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In Volata Verso Tolstoj
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Messaggio In Volata Verso Tolstoj 
 
5 ottobre 2012
Moritz Gathmann, Russia Oggi
Da Astrakhan a Tula, un percorso cicloturistico sulle orme dello scrittore russo. L'avventura di tre amici in sella per 350 chilometri

Dietro ci suonava un clacson, poi un camion Kamaz ci sorpassava a tutta velocità. Trasportava ghiaia, meloni di Astrakhan o uva della Moldavia? Non abbiamo il tempo di pensarci: davanti a noi appare la costa e un altro camion si avvicina.

 

Siamo sulla strada di Simferopol, il vecchio collegamento da Mosca alla Crimea. Dopo una settimana in sella, questa è la strada peggiore per i ciclisti: a doppia corsia, percorsa da camion, non offre che strisce laterali di ghiaia per evitare gli altri veicoli.

 

Siamo in tre, un tedesco-russo, un berlinese e un amico di Kaluga a coprire in bici il tragitto da Tula alla riviera di Oka. Abbiamo percorso 350 chilometri per concludere il viaggio che ci porta sulle orme di Tolstoj.

 

Lev Tolstoj era sempre in movimento: dalla sua tenuta di Jasnaja Poljana, nei pressi di Tula, percorreva spesso 170 chilometri per andare a Mosca e per far visita al monastero di Optina Pustyn nella vicina regione di Kaluga, per discutere con i monaci del suo complicato rapporto con Dio.

 

Optina Pustyn è la nostra prima destinazione venendo da Kaluga. Il monastero, che vive del mito che si tratti di una fonte di spiritualità prima della Rivoluzione, fa oggi in realtà una buona impressione profana. Gli autobus sono parcheggiati davanti all'ingresso, l'atmosfera è scandita da un via vai costante e nel refettorio del monastero la parola "prezzo" sull'etichetta dei panini al caviale è rimpiazzata da "offerta" (20 euro).

 

Un'atmosfera molto diversa regna nel convento di Shamordino. Qui, dove sua sorella era una suora, Tolstoj si è rifugiato fino all'ultima fuga. A pochi chilometri da Optina Pustyn, i muri di mattoni rossi del convento ci salutano da una collina, ai piedi della quale fonti d'acqua fredda e chiara sgorgano tra faggi e betulle.

 

Tutt'intorno alle fonti sono state costruite piccole capanne di legno. In questo caldo pomeriggio d'estate, i visitatori si mettono in coda per un bagno nell'acqua fresca e una visita in una capanna buia. In mezzo al chiacchiericcio vivace, i russi, che non sono particolarmente noti per attaccare facilmente bottone con gli sconosciuti, sembrano giovare dell'energia positiva del luogo: l'atmosfera è gioiosa. Un odore di mele cotte arriva da una fornace che si trova nel convento: le suore si preparano per l'inverno prossimo.




Il giorno dopo lasciamo la regione di Kaluga. Attraversiamo campi di fiori profumati davanti alle rovine dei kolkhoz e a piccoli borghi tranquilli. A volte il percorso è attraverso i campi, a volte attraverso la ghiaia, poi all'improvviso di nuovo la strada è asfaltata. Non sembra esserci una logica apparente in questa alternanza.

 

La città di Belyov, nella regione di Tula, presenta un quadro sconvolgente: a sinistra dell'arteria urbana appaiono discariche fumanti; a destra, ammassi di metallo in attesa di essere portati via. Le piante sono soffocate, la spazzatura si accumula lungo la via Karl Marx. In questa città di 14.000 abitanti, andiamo alla ricerca per un'ora per trovare un posto dove mangiare. Belyov, fondata 850 anni fa, soffre l'handicap di essere una città cuscinetto tra la strada lunga e malpavimentata per la capitale amministrativa della regione, Tula, e quella che porta all'Oblast di Kaluga che non è percorribile.

 

Cerchiamo di allontanarci presto da qui. Un vento serale e favorevole ci rimette in strada verso Tula: su entrambi i lati della piccola strada pioppi offrono ombra. Questo percorso non segue il corso dei fiumi, ma passa attraverso le colline. Arriviamo a Tula la sera e riprendiamo le forze per raggiungere l'ultima tappa, Jasnaja Poljana, poco fuori la città.

 

Chi la letto il romanzo di Sophia Tolstoj "Di chi è la colpa?", che ricrea l'atmosfera di Jasnaja Poljana, riconosce le passeggiate lungo viale, fiancheggiato da pioppi, stalle, case e personale di servizio della famiglia Tolstoj. Dietro, nel parco, all'ombra degli alberi, vi è una collinetta, coperta di erba: la tomba dello scrittore.

 

A Jasnaja Poljana Tolstoj ha scritto "Guerra e Pace"; qui riceveva i suoi ammiratori da tutto il mondo; qui discuteva con sua moglie; da qui si allontanò l'ultima per iniziare un cammino errante che si concluse in una stazione ferroviaria nel Sud della Russia, dove morì. Per noi, il viaggio finisce. Si torna a Kaluga in teno da Aleksin, lungo i bordi del fiume Oka, più comodo ma meno esotico.

http://russiaoggi.it/articles/2012/...stoj_17935.html
 




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