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News - La Russia Entra Nella Guerra In Siria



Butterfly77 [ 21 Novembre 2017, 9:18 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Putin incontra Assad: "In Siria lotta a terrorismo verso la fine"


Il faccia a faccia è avvenuto a sorpresa il 20 novembre, a Sochi. Il presidente siriano: "Pronti al dialogo". L'omologo russo: processo politico sia "sotto l'egida dell'Onu" e Nazioni Unite abbiano "parte attiva"

Incontro a sorpresa tra il presidente russo Vladimir Putin e il siriano Bashar al Assad, a Sochi, il 20 novembre. Al centro del faccia a faccia la questione siriana: la "lotta al terrorismo in Siria è prossima alla fine", avrebbe detto Putin, secondo quanto riferisce Russia Today.


Assad: "Pronti al dialogo"

Il numero uno del Cremlino ha auspicato anche che il processo politico in Siria sia "sotto l'egida dell'Onu", sperando che le Nazioni Unite abbiano "parte attiva". Assad, a sua volta, ha sottolineato che Damasco accoglie con favore "coloro realmente interessati a una soluzione politica in Siria, con i quali siamo pronti al dialogo".


Gli effetti dell'intervento russo in Siria

Dall'inizio dell'intervento russo in Siria, nel 2015, "molte aree del Paese sono state liberate dai terroristi", ha detto Assad che ha anche ricordato: "Quelli che erano stati costretti a fuggire hanno fatto ritorno nelle proprie case". Putin ha poi evidenziato che "grazie ai colloqui di Astana siamo riusciti a creare le zone di de-escalation, questo ci ha concesso di iniziare a dialogare con l'opposizione".


Previsto colloquio Trump-Putin

Secondo quanto riporta Afp, Putin oggi avrà un colloquio anche con il suo omologo statunitense Donald Trump, dopo il suo incontro di ieri con Bashar al Assad, e alla vigilia del vertice tripartito di Sochi tra Russia, Turchia e Iran, dedicato proprio alla questione siriana. Il dialogo rientra, come fa sapere una nota del Cremlino, in una serie di "consultazioni" previste per il presidente russo con alcuni capi di Stato. Putin e Trump, poco tempo fa, in occasione del vertice Apec in Vietnam avevano raggiunto un accordo sulla Siria affinché Stati Uniti e Russia continuassero gli sforzi congiunti fino a quando l’Isis non fosse stato sconfitto e il Paese pacificato.



Fonte: http://tg24.sky.it/mondo/2017/11/21...ochi-siria.html


Fedor [ 23 Novembre 2017, 16:31 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Elezioni e dialogo con l’opposizione, il patto a tre per il futuro della Siria
A Sochi Putin guida la “Yalta del Medio Oriente” insieme a Erdogan e Rohani. Intesa sulla creazione di un “Congresso del popolo”. Rimane il nodo dei curdi

Giuseppe Agliastro

Russia, Iran e Turchia si sono ormai ufficialmente ritagliati un ruolo di primaria importanza nella ricerca di una soluzione al conflitto in Siria. E in vista di una sconfitta militare dell’Isis che appare ormai imminente, Putin, Erdogan e Rohani si sono riuniti ieri a Sochi per discutere del futuro del Paese mediorientale e trovare un compromesso che li soddisfi. I tre presidenti hanno interessi diversi e spesso divergenti in Siria. Ma sembrano decisi ad andare avanti insieme e spartirsi il bottino da buoni amici senza pestarsi troppo i piedi.

L’incontro sulle sponde del Mar Nero è servito a proseguire il dialogo per la creazione di future sfere di influenza. Il primo passo in questa direzione è il Congresso del popolo siriano promosso dal Cremlino che Russia, Turchia e Iran hanno finalmente concordato di mettere in piedi nel prossimo futuro. Nelle intenzioni di Mosca, servirà per stabilire le linee politiche chiave e la Costituzione della nuova Siria. Vi parteciperanno i rappresentanti del governo di Bashar al Assad - tenuto in sella dall’intervento militare russo - e quelli di diversi gruppi etnici e politici. Ma la questione più spinosa resta sempre la stessa: vi parteciperanno i curdi? Putin, si sa, vuole coinvolgerli nelle trattative, anche per non lasciarli completamente nelle mani degli Usa, che li sostengono militarmente. Ma Erdogan non vuole cedere e a Sochi ha subito messo le cose in chiaro prima ancora di tornare in patria: «L’esclusione degli elementi terroristici che minacciano l’unità politica e l’integrità territoriale della Siria nonché la nostra sicurezza nazionale continuerà a far parte delle priorità della Turchia», ha tuonato, definendo i curdi siriani «una banda sanguinaria che cerca di dividere il Paese».

Al di là delle frasi di facciata sulla «ricerca della pace e della stabilità in Siria», la strada da fare è ancora molta. Con la differenza che mentre a Riad i rappresentanti di una trentina di gruppi d’opposizione continuano a litigare tra loro e a chiedere la testa di Assad, ieri a Sochi forse qualcosa si è mosso.

Russia e Iran sostengono le forze governative siriane, la Turchia invece alcuni gruppi di ribelli. Ma tutti e tre i Paesi sbandierano ai quattro venti la loro volontà di cooperare. Putin, Erdogan e Rohani hanno infatti mandato un chiaro messaggio incontrandosi a Sochi: nella questione siriana noi giochiamo un ruolo imprescindibile. E a fare la parte del leone è soprattutto Vladimir Putin, che ieri in conferenza stampa sembrava particolarmente a suo agio seduto in mezzo tra il presidente turco e quello iraniano. I raid dei jet russi hanno ribaltato le sorti del conflitto a favore di Assad, che adesso non rischia più di perdere la poltrona da un giorno all’altro.

Lunedì il dittatore siriano è volato a Sochi apposta per incontrare Putin in vista del vertice di ieri. Avrebbe accettato «riforme costituzionali e elezioni libere sotto il controllo dell’Onu». Ma non è improbabile che si tratti di parole a vuoto. Il leader del Cremlino tratta però anche con Donald Trump, con il re saudita Salman, con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. E oggi, a meno di una settimana dall’inizio dei nuovi negoziati di pace a Ginevra, l’inviato speciale Onu Staffan de Mistura è atteso a Mosca: ormai una tappa obbligata sulla strada verso la soluzione del conflitto.

http://www.lastampa.it/2017/11/23/e...qGM/pagina.html


Fedor [ 23 Novembre 2017, 16:35 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Siria, il disegno mediorientale di Vladimir Putin
Al centro il grande intento del presidente russo: imporre a Damasco il riconoscimento di un Congresso dei popoli della Siria

Luciano Tirinnanzi

Quante volte lo abbiamo commentato. La possibile svolta diplomatica della guerra in Siria, le intese di Ginevra, la diplomazia e le strette di mano. Per poi osservare il giorno dopo la rottura dei vari cessate-il-fuoco e il prosieguo delle ostilità. È storia degli ultimi sei anni di guerra. E, questa volta, la visita del dittatore siriano Bashar al-Assad, volato a Sochi per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, non appare molto diversa.

Quel che è diversa è la posizione di forza apparente che può vantare oggi il regime di Damasco, forte della sconfitta militare dello Stato Islamico e della riconquista di numerose città della Siria. Non a caso, le prima parole di Assad nei confronti del leader russo sono state un ringraziamento "per aver salvato lo Stato siriano".

Ma Vladimir Putin è consapevole del fatto che la guerra non è ancora vinta, perché la sconfitta del terrorismo "è ancora lunga prima di arrivare alla completa vittoria". Anche se, per quanto lo riguarda, Mosca ha già ottenuto tutti gli obiettivi che si era prefissa.

Ha assicurato al suo Paese uno sbocco al Mar Mediterraneo, occupando l’intera provincia costiera di Latakia, dove ha posto le sue basi militari.

Ha impedito il rovesciamento di un governo amico come quello di Assad. E ha dimostrato al mondo come la sua potenza militare non tema avversari.

Il Congresso dei popoli della Siria

Il riposizionamento geopolitico di Mosca, insomma, è la vera notizia che emerge dall’incontro di Sochi, dove il presidente siriano è andato letteralmente a “baciare la pantofola” del suo salvatore russo.

Il quale adesso può imporre a Damasco di accondiscendere alla proposta che il Cremlino medita da tempo: dar vita a un Congresso dei popoli della Siria, che rappresenti tutte le componenti etniche e religiose del Paese, affinché insieme trovino una soluzione politica condivisa. Che passa inevitabilmente per una ricomposizione in senso federale dello Stato siriano, con autonomie garantite per i curdi e per le maggioranze sunnite.

Proprio per questo, prima di incontrare il 22 novembre i presidenti di Turchia e Iran, Recep Tayyip Erdogan e Hassan Rouhani, Vladimir Putin ha voluto ricevere Bashar Al Assad, per assicurarsi che il dittatore non si tiri indietro all’ultimo momento sulla proposta che andrà a fare a turchi e iraniani.

Decollato con un aereo militare dall’aeroporto di Mezzeh nei pressi della capitale, il presidente siriano ha però risposto “sì” a ogni richiesta, secondo quanto è stato fatto trapelare. Così, per il padrone di casa non resta che imporre all’alleato iraniano e alla controparte turca la lettura di una bozza del piano concepito a Mosca, che nei prossimi mesi potrebbe portare all’avvio dei lavori congressuali. Forse, ancor prima che tacciano definitivamente le armi.

Ma, soprattutto, Putin deve fare una complicata telefonata alla Casa Bianca, dove lo attende l’unica vera incognita al suo piano, che risponde al nome di Donald J. Trump.

Che fine farà Bashar al-Assad?

Per quanto Mosca si sia intitolata la vittoria e la sopravvivenza del regime siriano, infatti, senza il supporto dei curdi - e dunque degli americani che li hanno supportati - Raqqa e l’est siriano non sarebbero stati espugnati così facilmente.

Costringendo alla fuga lo Stato Islamico, Washington ha ipotecato un posto di tutto rispetto al tavolo negoziale. E perciò farà valere tutto il proprio peso nel momento in cui si dovrà prendere una delle decisioni politiche più scomode: rimuovere o meno il presidente Bashar al-Assad. Putin lo vorrebbe a Damasco sino al termine della presidenza, che scade nel 2021, ma gli alleati di Trump non sono minimamente d’accordo.

Del resto, secondo le forze arabo-sunnite, la causa scatenante della guerra è stata proprio la violenza usata da parte del suo governo contro la popolazione civile. Dunque, in teoria non ci sono margini di trattativa su questo punto. Inoltre, Trump desidera esibire uno scalpo di fronte al Congresso americano, per marcare le distanze dal suo predecessore Obama e dallo stesso presidente russo.

Quello su cui, invece, la maggior parte degli interlocutori di Mosca e di Washington sembra concordare, è lo scongiurare una spartizione della Siria in più parti tra loro indipendenti. Tutte le componenti etniche e religiose del paese, infatti, a cominciare dai rifugiati rimasti nella regione, sembrano desiderare soltanto di poter tornare a casa propria, entro confini sicuri. Ma è altrettanto vero che, se non ci sarà un accordo pienamente condiviso in un eventuale Congresso dei popoli, le speranze russe resteranno a lungo su quel tavolo, mentre sul campo si rafforzeranno le premesse per un ulteriore inasprimento della guerra, con il terrorismo a farla ancora da padrona. Per ogni passo in avanti, c’è sempre chi ne vuole due indietro.

https://www.panorama.it/news/oltref...ashar-al-assad/


Fedor [ 24 Novembre 2017, 9:53 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Siria, è ora di ammetterlo: ha vinto Assad

Gianandrea Gaiani

I bombardieri russi hanno colpito anche ieri le ultime postazioni dello Stato Islamico nella provincia siriana di Deir Ezzor a sostegno delle truppe governative siriane impegnate nell'offensiva nell'est del Paese ma si tratta degli ultimi bagliori di una guerra che, in Siria come in Iraq, è ormai conclusa con la sconfitta del Califfato.

In Siria la vittoria di Bashar Assad e dei suoi alleati russi e iraniani si afferma anche sulle altre milizie armate, dai qaedisti del Fronte al-Nusra alle altre milizie jihadiste che hanno rifiutato di negoziare con Damasco.

Certo alcune aree, come quella di Idlib, restano sotto il controllo di milizie di insorti ma sono circondate e prive di rifornimenti, incapaci di sovvertire l’esito del conflitto. Russia e Iran, insieme alla Turchia, stanno gestendo anche il processo negoziale per la pacificazione del Paese come conferma il summit di Sochi, sul Mar Nero mentre in Arabia Saudita si sono riuniti una trentina di gruppi di opposizione ad Assad (presente anche l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura) nel tentativo di formare un fronte unito in vista dei prossimi colloqui di pace a Ginevra.

Riad per la prima volta ha accettato che Assad resti al potere durante una fase di transizione di 18 mesi, in contrasto con la richiesta di dimissioni immediate del presidente siriano formulata dai gruppi di opposizione e ribadita anche al summit in Arabia Saudita. Del resto è difficile immaginare l’uscita di scena del leader siriano, che ha vinto la guerra sul campo di battaglia impedendo che il suo Paese cadesse in mano ai jihadisti, mentre è probabile anche un suo successo nelle prossime elezioni.

Putin ha sottolineato che per raggiungere un eventuale accordo politico
serviranno “concessioni” da parte di tutti, incluso il governo del presidente siriano Bashar al-Assad che nei giorni scorsi ha avuto un vertice proprio col presidente russo in cui è stata proclamata ufficialmente la vittoria nel conflitto che ha provocato in sei anni e mezzo almeno 400 mila morti, ma in cui è stata anche espressa la determinazione a effettuare riforme costituzionali e lo svolgimento di nuove elezioni sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Nella nota congiunta diffusa a margine dell’incontro di Sochi di Russia, Iran e Turchia hanno sottolineato la necessità di liberare tutti gli ostaggi e i prigionieri, di entrambi i fronti in lotta. A questo si aggiunge la ricerca dei dispersi e la creazione delle condizioni per un cessate il fuoco di lungo periodo e l’inizio di un colloquio politico che sia “inclusivo, libero, giusto e trasparente”.

In una nota il governo siriano ha accolto con favore l’accordo raggiunto, finalizzato all’organizzazione di un “congresso” di pace che metta attorno allo stesso tavolo Damasco e gruppi di opposizione. Un incontro che possa riunire “i rappresentanti dei diversi partiti politici, le opposizioni interne ed esterne”, per discutere sui “parametri del futuro Stato” nel rispetto della “sovranità” nazionale e della “indipendenza e integrità” territoriale.

Ieri Bouthaina Shaaban, consigliere del presidente siriano,
ha esortato tutte le milizie ancora attive a deporre le armi. "Il successo del congresso dipende dai vari gruppi di opposizione che devono rendersi conto che è arrivato il momento di porre fine alla violenza, deporre le armi e impegnarsi in un dialogo nazionale".
Secondo quanto riportato dalla Tass i capi dello stato maggiore di Russia, Turchia e Iran hanno concordato "misure per aumentare il livello di coordinamento nella zona cuscinetto di Idlib" e sviluppato misure specifiche "per completare l'eliminazione delle restanti unità dello Stato Islamico e Jabhat al-Nusra".
Che le operazioni militari volgano ormai al termine lo dimostra anche la volontà russa di completarle entro dicembre per ridurre le sue forze militari in Siria lasciando nel Paese soltanto le forze e i mezzi necessari per il funzionamento delle basi russe.

Conclusa la guerra ai jihadisti, resta aperta per Damasco la questione degli ampi territori occupati dalle milizie curde sostenute dagli Stati Uniti la cui espansione territoriale è malvista anche da Ankara e dall’Iran. Non si può quindi escludere che possano venire esercitate forti pressioni sui curdi siriani affinché si ritirino nelle aree abitate dall’etnia curda (come è già accaduto con i curdi iracheni pressati da Baghdad e dalle milizie filo-iraniane) consentendo così alle truppe di Damasco di riprendere il controllo della quasi totalità del territorio nazionale.

Un’eventualità che sancirebbe la sconfitta definitiva degli USA
che hanno sostenuto le milizie anti Assad (e in modo ambiguo anche lo Stato Islamico), proprio come aveva fatto la Turchia che poi ha preferito cambiare bandiera e combattere i suoi alleati di ieri pur di avere voce in capitolo nel futuro della Siria e soprattutto nel controllo delle aspirazioni curde.

La debolezza degli USA in Siria è dovuta alle tensioni con Ankara e al fatto che al fianco dei curdi Washington schiera pochi militari, saliti però negli ultimi mesi da 1.251 a 1.723. Un rapporto pubblicato dal Pentagono rivela che negli ultimi tre mesi i militari statunitensi di stanza in Medio Oriente sono aumentati del 33%, dai 40.517 soldati di stanza nella regione a maggio ai 54.180 di settembre.
L’incremento maggiore è stato registrato in Bahrein, dove ha sede il comando navale e dei marines nella regione e il numero di soldati americani è passato in tre mesi da 6.541 a 9.335, con un aumento di 2.794 unità. Le forze armate USA hanno basi in almeno 14 paesi della regione e, oltre al Bahrein, gli aumenti più' significativi si sono registrati in Kuwait, Siria, Turchia e Qatar. In Kuwait il numero di militari è passato da 14.790 a 16.592, in Turchia da 1.405 a 2.265 e in Qatar da 3.164 a 6.671.
Un incremento che non sembra avere giustificazioni diverse da possibili operazioni contro le forze di Bashar Assad e dei suoi alleati poiché la guerra contro lo Stato Islamico si è di fatto conclusa almeno sui campi di battaglia.

Secondo quanto riportato dal quotidiano The Washington Post, che cita le dichiarazioni di alcuni esponenti militari statunitensi, gli Stati Uniti pianificano di mantenere una presenza stabile nella Siria settentrionale e di stabilirvi un governo locale autonomo dal regime di Assad. "Non ponendo alcuna scadenza alla fine della missione degli Stati Uniti, il Pentagono sta creando un quadro per mantenere il paese impegnato in Siria negli anni a venire", ha detto una fonte anonima al Washington Post. E l’obiettivo non può che essere quello di affiancare i curdi delle Syrian Democratic Forces per contenere il regime siriano, l’Iran e la Russia.

Di certo tra gli sconfitti nella guerra siriana c’è l’Europa,
schierata coi ribelli e che ha subito immani flussi di migranti e profughi e incassato la più alta minaccia terroristica della storia europea senza trarne nessun vantaggio. La fine del conflitto imporrebbe inoltre di provvedere a breve al rimpatrio dei tanti siriani accolti come rifugiati di guerra e che in Europa hanno ottenuto l’asilo temporaneo.

http://www.lanuovabq.it/it/siria-e-...-ha-vinto-assad


Fedor [ 11 Dicembre 2017, 16:52 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Putin in Siria, incontra Assad
In visita a base. E ordina inizio ritiro truppe russe

(ANSA) - MOSCA, 11 DIC - Il presidente russo Vladimir Putin ha visitato questa mattina la base aerea russa di Hmeimim, in Siria, dove ha incontrato il presidente siriano Bashar al Assad e il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu. Putin ha ordinato l'inizio del ritiro delle truppe russe dalla Siria. "Negli ultimi due anni - ha dichiarato il leader del Cremlino - le forze armate russe e l'esercito siriano hanno sconfitto il gruppo più combattivo dei terroristi internazionali. A questo proposito - ha proseguito Putin - ho preso una decisione: una parte considerevole del contingente russo schierato nella repubblica araba siriana tornerà a casa, in Russia".

http://www.ansa.it/sito/notizie/mon...da16d5cc88.html


ghigo112000 [ 12 Dicembre 2017, 13:39 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
è da questa estate che il free syrian army da quando si è alleato con i turchi continua ad attaccare i curdi sia ad afrin che manbij, ci fosse stato mezzo giornale italiano a sottolineare questa cosa


Russia in translation [ 17 Dicembre 2017, 14:55 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Il trionfo altrui del Pentagono. Gli USA vogliono sottrarre alla Russia la vittoria in Siria / RIT


Il commento della stampa russa al tentativo americano di sminuire l'importanza del ruolo russo in Siria


Butterfly77 [ 18 Dicembre 2017, 9:06 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Siria, Difesa Russia: istruttori Usa addestrano terroristi Isis

Istruttori americani stanno addestrando i membri del Nuovo esercito siriano composto anche da combattenti dell'Isis nel campo profughi siriano di Al Hasakah. La pesante accusa arriva dal Centro russo per la riconciliazione delle parti in Siria, secondo un comunicato del ministero della Difesa russo riportato da Sputnik. Alla fine dell'addestramento i gruppi saranno inviati a combattere nel Sud della Siria contro l'esercito siriano.


Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/mond...3-201702a.shtml


Butterfly77 [ 05 Maggio 2018, 14:29 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Siria, Israele: "Mosca rispetti i nostri interessi di sicurezza"


Israele non vuole alcun conflitto con la Russia. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, al quotidiano russo Kommersant. "Negli ultimi anni abbiamo sviluppato un dialogo chiaro e franco con la Russia", ha detto, sottolineando che Israele ha sempre tenuto in considerazione gli interessi russi in Siria e auspica, quindi, che Mosca "tenga ugualmente in considerazione gli interessi di Israele riguardo alla propria sicurezza".


Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/mond...3-201802a.shtml


geom_calboni [ 30 Maggio 2018, 15:55 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
La Siria riconosce le Repubbliche di Abkhazia ed Ossezia del Sud:
http://www.eurasianews.it/2018/05/3...-della-georgia/

Notizia passata quasi inosservata in Italia ma lo scacchiere si complica...


Kot 78 [ 31 Maggio 2018, 9:22 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
geom_calboni ha scritto: [Visualizza Messaggio]
La Siria riconosce le Repubbliche di Abkhazia ed Ossezia del Sud:
http://www.eurasianews.it/2018/05/3...-della-georgia/

Notizia passata quasi inosservata in Italia ma lo scacchiere si complica...



anche qui in Russia non è che se ne parli molto, stanno tutti a pensare a cosa si inventeranno a Kiev dopo i finti omicidi .

Piuttosto, il comunicato della rappresentanza italiana chi l'ha scritto ? contiene quasi un errore in ogni riga

un record


geom_calboni [ 31 Maggio 2018, 9:42 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Kot 78 ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Piuttosto, il comunicato della rappresentanza italiana chi l'ha scritto ? contiene quasi un errore in ogni riga

un record

Ho letto. Sarà stato un volgare copia - incolla

[p.s.: chi ha scritto l' articolo , si è limitato a riprendere comunicati e reazioni provenienti dagli staii in causa, più che altro per dare la notizia.
Con la scelta foto ed comunicati "italiani" non c' entra niente )


Comunque, anche se la notizia sembra una cosa minore, in realtà potrebbe avere grosse ripercussioni.
L' ossevatore "geopolitico" sta attento anche e soprattutto a questi eventi per fare le sue valutazioni


ghigo112000 [ 31 Maggio 2018, 10:59 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
geom_calboni ha scritto: [Visualizza Messaggio]
La Siria riconosce le Repubbliche di Abkhazia ed Ossezia del Sud:
http://www.eurasianews.it/2018/05/3...-della-georgia/

Notizia passata quasi inosservata in Italia ma lo scacchiere si complica...



la georgia ha detto che interromperà le relazioni con damasco

sai quanto glie ne frega ad assad


geom_calboni [ 31 Maggio 2018, 11:15 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Ad Assad no.

Però poi c'è Israele, c'è il prossimo anniversario simbolico dei 10 anni dalla guerra in Ossezia del sud, c'è l' amicizia con l' Ucraina, c'è l' antagonismo con la Russia, ci sono le interferenze straniere, c''e ci sono... mille spunti
Speriamo bene...


Butterfly77 [ 31 Maggio 2018, 15:27 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
Anche se la notizia è di due giorni io la riporto per creare una discussione:

Siria, telefonata Putin-Erdogan: trovare soluzione politica a crisi

Nel corso di una telefonata, il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan hanno discusso della situazione in Siria e sottolineato l'importanza di trovare una soluzione politica alla crisi. Lo ha riferito il servizio stampa del Cremlino in una nota. "Entrambe le parti hanno ribadito l'impegno per la sovranità e l'integrità territoriale della Siria", si legge nel comunicato.



Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/mond...5-201802a.shtml


Maxdivi [ 02 Giugno 2018, 13:24 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
geom_calboni ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ad Assad no.

Però poi c'è Israele, c'è il prossimo anniversario simbolico dei 10 anni dalla guerra in Ossezia del sud, c'è l' amicizia con l' Ucraina, c'è l' antagonismo con la Russia, ci sono le interferenze straniere, c''e ci sono... mille spunti
Speriamo bene...


Un riconoscimento siriano anche di Cipro Nord in futuro?

Tutto e' possibile, ma vedo delle difficolta' serie. Dipende sopratutto dallo stato delle negoziazioni siriano-cipriote sui diritti di esplorazione ed estrazione sugli eventuali giacimenti marittimi nel Mediterraneo Orientale..
.
L'altro problema e' appunto Israele e soprattutto Grecia e Cipro greca. Sono tutti paesi con cui la Russia ha attualmente ottimi rapporti,con israele un rapporto nuovo, da post guerra fredda, mentre con la Grecia e Cipro greca un rapporto storico e quasi di "patrocinato". Non solo culturale, ma anche economico. finanziaro, commerciale ( molto e' emerso agli onori della cronaca durante la crisi finanziaria di Cipro in cui intervenne la mano lunga di Germania e Gb ).

Cipro greca e' sempre molto intransigente come popolazione e di riflesso i propri politici e la cosa ricade anche sulla politica della Grecia continentale ( anche se meno di ieri ).

Difficile quindi che la Siria si muova senza un nulla osta russo, che presume una trattativa a monte coi greco-ciprioti. Forse sotto l'egida sino-russa diventa piu' pensabile una riconciliazione tra le due parti dell'isola che comunque soddisferebbe Ankara ( questo da sempre, i turco ciprioti sono sempre stati favorevoli alla riunificazione ).


geom_calboni [ 04 Giugno 2018, 12:18 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
La Siria scatenata sul fronte internazionale
Pare Assad incontrerà Kim Jong-Un prossimamente.


ghigo112000 [ 05 Giugno 2018, 15:35 ]
Oggetto: Re: La Russia Entra Nella Guerra In Siria
dopo l accordo usa-turchia su manbij, spero che i curdi abbiano capito che sono stati fregati totalmente dagli americani

una botta così se la ricorderanno a vita

devono lasciare manbij e consegnare le armi


adesso sono curioso di vedere se si faranno convincere dagli americani ad attaccare l esercito siriano ad ovest dell eufrate




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