Ora ci manca solo che sbattano in prima pagina un "panteganone" che rovista tra i rifiuti; sarebbe peggio della famosa pistola sul piatto di spaghetti. È lo stesso problema del colera, nel '73: era contingentato su Napoli, ma l'Italia si era svuotata...». A Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, piacciono le immagini forti. Soprattutto quando servono a spiegare la genesi della «grande paura» che ha preso alla gola gli operatori di settore: la fuga dei turisti. Per essere più precisi, dei turisti tedeschi. Bombardati da una «campagna di controinformazione» che rischia di penalizzare — oltre a Napoli e dintorni — l'intero Paese. In Veneto, certi articoli pubblicati dalla stampa teutonica proprio non sono andati giù. Troppe generalizzazioni, dice Michielli. Che ha pensato, con l'appoggio della Regione di Galan, di passare all'offensiva: Confturismo, forte dei suoi 17mila associati, è pronta a lanciare una controcampagna di «sensibilizzazione» sulle maggiori testate in lingua tedesca — dal tabloid Bild, che il 10 gennaio in materia di turismo titolava «La Spagna è sempre in testa, l'Italia è fuori», alla serissima Frankfurter Allgemeine Zeitung. Si partirà, nei prossimi giorni, con un comunicato stampa; a seguire, una campagna pubblicitaria vera e propria. Per «evitare che immagini che hanno fatto ormai il giro del mondo (ieri la munnezza si era conquistata l'apertura dell'Herald Tribune, ndr) possano influire sulle scelte degli ospiti tedeschi per l'anno 2008». Perché lì, in fondo, sta il nocciolo del problema: l'industria turistica veneta ha un fatturato di circa 12 miliardi di euro; su 34 milioni di presenze straniere (dati Istat 2006), oltre 14 arrivano su auto targate Germania o Austria. «E febbraio è il mese in cui tradizionalmente i tedeschi scelgono la meta per le vacanze ». La teoria di Michielli è semplice: la Germania «ha interesse a dirottare i flussi su Spagna, Grecia e Turchia, dove possiedono alberghi e località intere».
Prosegue: «Qualche giorno fa ero in Brasile, il tg trasmetteva senza sosta le immagini dei rifiuti a Napoli. In Portogallo, all'aeroporto, lo stesso. E vaglielo a spiegare che il Veneto è a 800 chilometri di distanza; anche noi, se leggiamo che a Los Angeles c'è la febbre gialla, mica andiamo a New York...». C'è da dire che, forse, quei 4.500 km di coast-to-coast potrebbero pure bastare, come rassicurazione; ma il concetto è chiaro. Talmente chiaro che l'idea di una controcampagna sui media «traditori» ha convinto persino la Regione. Il vicepresidente Luca Zaia, che dal canto suo vorrebbe «chiedere un risarcimento per i danni provocati all'immagine del nostro turismo dalla vicenda dei rifiuti di Napoli», ieri mattina si è sentito con Michielli, «ancora nessun piano concreto, ma ci coordineremo ». La Regione è «pronta a sostenere l'iniziativa», conferma il governatore Giancarlo Galan, a patto di realizzare «una campagna di informazione che non sia scioccamente denigratoria». Le paure di Confturismo non sono campate per aria, «che esista un'informazione distorta sull'Italia è un dato di fatto, il rischio è reale». Proprio per questo, rilancia Galan, oltre alla campagna regionale ci vorrebbe un intervento su scala nazionale; «l'invito è per il ministro Rutelli: su Cnn e Bbc vengono già trasmessi spot turistici di vari Paesi. Dovremmo farlo anche noi, e rapidamente. Magari, perché no, cominciando da Al Jazeera...».
Fonte Corriere Della Sera