Sabato 22 Febbraio 2003 22:16
La provincia russa. Arzamas.
Mi è capitato di leggere un'espressione interessante di L.N. Tolstoj: la nostalgia di Arzamas. Lev Nikolaevich, mentre si recava nel suo governatorato si fermò per una notte ad Arzamas, piccola cittadina di provincia, e qui lo sorprese un insolito sentimento, che in seguito descrisse alla moglie in una lettera :
"Il terzo giorno ho trascorso la notte ad Arzamas, e mi è capitato qualcosa di insolito. Erano le due di notte, ero terribilmente stanco, volevo dormire. Non avevo alcun dolore fisico, quando all'improvviso fui colto da malinconia, paura, terrore, in un modo che non avevo mai sentito prima. Poi ti racconterò dettagliatamente di queste sensazioni che mai avevo provato così dolorosamente, e che Dio non voglia che le senta ancora..."
Mi è anche capitato in seguito un accenno di questa città di I.S. Turghenev, in cui uno dei suoi personaggi dice grosso modo quanto segue: "Dicono che ad Arzamas c'è una tale noia, che alcuni ne sono perfino nauseati".
Ho sentito molto di questa città, situata a 200 km da Niznyj Novgorod e a 800 km da Mosca. Vivere in Russia e non averne mai sentito parlare non è possibile, però mi ci sono trovata per la prima volta, anche io di passaggio, al ritorno dall'italia. E' capitato che passare da Arzamas per tornare a casa fosse più veloce e semplice. E' infatti questo un grande nodo ferroviario ed è la stazione più vicina a casa mia, venendo da Mosca, da cui sono poi venuti a prendermi in macchina.
Il treno è arrivato ad Arzamas alle sei di mattina. Ricordo, che dopo aver soggiornato per un mese in Italia, dopo l'aereoporto di Mosca e la notte trascorsa in treno, mi ritrovai sola nella stazione di questa città. I miei amici stavano ritardando ed avevo così tempo a sufficienza per lo studio dei luoghi interessanti del posto. Dal treno scesero insieme con me alcuni passeggeri. Sulla banchina due vecchiette che portavano dei canestri andarono loro incontro, proponendogli, con voce assonnata, della birra, del pesce e pasticcini ripieni di verza. Poi velocemente ognuno se ne andò per la propria strada e praticamente mi ritrovai sola. In lontananza due o tre figure e le voci stanche degli addetti al controllo dagli altoparlanti.
Il complesso architettonico principale della stazione di Arzamas era costituito da due imponenti composizioni in bronzo dei primi anni '50 - una ragazza con la gallina ( perche' con la gallina? Capirlo alle sei di mattina così su due piedi non era semplice ), e la seconda, - un giovane con un braccio proteso in avanti. Aveva una mano rotta e forgiata di nuovo, cosicché risultava un pò più lunga e sottile dell'altra. Il suo aspetto era comunque dignitoso, di un normale giovane sovietico, pieno di entusiasmo e fede in un futuro radioso. Ecco che mi si avvicinò un uomo, che evidentemente lavorava nel campo del trasporto privato, e cercò di convincermi del fatto che ero destinata ad un'inutile attesa, mentre se lo avessi seguito all'autostazione, avrei avuto ottime possibilità di trovare subito un passaggio. Pensai con un certo timore che, sperando nei miei amici, in effetti non mi ero preoccupata di avere con me dei rubli. Mi erano rimasti solo biglietti di grosso taglio non russi e cambiarli ad Arzamas, alle 6 di mattina e di domenica, era impensabile.
Ma il mio desiderio di conoscere più profondamente e capire questa città, di sapere i segreti che hanno ispirato i grandi ha scrivere di lei con tale singolare emotività, rimase per il momento non appagato: presto arrivarono a prendermi.

In seguito ho sentito parlare di Arzamas alla galleria Tret'jakovskaja. Risulta che V.G. Perov si sia diplomato alla scuola d'arte di Arzamas, la prima scuola provinciale di pittura, fondata dal pittore F.V.Stupnym tra gli anni 1802 -1862. Ma i quadri di V.G. Perov rafforzarono in me quell'impressione che avevo avuto quella volta ad Arzamas. Penso alla sua "Trojka" oppure al "trasporto del defunto" - la nostalgia, la struggente nostalgia di Arzamas scorre dovunque.
Recentemente ho avuto la possibilità di recarmi nuovamente in questa città e questa volta a lungo. Mi è piaciuta e soprattutto mi ha fatta sentire come se toccassi qualcosa di incredibilmente russo, irripetibile, affascinante nella sua semplicità e immobilità. Si avverte in lei l' incredibile charme della provincia russa e sembra che qui tutto succeda, viva, si muova, rida, riposi così come 100, 200, 300 anni fa'.
Arzamas è una bella città, situata in un posto pittoresco, sulla riva di un fiume. Per essere una città non grande, ci sono diverse chiese: prima della rivoluzione se ne contavano una decina. La piazza principale si trova su di una collina. Una strada selciata, larga e bella, sulla quale si trovano dei negozi, sale verso la cattedrale. Qui gli edifici sono bianchi e luminosi e nel momento del tramonto la città ricorda il Piemonte italiano.

La cattedrale è un monumento architettonico del XVIII secolo dell'architetto Kornifskjy decorato da una pittura unica, è grandioso, severo e stupendo anche a distanza di 200 anni. La piazza sulla quale la cattedrale si erige e vive una propria vita, vede riunita la gente in attesa dell'autobus, una stazione di taxi, bambini che corrono, monaci vestiti di nero, venditori di gelato. Ad Arzamas dovunque si vende del gelato ed i bambini, così mi è sembrato, sono tanti, più che da altre parti: sembra che in città vivano soprattutto bambini e giovani, non ho visto quasi per niente anziani. In città, come del resto in tutta la Russia ci sono molte ragazze particolarmente belle. E da queste bellezze che non sono della capitale non soffia un vento gelido o di inaccessibilità. Questa è l'impressione, che loro stesse non sospettino di questo tesoro che la natura ha elargito. La parola modestia in qualche modo qui non è appropriata, ma piuttosto descrivono bene il temperamento di queste bellezze locali termini come cordialità, affabilità, franchezza.
La statua alla guida del proletariato (V. Lenin) in questa città non l'ho vista, è rimasta fuori dal mio percorso, ma un Carlo Marx annoiato ha gettato su di me il suo sguardo di rimprovero, come dubitasse la lealtà delle parole incise in basso: Proletari di tutto il mondo unitevi! Di sicuro in tutti questi anni, da quando sta in questa cittadina, non una sola volta ha cominciato a pensare al fatto, se sia davvero necessario che si uniscano o se sia meglio concedergli il diritto di una scelta indipendente. Ma questa è la sua sorte, di essere un grande classico in una cittadina provinciale, che sopravvive ai tempi.
Qualche metro più in là dal minaccioso Marx ride bonariamente Arkadiy Gajdar, il nonno del famoso Egor. La nostra generazione conosce bene Arkadij Gajdar, nativo di Arzamas: è cresciuta con i suoi libri. Evidentemente in citta ci sono sempre stati molti bambini e mi è sembrato che siano buoni, allegri, disponibili. Andavo per la città con la macchina fotografica e siccome questo non è un centro turistico, i ragazzini correvano verso di me cercando di cadere nell'inquadratura e mi chiedevano di inserirli nell'articolo. Ne avevo fotografati molti e mi sembrava di aver saldato il mio conto con loro. Stavo andando oltre, quando mi si avvicinò un ragazzetto, mi afferrò per la manica e mi indicò un suo amico con la testa tristemente reclinata. Risultò che lui non l'avevo fotografato e mi toccò tornare indietro.
Quello che colpisce ad Arzamas, sono le case di legno. Le finestre tutt'intorno sono incorniciate con intarsi simili a merletti. davanti ad alcune di queste abitazioni sono rimasta per alcuni minuti, colpita dalla bellezza, dalla leggerezza, dalla finezza degli intagli. Questi ornamenti davano l'idea di un tale amore, di energia interiore, forza. Nella città ce ne sono molte di queste case di legno e vale la pena vederle. Molti edifici si sono conservati fino a noi dal 19 secolo. Stradine silenziose con alberi rigogliosi, casette basse di legno, gatti, vie giocosamente dissestate, cani pacificamente sonnecchianti vicino agli steccati - tutto questo rallegra e mette di buon umore. Si vedono anche donne che vanno a prendere l'acqua. Nelle vecchie case in città nelle case manca la conduttura dell'acqua e gli abitanti come una volta usano i pozzi.
Sono andata via da Arzamas di sera, al tramonto. La nostra auto si è fermata al passaggio a livello, nell'attesa che passasse il treno, e da lontano, sullo sfondo di un tramonto rosso - purpureo, scintillavano le stelle chiare in un cielo lilla scuro, e maestosamente, fieramente, tranquillamente, sovrastava sulla pianura l'edificio di una delle innumerevoli chiese di Arzamas. Era sorprendentemente bello.
Viaggiando per la Russia vi sentirete piccola parte di un grande paese, proverete piacere dal contatto con la gente russa.
Ljudmila Korotkova.
(traduzione dal russo di Rossella Morini )

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