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La Storia del Forum

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GRINGOX d'UCRAINA
Autore Messaggio
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Buon anniversario, Gringox!
 




____________
fParadiso
L'Imperatore
 
milian_t Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Buon anniversario, Gringox!
messaggio generato per errore, come fosse un doppio augurio
 




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fParadiso
L'Imperatore
 
Ultima modifica di milian_t il 24 Marzo 2012, 9:31, modificato 1 volta in totale 
milian_t Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Gringox, congratulazioni per quel tuo "giubileo"! Credo che quella tappa lunga di sette anni in qualche modo abbia arricchito la tua vita e l'abbia riempita di cose e sensazioni mai provate    ( e non sempre nel senso negativo   )
 



 
Luda Mila Invia Messaggio Privato Skype
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
La tua storia e le parole che hai scritto ti fanno davvero onore. Complimenti Gringox!      
 



 
Bes Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Gringaccio ti faccio anch'io tanti complimenti per il tuo giubileo, un grande traguardo di russofilia e di vita.. che forse tutto sommato sono la stessa cosa
 



 
ufficiofacce Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Riflessioni ucraine...

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E’ autunno. (riflessioni ucraine)

Un brivido di commozione mi assale e cedo alla tentazione di fermarmi per qualche minuto in silenzio ad ammirare questo “quadretto” ottocentesco.
Sono nella Ternopolskaja oblast’ (regione di Ternopol’) e, come spesso mi capita, la trasferta di lavoro si trasforma ora in un meraviglioso momento di “viaggio”, la tipica situazione in cui improvvisamente la ragione lascia spazio al predominio del sentimento e le cose che vedo diventano nutrimento per l’animo. Mi fermo, chiudo gli occhi per un istante, di colpo resuscitano i ricordi di scuola e delle poesie che si imparavano a memoria; mi pare prendano forma e vita quelle rime del Leopardi o del Carducci o del Pascoli che tanto amavo per la loro profondità e che procuravano in me già allora una dolce nostalgia e la commozione in chi, come in me, scorre in parte nel proprio corpo, del sangue contadino…non siamo nella Romagna o nella Toscana ottocentesca, ma poco importa. Il romanticismo palpabile nell’aria annulla il tempo e cancella le distanze ed io sono qui, spettatore improvvisato, a condividere questa simbiosi con la natura.
Il ritmo delle stagioni in nessun luogo come qui, nella campagna ucraina, “solca” la vita dell’uomo. Così come questi cavalli quieti, spinti da questi uomini lenti e costanti, solcano rassegnati una terra morbida e ricca di quel “frutto” che più di ogni altro costituisce la base dell’alimentazione per questa gente. Inizia l’autunno e la raccolta delle patate è un momento importante per la vita di campagna. Penso a loro, penso a questi uomini e donne, ai loro padri, ai loro nonni ed antenati che sin dall’origine del tempo compivano con abnegazione questo duro lavoro stagionale, in silenzio e meticolosamente. Nulla pare cambiato da allora: i cavalli, gli aratri di legno, il carretto di legno, la nebbiolina triste che sbiadisce i colori della natura, offuscandone le forme… Per questi uomini ogni anno, al ripetersi della stagione, si ripetono le stesse azioni. Poco importa se a qualche centinaio di metri dal loro campo sfreccia ogni tanto una macchina che vorrebbe ricordare loro la civilizzazione. Una civiltà così vicina e al tempo stesso così lontana da loro! Essi non si badano di ciò, di ben più vitale importanza per le loro semplici esistenze è il portare a termine il proprio lavoro. E poi, a sera, rientrare stanchi al focolare domestico per scaldarsi intorno alla stufa, che spesso, nelle campagne ucraine, è ancora a legna!
Io li ammiro, intravvedo appena le sagome dei loro ruvidi volti, che immagino solcati da rughe profonde, che rendono questi giovani uomini già vecchi; ammiro la loro orgogliosa e muta rassegnazione; chissà a cosa pensano mentre lavorano. Vorrei “tuffarmi” nei loro pensieri, parlare con loro. Chiedere loro se sono felici, se hanno delle aspirazioni, dei sogni, se pensano di poter in qualche modo cambiare la loro vita. Ma no, forse a loro non è dato pensare, non riescono a immaginare qualcosa di diverso, non hanno certo avuto la possibilità di scegliere un qualche destino diverso da quello che gli è stato assegnato alla nascita. Ciò a conferma di un ordine naturale misterioso che attribuisce chissà perché ad alcuni una sorte ed altri una diversa, pur essendo tutti uomini e tutti teoricamente uguali. Sì, è vero, alcuni lasciano le campagne, alcuni arrivano alla città, altri addirittura giungono in altra Terra a cercare fortuna, un lavoro “civile” e “normale”…ma per quanti ne emigrino, altrettanti restano, a perpetuare la cultura e la tradizione di questa Terra; ed ecco il mio pensiero si ferma a costoro, che sono qui davanti a me, e che si muovono lenti! No, non è dato a me immaginare i loro pensieri…mi posso solo limitare a guardarli stupito e a rispettare questa loro semplice ma dura esistenza. Il rispetto! In silenzio!
Ed io sono forse felice?
D’un tratto squilla il telefono cellulare: un cliente riporta me alla mia quotidianità, al lavoro, e mi ricorda che la strada per Kiev è ancora lunga… lascio lì quell’umanità dignitosa, nel campo in compagnia dei loro cavalli e della nebbia che pare ora meno fitta, e mi rimetto in moto.
La strada è ancora lunga…

Gringox


Ciao Gringox,
in effetti capita di pensare a queste cose e a volte magari di mandare a fare in culo cellulare, rapporti che non ci interessano e incominciare a vangare o ad usare l'aratro.
Sono le sensazioni che ho provato anche io a contatto con i contadini (non solo in Ucraina).
I ritmi ciclici, i prodotti della terra, le ragazze acqua e sapone anche se un po' rozze... tutto bellissimo.

Poi però non siamo abituati a una vita così placida con le esigenze che la natura richiede (anche il cesso in legno fuori casa non è il massimo) :)

Molti comunque quando pensano all'Ucraina hanno in mente le "hata", i paesaggi bucolici e gli animali dei villaggi liberi per le strade che si alternano a qualche pozzo d'aqua di uso comune: non solo gente straniera interessata all'esotico, ma molti ucraini che hanno ancora la babushka nei villaggi (e dove forse, in fondo, lì sta una parte del loro cuore).

Grazie per avermi dato lo spunto per questa mia riflessione italo/ucraina ;)
 



 
Abacucco Invia Messaggio Privato HomePage MSN Live Skype
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Abacucco ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Riflessioni ucraine...

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E’ autunno. (riflessioni ucraine)

Un brivido di commozione mi assale e cedo alla tentazione di fermarmi per qualche minuto in silenzio ad ammirare questo “quadretto” ottocentesco.
Sono nella Ternopolskaja oblast’ (regione di Ternopol’) e, come spesso mi capita, la trasferta di lavoro si trasforma ora in un meraviglioso momento di “viaggio”, la tipica situazione in cui improvvisamente la ragione lascia spazio al predominio del sentimento e le cose che vedo diventano nutrimento per l’animo. Mi fermo, chiudo gli occhi per un istante, di colpo resuscitano i ricordi di scuola e delle poesie che si imparavano a memoria; mi pare prendano forma e vita quelle rime del Leopardi o del Carducci o del Pascoli che tanto amavo per la loro profondità e che procuravano in me già allora una dolce nostalgia e la commozione in chi, come in me, scorre in parte nel proprio corpo, del sangue contadino…non siamo nella Romagna o nella Toscana ottocentesca, ma poco importa. Il romanticismo palpabile nell’aria annulla il tempo e cancella le distanze ed io sono qui, spettatore improvvisato, a condividere questa simbiosi con la natura.
Il ritmo delle stagioni in nessun luogo come qui, nella campagna ucraina, “solca” la vita dell’uomo. Così come questi cavalli quieti, spinti da questi uomini lenti e costanti, solcano rassegnati una terra morbida e ricca di quel “frutto” che più di ogni altro costituisce la base dell’alimentazione per questa gente. Inizia l’autunno e la raccolta delle patate è un momento importante per la vita di campagna. Penso a loro, penso a questi uomini e donne, ai loro padri, ai loro nonni ed antenati che sin dall’origine del tempo compivano con abnegazione questo duro lavoro stagionale, in silenzio e meticolosamente. Nulla pare cambiato da allora: i cavalli, gli aratri di legno, il carretto di legno, la nebbiolina triste che sbiadisce i colori della natura, offuscandone le forme… Per questi uomini ogni anno, al ripetersi della stagione, si ripetono le stesse azioni. Poco importa se a qualche centinaio di metri dal loro campo sfreccia ogni tanto una macchina che vorrebbe ricordare loro la civilizzazione. Una civiltà così vicina e al tempo stesso così lontana da loro! Essi non si badano di ciò, di ben più vitale importanza per le loro semplici esistenze è il portare a termine il proprio lavoro. E poi, a sera, rientrare stanchi al focolare domestico per scaldarsi intorno alla stufa, che spesso, nelle campagne ucraine, è ancora a legna!
Io li ammiro, intravvedo appena le sagome dei loro ruvidi volti, che immagino solcati da rughe profonde, che rendono questi giovani uomini già vecchi; ammiro la loro orgogliosa e muta rassegnazione; chissà a cosa pensano mentre lavorano. Vorrei “tuffarmi” nei loro pensieri, parlare con loro. Chiedere loro se sono felici, se hanno delle aspirazioni, dei sogni, se pensano di poter in qualche modo cambiare la loro vita. Ma no, forse a loro non è dato pensare, non riescono a immaginare qualcosa di diverso, non hanno certo avuto la possibilità di scegliere un qualche destino diverso da quello che gli è stato assegnato alla nascita. Ciò a conferma di un ordine naturale misterioso che attribuisce chissà perché ad alcuni una sorte ed altri una diversa, pur essendo tutti uomini e tutti teoricamente uguali. Sì, è vero, alcuni lasciano le campagne, alcuni arrivano alla città, altri addirittura giungono in altra Terra a cercare fortuna, un lavoro “civile” e “normale”…ma per quanti ne emigrino, altrettanti restano, a perpetuare la cultura e la tradizione di questa Terra; ed ecco il mio pensiero si ferma a costoro, che sono qui davanti a me, e che si muovono lenti! No, non è dato a me immaginare i loro pensieri…mi posso solo limitare a guardarli stupito e a rispettare questa loro semplice ma dura esistenza. Il rispetto! In silenzio!
Ed io sono forse felice?
D’un tratto squilla il telefono cellulare: un cliente riporta me alla mia quotidianità, al lavoro, e mi ricorda che la strada per Kiev è ancora lunga… lascio lì quell’umanità dignitosa, nel campo in compagnia dei loro cavalli e della nebbia che pare ora meno fitta, e mi rimetto in moto.
La strada è ancora lunga…

Gringox


Ciao Gringox,
in effetti capita di pensare a queste cose e a volte magari di mandare a fare in culo cellulare, rapporti che non ci interessano e incominciare a vangare o ad usare l'aratro.
Sono le sensazioni che ho provato anche io a contatto con i contadini (non solo in Ucraina).
I ritmi ciclici, i prodotti della terra, le ragazze acqua e sapone anche se un po' rozze... tutto bellissimo.

Poi però non siamo abituati a una vita così placida con le esigenze che la natura richiede (anche il cesso in legno fuori casa non è il massimo) :)

Molti comunque quando pensano all'Ucraina hanno in mente le "hata", i paesaggi bucolici e gli animali dei villaggi liberi per le strade che si alternano a qualche pozzo d'aqua di uso comune: non solo gente straniera interessata all'esotico, ma molti ucraini che hanno ancora la babushka nei villaggi (e dove forse, in fondo, lì sta una parte del loro cuore).

Grazie per avermi dato lo spunto per questa mia riflessione italo/ucraina ;)



Abacucchino ciao,

piacere di risentirti. Ehehe, hai ripescato proprio un post vecchietto, mi fa piacere che ti sei messo a leggere qualcosina del Gringox d'Ucraina, in fondo tu di Ucraina ne capisci parecchio vista la tua storia e di sicuro molte delle mie sensazioni sono anche le tue.
Intanto complimenti anche a te per il tuo mitico blog...ho letto l'articoletto su Zhitomir, che sai che anche io conosco bene, molto bello.

Ciao,

Gringox

PS: ohh va che settimana prox sn a MI, magari ci sentiamo e ci vediamo se hai voglia.
 




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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Kumpel’!

Un nome che è garanzia di soddisfazione per il palato e pienezza per lo stomaco! Letteralmente “compagno di bevute”, nel dialetto leopoliano che è un misto tra polacco e ucraino, questo locale è il posto giusto per chi ama la birra buona e la cucina a base di carne. La musica stile “polka” e tradizionale polacca di sottofondo si concilia soavemente col brulichio delle voci delle variopinte compagnie di amici che qui si ritrovano per trascorrere una serata simpatica nel buon umore sorseggiando una “burshtinove” ambrata (бурштинове) o una “svitle” (світле) dal colore ocra intenso, le due principali birre che il microbirrifficio Kumpel’ produce. L’ambiente è simpatico e tutto, dall’arredamento interno a metà tra il bavarese e il polacco agli ornamenti d’arredo, riporta ad un unico filo conduttore: la birra.

Qui addirittura in una parete del locale gli affezionati “compagni di bevute” conservano i propri boccali, individuali e personalizzati, in bacheche di vetro chiuse di cui ciascun proprietario conserva la propria chiave.

Una cena qui, solo o con clienti, è tappa fissa in ogni mia trasferta a Lvov, da quando nel 2008 nel centro storico della città ha aperto questo locale. Qui incredibilmente ho ritrovato la trippa alla milanese, piatto che non mangiavo da anni, forse da quando ero bambino...“флячки” (fljachki) – così viene chiamata qui, forse anch’esso nome di origini polacche – è piatto pure tradizionale della Galizia. La Galizia («Галичина») era all’estremità opposta dell’impero d’Austria e Ungheria: da una parte il Lombardo-Veneto, dall’altra la Galizia…chissà, forse le origini di questa somiglianza culinaria vanno ricercate in altro, magari nella tradizione contadina, ma a me piace pensare che in qualche modo ci sia un collegamento geografico-culturale tra queste due macroregioni che al tempo degli Asburgo si trovavano nella stessa entità statale. Dunque Milano (la mia città natale) e Lvov nello stesso stato fino alla prima metà e oltre del 1800, fino a quando la Lombardia non entrò nel nuovo Regno d’Italia…il pensiero a questa situazione mi apre nella mente immagini e visioni di carretti, di strade, di genti che viaggiavano nelle varie parti di questo Impero multiforme e multietnico e chissà, magari anche i “fljachki” o trippa in qualche modo è arrivata da queste parti (o viceversa) grazie proprio al passaggio di genti che portavano con sé le proprie tradizioni anche culinarie. È Andrej, mio fedele cliente e già da tempo sincero amico lvoviano – nazionalista (o antirusso) tanto da rimpiangere i tempi in cui Vienna era la loro capitale, ad avermi inculcato questa fantasia, questo strano collegamento culturale; ma in fondo è bello degustare della buona birra e fantasticare su un passato lontano ormai che ha visto noi lombardi e loro galiziani insieme…

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I "fljachki".


Al kumpel’ la birra è fantastica! L’ultima trovata è il boccale in plastica da 3 litri con rubinettino per spillare la birra, situazione ideale per le compagnie di buoni bevitori che a volte non è sufficiente per saziare la voglia e occorre ordinare un altro boccale per tirare a fine serata. Nella mia ultima trasferta, un paio di settimane fa, la “burshtinove” ambrata ha accompagnato degnamente il tagliere con la “metrova kolbasa”, un metro di salsiccia della casa, composta da carne di maiale, pollo e manzo; un piatto eccezionale.

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Il boccalone da 3 l. di "burshtinove"


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...e la "metrova kolbasa".
 

A fine serata dal Kumpel’ si esce sempre decisamente col buon umore. Ma è d’uopo fare quattro passi per le romantiche viuzze del centro di Leopoli, per smaltire la sana sbornia guardando con altri occhi – quelli lucidi ed ebbri di birra – gli edifici a tratti cadenti della città e le sue forme, che la notte risultano ancor più suggestivi per i giochi di luci ed ombre, rievocando i tempi passati dell’Impero asburgico…


Gringox


Lvov, 11 aprile 2012
 




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Riflessioni ucraine...

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E’ autunno. (riflessioni ucraine)

Un brivido di commozione mi assale e cedo alla tentazione di fermarmi per qualche minuto in silenzio ad ammirare questo “quadretto” ottocentesco.
Sono nella Ternopolskaja oblast’ (regione di Ternopol’) e, come spesso mi capita, la trasferta di lavoro si trasforma ora in un meraviglioso momento di “viaggio”, la tipica situazione in cui improvvisamente la ragione lascia spazio al predominio del sentimento e le cose che vedo diventano nutrimento per l’animo. Mi fermo, chiudo gli occhi per un istante, di colpo resuscitano i ricordi di scuola e delle poesie che si imparavano a memoria; mi pare prendano forma e vita quelle rime del Leopardi o del Carducci o del Pascoli che tanto amavo per la loro profondità e che procuravano in me già allora una dolce nostalgia e la commozione in chi, come in me, scorre in parte nel proprio corpo, del sangue contadino…non siamo nella Romagna o nella Toscana ottocentesca, ma poco importa. Il romanticismo palpabile nell’aria annulla il tempo e cancella le distanze ed io sono qui, spettatore improvvisato, a condividere questa simbiosi con la natura.
Il ritmo delle stagioni in nessun luogo come qui, nella campagna ucraina, “solca” la vita dell’uomo. Così come questi cavalli quieti, spinti da questi uomini lenti e costanti, solcano rassegnati una terra morbida e ricca di quel “frutto” che più di ogni altro costituisce la base dell’alimentazione per questa gente. Inizia l’autunno e la raccolta delle patate è un momento importante per la vita di campagna. Penso a loro, penso a questi uomini e donne, ai loro padri, ai loro nonni ed antenati che sin dall’origine del tempo compivano con abnegazione questo duro lavoro stagionale, in silenzio e meticolosamente. Nulla pare cambiato da allora: i cavalli, gli aratri di legno, il carretto di legno, la nebbiolina triste che sbiadisce i colori della natura, offuscandone le forme… Per questi uomini ogni anno, al ripetersi della stagione, si ripetono le stesse azioni. Poco importa se a qualche centinaio di metri dal loro campo sfreccia ogni tanto una macchina che vorrebbe ricordare loro la civilizzazione. Una civiltà così vicina e al tempo stesso così lontana da loro! Essi non si badano di ciò, di ben più vitale importanza per le loro semplici esistenze è il portare a termine il proprio lavoro. E poi, a sera, rientrare stanchi al focolare domestico per scaldarsi intorno alla stufa, che spesso, nelle campagne ucraine, è ancora a legna!
Io li ammiro, intravvedo appena le sagome dei loro ruvidi volti, che immagino solcati da rughe profonde, che rendono questi giovani uomini già vecchi; ammiro la loro orgogliosa e muta rassegnazione; chissà a cosa pensano mentre lavorano. Vorrei “tuffarmi” nei loro pensieri, parlare con loro. Chiedere loro se sono felici, se hanno delle aspirazioni, dei sogni, se pensano di poter in qualche modo cambiare la loro vita. Ma no, forse a loro non è dato pensare, non riescono a immaginare qualcosa di diverso, non hanno certo avuto la possibilità di scegliere un qualche destino diverso da quello che gli è stato assegnato alla nascita. Ciò a conferma di un ordine naturale misterioso che attribuisce chissà perché ad alcuni una sorte ed altri una diversa, pur essendo tutti uomini e tutti teoricamente uguali. Sì, è vero, alcuni lasciano le campagne, alcuni arrivano alla città, altri addirittura giungono in altra Terra a cercare fortuna, un lavoro “civile” e “normale”…ma per quanti ne emigrino, altrettanti restano, a perpetuare la cultura e la tradizione di questa Terra; ed ecco il mio pensiero si ferma a costoro, che sono qui davanti a me, e che si muovono lenti! No, non è dato a me immaginare i loro pensieri…mi posso solo limitare a guardarli stupito e a rispettare questa loro semplice ma dura esistenza. Il rispetto! In silenzio!
Ed io sono forse felice?
D’un tratto squilla il telefono cellulare: un cliente riporta me alla mia quotidianità, al lavoro, e mi ricorda che la strada per Kiev è ancora lunga… lascio lì quell’umanità dignitosa, nel campo in compagnia dei loro cavalli e della nebbia che pare ora meno fitta, e mi rimetto in moto.
La strada è ancora lunga…

Gringox


Ciao Gringox,
in effetti capita di pensare a queste cose e a volte magari di mandare a fare in culo cellulare, rapporti che non ci interessano e incominciare a vangare o ad usare l'aratro.
Sono le sensazioni che ho provato anche io a contatto con i contadini (non solo in Ucraina).
I ritmi ciclici, i prodotti della terra, le ragazze acqua e sapone anche se un po' rozze... tutto bellissimo.

Poi però non siamo abituati a una vita così placida con le esigenze che la natura richiede (anche il cesso in legno fuori casa non è il massimo) :)

Molti comunque quando pensano all'Ucraina hanno in mente le "hata", i paesaggi bucolici e gli animali dei villaggi liberi per le strade che si alternano a qualche pozzo d'aqua di uso comune: non solo gente straniera interessata all'esotico, ma molti ucraini che hanno ancora la babushka nei villaggi (e dove forse, in fondo, lì sta una parte del loro cuore).

Grazie per avermi dato lo spunto per questa mia riflessione italo/ucraina ;)



Abacucchino ciao,

piacere di risentirti. Ehehe, hai ripescato proprio un post vecchietto, mi fa piacere che ti sei messo a leggere qualcosina del Gringox d'Ucraina, in fondo tu di Ucraina ne capisci parecchio vista la tua storia e di sicuro molte delle mie sensazioni sono anche le tue.
Intanto complimenti anche a te per il tuo mitico blog...ho letto l'articoletto su Zhitomir, che sai che anche io conosco bene, molto bello.

Ciao,

Gringox

PS: ohh va che settimana prox sn a MI, magari ci sentiamo e ci vediamo se hai voglia.


Ciao Gringox, in effetti era un post un p' datato ma mi piaceva molto e ho deciso di commentarlo. Certo che voglio leggere quello che hai scritto, è molto interessante! Sono io che sono un accidioso. :) Pensa che quando devo leggere cose lunghe o profonde preferisco sempre stamparmele. Sono un po' alla vecchia maniera...
Grazie per i complimenti Gringox anche se sono stato un po' latitante, ma con il tempo mi è venuta voglia di scrivere ancora, credo per nostalgia del paese e perchè ho fatto i conti con alcune questioni ucraine che ho accantonato.

Su Xhytomir, mi ha fatto ridere quello che hai scritto sulla strada asfaltata e sulla Piazza Soborna, che è veramente ridicola e antiestetica al massimo. Ho cercato nel mioarticolo di far capire cosa fu un tempo quella cittadina, per rendergli onore del suo brillante passato ma ovviamente era anche un omaggio alla mia bella.

Ci sentiamo quando ritorni a Milano Gringox, così mi racconterai un po' di te e di come te la passi.

Un abbraccio

Gabriele
 



 
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Abacucco ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Ciao Gringox, in effetti era un post un p' datato ma mi piaceva molto e ho deciso di commentarlo. Certo che voglio leggere quello che hai scritto, è molto interessante! Sono io che sono un accidioso. :) Pensa che quando devo leggere cose lunghe o profonde preferisco sempre stamparmele. Sono un po' alla vecchia maniera...
Grazie per i complimenti Gringox anche se sono stato un po' latitante, ma con il tempo mi è venuta voglia di scrivere ancora, credo per nostalgia del paese e perchè ho fatto i conti con alcune questioni ucraine che ho accantonato.

Su Xhytomir, mi ha fatto ridere quello che hai scritto sulla strada asfaltata e sulla Piazza Soborna, che è veramente ridicola e antiestetica al massimo. Ho cercato nel mioarticolo di far capire cosa fu un tempo quella cittadina, per rendergli onore del suo brillante passato ma ovviamente era anche un omaggio alla mia bella.

Ci sentiamo quando ritorni a Milano Gringox, così mi racconterai un po' di te e di come te la passi.

Un abbraccio

Gabriele



Carissimo ci sentiamo settimana prossima.

Ciao.

Gringox
 




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gringox Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
gring...auguri per il tuo giubileo! che la felicità e l'entusiasmo aumentino di anno in anno!!!
 



 
thessalonica Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

 nahimov
Statua di Nahimov.


La seconda volta si ripetè meno di 100 anni dopo, quando Sevastopol’ fu oggetto di aggressione nazista e dovette organizzare un’accanita resistenza, durata 250 giorni, prima di cedere al nemico. E così, come Kiev, come Leningrado, come Odessa, come Minsk, come Smolensk, come Kerch’, ecc… e forse ancor più meritatamente delle città sopra indicate, anche Sevastopol’ è ricordata tuttora come gloriosa “gorod geroj”.

 altare_patria
Altare della Patria.


Monumenti alla gloria della città ce ne sono ovunque in una quantità mai vista da altre parti: statue, memoriali, cippi, busti, insegne, colonne e chi più ne ha più ne metta.

 matros_i_soldat
«Матрос и солдат»; ("Matros i Soldat" - il poderoso monumento al marinaio e al soldato).

 monumento_alle_navi_affondate
Памятник Затопленным короблям» - Colonna dell’aquila (o monumento alle navi affondate durante l’asssedio della guerra di Crimea).

 monumento_guerra_crimea
Monumento alla resistenza nella guerra di Crimea.

 obelisco_e_baia
«Обелиск в честь города-героя Севастополя» - obelisco in onore della città eroica Sevastopol’.


E così eccomi di nuovo in Crimea, una terra che mi sta già attirando da tempo e che ho iniziato a visitare l’anno scorso; dopo Yalta e il suo circondario, dopo Sudak e la tranquillissima baia di Novij Svet eccomi dunque a Sevastopol’.

Di bello a Sevastopl’ c’è l’atmosfera cittadina e la gente. Se Yalta è il “kurort” per eccellenza, dove prima la nobiltà zarista, poi l’elite dell’apparato statale sovietico, sfoggiavano l’eleganza e dove ora troneggia la sbruffoneria, pur in un contesto cittadino sotto molti aspetti retrò, dell’oligarchia contemporanea e degli eredi di quelle oligarchie post-sovietiche; Sevastopol’, disposta in modo esteso lungo un dolce pendio che scende verso la baia, è la grande città portuale – la vera capitale della Crimea (sebbene politicamente la capitale sia Simferopol’) –  che conta circa 350.000 abitanti e dove tutto ruota intorno al porto e al commercio marittimo. Essa è del tutto conforme, esteriormente, allo standard delle altre città “soviet”: palazzoni ancor più fatiscenti e dalle facciate degradate dalla salsedine nella periferia sulla collina, strade larghe e polverose, un centro carino con qualche edificio neoclassico sul lungomare, parecchie “stalinki” e poca roba del tempo precedente, poiché le guerre qui hanno raso al suolo per bene la città; nonostante ciò essa appare ordinata e davvero piacevole.

Il lungomare è molto ben curato e i sevastopoliani amano molto passeggiare qui, soprattutto in queste tiepide giornate di primavera e durante la calda estate.

La marshrutka è, come sempre nelle Russie, il modo più comodo per girare la città, ed è anche piacevole: era da tempo che non sentivo la musica in marshrutka; la radio che il conducente tiene sempre ad un volume garbato ti alletta il viaggio mentre guardi fuori dal finestrino.

 baia
La baia dinnanzi a Sevastopol'.

 grafskaja_pristan
«Графская пристань» - (“Grafskaja pristan’”), la facciata in stile neoclassico, inaugurata nel 1846, dove si svolgevano le parate dei marinai alla corte di vari imperatori, da Caterina II, ad Alessandro II, a Nicola I, a Nicola II…

 lungomare_1338288057_446272
Il lungomare.

 samovar_e_lungomare
Intrattenimenti sul lungomare: il «запорожский самовар» ("samovar di Zaporozhe").


La gente dicevo… forse la consapevolezza del valore storico che la città ha assunto sin dai tempi degli antichi greci è all’origine dei modi civili e colti della gente, in generale. È dai piccoli atteggiamenti, dal modo di rispondere, dagli sguardi della gente che si nota la differenza rispetto alla maggior parte del mondo russo che conosco. Un “grazie” in più, una persona che ti accompagna fino a destinazione alla richiesta di indicazioni stradali, una marshrutka che si ferma lungo la strada, e non necessariamente alla fermata, al semplice cenno del braccio e ti raccoglie; lo stesso particolare della consegna dell’ “obolo” al conducente per la corsa in marshrutka (2 grn!) a fine corsa, prima di scendere e non al momento della salita; i volti sorridenti della gente…

In giro pochi marinai russi fanno da cornice alla realtà cittadina. Ciò mi sorprende deludendomi un poco. Nonostante gli accordi politici ucraino-russi che prolungano il “dominio” russo sulla città, essa non è più quella di un tempo; non è più la potente Sevastopol’ che dal dopoguerra al 1991 rappresentava la gloriosa città strategica del mar Nero, dove era ancorata la più grande flotta dell’Armata Rossa nella parte meridionale dell’impero sovietico… l’importanza di Sevastopol’ è soprattutto simbolica ora; sta a confermare il diritto che i russi si attestano di poter stare qui, in un territorio che la storia ora assegna ad un altro Stato. Se si notano pochi marinai russi, in compenso le bandiere a strisce orizzontali bianco, blu e rosso sventolano orgogliose ovunque, in cima ai tetti degli edifici della città a ribadire appunto il legame forte ed inscindibile della città con la madrepatria russa. Che cosa strana, già a Yallta e a Novij Svet mi aveva impressionato questo particolare delle bandiere russe, ma qui ha a dir poco dell’incredibile tante esse ne sventolano sopra la città...

Anche le navi militari sembrano appartenere ad un’altra epoca; sebbene tuttora funzionanti, e abitate – si scorgono i marinai indaffarati nella pulizia a bordo – esse stanno lì placide con la chiglia a tratti arrugginita e non fanno più paura a nessuno, anzi sembrano più che altro un oggetto di attrazione per visitatori. Avvicinarsi ad esse è comunque una grande emozione, e mentre la guida racconta i nomi e i particolari delle navi alle quali passiamo vicine, la mia mente vola indietro nel tempo, ai tempi della Guerra Fredda quando queste navi facevano paura per davvero...

 navi_russe
Alcuni esemplari della gloriosa flotta russa del Mar nero...

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...e ancora.


Impressionante, ma sul serio! – accolgo con un’esclamazione spontanea ad alta voce la sorpresa per ciò che mi si apre davanti, o meglio tutto intorno, dopo aver salito la scaletta ed essere entrato nella grande e centrale sala del c.d. “Panorama dipinto”! Un dipinto tridimensionale: cioè un telo dipinto integrato da inserti tridimensionali, alto 14 m., lungo 115 m. che, includendo gli oggetti e l’area tridimensionale, ricopre uno spazio totale di circa 1000 m2! Mentre si gira intorno al dipinto, si ha la sensazione incredibile di essere là, tra quei soldati russi baldanzosi dipinti che con foga combattono, si organizzano, discutono, curano i feriti, caricano le munizioni dei cannoni, ecc... la gloriosa resistenza della città durò 349 giorni, ma fu vana: la coalizione anglo-franco-turco-sabauda ebbe la meglio!

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Spezzoni del "Panorama dipinto"...

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...e ancora.


Khersones non ti lascia indifferente! Una volta entrati nel parco in cui giacciono le rovine greche ci si immerge davvero in un’altra dimensione. Sembra di stare ad Agrigento nella valle dei Templi o ad Atene sull’Acropoli, ma qui il contesto più selvaggio e la possibilità di gironzolare dove e come vuoi tra queste pietre, ti dà una sensazione di maggior assorbimento col passato. L’ideale è venirci qui al tramonto, come ho fatto io, all’imbrunire, in modo da immergersi totalmente in questo mondo pre-cristiano. I resti più belli sono decisamente quelli del teatro... toccare queste pietre e pensare che esse hanno 2400 anni (data della fondazione della città greca è il 422 a.C.), ti fa riflettere. Non per niente Khersones, che in italiano chiamiamo Chersoneso, è patrimonio dell’Unesco dal 1996. In questo contesto ha preso origine anche la Chiesa Russa Ortodossa, quando il principe Vladimir il Grande nel 989 d.C. fu battezzato e si convertì al cristianesimo; la bellissima Vladimirskij sobor – la cattedrale dedicata al principe Vladimir, è lì ad osannare questo evento storico.

 khersones
Херсонес - Chersoneso, le rovine della città greca del 422 a.C.

 khesrones2
...e ancora...

 hersones2
Ciò che resta del tempio e nello sfondo la bellissima cattedrale di Vladimir.

 vladimirskij_sobor
Vladimirskij sobor.

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La "Pesciolina" tra le rovine greche.


Balaklava (Балаклава) è un paesetto placido disposto a semicerchio nella piccola baia e sovrastato da brulle collinette che scendono dolci verso il paese ma che cadono a strapiombo dalla parte opposta sul mare aperto.

 balaklava_vista
Vista su Balaklava.

 balaklava
A picco sul mare aperto - vista da sopra Balaklava.

 di_fronte_a_tunnel
Alle spalle, Balaklava.


Da Sevastopol’ ci si mette poco ad arrivare in marshrutka, ma vale davvero la pena trascorrere qui una giornata e farsi una bella mangiata di pesce sul lungomare, sempre se le finanze te lo concedono, dato che qui ho la riconferma che la Crimea è equiparabile a Kiev dal punto di vista dei prezzi (il bel pranzo a base di pesce, con boccia di "shampanskoe" mi è costato circa 500 grn. per due persone!).

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La squisita "uhà" di pesce.

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I deliziosi e da me adorati "rapany", antipasto di mare della Crimea.

 grigliata
L'ottima grigliata a base di triglie e sogliola.

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...il tutto annaffiato da del morbido "shampanskoe" («Золотая Балка» - “Zolotaja Balka”), prodotto proprio a Balaklava.


Chi avrebbe mai immaginato che qui, in questo placido paesino di mare, si nascondesse la segretissima base militare sotterranea dove si procedeva alla manutenzione e riparazione nonché all’installazione delle testate nucleari dei sommergibili nucleari sovietici. Il racconto della guida, man mano che ci si addentra nei cuniculi e nei tunnel rivestiti di massiccio cemento armato, ti lascia a bocca aperta: qui fino al 1991 lavoravano circa 650 marinai, in tutta segretezza per cinque anni e nessuno, neppure i parenti più stretti, era al corrente di dove si trovassero i propri famigliari; costoro, una volta terminato il servizio in questa struttura, avevano il divieto per altri cinque anni, di uscire dall’Unione Sovietica. La struttura sotterranea e il lavoro svolto da questi marinai e tecnici erano coperti dal segreto di stato. Di sottomarini ahimè non se ne vedono ora – il che mi lascia un po’ male; ma alcune sale sono adibite a museo con oggetti, fotografie e rappresentazioni della vita che si svolgeva qui nella quotidianità, e ciò abbellisce la visita e fa volare un pò la mente. Resta il fatto che l’impatto con quei canali bui, della dimensione giusta per farci passare il sottomarino, quelle passerelle, quei portelloni di cemento ti mette un brivido sulla pelle, emozione che poi però va a scemare un pò nel proseguo della visita. In tutta onestà questa escursione vale la pena farla una volta nella vita ma non di più, giusto per farsi un’idea di questo mondo sotterraneo, antiatomico, segreto a tutto il mondo, che ora giace per lo più abbandonato e in degrado.

 ingresso_tunnel2
In ricordo alla II Guerra Mondiale.

 ingresso_tunnel
Apparentemente una baracca per pescatori, in realtà l'ingresso al tunnel antiatomico di Balaklava.

 tunnel
All'interno nei meandri antiatomici...

 tunnel_buoi
...i canali bui dove venivano riparati i sommergibili, o venivano caricate le testate atomiche...

 tunnel2
...e l'interno della base...

 tunnel3
...di forte impatto la frase impressa sul muro "не все говори, что знаешь, но всегда знай, что говоришь!" ("non dire tutto ciò che sai; ma sappi sempre ciò che dici!)...

 sottomarino
...un modellino di sommergibile nucleare sovietico...

 foto_sottomarino_entra_nel_tunnel
...e infine una foto dell'epoca della Guerra Fredda, mentre un sommergibile sta per entrare nella base.


L’altra attrazione di Balaklava è la fortezza di Cembalo (крепость Чембало), o meglio ciò che rimane della presenza genovese del XII e XIV sec.; da essa si apre una vista mozzafiato sul mare aperto da una parte, e sulla baia di Balaklava dall’altra. A differenza della fortezza di Sudak, qui è rimasto ben poco, tre torri di cui una che stanno ristrutturando (anche se mi hanno detto che è anni che è in ristrutturazione e pare lasciata ugualmente a sè stessa...) e un pezzo di mura. Ma ripeto, il bello di questi luoghi e di queste escursioni è la totale libertà di movimento e di azione: si può toccare, si può esplorare, ci si può arrampicare ovunque… brutto invece è vedere il “solito” degrado e la “solita” mancanza di civiltà che si traduce in sporcizia con immondizia, bottiglie e barattoli buttati qua e là per il territorio.

balaklava4
Resti della fortezza genovese di Cembalo.

 balaklava3
Arrampicandomi tra le rovine.
 

Dedico l’ultima mezza giornata alla visita del paesino di Inkerman (Инкерман), a una mezz’oretta di marshrutka dal centro di Sevastopol ma in direzione opposta rispetto a Balaklava, giusto per completare la visita di Sevastopol’ e dintorni e dunque il programma da me stabilito. Meritano la visita qui sostanzialmente due cose: il monastero nella roccia di San Clemente e Martino: un capolavoro architettonico dell’VIII-IX sec., tuttora abitato, che, sebbene molto più piccolo e raccolto, mi ricorda il monastero di Ostrog, in Montenegro, dove anni fa ci passai pure una notte tra monaci e pellegrini; carinissimo il giardinetto dalle aiuole varipinte all’interno.
E un altro resto di fortezza, non genovese però, la fortezza “Kalamita” (крепость Каламита), posizionato sul dirupo proprio sopra il monastero. La sua posizione in mezzo ad un prato verde verde, il suo essere così diroccato e quelle forme, mi danno l’idea che si tratti più di un qualche resto celtico in Irlanda o in Scozia, piuttosto che un pezzo della presenza russa del XV sec…

 monastero_nella_roccia
Пещерный монастирь Св. Климента и Мартина - Il monastero nella roccia di San Clemente e Martino.

 rovine_inkerman
Resti della fortezza Kalamita di Inkerman.


A tutti in Ucraina e nelle Russie è noto il marchio “Inkerman”, che è sinonimo di vino di qualità e valore (lontanamente paragonabile comunque alla qualità italiana!): ecco dunque che dopo aver sperimentato e degustato in fabbrica i vini di Massandra (a Yalta) e lo “shampanskoe” di Novij Svet, la curiosità di provare il vino Inkerman è tanta… ed è questo il secondo motivo buono per venire qui. Purtroppo questa volta mi va male! Lunedì è giorno di chiusura! Forse perchè è il lunedì di Pasqua. Tento di “convincere” la guardiana della fabbrica a farmi entrare o per lo meno ad aprire il negozietto per comprare due bocce di vino, ma è tutto inutile: il lunedì nessuno lavora ed è tutto chiuso. Sconsolato mi avvio alla fermata della marshrutka, manca poco alla partenza del treno…

 inkerman
L'ingresso della fabbrica di vini Inkerman.


Un peccato tranciare la giornata a metà e partire da Sevastopol’ poco prima delle 14.00; ma il rientro a Kiev è lungo, ben 17 ore di treno, sebbene si prevede comodo e tranquillo; e così, svaccato sulla “cara” cuccetta del “mio” caro treno russo, studio già la prossima avventura in Crimea, tra un paio di mesi.

 rientro
Il mio vagone del treno "firmato" - Sevastopol' che mi riporta a Kiev.



Gringox

Sevastopol', finesettimana di Pasqua, 14-16 aprile 2012
 




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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
bellissimo report come sempre!!!! Si vede l'impronta sovietica nel piazzale dell'Altare della Patria, nell'uso del samovar, nei simboli presenti nel murales dedicato alla seconda guerra mondiale... adoro lo stile futurista tanto voluto dal governo sovietico presente nelle facciate delle case o come in questo caso sulla stessa fabbrica di vini Inkerman... nel prossimo mio giro in Ucraina farò le foto ai palazzi. Ce un palazzo nel centro di Kalush dove si vede l'astronauta, la ragazza che studia, il ricercatore col microscopio e il contadino che miete il grano...

gringo  dovevi proprio capitare sul vagone 17?
 



 
Ultima modifica di sovietboy il 29 Mag 2012, 16:18, modificato 1 volta in totale 
sovietboy Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
che buone le triglie !!!!!!!!!!

complimenti bel raccono come sempre  
 




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icipo76 Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
flydream ha scritto: [Visualizza Messaggio]
bellissimo report come sempre!!!! Si vede l'impronta sovietica nel piazzale dell'Altare della Patria, nell'uso del samovar, nei simboli presenti nel murales dedicato alla seconda guerra mondiale... adoro lo stile futurista tanto voluto dal governo sovietico presente nelle facciate delle case o come in questo caso sulla stessa fabbrica di vini Inkerman... nel prossimo mio giro in Ucraina farò le foto ai palazzi. Ce un palazzo nel centro di Kalush dove si vede l'astronauta, la ragazza che studia, il ricercatore col microscopio e il contadino che miete il grano...

gringo  dovevi proprio capitare sul vagone 17?



Ahh non dirlo a me quanto adoro lo stile architettonico soviet dei momumenti e delle opere della propaganda soviet...

Per il vagone, beh...mi han dato quello, ma almeno avevo le cuccette basse

La prossima avventura di Crimea sarà a breve, a fine giugno e vado a....Feodosija e dintorni (Koktebel, patria del cognac di Crimea; Kurortnoe, monti intorno, ecc...). Mi sto già documentando.

E a breve caro Forum, vi sparerò un altro grande report di un'altra grande avventura che ho compiuto il 9 maggio scorso, giorno della Vittoria!

Ciao a tutti.

Gringox
 




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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

 nahimov
Statua di Nahimov.

........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.
 




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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
eh bravo gringox!! bel weekendino! :)
davvero peccato per l'Inkerman... a me piace un sacco!
l'altro ieri invece abbiamo stappato la bottiglia di Massandra che ci siamo portati da Yalta. davvero buono! in effetti basta un bicchiere, di piu' non si puo' bere, pero' a me e' piaciuto molto.
comunque sono belli questi finesettimana passati in giro a visitare le citta'! la tua mogliettina che dice? le e' piaciuto?
 




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varvara87 Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
varvara87 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
eh bravo gringox!! bel weekendino! :)
davvero peccato per l'Inkerman... a me piace un sacco!
l'altro ieri invece abbiamo stappato la bottiglia di Massandra che ci siamo portati da Yalta. davvero buono! in effetti basta un bicchiere, di piu' non si puo' bere, pero' a me e' piaciuto molto.
comunque sono belli questi finesettimana passati in giro a visitare le citta'! la tua mogliettina che dice? le e' piaciuto?


Ehh già davvero belli. Certo che le è piaciuto, con me c'è sempre da divertirsi, ehhehe

Questo weekendino che arriva (Pentecoste), che come sai abbiamo il lunedì di festa, me ne volo (da solo) in Israele, ad Haifa, a trovare il buon vecchio Dima - amico russo del Gringox e del Forum (tanti milanesi del forum l'hanno conosciuto in diversi raduni longobardi negli anni scorsi quando viveva a Milano), che da un paio d'anni ha raggiunto i genitori che vivono in Israele. 3 gg sono pochi, ma meglio che niente.

Invece in Crimea ci torno tra un mesetto, il 28 giugno e vado a Feodosija. Biglietti già comprati...poi vi racconterò.


Stasera invece serata di gala dell'ambasciata italiana per la festa del 2 giugno, festa della Repubblica Italiana. La "solita" buona abbuffata offerta dall'ambasciata, ma sempre un piacere vedere un pò di connazionali...


Ciao,

Gringox
 




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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

 nahimov
Statua di Nahimov.

........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.


Interessante...la partecipazione alla guerra di Crimea è stata una grande arguzia sabaudia e in particolare del ge nio Cavour, per ottenere sostegno anglo-francese nella liberazione del lombardo-veneto dal dominio austriaco...ah che tempi gloriosi...iniziava già allora il vento del Risorgimento militare italiano!
Gloria a quei bersaglieri di Vittorio Emanuele II che combatterono in Crimea! ù

Nel meraviglioso e stupefacente "panorama dipinto", che ho descritto nel report, si vedono le immagine anche dei bersaaglieri col tricolore italiano che combattono contro i russi...da brivido!

Gringox
 




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Messaggio Re: GRINGOX D'UCRAINA 
 
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

 nahimov
Statua di Nahimov.

........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.


Interessante...la partecipazione alla guerra di Crimea è stata una grande arguzia sabaudia e in particolare del ge nio Cavour, per ottenere sostegno anglo-francese nella liberazione del lombardo-veneto dal dominio austriaco...ah che tempi gloriosi...iniziava già allora il vento del Risorgimento militare italiano!
Gloria a quei bersaglieri di Vittorio Emanuele II che combatterono in Crimea! ù

Nel meraviglioso e stupefacente "panorama dipinto", che ho descritto nel report, si vedono le immagine anche dei bersaaglieri col tricolore italiano che combattono contro i russi...da brivido!

Gringox



Tutto esatto, solo che insieme ai bersaglieri c'erano anche unità di fanteria: il mio Reggimento era una di queste.
 




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