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Flussi 2006
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Flussi 2006

50mila ingressi stagionali

Magrini (Coldiretti): "Il ministero del Welfare ce l'ha confermato". Domande per posta, forse anche via internet

àˆ confermato: il decreto flussi 2006 darà  il via libera a 50mila lavoratori stagionali extracomunitari, da impiegare nell'agricoltura e nel turismo. Per i non stagionali non è stato invece ancora definito un numero precisi di ingressi.

"Questa settimana abbiamo avuto un incontro al ministero del Welfare, - racconta Romano Magrini, responsabile lavoro della Coldiretti - e abbiamo chiuso la partita sugli stagionali. Ci hanno confermato che il prossimo decreto ne farà  entrare 50mila. Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri per definire le procedure per la presentazione delle domande".

50mila ingressi sono tanti se si ricorda che il decreto flussi pubblicato a febbraio 2005 ne aveva concessi solo 25mila. Agricoltori e operatori del turismo hanno dovuto aspettare primavera perchè un provvedimento d'urgenza autorizzasse altri 20mila ingressi.

Va inoltre considerato che, da quando è entrato in vigore il decreto sulla competitività , il governo può sbloccare durante l'anno quote aggiuntive per gli stagionali extraue, con una procedura molto semplificata.

Le domande per far entrare lavoratori stagionali potrebbero viaggiare su due binari. "Sarà  sicuramente possibile spedire le domande per posta - spiega il rappresentante della Coldiretti - ma stiamo trattando perchè le associazioni dei datori di lavoro possano presentarle anche per via telematica".

Non ci sono invece novità  riguardo alle quote per i non stagionali. "C'è ancora incertezza sul numero definitivo, - conclude Magrini - ma credo che ci si sboccherà  nei prossimi giorni per presentarlo al Consiglio dei Ministri".

(3 dicembre 2005)

articolo di Elvio Pasca
 




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Silveri (Welfare): "Più ingressi extraue nel 2006, decreto in Gazzetta all'inizio dell'anno"

Il direttore generale per l'immigrazione al ministero del Welfare. Novità  per i tirocinanti. Domande per Posta

Il ministero del Welfare conferma: con i flussi 2006 entreranno in Italia più lavoratori extraue rispetto al passato. Il decreto arriverà  in Gazzetta Ufficiale all'inizio del 2006, e solo allora si potranno spedire per posta le domande.

"Il termine del 30 novembre per far partire la programmazione dei nuovi flussi è stato rispettato. Grazie alle nuova procedura potranno essere superati i 79mila500 ingressi ai quali eravamo vincolati negli ultimi due anni" spiega a Stranieri in Italia Giuseppe Silveri, direttore generale per l'immigrazione al ministero del Welfare.

Il direttore non fornisce numeri precisi, "per ora c'è solo un testo che da un lato esprime il fabbisogno [il sottosegretario al Welfare Sacconi parlava di 250mila lavoratori n.d.r.], dall'altro fa delle ipotesi", ma scandisce una tabella di marcia: "Dalla Presidenza del Consiglio una bozza di decreto arriverà  al Comitato dei Ministri, per poi passare alle Commissioni Parlamentari e alla Corte dei Conti". La pubblicazione in Gazzetta "è prevista entro i primi due mesi del 2006".

"Nel nuovo decreto - anticipa Silveri - saranno individuate delle fasce professionali in modo netto, in particolar per quanto riguarda il lavoro domestico, per l'assistenza alla persona e per l'edilizia. In questo modo si eviterà  la concorrenza tra settori produttivi". Questa volta le domande presentate per colf e badanti, non potranno quindi mangiare posti indispensabili per far entrare altri tipi di lavoratori subordinati.

Canali preferenziali verranno creati per i lavoratori dai Paesi che hanno sottoscritto intese con l'Italia, e che avranno la possibilità  di essere formati in patria. "Abbiamo già  stipulato accordi con la Romani, la Moldavia, il Marocco e l'Egitto. Nei prossimi mesi si firmerà  anche l'accordo con la Tunisia, è già  stato negoziato e dobbiamo solo definire gli ultimi particolari".

Novità  anche per chi ha seguito un tirocinio formativo in Italia. "La nostra idea è fare in modo che chi dopo il tirocinio ha trovato un lavoro non debba tornare in patria e rifare tutta la procedura per chiedere il visto. Vogliamo quindi prevedere una quota per la conversione del loro rapporto di tirocinio in rapporto di lavoro subordinato. Questo semplificherà  la vita a molte persone".

Gli aspiranti datori di lavoro si preparino alla corsa agli uffici postali: anche nel 2006 le domande andranno presentate per raccomandata. "Nonostante qualche piccola imperfezione la sperimentazione è andata bene, abbiamo messo a disposizione dei datori di lavoro 14mila sportelli, anzichè i 103 delle Direzioni provinciali del lavoro".

Quest'anno però molti hanno perso la corsa alle quote solo perchè l'ufficio postale a cui si erano rivolti ha aperto più tardi rispetto a quello utilizzato da altri datori di lavoro. Un inconveniente che non dovrebbe più ripetersi: "Ne abbiamo già  parlato con Poste Italiane, - assicura Silveri - gli uffici dovranno aprire contemporaneamente, in modo che tutti partano dalla stessa linea".



(30 novembre 2005)


Elvio Pasca
 




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Intervista

Sacconi (Welfare): "Più ingressi extraue nel prossimo decreto flussi"
Il sottosegretario al Welfare: "Mi auguro vengano programmati entro novembre". "Spazio a colf, badanti, edili e a chi è formato nei Paese d'origine"


ROMA - Più ingressi rispetto al passato, quote più ampie per colf, badanti ed edili e canali preferenziali per i lavoratori formati nei Paesi d'origine. Una "prima autentica programmazione dei flussi" che dovrebbe essere definita entro novembre. Il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi anticipa a Stranieri in Italia i punti salienti del prossimo decreto flussi.

"Negli anni passati - spiega Sacconi- i flussi in Italia sono stati subiti. Abbiamo avuto 124 diversi Paesi di provenienza, un caso unico: è la prova che il fenomeno non è stato oggetto di alcuna minima programmazione"

Cosa dobbiamo aspettarci invece dal prossimo decreto per gli extraue?
Innanzitutto la prima autentica programmazione dei flussi d'ingresso. Per la prima volta, grazie al nuovo regolamento e ad attività  come le intese realizzate con alcuni Paesi per i contrasto dei flussi clandestini e la collaborazione dei mercati del lavoro è possibile programmare flussi che sono corrispondenti alle esigenze della nostra economia e compatibili con quelle della nostra società . Inoltre dovrebbe trovare finalmente uno spazio significativo il cuore della riqualificazione dei flussi, cioè la formazione nei paesi d'origine.

Come funzionerà ?
I lavoratori potranno essere formati nei loro Paesi prima dell'ingresso in Italia, grazie ad attività  avviate dalle associazioni di categoria o da realtà  come la Caritas, che svolge un'importante funzione di intermediazione tra le famiglie e le persone che offrono servizi di cura. Sarà  possibile appunto realizzare attività  di formazione, a partire dai corsi di lingua italiana, che consentiranno di organizzare flussi già  in partenza orientati a una maggiore integrazione.

Che opportunità  verranno offerte a questi lavoratori?
Avranno certamente a disposizione dei canali d'ingresso preferenziali, come prevede il regolamento della legge Bossi-Fini. Beneficeranno del diritto di prelazione, di quote privilegiate e anche di quote aggiuntive. Questi flussi escono quasi dalla logica della quota, perchè in quanto formati nel paese d'origine sono presumibilmente destinati a una più facile integrazione.

Al di là  di quelli formati in patria, a quali lavoratori si darà  più spazio nel decreto?
Vi sarà  una spiccata preferenza per le figure più necessarie al nostro sistema economico e sociale, come le persone che si dedicano ai servizi di cura per la famiglia o per la persona o i lavoratori edili. Ci sarà  invece un contenimento per quanto riguarda i lavoratori dell'industria manifatturiera, che in Italia stanno calando. Ci sono già  molti processi di ristrutturazione che creano immigrati disoccupati, la cui reinclusione nel mercato del lavoro è ovviamente complessa.

Verranno ancora stabilite delle quote per i neocomunitari?
La distinzione è obbligata. A maggio scade il primo biennio della moratoria alla libera circolazione dei lavoratori dipendenti dei Paesi di nuova adesione, e abbiamo la possibilità  di prorogarla per altri tre anni. Quest'anno in Italia si sono registrati flussi inferiori a quelli programmati, al contrario di quanto avvenuto in Germania e Austria, che hanno subito una forte pressione. Potremmo decidere di rinnovare la moratoria per un periodo inferiore al triennio, in modo da verificare ulteriormente come vanno le cose.

Torniamo ai lavoratori extracomunitari. A giugno imprese e famiglie ne avevano già  chiesti 240mila, a fronte di meno di 100mila ingressi autorizzati…
Per il prossimo anno stimiamo circa 250mila richieste, ma come ho detto sopratutto quelle che arrivano dal settore manifatturiero dovranno essere esaminate con maggiore cautela. Credo però che sarà  possibile, grazie alla maggiore capacità  di governare questi flussi, alzare il numero degli ingressi rispetto a quelli autorizzati nel 2005. La decisione però verrà  presa dal Consiglio dei ministri, non solo in base alle richieste ma anche con una maggiore attenzione ai diversi ambiti nei quali di articola la programmazione dei flussi. Basti pensare alle quote privilegiate previste per i paesi con i quali sono in corso rapporti di collaborazione.

L'Italia ha di recente firmato un accordo con la Romania. Avrà  effetti sul decreto flussi?
Sicuramente si tratta di un accordo molto importante alla cui sottoscrizione ho partecipato anch'io al fianco del ministro Maroni. Mi sembra molto significativo perchè la Romania ha con noi un'intensa collaborazione e si muove nella prospettiva dell'adesione all'Unione. àˆ uno dei Paesi per i quali si ipotizzano quote privilegiate, dobbiamo però ancora stabilire se entreranno già  in questa programmazione.

Quali sono i tempi previsti per l'emanazione dei flussi 2006?
Mi auguro che si possa avere entro novembre un primo decreto del consiglio dei ministri, che poi però dovrà  andare all'esame della conferenza stato regioni e quindi delle commissioni parlamentari. Sarebbe in ogni caso la prima volta che i flussi vengono definiti all'inizio dell'anno di riferimento, svolgendo un'effettiva funzione di programmazione.

Si potrà  mai superare il meccanismo delle quote?
Io credo che il problema principale sia qualificare i flussi d'ingresso. La quota porta con se un'idea di contenimento che si rende necessario quando il fenomeno è tendenzialmente subito. Quando il fenomeno al contrario diventa più programmato e gestito è evidente che, almeno per i canali che vengono qualificati, si possa andare al di là  del concetto di quota.

(11 novembre 2005)

Elvio Pasca
 




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