Mi chiedevo se qualche sentenza della cassazione russa avesse riconosciuto un qualche valore legale agli accordi intercorsi su WhatsApp.
Non voglio andare in giudizio, ma voglio usare la chat ancora presente per indurre la controparte a rispettare tali accordi, magari con il riferimento alla sentenza in questione.
Mi spiego meglio. Un anno fa la mia padrona di casa (casa in cui ho una propiska che scade a gennaio solo perché scade il ВНЖ) mi ha chiesto su WhatsApp un aumento dell'affitto. Dopo una trattativa, le ho concesso tale aumento DA SUBITO, a patto che lei l'anno successivo (cioè adesso) mi facesse la registrazione gratuitamente sul nuovo documento. Lei ha accettato. Durante quest'anno, io ho rispettato gli accordi, lei, invece, adesso dice che le cose sono cambiate, accampando scuse e richiedendomi un pagamento che, oltretutto, si guarda bene dal quantificarmi in anticipo nel timore (deduco) che io possa andar via dall'appartamento, ma aspettando che io abbia il documento in mano e una settimana di tempo per fare la registrazione, così da trovarmi con le spalle al muro e costretto ad accettare la sua richiesta.
Con ovvi limiti linguistici, ho trovato qualcosa sul sito russo garant, ma non sono certo che tale sentenza sia applicabile al mio caso.
Grazie!
Francesco












