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Con la poesia cerco la «terza via»
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Con la poesia cerco la «terza via»

di Alessandro Zaccuri


Sostiene di non dormire più di tre, quattro ore per notte. «Devo assolutamente portare a termine quest'opera - dice -, è diventata la mia missione». Una volta tanto, non è un libro suo. O forse sì, perchè è difficile immaginare che Evgenij Evtushenko riesca ad allestire una monumentale antologia della poesia russa («Dieci secoli di letteratura - annuncia -, in tre volumi di mille pagine ciascuno») senza imprimerle, in un modo o nell'altro, il proprio inconfondibile egocentrismo.
Raccontata da lui, anche la storia della defunta Unione sovietica si trasforma in una tempestosa, trascinante autobiografia. A Torino per ricevere il riconoscimento assegnatogli dal Grinzane Cavour, l'ex enfant prodige si muove con destrezza tra gli aneddoti di una memoria che sembra più lunga dei suoi imminenti 72 anni. «Alla fine degli anni Ottanta - racconta - mi arriva una telefonata nel cuore della notte: "Sono il presidente Gorbaciov". A quell'epoca ero parlamentare, pensavo volesse consultarmi su qualche questione politica. Invece no. "Sono qui con mia moglie Raissa", prosegue Gorbaciov, "stavamo ripercorrendo il nostro passato. E ci siamo ricordati di quella volta che lei, giovane poeta, venne a leggere i suoi versi nella mensa dell'università . Prima di allora, non avevo mai neppure immaginato che si potesse parlare in quel modo di libertà , di apertura delle frontiere, di speranza. Per questo, mia moglie e io, volevamo ringraziarla"».
Evtushenko profeta della perestrojka, insomma, altro che cantore di regime. Ripete che no, non è vero che fosse il poeta prediletto dal vecchio Stalin. «Qualcuno si era pure inventato che mi invitasse al Cremlino per ascoltare i miei versi. Figurarsi, mai incontrato». Con Krusciov, invece, fu tutta un'altra storia: «Durante un incontro pubblico se l'era presa con un artista, che tra l'altro era anche un veterano di guerra. "Se non ti piace questo Paese, vattene", gli aveva gridato. Lo avevo contestato e tutti i lacchè a gridare "Via, se ne vada anche Evtushenko". Krusciov invece si voltò verso di me e mi applaudì. Credo che negli adulatori di quel momento avesse riconosciuto i suoi futuri traditori».
Per non dire del segretario particolare di Breznev, che lo convoca poco dopo la morte del compagno Leonida e gli mostra la lettera, sottoscritta da numerosi intellettuali, con la quale si invitava il governo a prendere provvedimenti contro Evtushenko, colpevole - quella volta - di aver criticato l'invio dei carri armati a Praga nel fatidico agosto del 1968... «Eltsin? Non aveva mai letto Tolstoj, è stata questa la sua colpa - assicura il poeta -. Se avesse conosciuto "Chadzi-Murat", avrebbe capito che alla Russia non conveniva adoperare la forza in Cecenia. Meglio fare quattro chiacchiere con Dudaev, offrirgli un po' di vodka, risolvere tutto in amicizia».
Inutile provare a tendergli un tranello, per esempio ricordandogli che anche Putin non ha fama di grande lettore. «Però va spesso a teatro - risponde - e ha avuto il merito, se non altro, di non intervenire in Iraq senza per questo entrare in conflitto con gli Stati Uniti». La Russia di oggi non lo entusiasma. A preoccuparlo, tra l'altro, è il fenomeno (inedito per il suo Paese) della suddivisione in diverse classi sociali. «Però stiamo vivendo un processo irreversibile - insiste -, i giovani di oggi non sono nati in cattività  e nessuno più potrà  rinchiuderli in una gabbia. Il vero problema, piuttosto, è su scala mondiale: dovremmo avere il coraggio di riscoprire l'insegnamento di Sacharov, costruendo un "terzo sistema" nel quale convergano tutto il meglio del socialismo e tutto il meglio del capitalismo, evitan do però di ripetere i tragici errori del passato. Bisognerebbe seguire l'esempio di Giovanni Paolo II, che ha voluto chiedere perdono per i peccati commessi dai cristiani nel corso della storia. Anche per questo sono convinto che una visita del Papa in Russia sarebbe un fatto di estrema importanza. E non soltanto per la Russia, sia chiaro». Un Evtushenko cristiano? «Lo sono sempre stato - rivendica -, fin da quando mia nonna mi battezzò nella Chiesa ortodossa, di nascosto a mia madre. E sono anche convinto di aver incontrato spesso Gesù Cristo nella mia vita, per esempio in tutte le persone che, durane la guerra, si prodigavano per salvare gli altri. In più di un'occasione, anzi, mi è capitato di pensare che Dio stava assumendo le sembianze di una donna, perchè proprio dalle donne ho visto compiere azioni straordinarie». Anche in questo caso, comunque, non riesce a resistere al richiamo dell'aneddoto: «Quindici anni fa, quando nacque mio figlio Zenia, c'era questo fatto che il bambino non prendeva il latte. I medici non sapevano che fare. "Vada in chiesa", mi dissero. Obbedii, ma non sapevo a quale icona rivolgermi. Allora chiesi consiglio alle babuske che erano lì a pregare. Quelle ci pensarono un po', poi si trovarono d'accordo su san Pantaleone. Davanti alla sua icona c'era una coda lunghissima, ma la feci tutta, con pazienza , e baciai l'immagine esattamente nel punto dove l'aveva baciata la vecchietta prima di me. Il giorno dopo, il bambino si attaccò al seno». Guarda, l'interlocutore, sorride e lascia intendere che con le parole, quando vuole, il vecchio poeta fa ancora miracoli.

(fonte L'Avvenire)
 




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E' inutile discutere con un idiota...prima ti porta al suo livello e poi ti batte per esperienza.

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Andrea
 
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Ho letto alcune raccolte di poesia di Evtushenko. Anzi, credo che sia stato il primo poeta russo che ho letto. La prima volta che comprai un suo libro c'era ancora il comunismo..... io non l'ho mai capito, e aspetto che qualcuno mi spieghi la sua grandezza.....
 



 
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[quote:ee934d3e0e="luca"]Ho letto alcune raccolte di poesia di Evtushenko. Anzi, credo che sia stato il primo poeta russo che ho letto. La prima volta che comprai un suo libro c'era ancora il comunismo..... io non l'ho mai capito, e aspetto che qualcuno mi spieghi la sua grandezza.....[/quote:ee934d3e0e]

Devi sempre rompere i cogxxoni!!!!!!!!      

Un abbraccio

Rodofetto
 




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Ma nooooo.... dopo che ho letto questo post sono andato a sbirciare "Gli eredi di Stalin", pubblicato in una antologia da Repubblica la scorsa estate. Mi sembra  il vuoto assoluto, anzi, la mediocrità  di un cantore di corte. Ma ripeto, forse è un mio limite, mi piacerebbe capire in cosa consiste questa fama. Certo, Evtushenko sa vendersi bene, e sa vendere i propri prodotti, ma questa è più tecnica da pennivendolo che da poeta.
 



 
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[size=18:ec83ab4965][color=darkblue:ec83ab4965]La scuola di Beslan[/color:ec83ab4965]
[color=red:ec83ab4965]di Evghenij Evtushenko [/color:ec83ab4965][/size:ec83ab4965]

Io sono uno che non ha mai finito una scuola in vita sua
Uno che ha sempre pagato per le malefatte altrui
ma ora vengo a te, Beslan,
per imparare davanti alle rovine della scuola tua.

Beslan, lo so, sono un cattivo padre io,
ma davvero dovrò assistere
alla fine di tutti i cinque figli miei
sopravvivendo nella vecchiaia per castigo?

Lo so, non sono in una città  straniera
mentre cerco il mio cuore tra i fiotti del dolore
inciso goffamente col coltello
in quell'ultimo banco bruciato della scuola.

Che cosa sarai mai in Russia tu, o poeta?
Paragonato al tritolo, sei un moscerino.
E non abbiamo oggi scusa alcuna
se sulla terra tutto questo accade.

Come ad un tratto lì a Belsan tutto si fonde ancora:
l'inafferrabilità , il caos, l'orrore
l'imperizia di saper salvare senza fare vittime
e al tempo stesso tutte quelle storie di coraggio.

E il passato, guardandoci, trema
e il futuro, promessa innocente,
tra i cespugli si sottrae al presente
che gli spara alla schiena.

Ma la mezza luna abbraccia la croce.
Tra i banchi bruciati e tra i cespugli
come fratelli vagano Maometto e Cristo
raccogliendo dei bambini i pezzi.

Oh Dio dai tanti nomi, abbracciaci tutti!
Che davvero dovremo seppellire senza gloria
accanto ai bambini di ogni credo
noi stessi nel cimitero di Beslan?

Quando andavano i convogli in Kazakhstan,
stracolmi di ceceni ammassati l'un sull'altro,
il terrore futuro si stava generando là ,
nel liquido amniotico di quei nascituri.

Laggiù, in quella prima culla sempre più cattivi,
si stringevano loro, felici di nascondersi così,
eppur sentivano attraverso il grembo della madre
il calcio dei fucili sulle teste.

E certo non pregavano Mosca
che li confinava nella steppa, dove tutto è piatto e spoglio,
come se per incanto sulla terra
Satana avesse cancellato i monti antichi.

Ma la lama ricurva della luna, lì
tra le fessure nei tetti delle case di terra
ricordava loro il segreto dell'Islam
tra gli slogan sovietici dell'inganno

E l'arroganza plebea di Eltsin,
e la fanfaronata di Graciov su quella "guerra-lampo"
li spinsero poi verso i primi attentati,,
e allora alla guerra non ci fu più scampo...

Le kamikaze cecene portano esplosioni sul petto,
alla vita, e al posto della collana al collo.
E come sempre, tanti più morti si lasciano alle spalle
tanto più basso è il prezzo della vita.

Com'è cambiato il volto del firmamento,
la tenebra a Beslan esplode solo per i tank,
e ha sussultato al pensiero della fine
in quella scuola e il quel campo di basket laggiù
la mina innescata da Stalin.

Ma a niente serve la vendetta.
Salvaci, Dio dai molti nomi, dalla vendetta.
Finchè ci sono ancora bimbi vivi,
non ci dimentichiamo la parola "insieme".

Nessuno di noi è eroe da solo,
ma dinnanzi alla nuda verità  tutti noi siamo nudi.
Io sto insieme ai bambini bruciati.
Sono anch'io uno di loro... Uno della scuola di Beslan.

(traduzione di Nadia Cicognini)
 




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Beh....dopo aver letto questa poesia  confermo quello che ho detto: Evtushenko non perde occasione per mettersi in mostra.....le parole sono belle ma la poesia è banale.......
Poi ti faccio notare un particolare: da perfetto paraculo ( si dice così? non so..... boh...forse "opportunista") cita Eltsin quando non conta più una cacca. Da sempre è con chi sta al Cremlino...... la lingua è sempre pronta alla leccatina......
 



 
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Lo stesso poteva dirsi per Shostakovich allora, anche lui cantò spesso il regime, ma purtroppo sotto lo stalinismo bisognava anche sopravvivere. Forse hai ragione, ma ci sono anche cose che vanno lette fra le righe. Non so, anche se pure io ho molti dubbi. Non ho citato la poesia perchè a me piace Evtushenko, ma solo per avere qualcosa su cui parlare. Ci rifletterò un pò su!!!!!  ;-)

Un abbraccio

Rodofetto
 




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La differenza è che uno cerca di sopravvivere conservando la propria dignità  mentre un altro cerca in tutti modi, leccando, il proprio successo.....

Ma non è su questo piano che voglio fare paragoni, perchè non sono in grado di misurare la lunghezza delle lingue..... Dico che io, in assoluto,  non capisco la poesia di Evtushenko... e non ho mai trovato scritto da nessuna parte spiegazioni interessanti che giustifichino la sua fama.
 



 
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[quote:98ec8cc076="luca"]La differenza è che uno cerca di sopravvivere conservando la propria dignità  mentre un altro cerca in tutti modi, leccando, il proprio successo.....

Ma non è su questo piano che voglio fare paragoni, perchè non sono in grado di misurare la lunghezza delle lingue..... Dico che io, in assoluto,  non capisco la poesia di Evtushenko... e non ho mai trovato scritto da nessuna parte spiegazioni interessanti che giustifichino la sua fama.[/quote:98ec8cc076]

io credo che la sua fama sia dovuta, oltre alla bellezza di alcune sue poesie (non so cosa hai letto oltre quella antologia) proprio dal fatto che non è un lecchino, come dici tu sprezzantemente, perchè fu uno dei primi a criticare il regime, anche se ogni tanto ha fatto qualche compromesso "con le parole". Per questo non credo che, anche se ha cercato di sopravvivere, abbia perso la dignità . E poi è sempre stato dotato di grande ironia e autoironia.

Piccola biobibliografia commentata

Evghenij Evtushenko, poeta russo nato a Zima nel 1933, con Andrei Voznesensky e altri ha contribuito alla rinascita della poesia lirica russa. Il suo primo libro di poesie è stato pubblicato nel 1952. àˆ il portavoce più popolare della generazione di poeti che hanno rifiutato di aderire alla dottrina del socialismo reale. “Selected Poems” del 1962 contiene quattro dei suoi poemi più famosi: “Parla” (un atto d'accusa all'ipocrisia sovietica), “Babi Yar” (protesta contro l'anti-semitismo in URSS), “La giunzione di Zima” (un lavoro autobiografico) e “Gli eredi di Stalin” (denuncia del sistema sovietico). Tra i poemi ricordiamo “La stazione di Bratsk” (1964) e “L'università  di Kazan” (1970). La sua raccolta di poesie, “1952-19902, è stata pubblicata nel 1991. La pubblicazione a Parigi di “Autobiografia precoce” (1963) ha causato la censura ufficiale del governo russo. Malgrado ciò Evtushenko ha potuto viaggiare e leggere i suoi versi all'estero anche durante l'era sovietica. Inoltre ha scritto il romanzo “Bacche selvagge” e, in epoca post-sovietica, “Non morire prima di essere morto” su Boris Yeltsin. àˆ anche attore e fotografo, la sua opera più recente è la poesia “La scuola di Beslan” sui tragici fatti in Ossezia. Il suo nome può essere scritto Yevtushenko, Yevgeny Aleksandrovich.

tratta da "Il narratore" (http://www.ilnarratore.com)

Un abbraccio

Rodofetto
 




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La biografia citata non dice molto. Se prendi qualsiasi poeta, scrittore, anche un mediocre professore di provincia, tutti hanno pubblicato qualcosa. Molte volte sono anonimi, molte volte sono famosi. Ma questa è solo una elencazione di nomi di libri che non illustra la loro  qualità .
Continuo a farmi la solita domanda: ma dove è questa "bellezza"? Boh...

Sai, se vai a leggere la biografia di Bevilacqua troverai tanti libri e tante riconoscenze, per me rimane una caccola di scrittore lo stesso..... Kafka non ne aveva  ma il livello era decisamente diverso..... Questo per dire che non basta digitare "Google" e leggere quanti libri una persona ha scritto o quante medaglie ha collezionato: se uno capra è capra rimane, con la laurea o senza...
 



 
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Su questo siamo perfettamente daccordo, ma io ti ho citato quella per comodità , mica posso passare allo scanner tutto quello che ho di e su Evtuschenko!!!!!!!!!!!  

Anche per me Bevilacqua fa cagare e Kafka, pur non riconosciuto, era un grandissimo genio

ma tra Bevilacqua e Evtuschenko ci sarà  una differenza???  ;-)

Un abbraccio, dissacratore

Rodofetto
 




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Te ne dico un paio...
Bevilacqua è il vuoto, non il vuoto di concetto zen, non il vuoto come realtà  spirituale.... semplicemente il nulla, non esiste, è niente, peccato che siano morti degli alberi per stampare i suoi libri.....

Evtushenko è un intellettuale russo che ha tenuto banco per anni in patria e all'estero. Ha fatto discutere e fa discutere. Non ha la genialità  dei Grandi, di coloro che non si limitano a far parlare di sè nei salotti buoni ma parlano al cuore di tutti, e di tutte le generazioni. La differenza tra essere uno scrittore e un classico.
 



 
Ultima modifica di ema il 29 Gennaio 2005, 18:01, modificato 1 volta in totale 
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[quote:8d851f75c6="luca"]Te ne dico un paio...
Bevilacqua è il vuoto, non il vuoto di concetto zen, non il vuoto come realtà  spirituale.... semplicemente il nulla, non esiste, è niente, peccato che siano morti degli alberi per stampare i suoi libri.....

Evtushenko è un intellettuale russo che ha tenuto banco per anni in patria e all'estero. Ha fatto discutere e fa discutere. Non ha la genialità  dei Grandi, di coloro che non si limitano a far parlare di se nei salotti buoni ma parlano al cuore di tutti, e di tutte le generazioni. La differenza tra essere uno scrittore e un classico.[/quote:8d851f75c6]

finalmente una buona argomentazione  

quando vuoi sai non essere caxxone  

Ne riparliamo dopo con più tempo

ti posto poi delle cose di e su Evtuschenko

Un abbraccio

Rodofetto
 




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