Nel cielo sopra Leningrado volavano i dirigibili della contraerea russa che difendevano la città dalle truppe naziste durante il lungo assedio di Leningrado, che, iniziato il 8 settembre 1941, ebbe termine il 18 gennaio 1944 e si concluse definitivamene con la completa liberazione di San Pietroburgo il 27 gennaio.
Nel 2015 per commemorare il 71º anniversario della rottura dell'Assedio le celebrazioni hanno previsto per la prima volta la sfilata dei modellini di questi dirigibili lungo le vie del centro accanto alla altre numerose iniziative, ma naturalmente sono numerossimi i luoghi dedicati a questa tragico episodio della storia di San Pietroburgo.
Per rendere omaggio alle vittime, quasi un milione tra civili e militari, è consigliata una visita al cimitero monumentale di Piskarëvskoe, nella zona nord di Pietroburgo, e una al Monumento agli eroici difensori di Leningrado e al Museo dell'Assedio di Leningrado, questi ultimi in Piazza della Vittoria. Fuori città sono di particolare interesse sono la Strada della Vita, percorso che collegava la città con il lago Ladoga, permetteva gli approvvigionamenti agli abitanti e i soldati stretti nella morsa dell'assedio nazista, e la Fortezza di Orešek, la cui guarnigione non cedette mai la posizione contribuendo alla liberazione di Leningrado.
Per meglio rivivere l'atmosfera di quei tre drammatici anni si raccomadano l'ascolto della Sinfonia di Leningrado, composta da Dmitrij Šostakovič, nativo di San Pietroburgo ma durante l'Assedio sfollato sugli Urali, e la visione dello spettacolo Ascolta! Parla Leningrado… Leningrado suona, composta da Sergio Ferrentino, autore italiano. Infine meno noti al pubblico italiano ma di notevole interesse, analoghi al famoso Diario di Anna Frank, sono due diari sull'Assedio di Leningrado, entrambi scritti da due ragazzine.
Il primo consiste di poche pagine su cui Tanja Saviceva, che sopravvisse all'assedio ma non alle sue conseguenze morendone pochi mesi dopo, annotò le morti di tutti i propri familiari. Il secondo, meno famoso perchè rinvenuto negli archivi statali soltanto pochi anni fa, poi pubblicato nel 2011 e tradotto in italiano nel 2013, si intitola il diario di Lena, dal nome dell'autrice Lena Muchina. Le oltre 300 pagine di appunti raccontano della vita quotidiana di una Leningrado in stato di guerra, nel periodo che va dal maggio del 1941 a quello del 1942, quando l'autrice fu poi sfollata a Gor'kij, l'odierna Nizhnij Novgorod.
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