PAGINE D'ATTUALITA'/ LE MILLE ETNIE DI UN CAUCASO INQUIETO
"Pianeta Caucaso" di Wojciech Gorecki (Bruno Mondadori)
Milano, 29 dic. (Apcom) - Il grande merito di un autore - scrive Ryszard Kapuscinski nella prefazione a "Pianeta Caucaso" - è quello di "contribuire con la propria scrittura alla conoscenza degli altri e, attraverso la conoscenza, alla comprensione e all'avvicinamento". E il reportage di Gorecki, grande viaggiatore polacco che ha attraversato anche le zone più inaccessibili del crogiuolo di etnie caucasico, ha realmente la forza di dare un volto a universi per noi distanti e poco comprensibili come la Cecenia o l'Inguscezia.
Muovendosi con difficoltà tra le macerie dell'impero sovietico, continuamente fermato a posti di blocco non necessariamente gestiti legalmente, Gorecki fotografa un mondo a sè stante, separato dalla Russia non solo da un'imponente catena montuosa, ma anche da storia, tradizioni, costumi antichissimi. Come se non bastasse, poi, le divisioni diventano ancora maggiori tra i vari popoli del Caucaso. E tra le semplici differenze e il vero e proprio scontro armato il passo è, in queste terre, spesso troppo breve.
Uno dei motivi di fondo di questa situazione sta nel fatto che, scrive Gorecki, "il principale centro di civiltà è sempre stato, e in buona parte resta tuttora, l'aul, il villaggio. [...] Nelle zone più alte della Cecenia e dell'Inguscezia, dove la popolazione scarseggiava, gli aul si riducevano a una torre fortificata e a poche case, abitate dai membri di una stessa famiglia. E' per questo che da quelle parti ogni montanaro è un'entità statale a sè".
Una divisione in microcosmi particolari che in Cecenia è la vera e propria base dell'ordine (o del disordine) sociale: "La nazione è un insieme di clan, detti teipe. [...] I clan sono più di 160 e si raggruppano in tribù (il tuchum). I tuchum sono nove, da cui le nove stelle dello stemma ceceno. [...] Il clan può contare sulla lealtà più totale e sconfinata dei suoi membri". Anche la legge, ci spiega Gorecki, è rispettata solo a livello di norme consuetudinarie, mentre i codici imposti dalla giustizia russa vengono continuamente infranti. Se a questo aggiungiamo l'altro concetto chiave dei ceceni, la libertà (ossia "la piena autonomia dell'individuo, del clan, addirittura dell'intera società "), è forse possibile capire perchè la schiacciante superiorità militare delle forze russe non riesce ad avere la meglio su pochi montanari.
Il viaggio di Gorecki lo porta a toccare regioni dove le guerre non finiscono mai, dove le frontiere cambiano, la corrente elettrica arriva solo per poche ore al giorno e in molti rimpiangono il passato. "E' anche colpa di Gorbaciov - ha detto a Gorecki un inguscio dell'Ossezia - Non doveva sfasciare l'Unione così di colpo. Si stava bene: niente frontiere, soldi e lavoro non mancavano, c'era una legge. Ora non c'è più nulla".