Home    Forum    Cerca    FAQ    Iscriviti    Login


La Storia del Forum

Cap: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18




Nuova Discussione  Rispondi alla Discussione 
Pagina 1 di 1
 
 
Shishkin al Tret'jakov
Autore Messaggio
Rispondi Citando   Download Messaggio  
Messaggio Shishkin al Tret'jakov 
 
Io abito su una collina. Ed intorno al mio paese ci sono un mare di colline dove i cipressi solitari e i poderi dai tetti rossi punteggiano il paesaggio. L'occhio non è mai stanco di trovare nuovi piccoli particolari da osservare: una vigna, un piccolo boschetto, un rovo che costeggia un campo arato, uno spicchio di terra giallo seminato a colza, un trattore lontanissimo, due cavalli che brucano l'erba vicino ad un fosso, una torre su un colle, un moro solitario, file di gelsi,  i solchi paralleli lasciati da un erpice. E' un paesaggio complesso, dove la presenza dell'uomo è dovunque. Io non so chi di questo forum si è mai trovato in una landa solitaria della Russia, dove le distese della natura sono ripetitive e uguali. Io avvertivo, in quella sconfinata natura, una presenza di Dio, come se mi spiasse, come se la sua  grandiosità   mi facesse sentire ancor più piccolo.
Alla galleria Tret'jakov ho visto un quadro che mi è rimasto nel cuore: "Segale" di Shishkin. C'è semplicemente un campo, alcuni alberi isolati e maestosi, e un cielo infinito. Il contrario della mia Toscana. Poche cose, pochi particolari. L'uomo sembra assente: eppure una strada solcata da carri denuncia la sua presenza. C'è Dio in quel quadro. C'è la Russia. C'è forza e semplicità .Quando l'ho visto sono rimasto subito attratto dal suo magnetismo. Venivo da una terra dove il paesaggio è su mille piani, con milioni di particolari, come se guardando un paesaggio si guardasse in un caleidoscopio. Qui, invece, Shishkin divide il quadro in pochi elementi paralleli fra loro. Il cielo azzurro, una linea di alberi , con una linea di cumuli di nuvole bianche anch'esse parallele. Il giallo della segale matura. Il verde di alcuni cespugli in primo piano. Niente di più. La strada nel mezzo aumenta la sensazione del vuoto. Sembra che all'improvviso possa venire qualcuno come nel "Deserto dei tartari" di Dino Buzzati. E' un silenzio instabile, che sembra infrangersi d'improvviso.
 



 
Ultima modifica di ema il 08 Marzo 2005, 6:38, modificato 1 volta in totale 
ema Invia Messaggio Privato MSN Live
Torna in cimaVai a fondo pagina
Rispondi Citando   Download Messaggio  
Messaggio  
 
Non conosco il quadro in questione, ma conosco quelle sensazioni. Nei paesaggi sterminati delle tundre nordiche su in Russia, nella regione di Arkhangel'sk, ho vissuto sensazioni molto forti, sia questa estate, quando i raggi di sole illuminano a giorno sin quasi alla mezzanotte, sia questo inverno, quando neve e ghiaccio colorano di cristallini prismi multicolore le albe e le notti.
E' vero che in certi momenti la presenza dell'uomo è persino impossibile immaginarla, se non per il fatto che tu stesso sei lì a germinare quei pensieri. Soprattutto in inverno, quando lande o fiumi ghiacciati sono davanti ai tuoi occhi, senti la forza della natura dura, selvaggia, fredda e brutale e l'eterna lotta dell'uomo con essa. Quando osservavo all'alba o alla sera le genti passeggiare sul fiume ghiacciato che divide Arkhangel'sk dalle isole vicine (puoi vederne foto da me postate sull'album del forum), comprendevo quanto dovesse essere dura e difficile la vita in Russia, soprattutto nel passato, - ma ti assicuro che in alcune zone, e soprattutto nelle isole, se non fosse per la presenza di alcune marche pubblicitarie presenti anche nell'unico negozio di alimentari ivi presente, il tempo sembra non essere passato affatto - quale maestosa forza dovesse guidare le genti ad affrontare i problemi della vita quotidiana in seno a quella natura perennemente crudele nelle sua placide distese di ghiaccio che celano continuamente l'arrivo di una bufera o di una tempesta. Quella semplicità  del quadro di cui tu parlavi, e che io non conosco, mi ha ricordato due cose: primo, di fronte a tanta crudeltà , la semplicità  è inevitabile, perchè la vita, la nuda vita, ti è sempre costantemente presente; secondo, le donne russe   , questi angeli dotati di una forza straordinaria, che per me sono il vero pilastro di questa nazione. Vederle passeggiare sul ghiaccio o sulla neve, portando pacchi o recandosi al lavoro o a fare la spesa, o passeggiando con i loro figli, con quel sorriso sempre pronto, spesso celato da tanti pensieri che la nuda vita sicuramente impone, e sempre impeccabilmente eleganti (non parlo solo o tanto dei vestiti). Quel quadro di cui parli e i miei ricordi di viaggio mi hanno fatto venire in mente un film bellissimo di Kurosawa, che sicuramente tu conoscerai, ambientato in Siberia, "Dersu Uzala". Selvaggia natura e uomini semplici ne sono i protagonisti, perchè la vita nuda è questa, anche se noi, tra lustrini e luci tecnologiche, dimentichiamo spesso, o forse sempre, che dietro di essa si cela il silenzio di quel quadro pronto a crepitare imprevedibilmente e improvvisamente. Che in quel silenzio, o nella strada che nasce da un invisibile orizzonte, possa celarsi Dio o ciò che noi chiamiamo Dio, io non lo so, ma ne capisco il senso e mi sa davvero, semplicemente, di autenticamente russo.

Un abbraccio

Rodofetto
 




____________
"IO NON MI SENTO ITALIANO MA PER FORTUNA O PURTROPPO LO SONO"
(Giorgio Gaber)

Forum Russia
 
Rodofetto Invia Messaggio Privato ICQ MSN Live Skype
Torna in cimaVai a fondo pagina
Rispondi Citando   Download Messaggio  
Messaggio  
 
[quote:312c919a3e="Rodofetto"] un film bellissimo di Kurosawa, che sicuramente tu conoscerai, ambientato in Siberia, "Dersu Uzala". [/quote:312c919a3e]
Ho visto il film di Kurosawa. Bellissimo,  consiglio a tutti gli amici del forum di vederlo. Non ho mai letto il libro di Vladimir  Arseniev da cui è stato tratto. Sai, quel film ha molti spunti su cui discutere, nella prima parte, quella dove il cacciatore è giovane c'è proprio quella natura maestosa di cui parlavi tu. Ma è interessante anche la parte finale: quasi un disadattato, incapace di vivere in un ambiente a lui estraneo, è l'emblema della difficoltà  di vivere senza armonia con ciò che circonda. Io mi sento vicino a questo cacciatore, certamente non nell'incapacità  di affrontare la tigre o le nevi per la perduta giovinezza ma per l'imbarazzo di vivere secondo le modalità  del nostro tempo. La mia incapacità  di dire le battute sull'ultima partita o del disinteresse dell'ultima moda seguita dai giovani. E' rappresentata in quel film anche l'allegoria di un disagio di vivere, la perdita di un unione con quello che ci circonda.
 



 
ema Invia Messaggio Privato MSN Live
Torna in cimaVai a fondo pagina
Rispondi Citando   Download Messaggio  
Messaggio  
 
Adesso sono molto stanco, sono rientrato dopo una giornata intera di esami e lauree, e non ho molta voglia di scrivere.
Ma volevo dirti che mi fa piacere che il personaggio centrale di Kurosawa ti faccia pensare quelle cose. Le ho vissute anche io tanti anni fa, quando ho visto il film (che consiglio anche io a tutti di vedere), ed ero più misantropo di adesso. Credo che lo sarei ancora oggi se non avessi avuto la fortuna di fare l'insegnante a scuola, cosa che, in un certo senso, mi ha salvato! Le mie tendenze alla misantropia in questo mondo sono rimaste intatte, ma provo a viverle con un cuore diverso. Ma anche io mi sento strano in questo mondo, del resto un pò ne abbiamo già  parlato mio caro luchetto!

un abbraccio

Rodofetto
 




____________
"IO NON MI SENTO ITALIANO MA PER FORTUNA O PURTROPPO LO SONO"
(Giorgio Gaber)

Forum Russia
 
Rodofetto Invia Messaggio Privato ICQ MSN Live Skype
Torna in cimaVai a fondo pagina
Mostra prima i messaggi di:    
 

Nuova Discussione  Rispondi alla Discussione  Pagina 1 di 1
 






 
Lista Permessi
Non puoi inserire nuovi Argomenti
Non puoi rispondere ai Messaggi
Non puoi modificare i tuoi Messaggi
Non puoi cancellare i tuoi Messaggi
Non puoi votare nei Sondaggi
Non puoi allegare files
Non puoi scaricare gli allegati
Puoi inserire eventi calendario