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In Russia L'arte Diventa SoftNorm
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Messaggio In Russia L'arte Diventa SoftNorm 
 
Underground addio, arte in Russia diventa #SoftNorm

Mosca, 14 ott. (askanews) - Underground addio, è l'ora del #SoftNorm. In Russia ma anche in altri Paesi dell'Europa orientale si sta affermando un nuovo modo di fare arte. Non più urlato, ma non per questo meno efficace. Anzi il messaggio per lo spettatore può essere molto incisivo o addirittura aggressivo. Lo racconta ad askanews Antonio Geusa, docente e curatore di una mostra aperta a Mosca presso Artplay, "#SoftNorm" appunto, che riunisce 8 artisti, da Russia, Ucraina, Bielorussia, Repubblica ceca, Slovacchia e Bulgaria con lavori molto rappresentativi. "Negli ultimi anni c'è questa tendenza a non gridare più come facevano prima gli artisti" afferma Geusa, tra i massimi esperti di storia della video arte russa. "Quella forma di azionismo che ha animato gran parte degli anni 80 e 90 non è più attuale. Gli artisti non gridano più. E non sono più disposti a vivere nel sottosuolo, ai margini. Ma allo stesso tempo un artista non può essere mai conforme alla regola. Quindi il loro modo di fare arte è più soft e in toni abbastanza tenui". Ma non per questo, meno graffianti.

La mostra #SoftNorm è il risultato di un'attenta osservazione dei processi artistici degli ultimi tre anni in Russia e in Europa orientale. Incapace di tenere il passo con il modo in cui le informazioni sono consegnate e "ripubblicate" su Internet, l'arte ha rapidamente smesso di essere una fonte di contro-informazione sulla situazione politica, economica e sociale del mondo in cui viviamo. E ha perso il suo interesse per la missione rivoluzionaria di sovvertire l'ordine esistente delle cose: un sintomo è il fatto che gli artisti hanno smesso di scrivere manifesti. Oggi, chi fa arte concentra le sue energie sulla esperienza delle difficoltà del momento presente e ha imparato a parlare di esse in un modo più "morbido". Ma il rifiuto di iniziare una nuova rivoluzione non porta al conformismo. Anzi, il minimalismo è oggi al massimo associabile all'arte commerciale per uffici.

Creata con il sostegno del Ministero dell'Istruzione della Federazione Russa, l'Istituto bulgaro di Cultura di Mosca, l'Istituto slovacco a Mosca e Regina Gallery, l'esposizione #SoftNorm mostra più e meglio di altri eventi che cosa sta accadendo a questi paralleli in ambito artistico. Uno spaccato interessante, dopo che negli anni scorsi l'arte contemporanea in Russia è stata sovraesposta e parte del discorso politico extraparlamentare. In maniera molto gridata soprattutto con le performance delle Pussy Riot che vengono appunto da ambienti dell'underground, ma sono diventate un simbolo per l'opposizione.

Tra gli artisti esposti a #SoftNorm, curata da Geusa e da Evgeniya Kikodze, si fa notare la videoarte di Alena Tereshko (Russia) e i lavori di Viktor Alimpiev (Russia), oltre alle opere di Andrey Anro (Bielorussia), Erik Binder (Slovacchia), Yulia Golub (Ucraina), Petr Kiriusha (Russia), Kalina Mavrodieva (Bulgaria) e Daniel Pitin (Repubblica Ceca).

http://www.firstonline.info/a/2015/...b2-06c4769134c7
 



 
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