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Viaggi e Racconti - Racconto Missione Moldova 2006



Seborga [ 04 Dicembre 2006, 3:10 ]
Oggetto: Racconto Missione Moldova 2006
LETTERA DI COLOMBA
Partenza: giovedì 17agosto 2006
Eccoci tutti a Vallebona, puntuali alle 16,15 e chi manca? Flavio, eterno ritardatario, ma ha organizzato tutto per benino e così è immediatamente perdonato.
Ci sono tutti gli amici più cari del “ Progetto “, i sindaci, il Presidente della Comunità Montana, Sua Altezza Serenissima Giorgio I, Principe di Seborga (carissimo amico ) , il Vescovo della diocesi di Ventimiglia Sua Eccellenza Mons. Alberto Maria Careggi, i volontari che quest’anno non possono partire con noi ….Angelo, Cesare …. Vi porteremo con noi, nel nostro cuore; e la gente che crede in noi, che crede nel progetto, che ci ha aperto le porte del cuore.
Piove, dicono che la pioggia sia di buon auspicio per ogni cosa e allora, sicuramente la nostra “ Spedizione “andrà a buon fine.

Ungheria 18 -19agosto 2006
Prima tappa Budapest, bella città, bellissimi palazzi. Abbiamo visto una gara d’aerei guidati da pazzi in gara sul Danubio; la voglia di arrivare a destinazione e tanta e quindi si riparte di corsa e si arriva a kesckmet in tempo per mangiare qualcosa ( cibo dal nome impronunciabile ) L’Ungheria è bellissima, verde, curata, pulita e i prezzi contenuti, decisamente molto più bassi dei nostri .
Ci fermiamo a dormire, alla sera assale un po’ di nostalgia di casa , nostalgia del profumo della nostra terra , nostalgia del nostro cielo , per fortuna si va a dormire presto , il grande capo Flavio ci ha detto che la tabella di viaggio prevede l’alzata alle 3,30 e la partenza alle……poi capirò il perché di una partenza strategica e quasi inumana : ci darà la possibilità di attraversare la Romania di giorno , e di vedere quindi i carretti e gli animali che lì sono i proprietari indiscussi della strada e quindi di non investirli e la possibilità di arrivare in frontiera la sera , sperando che i controlli siano meno pesanti rispetto a quanto lo sono stati lo scorso anno
Nessun problema alla frontiera rumena ( non ci sembra vero, lo scorso anno 9 ore d’attesa ) e la Romania subito ci appare in tutta la sua povertà, si passa dal verde intenso dell’Ungheria al giallo dell’erba secca e dei girasoli ( mamma mia quanti ce ne sono ) della terra rumena.
Lo sappiamo che ci aspettano almeno 20 ore ininterrotte di strada, per questo, non avendo a bordo ne’radio ne’lettori cd , ci mettiamo a cantare vecchie canzoni di un tempo …………..ovviamente mi dedicano “Vola Colomba”. Abbiamo voglia di arrivare, ma non si può correre, la povertà che ci circonda non lo permette, i carretti trainati da cavalli , la gente a piedi , gli animali . I paesi si snodano solo lungo la strada principale con file interminabili di case ai lati, case tipiche, dal tetto spiovente e tutte con le tendine di pizzo alle finestre, dalla più povera alla più ricca.
Ci fermiamo in una cittadina e lì la povertà la vedo negli occhi neri stupendi di una splendida bimba, credo zingara, di forse 6 mesi, vestita di poveri stracci; la mamma era andata a trovare il marito militare e non aveva i soldi per tornare a casa . Alla bimba faccio una carezza, forse è la prima volta che ne riceve una, così mi pianta addosso due immensi occhi neri increduli che non mi stacca nemmeno quando la mamma le mette davanti al naso un enorme pasticcino al cioccolato che le avevo offerto ,, quegli occhi non mi lasciano fino a quando sparisco dentro il pulmino e , ancora una volta mi sento piccola , impotente e una rabbia sorda mi assale , rabbia per tutto quello che noi abbiamo senza merito e per tutto ciò che a loro manca senza demerito . Avanti. verso altra povertà che ci si presenta ad un semaforo ( anche da noi la povertà è ferma ai semafori ) e qui , un uomo senza una mano ci chiede la carità , è un uomo anziano , con due bellissimi occhi azzurri , oltre a qualche spicciolo , gli diamo alcuni pasticcini e subito si allontana ( probabilmente non mangiava da un bel po’ ) inseguito da altri poveri più poveri di lui . Tania ci dice che in questi paesi, è prassi crudele, tagliare le mani o le braccia alle persone anziane o ai bambini perché questo diventa fonte di guadagno ….è incredibile, io rimango incredula e di nuovo penso a come a pagare prezzi crudeli sono sempre i più deboli.
Il viaggio è pesante, si alternano alla guida i nostri giovanotti Ivan , Federico , Alessandro e qualche volta Flavio ( che cammina come una lumaca )
Noi che stiamo sui sedili dietro abbiamo le ossa massacrate dalle buche incredibili di quelle strade abbastanza trafficate ( la maggior parte delle auto sono italiane, i rumeni vanno con i carretti ).
Flavio ci chiede un minuto, di attenzione , è arrivato un messaggio sul forum proprio mentre eravamo vicino ad un cimitero arroccato sui Carpazi , vuole leggercelo e mentre le parole scorrono a tutti noi si accappona la pelle :
E’ una mamma che ha perso una figlia di 15 anni in un incidente e che, svegliatasi all’improvviso, dopo aver sognato la sua piccola, ha sentito il bisogno di visitare il nostro sito; la ragazza si chiamava Isa e da quel momento diventa il nostro Angelo invisibile

e ne sentiamo concretamente la presenza specialmente quando arriviamo alla frontiera alle 2 di notte , stanchi , affamati e un po’ preoccupati perché sappiamo bene che potremmo essere fermati per diverse ore , ma Isa ci protegge e Tania, la nostra mitica Tania, fa il resto spiegando ad una donna poliziotto come anche lei avrebbe passato le sue vacanze da volontaria per aiutare la sua gente , lei che ormai aveva raggiunto ,in Italia , il benessere . I poliziotti dopo averci ringraziato, non ci fanno pagare nessuna tassa (eccezionale per questi posti ) ripartiamo, increduli , ma felici . Arriviamo nel piccolo e unico albergo di Cimislia, prenotato per noi dalla figlia del sindaco di Mihailovca ( nostra destinazione finale ) ed ecco che la proprietaria furbetta ( tutto il mondo è paese ), gonfia i prezzi in maniera esagerata tanto che il marito della figlia del sindaco telefona alla polizia, senza risultato purtroppo, costretti ad accettare l’angheria ce ne andiamo a letto sfiniti .

Mihailovca Domenica 20 agosto 2006-
Colazione decente dopo due giorni e partenza per la destinazione finale: Mihailovca , il posto più povero che io abbia mai visto in tutta la mia vita .
Siamo arrivati nell’asilo che ci ospiterà per tutto il tempo; è una costruzione alla fine di un paese lungo più di 5 chilometri fatto di povere case costruite ai lati di una strada sterrata dove i padroni indiscussi sono gli animali ,le oche
Ci accoglie un signore con un gran sorriso che fa il baciamano alle donne e ha negli occhi tanta speranza, che noi non dovremo deludere ( sappiamo poi che il signore era stato un importante direttore d’orchestra ed ora fa il guardiano dell’asilo per l’astronomica cifra di 20 euro al mese ) accompagnato da un donnone dal largo sorriso.
Vogliamo vedere subito i bagni dell’asilo che sono stati costruiti grazie alla generosità degli amici sostenitori dello scorso anno, ma non c’è acqua, ( questa è una cosa che mi fa impazzire ) a casa è normale aprire un rubinetto e usare l’acqua, qui invece c’è un pozzo all’esterno e ci si deve organizzare con i secchi, ci aiuta il custode dolcissimo e molto servizievole.
Pranziamo e finalmente arriva l’ora di incontrare il paese ( tutto il paese è stato mobilitato per il nostro arrivo ) che ci aspetta nella casa delle feste ( un casone imbottito di eternit , come quasi tutto il resto del paese ) .
Ci sentiamo tutti abbastanza emozionati, la povertà che ci circonda, quasi ci schiaccia.
Nel salone ci accoglie il sindaco, una donna splendida, che mi abbraccia forte e io, come al solito mi commuovo e attacco la mia commozione a Tania ed entrambe abbiamo i lucciconi. Entriamo e dentro i bimbi cantano in nostro onore , il salone è pieno di donne e di bimbi e di ragazzi e ragazze lì per gli italiani ( così ci chiamano ) e nei loro occhi c’è la speranza ……..che noi forse non riusciremo mai ad esaudire . I bambini sono bellissimi , capelli biondi e grandi occhi azzurri sorridenti , fanno il girotondo e battono le mani e io mi unico a loro mentre Flavio e i volontari scaricano il materiale dal pulmino .
Una bimba ci viene incontro con un grosso pane e del sale e , in un italiano incerto ci dice “ Benvenuti nella nostra terra “, ognuno di noi stacca un pezzo di pane ( dopo averlo baciato ) lo intinge nel sale e lo mangia accompagnato da un sorso di vino frizzante . Tania spiega alla gente perché siamo qui , ci si scambiano i poveri doni simbolici .
Abbiamo portato dall’Italia un paio di pc per la scuola e tante scarpe ….mamma mia quante , non ne ho mai viste tante tutte insieme e piccole .Cominciamo a distribuirle e ognuno grida le sue esigenze , non le soddisferemo mai tutte e lo sconforto ci assale , ma prevale il desiderio di ricominciare a lavorare appena tornati in Italia e di condividere con gli altri e di essere bravi a trovare le parole per aprire i cuori.
Al campo sportivo intanto giocano una partita per noi , ma non abbiamo il tempo di fermarci , abbiamo le carrozzine da consegnare e così , accompagnati dal sindaco, ci trasferiamo a casa di Violetta . Se si pensa alla sofferenza allora Violetta ne è l’emblema .
Entriamo nella povera casa , una delle tante , un po’ fuori dal paese , anzi nella parte povera del paese ( anche tra i poveri ci sono i più e i meno fortunati ) . Fuori dalla casa una donna dall’età indefinibile , forse 35 o forse 50 anni , credo ci aspetti , ci chiamano “ Gli italiani “ , e intuisco che dica alla vecchissima donna che le sta accanto “Eccoli , sono loro “. Scendiamo tutti , meno Alessandro , forse non se la sente o forse per rispetto del dolore che andremo ad incontrare ; ci viene chiesto di toglierci le scarpe ed entriamo nella minuscola stanza piena di tappeti e occupata quasi per intero da un unico letto nel quale c’è una bimba dalla pelle bianchissima , il pallore è impressionante , lei è Violetta ,un fagottino che si agita alla vista di tanta gente , lei che non è mai uscita da quella stanza , lei che non ha mai visto il sole se non dietro le tende dell’unica finestrella di quella stanza che la imprigiona Noi tutti rimaniamo in un imbarazzato silenzio fatto anche di stupore e anche di rabbia. E’ vero , Violetta è spastica , Violetta non parla (nessuno le ha mai insegnato come si fa ) ,Violetta è forse una vergogna da nascondere , Violetta è solo un peso che costa tutta la pensione della nonna che è forse l’unica entrata in quella misera casa , ma Violetta capisce e , quando le mettiamo accanto alcuni giochi , ci regala un enorme , grande, bellissimo sorriso ; e allora noi vorremmo regalare il mondo a quel piccolo fagotto che si agita in un letto troppo grande per avere in cambio ancora un altro sorriso e magari ancora uno e un altro……poi il desiderio di farle provare la carrozzella , ma Violetta ne è spaventata , la portiamo fuori e la bimba non sorride più , scivola , non è capace di stare seduta e le contrazioni spastiche si fanno più forti ; allora la riportiamo in casa e prendiamo accordi con la mamma per procurarle delle cinghie che permettano alla piccola di stare seduta , porteremo anche dei pannoloni e degli omogeneizzati perchè Violetta riesce a deglutire solo cibo semiliquido .
Esco da quella casa con sentimenti contrastanti , un senso di rabbia impotente , io sono quasi convinta che la madre difficilmente userà la carrozzella e che Violetta continuerò la sua condanna a vita chiusa in quella stanza , difficili per me capire , ma forse la mamma ha le sue ragioni dettate dalla necessità di sopravvivenza ( accudire ai campi , alle bestie e fare il lavoro invece di un marito ubriacone )…al suo posto forse farei lo stesso con molta , molta più disperazione.
Poche case più avanti c’è la casa di Juda , io decido di non entrare , dopo Violetta non mi sento di vedere più altro dolore e invece questa ragazza di forse 15 ,16 anni è l’emblema della felicità ; ride felice correndo sulla carrozzella , fa avanti , indietro nella strada piena di buche , rischiando di ribaltarsi ad ogni giro di ruota , non ho mai visto in tutta la mia vita persona più felice di lei e penso che sia valsa la pena l’aver viaggiato fino qui anche solo per vedere la sua felicità , mi sa però che durerà poco la carrozzella …. Buona ragione per tornare e portargliene un’altra .
Federico , vedendo che il percorso dalla casa di Juda fino alla strada è molto dissestato e rischia di far “capotare” la ragazzina , si offre per rifare la pavimentazione e il padre lo guarda incredulo , Alessandro aiuterà Federico e insieme i nostri baldi giovanotti faranno un capolavoro .
Giornata intensa , piena di forti emozioni , un buon ristoratore ci rimetterà in forze .
Per dormire , tutti in fila nei sacchi a pelo e in un attimo si sprofonda fra le braccia di Morfeo .

Mihailovca ,Lunedì 21agosto 2006
Oggi non abbiamo in programma grandi cose , il lavoro più faticoso spetta a Flavio che con Federico va a comprare l’occorrente per la rampa e per il campo da calcio .
Quando tornano , pranziamo con un piatto di maccheroni ( faximili di quelli italiani ) e accompagniamo Silvia ed Ivan alla “ Casa delle feste” dove Ivan fa un primo incontro per spiegare alla colazione le principali malattie trasmesse dagli animali , come riconoscerle , prevenirle o curarle.
Il resto della “ banda “ parte per Chisinau , dobbiamo ritirare i pacchi che abbiamo spedito dall’Italia e accompagnare Tania che va a trovare la mamma che non sta molto bene . Nella capitale incontriamo Vittoria ( ha una silouette da favola ) e la bellissima Lumi , entrambe nostre interpreti . Andiamo a prendere Cristina che è appena arrivata da Roma e che sostituirà Tania . Mangiamo a Chiscinau lasciando il povero Ivan e la povera Silvia digiuni , isolati e affamati ( non siamo così crudeli , abbiamo portato loro delle lasagne che Ivan ha puntualmente divorato ………….ma dove mette tutto quello che mangia ? Mistero ).

21 agosto 2006
Caro diario
ecco finalmente il primo “Momento di quiete “ e ci sembra quasi impossibile riuscire a sederci un attimo per mettere a punto , scrivere due pensieri e riorganizzare gli appunti per la formazione delle mamme in primo soccorso ed igiene.

Mihailovca, martedì 22 agosto 2006
Oggi ci aspetta una giornata faticosa , sia dal punto di vista fisico , sia dal punto di vista emotivo , andremo a trovare le famiglie che intendiamo proporre per l’adozione a distanza .

Bordighera 5 Settembre 2006-09-06
Caro diario di viaggio , non ho più scritto nulla , non potevo , ora voglio solo scrivere di ciò che ho incontrato , di ciò che ho provato e della sensazione di rabbia impotente che non riesce ad abbandonarmi .

Il 22 il 23 e il 24 abbiamo cominciato a visitare le famiglie più povere fra i poveri ed è la loro storia che voglio raccontare , storia di donne , di bimbi , di madri e di padri coraggio , di miseria , di povertà dignitosa , di speranza .
Di Violetta e di Juda ho già raccontato , ora mi viene difficile parlare della mia amica zingara , bellissima ragazza , incinta al sesto mese e con altri 3 bimbi piccolissimi ; lei è vedova il marito è morto da 2 mesi e il vecchissimo suocero inventa le umane e divine cose affinchè la famiglia non venga smembrata .

Mentre mi abbraccio la mia nuova amica ,mi cade lo sguardo su una bimba di forse 4 anni , con immensi occhi azzurri, mi guarda incuriosita , è tenerissima e Silvia , la nostra crocerossina , se la accarezza ; fanno lo stesso Vittoria e Lumi , le nostre interpreti , quando Ivan , medico veterinario , si accorge che la bimba è piena di scabbia …….momenti di panico , ma Silvia e Ivan ci tranquillizzano dicendo che questa malattia non si trasmette per solo contatto . Veniamo poi a sapere che la piccina aveva perso la mamma e che viveva , insieme ad altri fratelli con la compagna del marito, anche qui ho lasciato un pezzettino del mio cuore .
Quando sono andata al mercato , incredibile posto pieno di tutto , ho comprato una coperta imbottita e qualche tutina per il bimbo della mia nuova amica ed è stato incredibilmente bello potergliele portare , qualcosa di nuovo , per una nuova vita .Al mercato abbiamo anche comperato i pannoloni per Violetta , impresa non facile perché sono ritenuti un lusso e si comprano in poche unità perché costano molto cari , praticamente tutta la pensione della nonna .
Con poco più di 100 euro siamo riusciti a portare a casa di tutto : pasta , riso , zucchero , biscotti , olio , omogeneizzati , calzine ….


Il nostro giro alla ricerca di chi ha più bisogno ( è terribile e ingiusto dover scegliere tra la povertà , la povertà ancora più povera ) continua fino alla casa diun bimbo ammalato , l’incontro con lui e la sua famiglia è stato davvero toccante .Il bimbo è affetto da leucemia ; la mamma fra le lacrime ci dice di aver già perso un figlio per una malattia di cuore e che ora teme per Roma , le pillole costano 100 euro al mese e per la famiglia sono una cifra astronomica anche perché ci sono altri 3 figli , un nonno vecchissimo e una donna dolcissima che tesse giorno e notte tappeti per la favolosa cifra di 50 centesimi al metro .
Mentre parlavamo con la mamma e la nonna del bimbo , a poco a poco , intorno a noi si era formata una piccola folla di persone alle quali abbiamo regalato parecchi abiti e scarpe che ancora ci erano rimasti sul furgone ; una donna mi si è avvicinata e mi ha baciato le mani …..mi sono vergognata ,e ho provato un senso profondo di imbarazzo misto a tristezza , in fondo non avevo fatto nulla per lei .
Dopo aver provato a tessere e aver visto che non è per nulla facile, abbiamo comprato una grande quantità di metri di tappeto leggendo negli occhi della nonna una profonda gratitudine e un po’ di orgoglio.


Il Sindaco , donna di ferro , dal polso duro e dalla voce ferma , ci ha portato poi nella casa di Natalia ed è forse lei la persona che più mi è rimasta nel cuore .
Il solo scrivere di lei mi fa rivivere tutta l’emozione di quell’ incontro;
Siamo entrati nella poverissima casa cercando di non scivolare nel fango , non oso pensare cosa sia quel posto in inverno con 25 gradi sotto zero , e sui gradini c’erano tre bimbi bellissimi , mentre la più piccina era in braccio alla mamma , a Natalia la mamma ventisettenne con 4 figli e senza marito , l’ha abbandonata .
L’interprete chiede a Natalia se vuole raccontare la sua storia , ma la ragazza scuote il capo e dai bellissimo occhi azzurri scendono due lacrimoni pieni di tristezza e disperazione. In quegli occhi vedo gli occhi di mia figlia , ha la stessa età e Natalia è subito nel mio cuore , sento la necessità quasi fisica di fare qualcosa per lei e per i suoi dolcissimi bimbi . Il giorno dopo mi è venuta a cercare per regalarmi due disegni fatti dai due più grandicelli .
Quando abbiamo fatto una piccola fusta nella casa delle feste appunto, Natalia si è seduta in un angolo con i suoi figli che aveva pettinato con cura e vestito con gli abiti più belli , non osava alzarsi ed avvicinarsi ai dolci ,ho dovuto insistere non poco perché permettesse ai bimbi di prendere un po’ di dolci e di patatine ( non credo le avessero mai viste ) lei aveva un qualcosa di speciale , come se fosse consapevole di essere nata nel posto sbagliato e di non avere vie d’uscita . Natalia è nel mio cuore , l’ho idealmente adottata e spero di poter fare per lei e per i suoi bimbi tutto quanto posso nella speranza di vederli sorridere quando ritornerò .

………..e poi c’è l’incredibile Mascha e la sua splendida mamma :
Mascha , grazie di esistere .
La piccola grande Mascha , monella e dal grandissimo sorriso .
Questa bimba ha poco più di due anni e una malattia , non siamo riusciti bene a capire quale sia , ha segnato per sempre il suo corpo: la sua colonna è completamente deviata tutta sulla destra e il pomone corrispondente è completamente atrofizzato . La mamma , pur avendo altri due figli , pur lavorando alle poste , pur essendo in condizioni economiche precarie , ha fatto visitare la piccola nella capitale , credo però che non le abbiano dato molte speranze . Da noi ora si aspetta forse un miracolo o forse solo un aiuto per far sì che Mascha abbia una possibilità . Mentre la mamma ci mostrava le radiografie , la monella cantava , batteva le mani e attirava l’attenzione in tutti i modi e sorrideva mostrando poveri dentini mangiati dalla malattia .
La mattina dopo , alle 8 , la mamma di Masha è venuta , in grande agitazione , a chiederci perdono per non averci potuto ricevere come si conveniva e io mi sono sentita piccola piccola .
Non dimenticherò mai Mascha e neppure Svetlana la sua splendida mamma .
Ho incontrato anche un papà coraggio , un padre vedovo con due figli gemelli disabili , un maschio e una femmina di otto anni . Si occupa di loro quasi a tempo pieno , lo stato gli passa 20 euro al mese quale indennità di invalidità . Lui deve occuparsi per forza dei bimbi , ho scoperto che i bimbi disabili o comunque con un qualsiasi handicap non sono secolarizzati , non possono andare a scuola e questo mi ha sconvolto , forse ci vorrebbe un’azione forte presso un governo che non tutela i diritti dei più deboli , e così di nuovo mi ha assalito una profonda rabbia , un grande senso di tristezza e di impotenza .
E per finire …-Nicolail , mi sarà davvero impossibile gli occhi di quel bambino , lui non ha chiesto nulla , ci ha solo guardato e io non ho capito , davvero non l’ho capito , se ci sorrideva . Non lo so perché Nicolail mi ha colpito , sono sentimenti che nascono inspiegabili , il fatto è che ho trasgredito le regole e , di nascosto ( perdonami Flavio se lo confesso solo ora ) gli ho nascosto un gioco sotto la camicia senza che gli altri mi vedessero , la cosa era premeditata , lo avevo comprato al mercato quando abbiamo fatto le provviste e devo dire in tutta sincerità che non me ne pento .
Ed ecco il giorno del ritorno , decidiamo più o meno all’unanimità di fare tutta una tirata , senza fermarci a dormire ed è così che approntiamo nel furgoncino un inverosimile letto fatto un da materassino gonfiabile messo sopra i bagagli . Forse non abbiamo ne’ pranzato e nemmeno cenato il primo giorno , abbiamo camminato sempre ,ormai conosco ogni buca della strada che parte da Mihailovca e arriva alla frontiera ungherese , poi lì d’improvviso le strade ritornano degne di tale nome .
Voglio ringraziare tutti i miei amici che hanno condiviso con me questa splendida avventura dopo la quale io mi sento un po’ più speciale .

Grazie Flavio e perdonami se non sempre ho rispettato le regole , ma che vuoi farci sono così nella vita di tutti i giorni , grazie per averci dato questa opportunità , e grazie per essermi amico

Grazie Emanuela per la tua pacatezza , per i tuoi silenzi , per la tua pazienza .

Grazie Silvia per la tua competenza , per il tuo sorriso e per il tuo cuore.

Grazie Ivan , sei un amico speciale , ho scoperto in te una persona competente ma anche molto, molto simpatica , veramente sei stato una sorpresa , anche se non riesci a starmi dietro nel canto .

Grazie Federico , per il tuo cuore e la tua sensibilità , ho visto tutto questo quando guardavi Juda , sono sicura che non l’abbandonerai, grazie per averci riportato a casa sani e salvi .

Grazie Alessandro , sei un ragazzo dolcissimo con una grande anima , non cambiare mai , grazie anche per la guida prudente ed attenta.

Grazie Tania , a parte il fiume di parole , sei splendida , grazie per aver rinunciato alle tue vacanze per stare con noi , per aver rinunciato a stare di più con la tua mamma , alla quale faccio tanti auguri di pronta guarigione , per aiutare la tua gente .

Grazie Cristina , sei stata una rivelazione per me , sei splendida , davvero e non ascoltare le malelingue ( nella fattispecie Flavio ) che dicono che sei acidella , credo che tutti ti vogliano un gran bene , grazie anche a te per aver rinunciato a parte delle tue vacanze

Grazie al piccolo Dima , sei stato grandioso hai taciuto per quanto ha parlato la tua mamma ( hehehhehe)

Grazie alle bellissime Vittoria e Lumi , io ho sbirciato nel loro cuore e ho trovato disponibilità e amore .

Grazie Isa , nostro bellissimo angelo invisibile , per aver vegliato sulla missione e su di noi , abbiamo sentito la tua presenza per tutto il tempo e anche nei momenti più difficili non ci siamo lasciati vincere dallo sconforto .

Grazie a tutte le persone di Mihailovca perchè hanno arricchito la mia vita


LETTERA DI CRISTINA
22 agosto,
il mio primo giorno di ferie è il mio primo giorno di lavoro insieme alla squadra di volontari di Seborga. Il risveglio è stato accompagnato dal suono della pioggia e la voglia di alzarci non si faceva viva. Invece ci aspettavano tante cose da fare.
La mattinata l’abbiamo passata sistemando le tute da calcio, abbinando le maglie ai pantaloncini, tutto rigorosamente diviso per taglie ed età. Allo stesso modo son stati sistemati i pantaloni e le maglie. Questo ci ha portato via tutta la mattinata.
Il pomeriggio invece, ci siamo recati alla “Casa de cultura” (casa delle feste) chiamata “Casa nostra”, dove abbiamo fatto il corso di primo soccorso ai genitori, alle mamme, per precisione, perché sappiano come agire nel caso di emergenza. La sala era piena, tanti adulti ma anche tantissimi bambini, tutti incuriositi dalla presenza degli “stranieri” arrivati da molto lontano per tendere loro una mano in amicizia.
Dopo il corso è arrivato il momento più atteso credo: la distribuzione dei vestiti e scarpe ai bambini delle famiglie più povere del villaggio. Era il momento più atteso per loro,ed il più forte ed emozionante per noi, perché vedevamo avvicinarsi dei piccolini a volte scalzi, che guardavano con quegli occhi innocenti in attesa di qualcosa…arrivato da lontano per loro. La cosa che toccava di più, era vedere tanta, ma tanta povertà e renderti conto che ci sarebbe da fare ancor tanto e portare ancora molto, perché c’è bisogno di tutto. E ho visto che spesso, c’è bisogno anche di affetto, perchè in moltissimi casi i bambini vivono con i nonni, o perché la madre è partita all’estero, o perché sono stati abbandonati dai genitori, sembrano bimbi di nessuno. A momenti mi salivano i nodi in gola e mi risultava difficile accettare che questa è la mia Moldova. Lo sapevo, ma oggi l’ho anche visto e toccato ed è stato a dir poco sconvolgente!
Domani è un altro giorno, ma la realtà sarà sempre la stessa, e anche domani cercheremo di fare ciò che si può fare.
Cristal

23 agosto
Oggi ci siamo dovuti dividere un po’ in gruppi, perché il lavoro è tanto ed il temo pochissimo. Al mattino abbiamo trovato tanti ragazzi che già lavoravano, facendo i buchi per i palli che servono per il recinzione. Ma di lavoro ce n'è ancora molto, non siamo sicuri se riusciremo a finire la recinzione prima di partire…
Abbiamo acquistato tutto il materiale necessario per fare il campo sportivo ed il ponticello che serve a Ludmila, una delle due ragazze disabili che hanno ricevuto la sedia a rotelle. Questo è necessario perché la ragazza possa uscire facilmente dal cortile, usando la seda a rotelle. Invece la ghiaia e la sabbia ce la portava il sindaco, la Signora Liuba Ion.
Dopo pranzo abbiamo fatto il corso della Protezione Civile per la “Squadra Sanitaria”. Ovviamente l’equipe non è assolutamente attrezzata, non ha una divisa per essere riconosciuta dai cittadini e gli manca tutto per poter intervenire in modo adeguato. E stato un piacere però vedere loro interessati a ciò che veniva spiegato, anche se alcune cose già le conoscevano. Verso la fine del corso abbiamo fato riferimento all’importanza di sapere preparare anche i bambini a come comportarsi in caso di situazioni di calamità. E’ stato dato l’esempio delle scuole italiane, dove periodicamente vengono eseguire delle esercitazioni con i bambini. Lì ha preso la parola Colomba spiegando per bene come si svolgono le esercitazioni nelle scuole, prendendo come esempio la scuola dove lavora. Dopo il corso, un’insegnate presente nella sala e che fa parte della “Squadra Sanitaria” ha chiesto a Colomba moltissime informazioni sulla metodologia di insegnamento e la programmazione delle lezioni. L’insegnante, una signora abbastanza giovane e dall’aspetto molto gradevole, ha manifestato un vivissimo interesse per uno scambio di esperienza nel campo dell’insegnamento. Colomba si è impegnata di mandarle dei libri dei CD sul tema.
Dopo il corso siamo stati accompagnai dal Sindaco alle altre 3 famiglie (oltre a quella di ieri), le più povere e bisognose del villaggio, le quali si cercherà di adottare a distanza perché possano essere seguiti e sostenuti. Abbiamo visto la povertà estrema di questo villaggio. Una famiglia con 3 bambini, di cui la più piccola, una femmina, molto malata, un problema grave alla colonna vertebrale, una scoliosi di terzo grado. La bambina s chiama Masha, una bimba molto sveglia ed intelligente. I genitori sembrano abbiano fatto tutto ciò che potevano, ma non hanno avuto granché assistenza medica. Abbiamo visto i referti cinici per capire meglio se e come possiamo aiutarli nella cura della figlia. Una cosa che mi ha colpito stata la risposta della madre quando le abbiamo offerto delle scarpe per i bambini:”Oggi ci avete già dato le scarpe, quindi dobbiamo prima utilizzare queste che ci avete dato, non abbiamo bisogno del superfluo”. Spesso le persone a causa di troppo benessere e ricchezza, perdono il senso della misura e non sanno più accontentarsi del necessario, esigendo sempre di più il superfluo. Invece i poveri ho visto avere tanto rispetto, buon senso, modestia e timidezza, senza perdere la ragione per un paio di scarpe. A volte ci siamo trovati a dover potare con tanta insistenza alcuni bimbi per poter far scegliere loro un paio di scarpe su misura.
Un’altra famiglia con seri problemi economici e non solo economici: vivono insieme ai nonni, genitori e tre figli. La loro prima bambina è mora all’età di 8 anni per un’insufficienza cardiaca. Poi sono nati altri tre figli di cui l’ultimo, il più piccolo soffre di leucemia ….qui l tipo…la quale si può curare negli 80% dei casi. Ma bisogna agire tempestivamente e con le terapie giuste.
L’ultima famiglia che abbiamo conosciuto oggi: una mamma sola con 4 figli. Ha avuto un figlio dal primo matrimonio poi si è risposata in Turchia, ha avuto altri 2 bambini e mentre era incinta con il terzo, il marito l’ha abbandonata. E’ tornata a casa con i suoi 3 bimbi ed incinta col quarto. Ora e’ sola a doverli crescere tutti i piccoli. La povertà è tanta e manca praticamente tutto.
Cristal

24 agosto
Sono stata svegliata presto dall’arrivo di Sveta, la madre di Masha. Era venuta da noi, perchè si sentiva molto imbarazzata dal fatto che ieri non ci è riuscita ad accoglierci a casa sua, come fanno di solito i moldavi. Ha detto che per una buona persona anche in una casa povera si trovera’ qualcosa per accoglierla. E’ rimasta a parlare con noi a lungo, dove abbiamo chiesto altre info sulla loro famiglia ed i bisogni dei bambini. Abbiamo saputo che i due bambini più grandi non hanno gli zaini per andare a scuola. Così oggi siamo andati a Chisinau e abbiamo acquistato gli zainetti per Iulia e Gheorghii, scarpe sportive per Iulia, quaderni per la scuola e matite colorate per disegnare, saponette, dolci e giochi per gli asili.
Siamo andati a conoscere l’ultima famiglia da includere nel progetto di adozione a distanza. Si tratta di un padre solo, la mamma dei bimbi è deceduta 3 anni fa a causa di una malattia. Sono 5 figli in famiglia, di cui 2 sposate. Il padre è rimasto con altri 3 di cui la figlia più grande 20enne ha emigrato in Russia per lavoro. Il padre è rimasto ad allevare due gemelli di 10 anni, un maschio ed una femmina. Entrambi hanno problemi fisici: la paralisi. La figlia ha l’invalidità di secondo grado, ricevendo una pensione di 170 lei (circa 10 euro) al mese. Il figlio è più grave, con seri difficoltà di deambulazione, invalidità di primo grado, riceve 300 lei al mese. Il padre non lavora perchè deve guardare i figli, anche lui riceve un aiuto dallo stato - 400 lei. La femmina va a scuola invece il fratellino no. La causa principale e’ la difficoltà di camminare, ma esiste anche il problema dell’ emarginazione dei bambini disabili dalla società, la difficoltà di accoglierli ed accettarli, come anche l’impreparazione delle insegnanti e maestre a lavorare con bambini con tale problematiche...


LETTERA DI VITTORIA
Ciao a tutti!
Sono appena tornata dalla Mihailovca...e sono rimasta molto male per il fatto di come vivono la gente..Nel un certo momento ho pensato che nonostante alle piccole problemi che capitano nella vita siamo fortunati perche non abbiamo quei pensieri,quella sofferenza e quella difficolta che hanno la gente che vive qua...Mi fa tanto male davvero...
Un GRAZIE DI CUORE al gruppo di voluntari per tutto l'imegno che ha messo per aiutare i bambini...


LETTERA DI LUMI
quanto bisogna fare e dare per fare qualcuno felice..........
In questi giorni sto vivendo assieme ai miei amici un misto di dolore e felicita. Dolore nell'animo, felicita per gli occhi che vedono i sorrisi delle piccole creature.
Esprimere con le parole e quasi impossibile, non le trovo tutte per farvi sapere, nelle immagini si vede, si capisce.
Un piccolo raggio di sole ilumina un buio incredibile. Che destino, che vita, che amaro.
Flavio,Colomba, Emanuela, Silvia, Federico, Alessandro,Ivan,Kristina, Tati, Dima Vi ringrazio dal mio profondo cuore.


gringox [ 04 Dicembre 2006, 16:04 ]
Oggetto: Re: Racconto Missione Moldova 2006
Seborga ha scritto: [Visualizza Messaggio]
LETTERA DI COLOMBA
Partenza: giovedì 17agosto 2006
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Un piccolo raggio di sole ilumina un buio incredibile. Che destino, che vita, che amaro.
Flavio,Colomba, Emanuela, Silvia, Federico, Alessandro,Ivan,Kristina, Tati, Dima Vi ringrazio dal mio profondo cuore.



Beh..caro seborga, hai scritto un racconto toccante e descritto immagini di persone e luoghi che anche a me capita spesso di intravvedere durante i miei lunghi tragitti attraverso l'Ovest ucraino (che a livello di poverta' ricorda molto la Moldavia) e la sua campagna.
ma il mio lavoro, le mie tappe forzate mi impediscono di fermarmi, di entrare nelle case e di parlare con la gente di campagna e dei villaggi...mi resta solo godermi il paesaggio bucolico dei carretti che mi passano di fianco, delle ochette che mi atttraversano la strada e delle vecchiette che lentamente trainano con la cordicella la loro unica ricchezza, la mucca...

Gringox


sovietboy [ 04 Dicembre 2006, 17:00 ]
Oggetto: Re: Racconto Missione Moldova 2006
Bravo Flavio bel racconto! Avete fatto un ottimo lavoro!!


Seborga [ 04 Dicembre 2006, 20:38 ]
Oggetto: Re: Racconto Missione Moldova 2006
Sono stati bravi gli altri..ma in particolar modo le interpreti...Tati, Cristal, Vittoria e Lumi...degli angeli...davvero.

Piano piano mi sono innamorato dell'est europeo...davvero misterioso e affascinante.


sovietboy [ 04 Dicembre 2006, 20:51 ]
Oggetto: Re: Racconto Missione Moldova 2006
Seborga ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sono stati bravi gli altri..ma in particolar modo le interpreti...Tati, Cristal, Vittoria e Lumi...degli angeli...davvero.

Piano piano mi sono innamorato dell'est europeo...davvero misterioso e affascinante.


Ma non sei stato solo in Moldova? A quando in Russia?




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