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Russia : Cosmonauti, crisi di vocazione?
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Messaggio Russia : Cosmonauti, crisi di vocazione? 
 
Dalle stelle alle stalle, o quasi: é in crisi la professione dell'astronauta in Russia, patria di Iuri Gagarin, il primo uomo lanciato in orbita, e di una gloriosa tradizione spaziale che nonostante tutto regge ancora la concorrenza americana. Causa principale il basso stipendio, sia a terra che in volo, che oscilla tra i 20 e i 30 mila rubli, ossia tra i 560 e gli 840 euro. Il salario di un normale ingegnere del settore pubblico, meno di un tassista moscovita. Lo rivela, sotto anonimato, un cosmonauta russo in una intervista al quotidiano Trud.

"Lavorando a terra guadagniamo uno stipendio minimo di 13 mila rubli, che sale a 25 mila con premi ed indennità varie: una miseria", si sfoga Alexei, ricordando che "anche a terra svolgiamo un lavoro difficile e delicato: come capiturno della gestione dei voli spaziali, come partecipanti a numerosi esperimenti, alla progettazione di nuovi scafandri, al collaudo di vari sistemi spaziali". "Neppure la legislazione ci agevola: non prevede per noi una pensione alta né anticipata", aggiunge. "Non figuriamo neanche nel registro ufficiale delle professioni: nel nostro libretto di lavoro siamo definiti semplicemente ingegneri", accusa il cosmonauta russo.

 "L'unico modo per guadagnare un po', diciamo centomila dollari, è partecipare ad un lancio nello spazio restando in orbita a lungo, ma non tutti ci riescono: dei 17 cosmonauti del reparto attuale, solo uno su due avrà questa occasione. E qualcuno, dopo anni di addestramento, viene scartato all'ultimo momento per un banale raffreddore o per un piccolo trauma", spiega Serghei, sottolineando comunque che "oggi a Mosca con centomila dollari ci fai poco: non compri neppure un appartamento". I suoi colleghi americani, invece, precisa, "guadagnano da 15 a 17 mila dollari al mese, indipendentemente dal fatto di restare a terra o andare in orbita".

Quando finiscono in orbita, invece, percepiscono somme quasi stellari. "Se restiamo, è per il desiderio infantile di vedere la terra dall'alto e di esplorare lo spazio", confessa Alexei. Ma sembrano lontani i tempi in cui la trionfale corsa sovietica allo spazio ripagava i cosmonauti non solo con uno stipendio più alto per l'epoca ma anche con un appartamento, un'auto Volga (all'epoca le vetture della nomenklatura) e il titolo di eroi dell'Urss o del lavoro socialista. "Se fino a metà anni ottanta si esaminavano alcune centinaia di richieste l'anno, ora sono soltanto 20-30, a causa di uno stipendio che non supera mai i 30 mila rubli", conferma Pavel Vinograd, ex astronauta ed ora dirigente del consorzio spaziale Energhia.

"Quando gli aspiranti cosmonauti ci vengono a chiedere informazioni e vengono a sapere che alla fine avranno solo lo stipendio di un semplice ingegnere, allora rinunciano subito", aggiunge. Il magro salario concesso oggi in Russia a chi vola tra le stelle riflette la generale crisi finanziaria dell'agenzia spaziale di casa, costretta a ricorrere al turismo spaziale per raccogliere fondi. Eppure i biglietti costano da 20 a 25 milioni di dollari.

Fonte: Ansa
 



 
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