei perso la coppa Davis a Irkutsk!  

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ABAK è "lo periglio che vien dallo mare con drappo di moro a guisa di mantello" (cit. Abacucco)

La foto del mio avatar (c) littlelombards

ABAK ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Ti sei perso la coppa Davis a Irkutsk!  

....azz....., quasi quasi ci torno......  

Scherzi a parte, non so se si trattava della Coppa Davis ma durante la trasferta sul Bajkal siamo passati davanti all' "Irkutsk Arena" e sui due pennoni davanti all'edificio c'erano la bandiera russa e quella italiana. Nel post sul Bajkal ci sarà la foto, anche se è stata fatta dal bus e le bandiere si vedono abbastanza piccole, appena riconoscibili.

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Grazie per le foto,      

Il vostok e il buran!!! *_*

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« La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza. » (lo stalker)

2^ PARTE:
TRANSIBERIANA - da Mosca a Kirov

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La nostra tabella di marcia


Calata la sera sulle nostre scarpinate moscovite, ci dirigiamo alla Leningradskij Vokzal. Dopo un passaggio da un bar di questa stazione, andiamo alla Jaroslavskij Vokzal per ritirare le valigie dal deposito e avviarci al treno.

La temperatura è fresca ma gradevole anche se, a giudicare dall’abbigliamento, sembra che soltanto io la apprezzi come tale: sono l’unico in camicia a mezze maniche, tutti gli altri con giubboni e giubbotti vari, alcuni impaludati nei primi cappotti.  

 
In molti attendiamo che sul display appaia il binario del Mosca-Pechino (il terzo della lista) e, ancora prima di salire sul treno, la prima cosa che colpisce è la moltitudine delle razze presenti: si va dall’europeo al caucasico, al cinese, un paio di giapponesi, una coppia di Hong Kong che saranno i nostri vicini di scompartimento, altre due coppie che sento parlare in inglese e che poi saprò essere una americana e l’altra australiana.

 
Finalmente appare sul display il numero del binario, l’1, e ci arriviamo giusto mentre il treno percorre gli ultimi metri prima di arrestarsi al capolinea.

 
Qualche minuto per sistemarsi a bordo, un bicchiere di tè e via a riprendersi dalle fatiche della giornata: è una delle rarissime volte che riesco a dormire in treno per tutta la notte e, mio malgrado, “salto” le fermate di Vladimir e Nizhnyj Novgorod    .

 

 
Quando ci alziamo, il treno corre già verso Kirov. Il giorno prima, a Mosca, gli alberi erano ancora verdi, adesso inizia a dominare un giallo-dorato che, andando oltre, diventa sempre più intenso.

 

 

 

 

 
Cominciamo a vedere i primi villaggi di dacie e casette di legno immersi nel bosco: lungo la linea ferroviaria ce ne sono a migliaia, nella maggior parte dei casi l’intero villaggio dall’una o dall’altra parte dei binari......, la Transiberiana è meglio percorrerla piuttosto che attraversarla.....    .
 

 

 
Facciamo conoscenza con i nostri angeli custodi di questa trasferta, che ci accudiranno fino a destinazione
Nella foto in alto una delle responsabili del nostro vagone, Irina, che durante le varie fermate, mentre io vado a fotografare le stazioni,  racconta a mia moglie tutta la sua vita, Più di una volta è venuta a sedersi con noi nello scompartimento a chiacchierare o a guardare le foto dai nostri computer. Una volta ho dovuto trattenere le risate (che poi, insieme al suocero, ci siamo concessi a volontà), quando ci ha raccontato che da giovane sognava di trasferirsi a Mosca e trovare un lavoro vicino a casa: ed eccola...,ha trovato subito il suo lavoro attuale…, sono trent’anni che lavora quasi ininterrottamente sulla linee Mosca-Vladivostok, Mosca-Pechino e Mosca-Ulan Bator, due settimane in viaggio e due settimane a casa.....      . Delle due è la più socievole e affabile. Guardandola, me la immagino tra una ventina o più di anni: una di quelle simpatiche e paciose “babushke” che non smettono mai di chiacchierare…..
Nella seconda foto, l’altra responsabile del vagone, Natasha. Abbastanza più riservata di Irina, ma anche lei gentile e disponibile, pronta a rispondere alla varie richieste ma senza lasciarsi andare a troppe confidenze. E ad ogni fermata, mentre Irina si buttava addosso il suo impermeabile e il suo cappello d’ordinanza e scendeva dal treno con gli occhi ancora assonnati, Natasha si pettinava e si truccava prima di mettere piede a terra.
Nella terza foto, un grande personaggio, Valerij Aleksandrovic, responsabile del vagone-ristorante. Già dai primi approcci vedevo in lui qualcosa di più, qualcosa di diverso da ciò che è quotidianamente durante i suoi viaggi di lavoro: chiacchierando un po’ con me e col suocero, ci ha raccontato di essere un Maggiore della Marina Militare russa in pensione. Non volendo ancora ritirarsi del tutto, ha colto l’occasione di intraprendere questo lavoro che lo ha fatto tornare a viaggiare e incontrare persone di ogni angolo del mondo. Era troppo forte vederlo interagire con i più disparati passeggeri stranieri, ognuno dei quali gli parlava nella propria lingua o in inglese, e a tutti lui si rivolgeva invariabilmente in russo. Il bello è che riuscivano sempre a capirsi, sulle richieste dei piatti o delle bevande, sulle “modifiche” che tanti volevano apportare al piatto descritto nel menù o sulle preparazioni particolari che qualcuno gli chiedeva. E, mentre lo straniero di turno si affannava a dirgli, in inglese o in qualche altra lingua, quello che desiderava e come doveva essere fatto, lui rispondeva serafico “Ja ponjal” e ci azzeccava in pieno tutte le volte. Sempre chiacchierando con me e col suocero, ci diceva “Ormai so come vogliono mangiare e come mangiano di solito i tedeschi, gli americani, i francesi e tanti altri: cerco di avvicinarmi ai loro standard e sono sempre soddisfatti.” .
Inizialmente, chissà per quale motivo, aveva pensato che io fossi dell’ex Jugoslavia, poi gli ho detto che sono italiano e mi ha fatto i complimenti per quel poco di russo che conosco.
L’aneddoto al quale accennavo qualche post più in alto, dove si diceva “altro che la coca-cola” è stato proprio con lui: io chiedevo se c’era del kvas e lui rispondeva che c’erano la coca-cola o la pepsi e che la maggior parte dei passeggeri chiedono appunto la coca-cola. Al ché gli ho detto “Agli stranieri che chiedono coca-cola devi rispondere che siamo in Russia e in Russia si beve il kvas, che è anche più buono e più sano, altro che coca-cola”. Si è fatto una mezza risata e mi ha risposto “Proverò a farlo presente alla ditta per la quale lavoro…, chissà che non possa diventare un’ulteriore controsanzione nei confronti di USA e UE…....., e se magari viene a saperlo Putin mi fa anche aumentare lo stipendio...….”.  Decisamente un grande !!!!    
 

 
La sera prima dell’arrivo a Irkutsk, dopo la cena nel vagone-ristorante, gli abbiamo chiesto il quaderno delle osservazioni dei passeggeri e - il suocero in russo e io in italiano - gli abbiamo dedicato un ringraziamento e i complimenti per la sua  professionalità, gentilezza e simpatia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Intanto il nostro viaggio prosegue. Si alternano tratti di bosco a strutture di vario tipo, ponti, linee ferroviarie, passaggi a livello. Vediamo i primi fiumi e laghetti, si susseguono senza posa i villaggi, incrociamo delle persone che lavorano sulla linea ferroviaria, altri treni e così, tra tazze di tè e attimi di buonumore con i mei fantastici suoceri, ci accorgiamo di avvicinarci ad una città: siamo in arrivo a Kirov, destinazione di questa tappa del viaggio.

 

 

 

 

 

 
Ad ogni fermata del treno una delle due ferroviere del nostro vagone – che si alternano per tutto il viaggio, Natasha durante l’arco diurno e Irina durante la notte -  apre la porta, pulisce con uno strofinaccio i corrimano attigui alle porte stesse e poi si pianta di guardia all’ingresso del vagone: neanche un gatto riuscirebbe a passare con due guardiane così.....  
In ogni stazione troviamo chioschetti e piccoli negozi di "Produkti", a volte fin sui marciapiedi dei binari, passano le babushke a vendere pirazhocki, lipjoshki, frutti di bosco e souvenir vari. Iniziano ad alternarsi passeggeri in arrivo ed altri in partenza.

 

 

 
In precedenza, la città di Kirov (così rinominata in era sovietica in onore di un uomo politico di quel tempo) si chiamava Vjatka e in molti hanno ripreso ad utilizzare il vecchio nome: il nostro amico Valerij Alksandrovic non esclude che Vjatka torni ad essere il nome ufficiale della città.

 

 

 

 

 

 
Mentre il suocero è rimasto di guardia agli scompartimenti (e, in tutte le fermate, lui e la moglie si alterneranno in questo compito: dicono che la sorveglianza di Irina e Natasha garantisce il 99% della sicurezza…, all’altro 1% preferiscono pensarci in prima persona….    ), io la moglie e la suocera compiamo il rito di qualche foto-ricordo e risaliamo sul treno che, lasciata Kirov/Vjatka, torna a tuffarsi nel bosco, pronto a regalarci le meraviglie del suo percoso fino alla prossima fermata.

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Bravo n4italia oltre alle belle foto, hai anche una dote descrittiva che rende piacevole la lettura
 Voto 9:DOCUMENTARISTA

Buon Viaggio

Ci stai facendo rivivere la Transiberiana in "diretta"...
E mi stai facendo venire voglia di rifare una bella e lunga esperienza in treno in Russia...  
Attendo il prosieguo.

Riguardo la bevanda "Baijkal" ne confermo la bontà (anche se io sono un patito di Kvas, soprattutto quello acquistato dalle vecchie in strada :) ) però dovrebbe esser stato più diffuso ai tempi della SSSR.
Non è che poi l' ho trovato tante volte nei negozi in Russia o qui nei negozietti / mercatini in Italia.

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"stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità"
http://www.viaggiatorindipendenti.it/forum/

Stupendo!

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"Otium cum dignitate." - Marcus Tullius Cicero

   Grande N4   Testimonianza ricca di particolari    

Ciao n4italia, bentornato!

Leggo il tuo racconto con molto interesse! Io sono stata  a Irkutsk e sul Baikal nei lontani anni 80, e viaggiavo anche in treno. I luoghi sono incredibili ed indimenticabili!

Intanto che scorro le migliaia di foto del viaggio, un attimo di pausa per un GRAZIE a voi tutti !!  

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Mitico colonnello, davvero...mi fa venire i brividi. Belle foto, bel racconto e qualche pensiero al passato anche per me. Quella stazione di Kirov per esempio, quella foto ce l'ho anche io (solo innevata perché ero in inverno), quando ho sostato anche io di passaggio nel viaggio in treno per Tjumen...anni fa...(lungi da me l'intenzione di "violentare" il tuo topic , ma ho ripescato anche il mio raccontino di quel viaggetto che è impresso nel forum in un post del 2005 - con permesso tuo, caro colonnello, lo rilinko qui: http://www.russia-italia.com/vai-a-1-vf14-vt415.html?start=0; anche perché sull'onda della nostalgia me lo sono andato a rileggere subito...).
Ahhh... i viaggi in treno sui treni russi sono da sempre per me l'apice dell'emozione!

Come dice giustamente il geometra ci stai facendo vivere in diretta l'emozione della transiberiana. Spettacolo

Per il geometra: lo kvas è ottimo, anche io lo bevo spesso d'estate, ma quello delle botti per strada negli ultimi tempi è meglio non arrischiarsi a berlo... potresti avere brutte sorprese intestinali dopo...  

Avanti con il proseguo.

Grigox

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Russia Italy Forum

gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Mitico colonnello, davvero...mi fa venire i brividi. Belle foto, bel racconto e qualche pensiero al passato anche per me.

Grazie !!

Quella stazione di Kirov per esempio, quella foto ce l'ho anche io (solo innevata perché ero in inverno), quando ho sostato anche io di passaggio nel viaggio in treno per Tjumen...anni fa...(lungi da me l'intenzione di "violentare" il tuo topic , ma ho ripescato anche il mio raccontino di quel viaggetto che è impresso nel forum in un post del 2005 - con permesso tuo, caro colonnello, lo rilinko qui: http://www.russia-italia.com/vai-a-1-vf14-vt415.html?start=0; anche perché sull'onda della nostalgia me lo sono andato a rileggere subito...).....(omissis)....

Va bene che mi hai nominato moderatore..., ma di solito un generale non ha bisogno del permesso di un colonnello........    
Scherzi a parte, ho visto un topic davvero "di inizio Forum", adesso gli ho dato una scorsa veloce, ma voglio leggermelo con calma  


Avanti con il proseguo.

Grigox

Per il prosieguo, come disse Garibaldi: "Obbedisco!"  

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N4 sei mitico!!!!!!

Willow

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Fortuna fortes metuit et ignavos premit!!

Fidejussioni e polizze assicurative

Splendido...una sorta di Overland in treno come vorrei fare pure io

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SBALORDITO IL DIAVOLO RIMASE QUANDO COMPRESE QUANTO OSCENO FOSSE IL BENE!

3^ PARTE:
TRANSIBERIANA - da Kirov a Tjumen'

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Partiti da Kirov, la linea ferroviaria si snoda pressoché esclusivamente in mezzo al bosco e l’unico cambiamento apprezzabile è che il colore dominante della vegetazione è ormai un giallo-dorato intenso.

Il percorso fino alla prossima fermata è breve, solo quattro ore. La fermata successiva è Balezino,
 
una stazione piuttosto piccola, dove l’unico punto d’interesse è costituito dal chioschetto di “Produkty” sul marciapiede tra i binari.
 
Osservate un attimo il signore con i capelli bianchi, gli occhiali e la giacca blu sulla destra, verso il fondo…..
 
.…in questa foto sta finendo di prendersi un solenne cazziatone dalla signora del chiosco   (notare l'espressione della venditrice   ). Dopo aver scattato la foto precedente, avevo già superato il chiosco e il gruppetto, per vedere se c’era qualcosa di interessante da fotografare, quando ho iniziato a sentire la venditrice gridare a pieni polmoni al malcapitato cliente - uno degli americani - che dei suoi 50 rubli proprio non sapeva cosa farsene (mi è sembrato di capire che il cliente avesse lamentato – probabilmente in modo un po’ eccessivo -  la mancanza di 50 rubli dal suo resto, il ché poi si era rivelato nient’altro che due banconote un po’ attaccate l’una all’altra e che il cliente aveva contato come se fosse stata una sola    ) e che, se l'americano lo avesse desiderato, gliene avrebbe dati 50 in più da regalare al suo presidente Obama…..    
 

 
Il poveraccio non ha trovato neanche il fiato per scusarsi e si è allontanato con la coda tra le gambe, mormorando alla moglie qualcosa come “This woman it’s very not friendly” (scusate se forse ho storpiato l’inglese, ma continuo a preferire il russo…. ), mentre la venditrice – riacquistato il suo cipiglio “d’ordinanza” e riposta la somma incassata dall’americano – si è rivolta alla cliente successiva.

 

 

 

 
Esaurito il “diversivo” di Balezino, il treno riprende la sua corsa verso la prossima fermata cosicché, tra qualche foto dai finestrini, la cena e una tazza di tè al vagone ristorante,
 
superiamo il ponte sul fiume Kama

 
e raggiungiamo la città di Perm’.
 

 

 

 

 
Visto che l’insegna luminosa col nome della città nella parte interna della stazione è spenta e quasi invisibile nel buio della sera, attraverso il sottopasso (notare l'eleganza della scala...    ) e scatto qualche foto dalla parte esterna. Stranamente, al contrario della altre stazioni viste – dove nella parte dei binari c’è il nome della città e sulla facciata del lato-urbano c’è scritto semplicemente “Vokzal” – a Perm’ c’è il nome della città su entrambe le facciate. Ancora qualche foto del negozio di alimentari accanto alla stazione, dei binari e del treno, e via a riposare qualche ora….

 
…in attesa di una fermata importante: Ekaterinburg, perlopiù definita il confine tra Europa e Asia, anche se la disputa su questo argomento è infinita e probabilmente non metterà mai d’accordo i geografi di tutto il mondo.
 

 

 

 

 

 
In ogni caso – disputa o non disputa – si dice che a Ekaterinburg ci si trova con un piede in Europa e l’altro in Asia: anche se l’orario di arrivo del treno era alle 03,32 non potevo esimermi dal mettere anch’io ogni piede in un continente diverso e fare qualche foto anche di questa fermata.
L’unico rammarico, quello di non aver visto nulla degli Urali, dato che il treno li ha attraversati in piena notte. Vabbéh…, vorrà dire che sarà per la prossima volta…  
 Anche a Ekaterinburg, attraversamento del sottopassaggio, uscita nella piazza antistante per fotografare la facciata esterna della stazione e l’albergo di fronte a essa – coi taxisti già pronti a offrire il loro servizio, pur vedendomi uscire dalla stazione con in mano la sola macchina fotografica, un’ultima immagine dall’interno del vagone -  e poi un paio d’ore di meritato sonno mentre il treno si dirige verso l’ultima fermata di questa tappa: Tjumen’.


 

 

 
L’arrivo a Tjumen’ è previsto per le 08,18 del mattino, quindi una veloce colazione, durante la quale sia io che Nataliya rubiamo qualche immagine attraverso i finestrini,

 
ed eccoci a  Tjumen’.

 

 

 

 

 

 

 

 
Pur sembrandomi Tjumen’ – sia come città, sia come stazione – più grande e di maggiore importanza rispetto a Balezino, la fermata è più breve, appena 20 minuti, e siamo arrivati con un paio di minuti di ritardo, così non mi allontano troppo dal treno e mi accontento di qualche scatto dall’alto del sovrappasso, dal marciapiede vicino al treno stesso e dal finestrino del vagone mentre lasciamo Tjumen’…
 

 

 

 

 
.....alla  volta della fermata successiva e del prossimo post.

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Con calma guarderò e leggerò tutto, per il momento mi sembra un bellissimo post, un bellissimo racconto e una bellissima esperienza!  

Che drago la signora del chiosco!

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