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Ombre E Luci Della Storia Russa → Boris Zajcev
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Messaggio Ombre E Luci Della Storia Russa → Boris Zajcev 
 
E’ il momento della rubrica “Luci e ombre della storia russa”.

Gentili ascoltatori, fra i personaggi che hanno reso costante il legame fra la Russia e l’Italia emerge la figura di Boris Zajcev, scrittore, memorialista e traduttore, che considerava l’Italia la terra in cui l’arte e la poesia erano assurte a una dimensione eccelsa come in nessun altro luogo.

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Boris Zajcev (© Foto: svidete.su)

Boris Zajcev nacque ad Orёl nel 1881. Tanto lineare e piena di successi sarebbe stata la sua carriera di scrittore quanto incostante e irto di ostacoli fu il suo cammino formativo. Ricevette le basi dell’istruzione a casa dagli istitutori poi nel 1892 si iscrisse al liceo classico di Kaluga, ma non lo terminò e cambiò scuola diplomandosi nel 1898. Poi si trasferì a Mosca e cambiò ben tre volte la facoltà universitaria senza mai terminare gli studi. Nel 1901, mentre era ancora uno studente alla facoltà di giurisprudenza, conobbe lo scrittore Leonid Andreev che lo introdusse nel circolo letterario chiamato “Il Mercoledì” e lo aiutò all’inizio della sua attività letteraria. Infatti in quegli anni Zajcev cominciò a pubblicare in varie riviste i suoi racconti. Zajcev continuò il genere del racconto breve che era stato di Turgenev e di Čechov concentrandosi maggiormente anziché sui problemi della vita sociale su quelli dell’individuo riproducendo gli stati d’animo e spesso metteva sulla carta i propri stati d’animo attribuendoli ai protagonisti dei suoi racconti e così molte delle sue opere sono da considerarsi autobiografiche. Al 1904 è da ascrivere il suo primo viaggio in Italia.

Nel 1904 Boris Zajcev con la moglie compì un viaggio in Francia e in Italia. Trascorsa la primavera a Parigi i coniugi Zajcev a maggio giunsero nella penisola in treno e la prima città che visitarono fu Firenze. La città medicea produsse un’impressione profondissima in Zajcev ammaliato non solo dai tesori dell’arte figurativa e architettonica, ma anche dalle bellezze naturali che rendevano Firenze una città quasi irreale, avvolta, come avrebbe scritto Zajcev, in veli azzurrini, splendente del suo sole che rendeva argenteo l’Arno e circondata da colline violacee dalle quali il vento faceva giungere il profumo delle viole. Però, più di tutto venne conquistato da Firenze perché era la città di Dante Alighieri e da quel momento Zajcev non poté non considerare Firenze quasi come una seconda patria. A Firenze i coniugi Zajcev alloggiarono all’Hotel Corona d’Italia che esiste tutt’ora. Dedicarono alcuni giorni alla visita della Galleria degli Uffizi, del monastero di San Marco e della chiesa di Santa Maria Novella. Poi trascorsero una settimana al mare a Viareggio e dopo tornarono qualche giorno a Firenze. Fecero un giro delle varie città toscane e prima di tornare in Russia non poterono non passare a Ravenna per rendere omaggio alla tomba di Dante. I coniugi Zajcev tornarono a Firenze nel 1907 e da quell’anno fino al 1912 vi tornarono ogni anno. Zajcev scrisse molti saggi sulla città medicea ricchi non solo di descrizioni delle bellezze della sua città preferita, ma anche di curiosi episodi di vita quotidiana.

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L’altra città italiana che entrò nel cuore dello scrittore russo è Roma. Pur non amandola come Firenze, Zajcev provava una certa venerazione per Roma per quel senso di eternità che spirava da ogni luogo. Giunse a Roma per la prima volta nell’autunno del 1908. Accompagnato dalla moglie, all’inizio prese alloggio in una pensione poi affittò una stanza vicino a Piazza di Spagna. Fra una visita e l’altra ai monumenti dell’arte, i coniugi Zajcev amavano sostare in locali famosi come il caffè Faraglia in piazza Venezia o il caffè Greco in via Condotti. Anche Roma costituì una tappa abituale dell’annuale tour italiano dei coniugi Zajcev. Lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe i viaggi all’estero dello scrittore russo che durante il conflitto venne arruolato e mandato sul fronte. Nel 1917 si ammalò di polmonite e la rivoluzione russa lo sorprese mentre era nel governato di Tula in convalescenza presso la casa paterna. Gli anni rivoluzionari e post-rivoluzionari costituirono il periodo più difficile della vita di Zajcev.

Durante gli anni di guerra Boris Zajcev iniziò la traduzione dell’Inferno di Dante che sarebbe continuata fino alla vecchiaia. Questa traduzione e la lettura approfondita dell’opera di Petrarca furono un lenitivo per la sua anima di fronte alla miseria della vita quotidiana che era una continua battaglia contro la fame e il freddo. Per riuscire a sopravvivere Zajcev e altri scrittori raccoglievano e vendevano i libri, accadeva anche che, non potendo usare le tipografie, molti letterati copiassero a mano le proprie opere, le rilegassero e creassero persino le copertine. Nella primavera del 1922 Zajcev si ammalò gravemente di tifo esantematico, ad un certo punto le sue condizioni divennero disperate. Quando si riprese lo scrittore russo decise di andare a curarsi all’estero, così lasciò la Russia nell’estate del 1922 per non tornarvi mai più. Dopo le cure in Germania decise di andare a vivere in Italia. Si stabilì nella Riviera ligure, ma lavorava a Roma dove teneva numerose conferenze all’Istituto dell’Europa Orientale. Però quando si instaurò il regime fascista Zajcev lasciò l’Italia e andò a vivere in Francia. Zajcev con la sua famiglia continuò a viaggiare per l’Europa, ma riuscì a tornare in Italia solo nel 1949. Riuscì a fare un velocissimo giro per la penisola grazie alla generosità di un amico che pagò tutte le spese di viaggio. Così in brevissimo tempo visitò Genova, Milano, Venezia, Firenze e Roma, dove si trattenne un solo giorno riuscendo a far visita al poeta-filosofo Vjaceslav Ivanov. Negli anni successivi trascorsi in Francia di grande conforto furono i ricordi legati ai viaggi in Italia. Boris Zajcev morì a Parigi il 28 gennaio 1972, poco tempo prima aveva scritto “la mia città è sempre stata Firenze”, ultima espressione del suo infinito amore per l’Italia.

Il nostro programma termina qui.

Torneremo ancora con altre curiosita’.

Un cordiale saluto.

Con voi e’ stata Laura Venniro.


http://italian.ruvr.ru/radio_broadcast/41920446/96056219.html

Nella pagina linkata è disponibile il contributo audio.
 




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