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sovietboy
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringhetto aspettavo questo report! :) anche io ieri tifavo Ucraina. Grande Sheva... fortissimo davvero. Una partita spettacolare. Mi immagino che lì dalle tue parti se dovessero vincere gli europei ci sarà sicuramente un bordello allucinante :) gringo vacci piano con la birra  hehehe
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#526 12 Giugno 2012, 16:30 |
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gringox
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringhetto aspettavo questo report! :) anche io ieri tifavo Ucraina. Grande Sheva... fortissimo davvero. Una partita spettacolare. Mi immagino che lì dalle tue parti se dovessero vincere gli europei ci sarà sicuramente un bordello allucinante :) gringo vacci piano con la birra  hehehe
Ehh già caro Fly. E siamo solo all'inizio...
Queste sono delle situazioni da vivere intensamente ogni minuto.  e che vanno oltre al calcio...
Ciao,
Gringox
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#527 12 Giugno 2012, 16:43 |
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n4italia
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
.........ecco........, raccontaci qualcosa di ciò che va oltre il calcio.............
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#528 12 Giugno 2012, 16:54 |
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gringox
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
.........ecco........, raccontaci qualcosa di ciò che va oltre il calcio............. 
Vedi, l'Ucraina è una giovane Nazione e non è forse neppure tanto Nazione, divisa come è all'interno a metà, anzi in 3 parti, linguisticamente e culturalmente. Il calcio come spesso accade un pò ovunque è sinonimo di coesione, di unità popolare e per alcuni paesi questa accezione è più importante che in altri.
Questo è un Paese che vuole crescere non solo economicamente, ma anche come immagine verso l'esterno; è un Paese che vuole farsi riconoscere, che ha un bisogno estremo di riconoscimento internazionale del suo valore e della sua essenza nazionale.
Questo è un Paese che vuole sottolineare la sua essenza di "ponte" tra Europa e Russia e fare una bella figura, anche calcisticamente, porta simpatie europee verso la squadra ucraina e verso dunque il Paese.
Questo è un paese che ha bisogno di visibilità, e quale migliore visibilità se non quella di farsi ben vedere, anche grazie alle partite di calcio...
Verso l'interno poi è importante fattore di coesione tra un Est russofono e russofilo e un ovest ucrainofono ed europeifilo. Il fatto che da Lugansk a Uzgorod si urli "Ucraina Ucraina" è significativo ed importante per il rafforzamento dello spirito nazionale. E non sono fesserie, oggigiorno anche il calcio aiuta in questa cose!
Dunque l'importanza della diversità interna di questo giovane stato, che però vuole stare unito e riconosecrsi unitario; una qualche forma di identità nazionale che pian piano si deve rafforzare, anche grazie al calcio.
Giusto per dirti due cose in battuta...
Gring
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#529 13 Giugno 2012, 9:00 |
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sovietboy
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
> Vedi, l'Ucraina è una giovane Nazione e non è forse neppure tanto Nazione, divisa come è all'interno a metà, anzi in 3 parti, linguisticamente e culturalmente.
3? io pensavo 4: ucraino russo tataro (in Crimea) e rumeno/moldavo (Chernivtsi e sud carpazi)
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#530 13 Giugno 2012, 9:12 |
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gringox
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
> Vedi, l'Ucraina è una giovane Nazione e non è forse neppure tanto Nazione, divisa come è all'interno a metà, anzi in 3 parti, linguisticamente e culturalmente.
3? io pensavo 4: ucraino russo tataro (in Crimea) e rumeno/moldavo (Chernivtsi e sud carpazi)
Vabbè Fly, io ho inserito le "macrodivisioni", cioè quelle sostanziali; poi se andiamo a vedere i dettagli è chiaro che vi sono sottogruppi: rumeni-moldavi in Bukovina; bulgari e gaugazi in Bessarabia (regione di Odessa); tatari in Crimea; ungheresi in Transcarpazia; polacchi e bielorussi in Volinja, ecc...
Ma la grande divisione in Ucraina è tra Ovest ed Sud-Est (comprendendo Crimea e Odessa).
Gring
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#531 13 Giugno 2012, 9:51 |
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n4italia
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Grazie, Gringx! Interessante analisi.
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#532 13 Giugno 2012, 10:19 |
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sovietboy
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
hai ragione gringo :) e a volte mi rendo conto di essere troppo pignolo
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#533 13 Giugno 2012, 11:01 |
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invernorosso
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Questo è un Paese che vuole sottolineare la sua essenza di "ponte" tra Europa e Russia e fare una bella figura, anche calcisticamente, porta simpatie europee verso la squadra ucraina e verso dunque il Paese.
Questo è un paese che ha bisogno di visibilità, e quale migliore visibilità se non quella di farsi ben vedere, anche grazie alle partite di calcio...
Di sicuro quest'evento è una notevole pubblicità ed anche una bella carrettata di denaro che arriva nelle tasche dei vari imprenditori ed intrallazzatori politici, sperando che qualche briciola e qualcosa dall'indotto arrivi anche alla base della piramide. Di certo con gli animalisti la figura l'hanno fatta di mxxxa.
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L'essenziale è invisibile agli occhi.
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#534 13 Giugno 2012, 22:17 |
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gringox
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Questo è un Paese che vuole sottolineare la sua essenza di "ponte" tra Europa e Russia e fare una bella figura, anche calcisticamente, porta simpatie europee verso la squadra ucraina e verso dunque il Paese.
Questo è un paese che ha bisogno di visibilità, e quale migliore visibilità se non quella di farsi ben vedere, anche grazie alle partite di calcio...
Di sicuro quest'evento è una notevole pubblicità ed anche una bella carrettata di denaro che arriva nelle tasche dei vari imprenditori ed intrallazzatori politici, sperando che qualche briciola e qualcosa dall'indotto arrivi anche alla base della piramide. Di certo con gli animalisti la figura l'hanno fatta di mxxxa.
Ahh caro Inverno, devo ahimè dirti che di stranieri e turisti per ora non ne ho visti un gran che...è stata fatta anche un bel pò di pubblicità negativa verso l'Ucraina e questo è il risultato.
Gringox
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#535 13 Giugno 2012, 22:52 |
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gringox
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Chernobyl, 9 maggio 2012.
9 maggio – den’ Pobedy! La gloriosa festa della Vittoria che si celebra in tutta l’ex-Unione Sovietica, in memoria della grande guerra patriottica vinta dai sovietici contro i nazisti può essere celebrata dal semplice cittadino in diversi modi: chi va alla parata (non più tantissima gente come anni fa), chi si ubriaca con gli amici, chi va a passeggio se la giornata è bella, chi va al cimitero (dato che è tradizione dopo la Pasqua ortodossa fare visita ai propri morti e trascorrere la giornata “insieme” a loro mangiando e bevendo intorno alla tomba); insomma ognuno in questo giorno di festa si diletta come più gli garba. Qui in Ucraina c’è anche chi ne approfitta per fare visita ad un luogo, chiuso e vietato per tutto il resto dell’anno, ed aperto solo ed esclusivamente in questo giorno per chi in questo posto ha i propri cari sepolti o ci ha vissuto, prima che succedesse la grande catastrofe del 1986…mi riferisco a Chernobyl!
Tanja ha abitato per diversi anni con la famiglia a Pripjat’, vicinissimo alla centrale nucleare dove suo padre ha lavorato per tanti anni. Abitavano nella ul. Gerojev Stalingrada, 27 al 7° piano. E Tanja quasi ogni anno, ogni 9 maggio, con Vova suo marito, torna a rivedere l’appartamento e a passeggiare per quella che ora è considerata la “città fantasma”. Vova e Tanja fino a un mese lavoravano con me, prima di prendere la decisione di licenziarsi.
E a loro quest’anno mi unisco anche io. Finalmente posso realizzare quel desiderio di viaggio che da tempo, da anni, mi assilla; la curiosità di vedere di persona certe cose, di parlare con chi là ha abitato, di sentire racconti umani di chi ha vissuto quella tragedia, di vedere la natura circostante, la realtà rimasta ferma al 1986. Continua dunque il mio viaggiare alla scoperta di ogni angolo di questa terra ucraina che da oltre 7 anni è diventata la mia seconda patria.
In poco più di un’ora e mezza con la mia macchina giungiamo al КПП Детятки (il posto di blocco Detjatki), la barriera che segna l’inizio della zona ad alta radioattività intorno alla centrale di Chernobyl. C’è coda al posto di blocco, non sono turisti ma famiglie, uomini, donne, anziani soprattutto che si accingono a portare fiori ai cimiteri dei villaggi nella zona intorno alla centrale, villaggi abbandonati dai vivi, ma che ospitano ancora i morti…; Vova ci aveva avvisati del possibile traffico e per questo saggiamente siamo partiti la mattina presto. Mentre siamo in fila la militsja distribuisce il foglietto – datato ancora “2001”! – con le indicazioni di come comportarsi all’interno della zona, pezzo di carta che deve essere firmato e restituito all’uscita. Nel leggere i vari punti già sale l’emozione e una certa preoccupazione: vietato porre cibaria e mangiare nei campi, vietato sedersi sulla terra, vietato accendere fuochi, vietato portare via oggetti e piante, ecc. Al nostro turno Vova mostra alla militsja il documento che attesta che la moglie è una ex abitante di Pripjat’ e così entriamo.
Il foglietto che viene consegnato al posto di blocco.
KPP Ditjatki (il posto di blocco di Ditjatki).
Strana l’aria che si respira al di là della barriera. Il paesaggio appare la stesso di tanti altri qui in Ucraina, eppure…forse è la suggestione, la tensione, l’idea di trovarsi a pochissimi chilometri dalla centrale, ma sta di fatto che mi sembra di respirare un’altra aria, più pesante, più maleodorante. La vegetazione appare più densa e intricata e disordinata; mentre proseguiamo lungo la strada – stranamente in discrete condizioni – mi vengono in mente i racconti della gente e le leggende che girano da queste parti e che narrano di animali di dimensioni abnormi che si aggirano nei boschi, cinghiali, caprioli, lupi…chissà cosa c’è di vero in tutto questo, vorrei avere la fortuna di fare degli strani incontri, ma il regno di queste presenze è la notte e forse è meglio così.
Se ne sono raccontate tante di storie su questa catastrofe umana, su quei drammatici momenti e sulle conseguenze che per anni e tuttora ne sono derivate a tante vite umane; tanto materiale, foto, ricerche, reportages; c’è anche un interessantissimo museo a Kiev, che io ho visitato diverse volte, esso è fortemente toccante; ma un’altra cosa davvero è trovarsi lì, a pochi passi dalla centrale.
Chernobyl, il paese che ha dato il nome alla centrale non è in effetti così vicino ad essa, dista circa 12 km; esso è curiosamente tornato a vivere nei tempi recenti. Entriamo nella cittadina e ovunque gente, qualche chiosco e negozi di alimentari aperto; fiori sui davanzali di qualche finestra, in quelle case sovietiche uguali a tante altre, ma ancor più degradate. Allucinante! Qui, all’interno della zona vietata e in un territorio considerato ancora altamente radioattivo, è tornata la vita umana: sicuramente ci abitano i “manutentori”, coloro cioè che si occupano della manutenzione alla centrale e le loro famiglie. C’è poi tutta un’umanità “sommersa”, nascosta, di cui non si conosce bene la vera entità ed identità – si tratta di criminali che da varie parti dell’ex Unione Sovietica hanno trovato rifugio qui, di Ucraini, Moldavi, Russi, Bielorussi che riescono qui a nascondersi e a sfuggire alla cattura delle polizie poiché questo territorio non è controllato. Almeno così mi dicono i ragazzi. E io ci credo, perché qui davvero sembra di essere fuori dalla civiltà, in un microcosmo autonomo, staccato dal resto dell’Ucraina e del mondo. Attraversiamo la cittadina con calma e ci fermiamo qualche minuto davanti al monumento dedicato ai soccorritori della prima ora, a coloro che si gettarono eroicamente all’interno della centrale senza essere adeguatamente protetti, quel 26 aprile 1986, e che per due settimane si alternarono nelle operazioni di spegnimento delle fiamme (ben due settimane ci sono volute per spegnere il fuoco!): costoro sono tutti morti…
...per la strada principale di Chernobyl...
Il monumento ai soccorritori.
In breve Chernobyl è lasciata alle spalle. Si aprono a destra e a sinistra della strada campi brulli a perdita d’occhio, dal terreno irregolare, tutti a cumuli di terra, punzecchiati di cespuglietti e betulle sparse qua e là e disseminati di inquietanti cartelli col simbolo della radioattività, quasi come fossero dei campi minati e quei cartelli ad indicare la presenza di mine ovunque. Un paesaggio a dir poco agghiacciante! Qualche chilometro più avanti uno strano ronzio che si fa sempre più pressante man mano si prosegue, ci sorprende e ci scuote le orecchie, si intravvedono diversi tralicci mastodontici che collegano tra loro cavi elettrici ad alto voltaggio e capisco che il rumore proviene da lì, ma non riesco a spiegarmi il perché di questo fenomeno. E io che pensavo che qui manco ci fosse più l’energia elettrica…la vista poi impallidisce poco più avanti quando in lontananza, oltre ai campi, dietro alla folta vegetazione spunta la sagoma della ЧАЭС (la centrale nucleare di Chernobyl), vedo l’edificio di colore rosso e bianco e il sarcofago del reattore, e le gru intorno (perché come è noto si lavora ancora di tanto in tanto intorno al reattore 4 della centrale). Impallidisco e una mitragliata di brividi mi assale per tutto il corpo. Per diversi secondi non riesco a distogliere lo sguardo da essa…
La centrale di Chernobyl...
Poco più avanti il bivio stradale, da una parte, a destra si andrebbe alla centrale, ma la strada è presidiata da una misera pattuglia della militsja che impedisce di procedere, la centrale è luogo vietato ai non addetti, anche in questo giorno; a sinistra invece si va in direzione di Pripjat’. Prendiamo questa strada, e in qualche minuto ci imbattiamo nel cippo con la scritta Pripjat’.
Pripjat’. Penso al destino di questa città. Fondata dal nulla nel 1970 e costruita sulle sponde dell’omonimo fiume, a 2 km circa dalla centrale, esclusivamente per dare alloggio ai lavoratori della centrale e alle loro famiglie ed abbandonata nel 1986: 16 anni di vita. Una città che è durata solo 16 anni! Da tutta l’Urss sono giunti qui operai, ingegneri, architetti, tecnici con le loro famiglie per scelta o perché spediti qui dalle autorità, ma comunque sia con la speranza di un futuro tranquillo e prospero. Per la maggior parte giovani, tanto che nel 1985 una rivista di Kiev aveva pubblicato un ritratto della città, dipingendola come angolo felice dove molti giovani sovietici hanno legato i propri destini a quello della centrale. Ahh che destino funesto…erano in 49.000 abitanti quando è scoppiata la catastrofe!
La desolazione è ora dominante qui; ahimè anche all’ingresso della città c’è la militsja e non si entra! Davvero un peccato non poter girovagare per le strade vuote, vedere da vicino quell’immagine “storica” (famosa probabilmente a tutti) che ho nella mente delle giostre e delle altalene abbandonate, ma il pericolo di crolli di cornicioni è troppo alto e da quest’anno le autorità hanno stabilito il divieto di entrare, per evitare che la gente possa salire ai piani delle case ed entrare in quelli che erano i suoi appartamenti (tra l’altro era anche il nostro obbiettivo) e dunque incorrere nel rischio che possa succedere qualcosa di spiacevole. In questa città non cambia niente da anni; dal 1986 è rimasto tutto così come è stato lasciato dopo il repentino abbandono da parte della cittadinanza. Anzi, ogni anno è sempre peggio e le condizioni degli edifici sono sempre più precarie. Non rimane altro che girarci intorno alla città, costeggiando il reticolo di filo spinato arrugginito e bucato, fino al cimiterino che dista poco lontano. Qualcosa si riesce a vedere e quel qualcosa non ti lascia certo indifferente…mentre passeggiamo vedo diversi edifici in condizioni terribili, quasi ci fosse passata una guerra qui: finestre rotte, dove esse sono rimaste; balconi devastati, pareti scrostate, case sventrate… E tutto intorno alle case una vegetazione intensa e disordinata che irrompe sventrando l’asfalto vecchio delle stradine e dei marciapiedi e cresce sempre più folta ed incontrollata.
...passeggiando ai margini della città fantasma di Pripjat'...
...e ancora uno slittino abbandonato...
Qui, mentre passeggiamo, Tanja mi racconta di quei tragici giorni, lo fa senza lasciar trapelare alcuna emozione, come se fosse il racconto di un ricordo di un momento passato come tanti altri. Di quando solo due giorni dopo lo scoppio le autorità, che si erano rese conto della tragicità della situazione, comunicarono via radio alla popolazione – ignara di cosa fosse successo – di raccogliere il necessario personale per trascorrere un paio di giorni nel bosco, come se si trattasse di un’esercitazione militare in cui prende parte anche la popolazione cittadina, che poi tutti sarebbero rientrati nelle proprie case; di raggrupparsi fuori dai portoni degli edifici e di salire sugli autobus predisposti a trasportarla via. Ebbene non rientrò più nessuno…e anche a Tanja e alla sua famiglia fu assegnata una nuova destinazione di vita. Qualche anno dopo parecchia gente che abitava a Pripjat’ è riuscita in qualche modo a rientrare in possesso dei propri valori che erano rimasti negli appartamenti (venivano dati permessi speciali per mettere piede nelle proprie case e poi uscire); restò il divieto di portarsi via i tappeti poiché pregni di radioattività. A questo proposito Tanja racconta una storia agghiacciante che ha per protagonista una famiglia, sua vicina di casa di Pripjat’, che riuscì a portare via un tappeto dall’appartamento – quello più amato dalla figlia, che allora, al momento dell’evacuazione della città era piccolina. Ebbene quella figlia è morta a 15 anni per avere nella sua nuova dimora tenuto sempre vicino quel tappeto…
Arriviamo al cimitero di Pripjat’, fa effetto vedere quelle lapidi e quelle foto dai colori sbiaditi di quei morti. Le date delle morti si fermano come per incanto all’aprile 1986; nessuno qui è stato sepolto dopo la catastrofe. Vedo gente che in silenzio è raccolta intorno a quelle tombe; alcuni mangiano, altri le puliscono e depositano fiori. Rientrando verso la macchina, parcheggiata al di fuori dell’ingresso della città bloccato, entriamo nella “avtostancija” (la stazione degli autobus di Pripjat, che era stata costruita fuori dalla città). Qui si può entrare liberamente: dentro distruzione e abbandono! Vedo le cabine telefoniche gialle del tempo sovietico, vedo gli armadietti del deposito bagagli arrugginiti e spalancati, vedo le casse e gli sportelli per le informazioni…sembra di trovarsi in un’ambiente dopo un bombardamento!
Rientriamo alla macchina, io sono zitto, davvero senza parole!
La avtostancija di Pripjat'.
Il ritorno è veloce, non vedo l’ora di uscire da questo territorio strano, sento uno strano malessere e un senso di disagio. Mi dicono i ragazzi che appena arrivo a casa è consigliabile farsi una bella doccia e lavare i vestiti che indossavo durante l’escursione. Una piccola precauzione igienica, non si sa mai…
Alla barriera la macchina viene fermata e al nostro turno un uomo con un strano aggeggio in mano che pare una specie di aspirapolvere ci fa scendere, ci passa quello strumento sopra i piedi, lo passa nel salone della macchina in particolare sopra i tappetini e nel bagagliaio, controlla che non abbiamo trasportato via niente dalla zona contaminata e, dato che è tutto a posto, ci lascia uscire. Quel marchingegno è un dosimetro come mi dice Vova, serve per misurare il livello di radioattività. Fortunatamente non siamo radioattivi, e in un attimo siamo fuori.
Per tutto il resto della giornata strani pensieri e suggestioni mi lasciano di cattivo umore. Mi dispiace non essere entrato a Pripjat’, ma tutto sommato va bene così. Ancora una volta, per l’ennesima volta, mi sorprende il fatalismo di questa gente che riesce ad accettare con indifferenza anche catastrofi di questa entità.
Credo che in quel posto non ci tornerò mai più.
Gringox
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#536 07 Luglio 2012, 17:28 |
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tonino86
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
complimenti belle foto e bellissimo racconto pieno di emozioni
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#537 08 Luglio 2012, 11:47 |
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varvara87
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Di sicuro sono luoghi che basta vedere una volta nella vita... Bella testimonianza comunque!
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#538 09 Luglio 2012, 9:47 |
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Bes
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Alla fine sei riuscito ad andarci!eheheh
Grazie per il report, su Chernobyl e Pripyat ho letto di tutto, ma è sempre molto toccante leggere le testimonianze di chi ci è andato personalmente. Confesso che , avendone l'occasione, mi piacerebbe visitare quei posti.
Peccato non si possa entrare dentro Pripyat, le strutture devono davvero essere vicine al collasso
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#539 09 Luglio 2012, 10:30 |
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geom_calboni
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Mi complimento per la "toccante" gita. E' un mio vecchio pallino, come sai e forse riuscirò un giorno a visitare la zona.
Il tuo tour è stato ancora più interessante visto che è stato effettuato in compagnia di ex abitanti della zona invece che con uno dei "pacchetti turistici" che organizzano.
Sono stato in "zona Chernobyl", sul Prypiat ma nel lato bielorusso dalle parti di Mozyr e gli abitanti mi facevano sarcastiche battute tipo "mangia i funghi di Chernobyl", "bevi quest'acqua miracolosa", "per fortuna che il Prypiat scorre in direzione Chernobyl e non viceversa", etc. ma mi hanno raccontato anche le difficoltà di quel periodo visto che la nube tossica praticamente ha colpitro maggiormente quella zona della Bielorussia che l'Ukraijna in se.
Ho alcune domande:
- Un conoscente, un paio di anni fa, ha effettuato un tour con un'agenzia in loco ma ha potuto visitare la città di Prypiat essendogli stati concessi (ad ogni partecipante) un lasso di free time per gironzolare liberamente. Da quest'anno le cose sono cambiate e non si può più accedere quindi in città?
- Pensi che sia tutto al 100% lasciato così come era? Da alcune foto del ragazzo che ci è stato alcune cose mi sembravano messe un po ad arte.
- Il livello di radioattività in zona? Chi entra ed esce come te, i vestiti, le particelle che si porta dietro, etc. sono ininfluenti o la cosa è gestita ancora "alla sovietica"?
____________ "stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità"
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Ultima modifica di geom_calboni il 09 Luglio 2012, 15:46, modificato 1 volta in totale |
#540 09 Luglio 2012, 15:45 |
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littlelombards
Andrea
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
[quote user="gringox" post="6764708"]Chernobyl, 9 maggio 2012.
..che posto agghiacciante! grazie per aver condiviso questa esperienza!
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#541 09 Luglio 2012, 16:08 |
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gringox
Fondatore

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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Mi complimento per la "toccante" gita. E' un mio vecchio pallino, come sai e forse riuscirò un giorno a visitare la zona.
Il tuo tour è stato ancora più interessante visto che è stato effettuato in compagnia di ex abitanti della zona invece che con uno dei "pacchetti turistici" che organizzano.
Sono stato in "zona Chernobyl", sul Prypiat ma nel lato bielorusso dalle parti di Mozyr e gli abitanti mi facevano sarcastiche battute tipo "mangia i funghi di Chernobyl", "bevi quest'acqua miracolosa", "per fortuna che il Prypiat scorre in direzione Chernobyl e non viceversa", etc. ma mi hanno raccontato anche le difficoltà di quel periodo visto che la nube tossica praticamente ha colpitro maggiormente quella zona della Bielorussia che l'Ukraijna in se.
Ho alcune domande:
- Un conoscente, un paio di anni fa, ha effettuato un tour con un'agenzia in loco ma ha potuto visitare la città di Prypiat essendogli stati concessi (ad ogni partecipante) un lasso di free time per gironzolare liberamente. Da quest'anno le cose sono cambiate e non si può più accedere quindi in città?
- Pensi che sia tutto al 100% lasciato così come era? Da alcune foto del ragazzo che ci è stato alcune cose mi sembravano messe un po ad arte.
- Il livello di radioattività in zona? Chi entra ed esce come te, i vestiti, le particelle che si porta dietro, etc. sono ininfluenti o la cosa è gestita ancora "alla sovietica"?
Geometra ciao,
immaginavo che la cosa ti attirasse...anche per me era un pallino da tempo.
Guarda, per rispondere alle teu domande:
1) Le cose sono cambiate dal 2010. Non so quando questo tuo conoscente è stato, ma da due anni circa a Pripyat NON fanno entrare, neanche gli ex abitanti con tanto di vecchia registrazione e documento valido. La situazione dicono è sempre peggio, gli intonaci e le pareti ogni tanto cascano e nessuno fa manutenzione; lì è rimasto tutto come era, e manca tutto ovviamente (luce, gas, canalizzazione, ecc...). Anche a me è dispiaciuto non entrare, ma parte della città sono riuscito a vederla girando intorno per andare al cimiterino, che è dietro. Per cui te ne rendi conto di quale sia lo stato della città.
2) Io credo che sia rimasto tutto così come era. Però ti ripeto, in città NON sono entrato e non ho potuto verificare di persona la situazione reale del centro città. Comunque per quello che ho visto girandoci intorno (e dalle foto pure si vede), la realtà è ferma al 1986.
3) La radioattività è ancora alta. I campi sono altamente radioattivi e portarsi via oggetti o piante dalla zona credo che sia del tutto da evitare. La cosa nel complesso è gestita totalmente alla sovietica. Dal foglietto da compilare all'ingresso, al dosimetro che pare un aspirapolavere hce ti passano sui vestiti all'uscita, heheh...passando per tutta quella situazione di vita che si trova nel paese di Chernobyl, dove da qualche anno è tornata letteralmente la vita...e questo è un assurdo, perchè anche Chernobyl, che si trova a 12 km dalla centrale (Pripyat a 2 km!) ò zona ad alta radioattività. Eppure qui vivono, coltivano orti, bevono acqua, ecc....Per quanto riguarda i vestiti e la macchina, certo davvero conviente lavare tutto dopo essere stato lì. Magari non succede niente, ma ti ripeto, l'atmosfera che si respira lì è terribile e anche uno come me, che ne ha viste e passate di cotte e di crude nei vari viiggi d'avventura che ho fatto in questi anni - e tu lo sai!! - è rimasto colpito e un pò spaventato.
Ecco tutto.
Io ho preferito fare l'escursione con gente del posto piuttosto che col pacchetto organizzato. Sentire racconti e testimonianze vere è un'altra cosa...
Ciao cari.
Gringox
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#542 14 Luglio 2012, 18:26 |
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geom_calboni
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Residenza:  Kavkaz
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
Io ho preferito fare l'escursione con gente del posto piuttosto che col pacchetto organizzato. Sentire racconti e testimonianze vere è un'altra cosa...
Non c'è dubbio. Ed in questo sei stato, mi si lasci passare il termine, "fortunato".
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#543 15 Luglio 2012, 17:03 |
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milian_t
Rank6

Registrato: Aprile 2010
Messaggi: 3058
Residenza:
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
grazie del report, Gringox
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#544 15 Luglio 2012, 18:09 |
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icipo76
Rank7

Registrato: Dicembre 2008
Messaggi: 8352
Età: 48 Residenza:  savoia
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 Re: GRINGOX D'UCRAINA
mi sembra anche giusto e corretto che non si possa scorazzare liberi per una citta'
pericolante come pripyat
e' abbandonata dal 1986 , umidita' e gelo hanno messo in serio pericolo
le strutture e ' un attimo che crollino lastre di cemento in testa a qualcuno
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Ultima modifica di icipo76 il 16 Luglio 2012, 8:31, modificato 1 volta in totale |
#545 16 Luglio 2012, 8:30 |
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