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La Storia del Forum

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Un Anno A Mosca
Autore Messaggio
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
reset ha scritto: [Visualizza Messaggio]
guarda, per esperienza, non farci troppo affidamento

Dai, fammi essere ottimista almeno 6 mesi prima della partenza  
 



 
Raffaello Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Raffaello ha scritto: [Visualizza Messaggio]
reset ha scritto: [Visualizza Messaggio]
guarda, per esperienza, non farci troppo affidamento

Dai, fammi essere ottimista almeno 6 mesi prima della partenza  


ahahah, se arrivi qui pensando di pianificare, impazzirai
 



 
reset Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Per appoggio i primi giorni consiglio Capital Hostel o 108 Minutes Hostel (stesso piano, stesso proprietario, zona IPERCENTRALE)
 




____________
"Otium cum dignitate." - Marcus Tullius Cicero
 
Matt Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
sono trascorsi esattamente due anni da quando mi sono trasferito a Mosca.
che dire? senz'altro è stata un'esperienza che mi ha arricchito. sono cresciuto, ho conosciuto gente in gamba, molti dei quali attraverso questo forum.
è stata un'esperienza cercata, voluta, a tratti sofferta.
per chi conosce Mosca, sa bene quanti siano i problemi da affrontare. ci vuole una grande determinazione per non mollare.
a due anni di distanza, questa determinazione è venuta a mancare e mi appresto a tornare in Europa, con destinazione ancora da definire.
non rimpiango il tempo trascorso qui: sono tutt'ora convinto che il rimorso generato dai desideri non realizzati sia qualcosa da evitare.
e tuttavia, lascio Mosca con uno stato d'animo tutt'altro che positivo.

Mosca, una città da 15 milioni di abitanti. enorme, infinita, senza regole, dove tutto cambia in continuazione, senza alcuna previsione e senza alcuna possibilità di pianificazione.
oggi re, domani in ginocchio. aspettando nuovamente di essere re.
aspettando.
aspettando.
perche, in fondo, la vera natura di Mosca è questa. aspettare, e vivere di illusioni.
la città stessa si nutre di illusioni. ti tenta, ti seduce. con luci, neve, atmosfere, bagliori, bellezze. ti fa credere di poter arrivare. ma arrivare dove?
perché, in realtà, non concede niente. anzi, ti depreda di tutto. ti svuota lentamente, inesorabilmente.

non sono un appassionato nè di storia nè di cultura. non so nulla della cultura sovietica, né di come fosse qui ai tempi dell'URSS. sono venuto per una questione molto più semplice. ero innamorato di una ragazza, e ho amato questa città attraverso lei.
mi sono trasferito quando la relazione era già finita da anni, per altro per problemi molto gravi, e ho conosciuto altra gente, altre ragazze.

Mosca ti fa capire subito di non essere facile. caotica, disorganizzata, ostica, burocratica.
ogni giorno un problema da risolvere.
l'ho fatto, cullato dall'illusione che la città emana.
il vortice ti avvolge, smetti di pensare e ti fai guidare, attraverso mille situazioni diverse.

ma prima o poi ti fermi. e ti accorgi che non hai raccolto niente. attraverso mille occasioni, nulla ti è rimasto tra le mani.
e non certo per decisione divina.
ma perche a nessuno, qui, è consentito ormai raccogliere qualcosa.
Mosca, oggi, non è che l'essenza dei lati peggiori che la civiltà occidentale ha saputo creare.

la fame. tutto è merce. valori, persone. non conta nient'altro, ogni cosa è fatta per convenienza. l'uomo è giudicato per ciò che spende. la donna usa il proprio corpo per raggiungere obiettivi materiali.
non vi è alcuna dignità, rimorso o remore. e un'ipocrisia senza fine. in due anni qui ho assistito a comportamenti da lasciarmi senza parole.
non vi è alcun rispetto per il valore personale, non esiste rapporto paritario. o schiavo, o dominatore. utile o inutile. forte o debole.
la gente vive di stenti sognando beni materiali, si è venduta l'anima. sono persone sole, spesso senza amici, senza nessuno su cui contare.
ho conosciuto persone buone schiacciate, umiliate e distrutte da una società tossica e distorta che non appartiene loro.

e poi malattie mentali. alcolismo, tossicodipendenza, problemi comportamentali.
un popolo senza bussola, che tira avanti senza scopo o ragione. se non quella di "fare soldi".

me ne vado per questo. perche già ora inizio a valutarmi in base al conto del ristorante.
me ne vado con profonda tristezza e rassegnazione.
 solo due persone conoscono bene mosca: chi non ci è mai stato, e chi ci ha vissuto per molto tempo.
 



 
Ultima modifica di reset il 16 Febbraio 2017, 12:32, modificato 1 volta in totale 
reset Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Leggo sempre con piacere ciò che scrivi caro Reset e sottoscrivo molti dei tuoi passi.Confermo che è stato e sarà sempre un piacere parlare e confrontarsi con te.
Sono sempre stato schietto lo sai perchè ho,appunto,percepito sempre in te la capacità di guardare oltre in quella immensa città che ha abbracciato pure me e non soffermarti a tante apparenze che,invece,hanno accecato diversi nostri connazionali che si trascinano avanti pur di non rinunciare a non si capisce chissà cosa.
Ti abbraccio
 




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SBALORDITO IL DIAVOLO RIMASE QUANDO COMPRESE QUANTO OSCENO FOSSE IL BENE!
 
sorrento76 Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
reset ha scritto: [Visualizza Messaggio]
sono trascorsi esattamente due anni da quando mi sono trasferito a Mosca.
che dire? senz'altro è stata un'esperienza che mi ha arricchito. sono cresciuto, ho conosciuto gente in gamba, molti dei quali attraverso questo forum.
è stata un'esperienza cercata, voluta, a tratti sofferta.
per chi conosce Mosca, sa bene quanti siano i problemi da affrontare. ci vuole una grande determinazione per non mollare.
a due anni di distanza, questa determinazione è venuta a mancare e mi appresto a tornare in Europa, con destinazione ancora da definire.
non rimpiango il tempo trascorso qui: sono tutt'ora convinto che il rimorso generato dai desideri non realizzati sia qualcosa da evitare.
e tuttavia, lascio Mosca con uno stato d'animo tutt'altro che positivo.

Mosca, una città da 15 milioni di abitanti. enorme, infinita, senza regole, dove tutto cambia in continuazione, senza alcuna previsione e senza alcuna possibilità di pianificazione.
oggi re, domani in ginocchio. aspettando nuovamente di essere re.
aspettando.
aspettando.
perche, in fondo, la vera natura di Mosca è questa. aspettare, e vivere di illusioni.
la città stessa si nutre di illusioni. ti tenta, ti seduce. con luci, neve, atmosfere, bagliori, bellezze. ti fa credere di poter arrivare. ma arrivare dove?
perché, in realtà, non concede niente. anzi, ti depreda di tutto. ti svuota lentamente, inesorabilmente.

non sono un appassionato nè di storia nè di cultura. non so nulla della cultura sovietica, né di come fosse qui ai tempi dell'URSS. sono venuto per una questione molto più semplice. ero innamorato di una ragazza, e ho amato questa città attraverso lei.
mi sono trasferito quando la relazione era già finita da anni, per altro per problemi molto gravi, e ho conosciuto altra gente, altre ragazze.

Mosca ti fa capire subito di non essere facile. caotica, disorganizzata, ostica, burocratica.
ogni giorno un problema da risolvere.
l'ho fatto, cullato dall'illusione che la città emana.
il vortice ti avvolge, smetti di pensare e ti fai guidare, attraverso mille situazioni diverse.

ma prima o poi ti fermi. e ti accorgi che non hai raccolto niente. attraverso mille occasioni, nulla ti è rimasto tra le mani.
e non certo per decisione divina.
ma perche a nessuno, qui, è consentito ormai raccogliere qualcosa.
Mosca, oggi, non è che l'essenza dei lati peggiori che la civiltà occidentale ha saputo creare.

la fame. tutto è merce. valori, persone. non conta nient'altro, ogni cosa è fatta per convenienza. l'uomo è giudicato per ciò che spende. la donna usa il proprio corpo per raggiungere obiettivi materiali.
non vi è alcuna dignità, rimorso o remore. e un'ipocrisia senza fine. in due anni qui ho assistito a comportamenti da lasciarmi senza parole.
non vi è alcun rispetto per il valore personale, non esiste rapporto paritario. o schiavo, o dominatore. utile o inutile. forte o debole.
la gente vive di stenti sognando beni materiali, si è venduta l'anima. sono persone sole, spesso senza amici, senza nessuno su cui contare.
ho conosciuto persone buone schiacciate, umiliate e distrutte da una società tossica e distorta che non appartiene loro.

e poi malattie mentali. alcolismo, tossicodipendenza, problemi comportamentali.
un popolo senza bussola, che tira avanti senza scopo o ragione. se non quella di "fare soldi".

me ne vado per questo. perche già ora inizio a valutarmi in base al conto del ristorante.
me ne vado con profonda tristezza e rassegnazione.
 solo due persone conoscono bene mosca: chi non ci è mai stato, e chi ci ha vissuto per molto tempo.



meraviglioso

grazie
 




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non omnibus dormio
 
anto63 Invia Messaggio Privato Invia Email
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Congratulazioni per il report e per l'esperienza maturata !!

Spiace che questa tua fase stia per concludersi ma spesso la vita ti pone di fronte a delle scelte da compiere: comunque vada, ti auguro il meglio.
 




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Per info urgenti: 392-6036655. Regolamento e contatti
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
reset ha scritto: [Visualizza Messaggio]
sono trascorsi esattamente due anni da quando mi sono trasferito a Mosca.
che dire? senz'altro è stata un'esperienza che mi ha arricchito. sono cresciuto, ho conosciuto gente in gamba, molti dei quali attraverso questo forum.
è stata un'esperienza cercata, voluta, a tratti sofferta.
per chi conosce Mosca, sa bene quanti siano i problemi da affrontare. ci vuole una grande determinazione per non mollare.
a due anni di distanza, questa determinazione è venuta a mancare e mi appresto a tornare in Europa, con destinazione ancora da definire.
non rimpiango il tempo trascorso qui: sono tutt'ora convinto che il rimorso generato dai desideri non realizzati sia qualcosa da evitare.
e tuttavia, lascio Mosca con uno stato d'animo tutt'altro che positivo.

Mosca, una città da 15 milioni di abitanti. enorme, infinita, senza regole, dove tutto cambia in continuazione, senza alcuna previsione e senza alcuna possibilità di pianificazione.
oggi re, domani in ginocchio. aspettando nuovamente di essere re.
aspettando.
aspettando.
perche, in fondo, la vera natura di Mosca è questa. aspettare, e vivere di illusioni.
la città stessa si nutre di illusioni. ti tenta, ti seduce. con luci, neve, atmosfere, bagliori, bellezze. ti fa credere di poter arrivare. ma arrivare dove?
perché, in realtà, non concede niente. anzi, ti depreda di tutto. ti svuota lentamente, inesorabilmente.

non sono un appassionato nè di storia nè di cultura. non so nulla della cultura sovietica, né di come fosse qui ai tempi dell'URSS. sono venuto per una questione molto più semplice. ero innamorato di una ragazza, e ho amato questa città attraverso lei.
mi sono trasferito quando la relazione era già finita da anni, per altro per problemi molto gravi, e ho conosciuto altra gente, altre ragazze.

Mosca ti fa capire subito di non essere facile. caotica, disorganizzata, ostica, burocratica.
ogni giorno un problema da risolvere.
l'ho fatto, cullato dall'illusione che la città emana.
il vortice ti avvolge, smetti di pensare e ti fai guidare, attraverso mille situazioni diverse.

ma prima o poi ti fermi. e ti accorgi che non hai raccolto niente. attraverso mille occasioni, nulla ti è rimasto tra le mani.
e non certo per decisione divina.
ma perche a nessuno, qui, è consentito ormai raccogliere qualcosa.
Mosca, oggi, non è che l'essenza dei lati peggiori che la civiltà occidentale ha saputo creare.

la fame. tutto è merce. valori, persone. non conta nient'altro, ogni cosa è fatta per convenienza. l'uomo è giudicato per ciò che spende. la donna usa il proprio corpo per raggiungere obiettivi materiali.
non vi è alcuna dignità, rimorso o remore. e un'ipocrisia senza fine. in due anni qui ho assistito a comportamenti da lasciarmi senza parole.
non vi è alcun rispetto per il valore personale, non esiste rapporto paritario. o schiavo, o dominatore. utile o inutile. forte o debole.
la gente vive di stenti sognando beni materiali, si è venduta l'anima. sono persone sole, spesso senza amici, senza nessuno su cui contare.
ho conosciuto persone buone schiacciate, umiliate e distrutte da una società tossica e distorta che non appartiene loro.

e poi malattie mentali. alcolismo, tossicodipendenza, problemi comportamentali.
un popolo senza bussola, che tira avanti senza scopo o ragione. se non quella di "fare soldi".

me ne vado per questo. perche già ora inizio a valutarmi in base al conto del ristorante.
me ne vado con profonda tristezza e rassegnazione.
 solo due persone conoscono bene mosca: chi non ci è mai stato, e chi ci ha vissuto per molto tempo.


Meravigliosamente bello, ma cinico allo stesso tempo.
 




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« La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza. » (lo stalker)
 
lo stalker Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Dispiace ma spero che valuti questa esperienza come esperienza appunto che comunque ti ha accresciuto e da non rimpiangere.
Mosca non è una città facile. Già la Russia di per se non lo è ma Mosca, forse, ancora di più.
A meno che non ti ci trasferisci già con un bel conto in banca, non solo per vivere e fare la bella vita ma anche per "essere" e far parte di una classe sociale che ti da l' illusione di esser realizzato. Anche se alla fine ti rendi conto comunque del vuoto ;)
 




____________
"stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità"
http://www.viaggiatorindipendenti.it/forum/
 
Ultima modifica di geom_calboni il 20 Febbraio 2017, 18:42, modificato 1 volta in totale 
geom_calboni Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
geom_calboni ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Dispiace ma spero che valuti questa esperienza come esperienza appunto che comunque ti ha accresciuto e da non rimpiangere.
Mosca non è una città facile. Già la Russia di per se non lo è ma Mosca, forse, ancora di più.
A meno che non ti ci trasferisci già con un bel conto in banca, non solo per vivere e fare la bella vita ma anche per "essere" e far parte di una classe sociale che ti da l' illusione di esser realizzato. Anche se alla fine ti rendi conto comunque del vuoto ;)


Rimpianto no di sicuro, quello insorge quando ti guardi alle spalle e ti chiedi come sarebbe stato.

Poi boh... arrivato.
Ma si puo arrivare da qualche parte, qui? Oppure è solo un circo? Ci vuole una bella congiunzione astrale solo per pianificare la cena...
 



 
Ultima modifica di reset il 21 Febbraio 2017, 0:06, modificato 1 volta in totale 
reset Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
reset ha scritto: [Visualizza Messaggio]
sono trascorsi esattamente due anni da quando mi sono trasferito a Mosca.
che dire? senz'altro è stata un'esperienza che mi ha arricchito. sono cresciuto, ho conosciuto gente in gamba, molti dei quali attraverso questo forum.
è stata un'esperienza cercata, voluta, a tratti sofferta.
per chi conosce Mosca, sa bene quanti siano i problemi da affrontare. ci vuole una grande determinazione per non mollare.
a due anni di distanza, questa determinazione è venuta a mancare e mi appresto a tornare in Europa, con destinazione ancora da definire.
non rimpiango il tempo trascorso qui: sono tutt'ora convinto che il rimorso generato dai desideri non realizzati sia qualcosa da evitare.
e tuttavia, lascio Mosca con uno stato d'animo tutt'altro che positivo.

Mosca, una città da 15 milioni di abitanti. enorme, infinita, senza regole, dove tutto cambia in continuazione, senza alcuna previsione e senza alcuna possibilità di pianificazione.
oggi re, domani in ginocchio. aspettando nuovamente di essere re.
aspettando.
aspettando.
perche, in fondo, la vera natura di Mosca è questa. aspettare, e vivere di illusioni.
la città stessa si nutre di illusioni. ti tenta, ti seduce. con luci, neve, atmosfere, bagliori, bellezze. ti fa credere di poter arrivare. ma arrivare dove?
perché, in realtà, non concede niente. anzi, ti depreda di tutto. ti svuota lentamente, inesorabilmente.

non sono un appassionato nè di storia nè di cultura. non so nulla della cultura sovietica, né di come fosse qui ai tempi dell'URSS. sono venuto per una questione molto più semplice. ero innamorato di una ragazza, e ho amato questa città attraverso lei.
mi sono trasferito quando la relazione era già finita da anni, per altro per problemi molto gravi, e ho conosciuto altra gente, altre ragazze.

Mosca ti fa capire subito di non essere facile. caotica, disorganizzata, ostica, burocratica.
ogni giorno un problema da risolvere.
l'ho fatto, cullato dall'illusione che la città emana.
il vortice ti avvolge, smetti di pensare e ti fai guidare, attraverso mille situazioni diverse.

ma prima o poi ti fermi. e ti accorgi che non hai raccolto niente. attraverso mille occasioni, nulla ti è rimasto tra le mani.
e non certo per decisione divina.
ma perche a nessuno, qui, è consentito ormai raccogliere qualcosa.
Mosca, oggi, non è che l'essenza dei lati peggiori che la civiltà occidentale ha saputo creare.

la fame. tutto è merce. valori, persone. non conta nient'altro, ogni cosa è fatta per convenienza. l'uomo è giudicato per ciò che spende. la donna usa il proprio corpo per raggiungere obiettivi materiali.
non vi è alcuna dignità, rimorso o remore. e un'ipocrisia senza fine. in due anni qui ho assistito a comportamenti da lasciarmi senza parole.
non vi è alcun rispetto per il valore personale, non esiste rapporto paritario. o schiavo, o dominatore. utile o inutile. forte o debole.
la gente vive di stenti sognando beni materiali, si è venduta l'anima. sono persone sole, spesso senza amici, senza nessuno su cui contare.
ho conosciuto persone buone schiacciate, umiliate e distrutte da una società tossica e distorta che non appartiene loro.

e poi malattie mentali. alcolismo, tossicodipendenza, problemi comportamentali.
un popolo senza bussola, che tira avanti senza scopo o ragione. se non quella di "fare soldi".

me ne vado per questo. perche già ora inizio a valutarmi in base al conto del ristorante.
me ne vado con profonda tristezza e rassegnazione.
 solo due persone conoscono bene mosca: chi non ci è mai stato, e chi ci ha vissuto per molto tempo.



Caro Resettuccio ciao!

Apprezzo questo tuo gesto coraggioso e sincero. Ne abbiamo parlato anche durante il nostro ultimo incontro a Milano, e mi fa piacere che tu ti sia convinto a raccontare la tua esperienza moscovita sul Forum. E l'hai fatto nel tuo stile, micidiale e penetrante, ma sincero e coinvolgente!

Grazie!

Gringox
 




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Russia Italy Forum
 
gringox Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
è passato un anno dall'ultimo giorno che ho trascorso a Mosca, il che mi suggerisce di non avere nient'altro di interessante da scrivere in un forum che parla di Russia.
oggi però ho ricevuto intimidazioni da Kiev, quindi faccio velocemente dietro front e aggiungo un nuovo capitolo alla storia.

Ne sono capitate di cose in un anno. Tanto per cominciare, mi sono trasferito a Praga.
Praga è la capitale della Rep.Ceca, paese che sorge nell'Europa centrale secondo alcuni e nell'Europa dell'est per altri. La moneta è la corona ceca, le lingue ufficiali sono l'inglese, il russo e il napoletano.  

Dopo 3 anni passati in Russia, l'efficienza della burocrazia e degli enti pubblici è sorprendente (ma lo è anche paragonata all'Italia).
A Praga il problema principale è il renting.
Pure a Mosca per trovare un appartamento decente dovevi raccomandare l'anima al diavolo, ma almeno laggiù vigeva la legge del "primo che arriva, prima alloggia", e nel peggiore dei casi dopo tre settimane attaccato giorno e notte a cian.ru qualcosa saltava fuori.
Qui invece no: i proprietari aprono le porte dell'appartamento ai visitatori per 4 o 5 giorni, raccolgono i nomi dei volontari e infine sorteggiano il vincitore. inutile dire che per ogni appartamento ci sono liste da 50 persone.
Praga è una meta molto richiesta, e metà degli appartamenti è usata come Airbnb. risultato: si stima ci sia una differenza del 30% tra domanda e offerta. I prezzi sono aumentati del 40% in pochi anni: loculi da 25 metri affittati per 500 euro al mese, follia pura.
lo straniero, a differenza di Mosca, non è visto molto di buon occhio: generalmente guadagna quanto un ceco, ma non conosce la lingua e potrebbe lasciare il paese all'improvviso.
come maschio straniero single occupo dunque una posizione appena migliore di un ergastolano ceco appena evaso e braccato dall'interpol.

dopo 3 mesi sono riuscito ad affittare un appartamento di 100 metri quadri in centro, per la modica cifra di 1000 euro al mese. naturalmente ho subaffittato una stanza, peccato che l'inquilino spagnolo avesse il brutto vizio di pagarmi cash e riprendersi in seguito i soldi dal mio armadio. risultato: denuncia, notte in questura, avvocato, causa, ritardi, passiflora. molta passiflora.
Avendone piene le palle della convivenza ho cosi cambiato casa (ormai cambio casa ogni sei mesi), perdendo dunque 1000 euro di commissione dell'agente e altri 1300 che lo spagnolo si era intascato. ora vivo da solo, pagando un simpatico affitto di circa 650 euro al mese.

sfighe a parte, Praga è una città che pare funzionare bene (orde di turisti e stag party a parte), organizzata e in crescita. è, a tutti gli effetti, una città moderna occidentale. è ancora presto, in ogni caso, per una recensione realistica. ma mangiare fuori e farsi un cicchetto all'imbrunire ha costi irrisori, il che è un bel plus.

E la Russia? come detto, è passato un anno dall'ultima volta che ci ho messo piede. Non è detto non ci torni ancora, in fondo ho ancora degli amici, ma con un biglietto di ritorno già stampato.
proprio ieri un'amica moscovita mi ha chiesto se mi mancasse Mosca. Ho risposto in modo polite che "non ha senso rimpiangere luoghi che si sono lasciati per scelta, soprattutto quando si è liberi di tornarci in ogni momento".
La verità è che Mosca ha rappresentato una delle esperienze più forti della mia vita, e non passa giorno in cui non ne parli. Sento gli amici di Mosca quasi giornalmente, e in un certo senso io sono ancora là.
e tuttavia, al di là della superficiale sensazione di libertà che provo nel ripensarci (memore del mio primo biglietto di sola andata), i sentimenti che mi evoca la capitale russa sono quelli dell'ultimo anno, decisamente negativi: un senso di disagio, frustrazione e vago disgusto.

nonostante abbia trovato buoni amici, continuo a reputare quello russo un popolo traumatizzato, fortemente immaturo dal punto di vista emotivo, psicologicamente instabile e continuamente diviso tra i "valori" di un tempo (spesso sbandierati in modo ipocrita) e un feroce arrivismo e opportunismo. la mia vita, come quella di molti altri expat che conosco bene, era stata letteralmente travolta da quella ondata di follia... e a lungo andare i nervi cedono. lentamente, vedo vacillare gli amici che sono rimasti laggiù. "ci si trasforma da expat in esuli" (cit.), iniziando a girare in tondo e a fare ragionamenti senza senso. come per ogni luogo, o ti adatti o soccombi, se non puoi partire.

devo ammettere di provare un certo astio nei confronti degli italiani che, arrivati nella capitale a seguito della world cup, pubblicano filmati sulle bellezze locali (non solo architettoniche) con toni estasiati e sputando nel piatto dove hanno mangiato sinora. quella è solo la superficie della realtà...
Un mio caro amico sostiene che ci innervosiamo solo di fronte ad atteggiamenti di altri che ci sono (o che ci sono stati) propri.

In ogni caso, il passato è passato, ed è al presente che bisogna pensare. Ed è sorprendente come l'assoluta libertà possa essere traumatica. sono sempre stato abituato a dover scegliere tra A o B; ora invece che non ho alcun legame, nemmeno lavorativo, ogni cosa deve essere scelta, ogni cosa è frutto del libero arbitrio. la libertà genera domande, di qualsiasi tipo: lavorativo, relazionale. Sono sulla strada giusta? Mi sto costruendo un futuro solido, oppure tra anni mi ritroverò con le spalle al muro? Se l'esito finale è certo (cremazione), tutto il resto è un'incognita. ma in fondo la vita stessa è un incognita, e l'idea di poter pianificare il futuro rappresenta una mera illusione moderna.
presa a piccole dosi, questa è una lezione che i russi possono insegnare bene: non preoccuparti troppo del futuro, in fondo le variabili sono troppe per preoccuparsene seriamente.
 



 
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
reset ha scritto: [Visualizza Messaggio]
è passato un anno dall'ultimo giorno che ho trascorso a Mosca, il che mi suggerisce di non avere nient'altro di interessante da scrivere in un forum che parla di Russia.
oggi però ho ricevuto intimidazioni da Kiev, quindi faccio velocemente dietro front e aggiungo un nuovo capitolo alla storia.

Ne sono capitate di cose in un anno. Tanto per cominciare, mi sono trasferito a Praga.
Praga è la capitale della Rep.Ceca, paese che sorge nell'Europa centrale secondo alcuni e nell'Europa dell'est per altri. La moneta è la corona ceca, le lingue ufficiali sono l'inglese, il russo e il napoletano.  

Dopo 3 anni passati in Russia, l'efficienza della burocrazia e degli enti pubblici è sorprendente (ma lo è anche paragonata all'Italia).
A Praga il problema principale è il renting.
Pure a Mosca per trovare un appartamento decente dovevi raccomandare l'anima al diavolo, ma almeno laggiù vigeva la legge del "primo che arriva, prima alloggia", e nel peggiore dei casi dopo tre settimane attaccato giorno e notte a cian.ru qualcosa saltava fuori.
Qui invece no: i proprietari aprono le porte dell'appartamento ai visitatori per 4 o 5 giorni, raccolgono i nomi dei volontari e infine sorteggiano il vincitore. inutile dire che per ogni appartamento ci sono liste da 50 persone.
Praga è una meta molto richiesta, e metà degli appartamenti è usata come Airbnb. risultato: si stima ci sia una differenza del 30% tra domanda e offerta. I prezzi sono aumentati del 40% in pochi anni: loculi da 25 metri affittati per 500 euro al mese, follia pura.
lo straniero, a differenza di Mosca, non è visto molto di buon occhio: generalmente guadagna quanto un ceco, ma non conosce la lingua e potrebbe lasciare il paese all'improvviso.
come maschio straniero single occupo dunque una posizione appena migliore di un ergastolano ceco appena evaso e braccato dall'interpol.

dopo 3 mesi sono riuscito ad affittare un appartamento di 100 metri quadri in centro, per la modica cifra di 1000 euro al mese. naturalmente ho subaffittato una stanza, peccato che l'inquilino spagnolo avesse il brutto vizio di pagarmi cash e riprendersi in seguito i soldi dal mio armadio. risultato: denuncia, notte in questura, avvocato, causa, ritardi, passiflora. molta passiflora.
Avendone piene le palle della convivenza ho cosi cambiato casa (ormai cambio casa ogni sei mesi), perdendo dunque 1000 euro di commissione dell'agente e altri 1300 che lo spagnolo si era intascato. ora vivo da solo, pagando un simpatico affitto di circa 650 euro al mese.

sfighe a parte, Praga è una città che pare funzionare bene (orde di turisti e stag party a parte), organizzata e in crescita. è, a tutti gli effetti, una città moderna occidentale. è ancora presto, in ogni caso, per una recensione realistica. ma mangiare fuori e farsi un cicchetto all'imbrunire ha costi irrisori, il che è un bel plus.

E la Russia? come detto, è passato un anno dall'ultima volta che ci ho messo piede. Non è detto non ci torni ancora, in fondo ho ancora degli amici, ma con un biglietto di ritorno già stampato.
proprio ieri un'amica moscovita mi ha chiesto se mi mancasse Mosca. Ho risposto in modo polite che "non ha senso rimpiangere luoghi che si sono lasciati per scelta, soprattutto quando si è liberi di tornarci in ogni momento".
La verità è che Mosca ha rappresentato una delle esperienze più forti della mia vita, e non passa giorno in cui non ne parli. Sento gli amici di Mosca quasi giornalmente, e in un certo senso io sono ancora là.
e tuttavia, al di là della superficiale sensazione di libertà che provo nel ripensarci (memore del mio primo biglietto di sola andata), i sentimenti che mi evoca la capitale russa sono quelli dell'ultimo anno, decisamente negativi: un senso di disagio, frustrazione e vago disgusto.

nonostante abbia trovato buoni amici, continuo a reputare quello russo un popolo traumatizzato, fortemente immaturo dal punto di vista emotivo, psicologicamente instabile e continuamente diviso tra i "valori" di un tempo (spesso sbandierati in modo ipocrita) e un feroce arrivismo e opportunismo. la mia vita, come quella di molti altri expat che conosco bene, era stata letteralmente travolta da quella ondata di follia... e a lungo andare i nervi cedono. lentamente, vedo vacillare gli amici che sono rimasti laggiù. "ci si trasforma da expat in esuli" (cit.), iniziando a girare in tondo e a fare ragionamenti senza senso. come per ogni luogo, o ti adatti o soccombi, se non puoi partire.

devo ammettere di provare un certo astio nei confronti degli italiani che, arrivati nella capitale a seguito della world cup, pubblicano filmati sulle bellezze locali (non solo architettoniche) con toni estasiati e sputando nel piatto dove hanno mangiato sinora. quella è solo la superficie della realtà...
Un mio caro amico sostiene che ci innervosiamo solo di fronte ad atteggiamenti di altri che ci sono (o che ci sono stati) propri.

In ogni caso, il passato è passato, ed è al presente che bisogna pensare. Ed è sorprendente come l'assoluta libertà possa essere traumatica. sono sempre stato abituato a dover scegliere tra A o B; ora invece che non ho alcun legame, nemmeno lavorativo, ogni cosa deve essere scelta, ogni cosa è frutto del libero arbitrio. la libertà genera domande, di qualsiasi tipo: lavorativo, relazionale. Sono sulla strada giusta? Mi sto costruendo un futuro solido, oppure tra anni mi ritroverò con le spalle al muro? Se l'esito finale è certo (cremazione), tutto il resto è un'incognita. ma in fondo la vita stessa è un incognita, e l'idea di poter pianificare il futuro rappresenta una mera illusione moderna.
presa a piccole dosi, questa è una lezione che i russi possono insegnare bene: non preoccuparti troppo del futuro, in fondo le variabili sono troppe per preoccuparsene seriamente.


MITICO RESETTUCCIO!!!

L'effetto viber funziona, eheheh Sono strafelice, e credimi lo dico col cuore, rivederti qui tra noi, rileggere i tuoi racconti e i tuoi pensieri, attraverso i quali mi pare di percepire la tua voce, caro Reset... sono commosso! Sei uno di  quei personaggi del forum che ho conosciuto che mi ha colpito per la sensibilità, per la spontaneità e la sincerità...

Leggerti è davvero piacevole; dici cose assai vere, profonde; riesci a descrivere e a trasmettere in poche righe sensazioni e situazioni come pochi riescono a fare, a mio parere.

Chissà, un giorno ci rincontreremo...

E tu, mi raccomando, fai capolino qui da noi ogni tanto che sei sempre il benvenuto; come ieri da Mosca, oggi da Praga e domani chissà...

Un forte abbraccio.

In bocca al lupo per la tua vita praghese

Gringox
 




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gringox Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Reset, non ti conosco ma scrivi sempre pensieri molto interessanti e personali. Forse proprio perche “personali”  spesso li capisco solo in parte. Ad esempio su Mosca concordo con te che sia un gigantesco macello, ma non vedo tutta questa differenza di degrado umano con le grandi città italiane. A Mosca dopo due anni di vita vedo gli stessi problemi di Milano o Roma, due città che dovrebbero essere il biglietto da visita del nostro paese e che sempre più somigliano a Lagos.
Per quanto riguarda servizi e trasporti Mosca diventa ogni anno sempre meglio, io sono venuto qui a farmi un giro la prima volta nel 2006 e davvero era invivibile, oggi no. Il problema di Mosca semmai è che attira ancora troppa gente da ogni dove, cresce troppo e contribuisce a svuotare le piccole città ed i villaggi che invece sono sempre più spettrali. Tutti corrono a lavorare in città ma siccome il cuore resta “campagnolo”   alla fine intasano le strade nei fine settimana per tornare a casa propria o alla dacia. Per me, viste le dimensioni del paese, resta un problema non risolvibile.

Mi piace la tua analisi del popolo russo “traumatizzato”, questa assolutamente la condivido...io della loro mentalità in generale ci capisco poco ma sostanzialmente diciamo che non mi interessa troppo “capirla” ...al limite la rispetto e me ne frego allo stesso tempo ... vivo qui ma la mia testa di mangiaspaghetti rimane e ne sono più che orgoglioso   (spero la parola “mangiaspaghetti” non offenda nessuno, visto che una volta avevo scritto mangiarane o mangiabanane qualcuno mi aveva censurato...senza offesa....    ); non credo molto alla filosofia del “cittadino del mondo” e di chi si adatta bene in ogni posto. Almeno per me.

Piuttosto, cosa fai di bello a Praga? Strana vita, trasferirsi in una città così costosa, bella per carità, per trovare tanti problemi con la casa, abitare con altri stranieri e per giunta uomini...che lavoro si può fare lì? Come va con il ceco?... E pensavo che Mosca fosse costosa, ma praticamente Praga costa come Milano! L’unica differenza è che una birretta costa 1 euro invece che 5... w la Staropramen...

In linea di massima concordiamo quasi su tutto, anche se per l’esito finale preferisco la sepoltura alla cremazione..    .gusti personali si intende...

ciao
 



 
Kot 78 Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
kot scrive cose che condivido in toto

io faccio poco testo perche odio in modo viscerale le citta', tutte le citta' non faccio razzismo
odio proprio il concetto di citta', tutti ammassati solo cemento , asfalto , smog , praticamente un formicaio
con la differenza che le formiche lavorano per il bene della casa comune nelle citta' ognuno si fa gli affari propri

preferisco farmi un' ora di macchina per andare a lavorare ma aprire la finestra di casa mia e
sentire il merlo fischiare e vedere le api posarsi sulla lavanda, annusare l' odore di erba tagliata


detto questo comunque ci sono citta' piu' vivibili e meno , difficile stabilirlo oggettivamente
perche anche provandoci si sentono sempre idee molto contrastanti

per quello che ho visto mosca ripsetto a torino ha molti piu' spazi aperti , piu' parchi , piu' parchi giochi per i bambini
trasporti piu' efficenti pero' il traffico di mosca e' da suicidio


praga non so , l' ho vista da turista nel 1995 adesso penso sia un po cambiata
turisticamente era bellissima , pils a fiumi a pochi spiccioli  
 




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icipo76 Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
è un tema molto complicato per poter essere chiarito attraverso un semplice post.
la realtà è una ed oggettiva, ma coglierla per intero non è affare umano ed in base al nostro carattere e ai nostri desideri, speranze e vissuto tendiamo a notarne solo alcune parti.
Se chiedi a dieci persone di parlarti di Mosca, probabilmente avrai dieci recensioni in contraddizione tra loro, e nessuna necessariamente falsa. Questo perché ognuno di noi tende a dare più importanza ad alcuni aspetti piuttosto che ad altri.

Sottolineo inoltre che, quando parlo di Italia, in realtà parlo di Milano, perché non ho mai vissuto altrove.

Kot dubita della definizione di cittadino del mondo, ed anche io ritengo sia una grossa bufala. Io ho una mentalità ben definita, usi e costumi che ormai mi porterò sino alla morte, e qualunque comportamento che disti troppo dai miei criteri può essere divertente e interessante solo per brevi periodi.
Sono nato a Milano e ho sempre vissuto a Milano, la mia persona, nel bene o nel male, è stata forgiata con la cultura locale.

Si parla di culture shock, e non necessariamente perché l'expat sia migliore e i local dei perfetti cretini. l'integrazione sarà in molti casi addirittura impossibile.

Torniamo a Mosca, dopo questo preambolo. Mosca è una città enorme, in molti casi non dubito sia molto più organizzata di molte città italiane. Sono incapace di vivere in città piccole, non considero nemmeno centri abitati sotto il milione di abitanti.  La grandezza di Mosca non è necessariamente un problema (a patto di non trascorrere ogni giorno 4 ore sui mezzi).

La mentalità dei russi, inoltre, non è dissimile dalla nostra. I valori, le aspirazioni, lo humor, differiscono solo superficialmente. non proverai mai quel senso di smarrimento che provi a parlare con un asiatico, per quanto gentile sia. Un russo lo capisci abbastanza facilmente.
Il problema è che il russo, nella maggior parte dei casi, è squilibrato. Non sto parlando di mentalità, ma di traumi.
come si fa a stabilire la differenza tra cultura e trauma? semplice. nel primo caso non ci dedica all'alcolismo e all'autodistruzione.

Io a Milano ci ho vissuto per più di 30 anni. Quando faccio conoscenza con qualcuno in Italia parto dal presupposto sia normale, salvo evidenti controindicazioni. Dopo 3 anni in Russia, quando faccio conoscenza con un russo do per scontato sia squilibrato, instabile, o in cerca di sponsor (nel caso di una ragazza). E purtroppo di rado mi dimostrano il contrario.
Attenzione, se io fossi nato in Russia o avessi vissuto in Russia per anni sarei diventato come loro.
Kot dice che, giustamente, si sente mangiaspaghetti e mangiaspaghetti desidera restare. Concordo, ma quando vivi in un altro stato nel bene o nel male interagisci pure con i local...

le assurdità che ho assistito e che mi hanno raccontato in soli 3 anni sono troppe pure per essere raccontate. La famiglia tipica russa è rappresentata dal padre alcolizzato, scappato, morto, rapito dagli alieni o dall'altra parte del paese. Madri che lasciano le figlie vivere col gatto da sole in un'altra città, nonne usate come bancomat, gente che crede nella cabala o convinta di parlare coi morti, gente che va avanti a metadone con perenni problemi economici, e che una volta incassato lo stipendio lo brucia in alcol o droga per festeggiare la fine di periodi difficili. per non parlare del malato mentale che ogni famiglia nasconde.

Le cause sono, a mio avviso, legate alla storia e alle panzane con cui gli slavi sono soliti ragionare. hanno la fissa del potere e della forza. che sia legato alle mani o al portafoglio, un uomo ha valore per come si impone sugli altri. peccato sia una cazzata, perché una società tarata sulla forza è una società che vive sull'inculata reciproca.
in più i russi si sono sorbiti 70 anni di fesserie comuniste, con le assurde lotte di classe e la privazione del diritto di una dimensione personale. Si sono risvegliati come dei bambini in un toys'r us.

Questo si riscontra in ogni relazione: dalla politica alla famiglia.
troppe contraddizioni, troppi traumi per poter creare un ambiente salutare e interrompere il ciclo.

In italia andiamo avanti a sagre, a mosca è categoricamente proibito bere in strada. e il motivo c'è, naturalmente.

pure a me interessa poco capire la mentalità, ma avendoci a che a fare ho imparato a farlo. spesso avrei preferito prenderli a testate piuttosto che parlarci, ma temo fosse illegale.

A praga ci sono venuto dopo un'analisi minuziosa delle opzioni, e non ho ancora capito se ho fatto bene. Si, è cara, ma sempre meno rispetto alle altre capitali europee. In ceco so dire male "grazie" e difficilmente imparerò la lingua. troppo complessa e parlata da troppe poche persone per essere un investimento. se parli russo poi ti guardano malissimo. strano.
la disoccupazione in rep ceca è tra le più basse in europa (4%), a praga mi dicono lo stipendio medio sia sui 1000 netti. cercano molti IT. è un paese che sta crescendo molto anche grazie ai finanziamenti europei, bisognerà vedere cosa succederà quando taglieranno i rubinetti.

Non ho ancora deciso se preferirò la cremazione o la sepoltura, ci penserò dopo, ora è tempo di farmi una pasta al pesto.
 



 
Ultima modifica di reset il 06 Luglio 2018, 14:28, modificato 1 volta in totale 
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Bella discussione; vedi Resettuccio che hai fatto bene a rifarti vivo

La mia esperienza personale segna ormai oltre 13 anni di vita in Ucraina, a Kiev, città d oltre 5 milioni di abitanti, anarchica, indisciplinata, contradditoria all'estremo, una società legata al modello culturale russo (lasciamo stare la politica e i tentativi maidanizzanti, maldestri e inutili di cancellare la realtà); prima di ciò ho girato in lungo e in largo tutta l'ex URSS, ho risieduto per medi periodi in diversi anni (la seconda metà degli anni '90) in Estonia e a Mosca.

Parlo russo da oltre 20 anni.

Nonostante sia stato mandato in Ucraina da un'azienda italiana e dunque di fatto sono un funzionario italiano di una ditta italiana, NON mi sono mai considerato un "expat"; mai frequentato locali da "expat"; mai integratomi con gli "expat" per scelta; al contrario ho sempre cercato al massimo l'integrazione con la realtà locale, sia in ambito umano, che nella vita sociale, perchè in quei contesti mi realizzavo, mi sentivo uno di loro... in me è innata forse questa russofilia...


Le forti contraddizioni sociali che Reset chiama, probabilmente azzeccandoci, "traumi", sono forse state accentuate solo in parte dalla storia di questo popolo, ma forse fanno proprio  parte del dna dello stesso; ed io probabilmente sono "fuori" come loro, ed è per questo che mi trovo bene tra loro.


Però, a differenza di loro, in me convive un altro aspetto, che è quello, volente o nolente, del legame culturale con l'Italia e, come per Reset, con Milano, la mia città di nascita e dove ho vissuto in sostanza la mia infanzia e adolescenza; dove ho studiato (per di più studi classici) e mi sono laureato; e per forza di cose a quella Italia e a quella cultura sono legato. E' innegabile.


Ecco, probabilmente alla fine della fiera, io qui sto bene, perchè riesco in modo naturale a bilanciare quelle tensioni che fanno parte della mia essenza: da una parte l'italianità e le radici che provengono da un'educazione tipica italiana e dall'altra un'intimo russofilo che mi porta a comprendere la società nella quale vivo, ad accettarla e trovarmici a proprio agio.

A mio parere, indipendendtemente da Mosca, Kiev, Praga o Milano, o qualsiasi altra città del mondo, il nocciolo della questione sta proprio nell'approccio dello straniero verso la città, la società, la cultura, la lingua, ecc. nella quale costui si trova catapultato. L "expat" è in genere un "mercenario", che va all'estero per lavoro, e che non si integra nella  società che lo riceve, perché a lui non gliene frega niente, basta far soldi, frequentare locali di stranieri ed differenziarsi dai "locali". Costoro nella migliore delle ipotesi vivono una vita parallela rispetto alla realtà che li circonda, ignorandola totalmemente; in altri casi costoro "sfruttano" la società in cui si trovano a vivere (questo è il caso degli  expat-avventurieri, che espatriano per lasciarsi indietro scheletri nell'armadio).
In entrambi casi vige una mentalità dell' "io-expat, io superiore"!

Poi ci sono gli "expat" anomali, quelli più intelligenti, che forse sono tali (anomali) perchè sono emigrati per scelta personale, e non perchè stati mandati da qualche multinazonale, che invece cercano di trovare un punto di connessione con la realtà locale. Spesso ci riescono e allora trovano un certo equilibrio; altre volte no, e allora vivono male la loro esperienza e, prima o dopo, cercano una via di fuga.
Ma qui sorge la domanda: perché andare a fare l'expat in Russia/Ucraina? Piuttosto che a Hong Kong o in USA, o in India?? le motivazioni possono essere diverse; ognuno ha le sue, ognuna può essere valida.

Poi ci sono i fuori di testa come me    Che, per una serie di coincidenze incredibili, assurde se vogliamo, da non crederci a chi le sente, forse per un segno del destino, si ritrova a realizzare un grande sogno


In bocca al lupo caro Resettuccio.

E parlaci di Praga (apri pure un topic nuovo )

Ciao da Kiev,

Gringox
 




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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Bella discussione; vedi Resettuccio che hai fatto bene a rifarti vivo

La mia esperienza personale segna ormai oltre 13 anni di vita in Ucraina, a Kiev, città d oltre 5 milioni di abitanti, anarchica, indisciplinata, contradditoria all'estremo, una società legata al modello culturale russo (lasciamo stare la politica e i tentativi maidanizzanti, maldestri e inutili di cancellare la realtà); prima di ciò ho girato in lungo e in largo tutta l'ex URSS, ho risieduto per medi periodi in diversi anni (la seconda metà degli anni '90) in Estonia e a Mosca.

Parlo russo da oltre 20 anni.

Nonostante sia stato mandato in Ucraina da un'azienda italiana e dunque di fatto sono un funzionario italiano di una ditta italiana, NON mi sono mai considerato un "expat"; mai frequentato locali da "expat"; mai integratomi con gli "expat" per scelta; al contrario ho sempre cercato al massimo l'integrazione con la realtà locale, sia in ambito umano, che nella vita sociale, perchè in quei contesti mi realizzavo, mi sentivo uno di loro... in me è innata forse questa russofilia...


Le forti contraddizioni sociali che Reset chiama, probabilmente azzeccandoci, "traumi", sono forse state accentuate solo in parte dalla storia di questo popolo, ma forse fanno proprio  parte del dna dello stesso; ed io probabilmente sono "fuori" come loro, ed è per questo che mi trovo bene tra loro.


Però, a differenza di loro, in me convive un altro aspetto, che è quello, volente o nolente, del legame culturale con l'Italia e, come per Reset, con Milano, la mia città di nascita e dove ho vissuto in sostanza la mia infanzia e adolescenza; dove ho studiato (per di più studi classici) e mi sono laureato; e per forza di cose a quella Italia e a quella cultura sono legato. E' innegabile.


Ecco, probabilmente alla fine della fiera, io qui sto bene, perchè riesco in modo naturale a bilanciare quelle tensioni che fanno parte della mia essenza: da una parte l'italianità e le radici che provengono da un'educazione tipica italiana e dall'altra un'intimo russofilo che mi porta a comprendere la società nella quale vivo, ad accettarla e trovarmici a proprio agio.

A mio parere, indipendendtemente da Mosca, Kiev, Praga o Milano, o qualsiasi altra città del mondo, il nocciolo della questione sta proprio nell'approccio dello straniero verso la città, la società, la cultura, la lingua, ecc. nella quale costui si trova catapultato. L "expat" è in genere un "mercenario", che va all'estero per lavoro, e che non si integra nella  società che lo riceve, perché a lui non gliene frega niente, basta far soldi, frequentare locali di stranieri ed differenziarsi dai "locali". Costoro nella migliore delle ipotesi vivono una vita parallela rispetto alla realtà che li circonda, ignorandola totalmemente; in altri casi costoro "sfruttano" la società in cui si trovano a vivere (questo è il caso degli  expat-avventurieri, che espatriano per lasciarsi indietro scheletri nell'armadio).
In entrambi casi vige una mentalità dell' "io-expat, io superiore"!

Poi ci sono gli "expat" anomali, quelli più intelligenti, che forse sono tali (anomali) perchè sono emigrati per scelta personale, e non perchè stati mandati da qualche multinazonale, che invece cercano di trovare un punto di connessione con la realtà locale. Spesso ci riescono e allora trovano un certo equilibrio; altre volte no, e allora vivono male la loro esperienza e, prima o dopo, cercano una via di fuga.
Ma qui sorge la domanda: perché andare a fare l'expat in Russia/Ucraina? Piuttosto che a Hong Kong o in USA, o in India?? le motivazioni possono essere diverse; ognuno ha le sue, ognuna può essere valida.

Poi ci sono i fuori di testa come me    Che, per una serie di coincidenze incredibili, assurde se vogliamo, da non crederci a chi le sente, forse per un segno del destino, si ritrova a realizzare un grande sogno


In bocca al lupo caro Resettuccio.

E parlaci di Praga (apri pure un topic nuovo )

Ciao da Kiev,

Gringox


ehehe, a mosca io ci sono andato senza lavoro, senza sapere la lingua e senza conoscere nessuno, sono il più fuso di tutti!

in effetti il termine expat ho imparato ad usarlo in modo improprio quasi come sinonimo di straniero, perche a mosca le due cose quasi coincidono...

al di la delle definizioni, io credo che la "vita da expat" sia una vita che abbia senso fare solo per un breve periodo. per carità, ci sono persone a mosca che vivono nella bolla degli expat da vent'anni, ma a lungo andare il senso di alienazione si fa pesante. una vita da expat è una vita da solitario, senza radici. va bene a 20 anni, a 40 anni crea soprattutto solitudine.
integrarsi è doveroso, ma è necessaria una certa compatibilità, un po' come il matrimonio

ho sempre evitato il circolo degli italiani (in 3 anni non ci sono mai stato), e fatto il possibile per passare la maggior parte del tempo con i local (handicap della lingua permettendo). con il tempo mi sono ritrovato tuttavia ad uscire solo con amici solo italiani, tagliando volontariamente i rapporti con quasi tutti gli amici russi. ormai me ne rimangono giusto un paio.

come probabilmente avrò gia scritto altrove, ogni luogo ha le proprie peculiarità, bisogna avere la fortuna di scegliere quello più compatibile. evidentemente nel tuo caso la "sregolatezza" ucraina si sposa bene con un lato del tuo carattere, o forse hai avuto la fortuna di ritagliarti uno spazio a te consono. le variabili sono molte.
anche la scelta del luogo è legato ai propri gusti. io odio il mare, il sole e il caldo, mentre adoro i climi freddi. sono legato alla cultura occidentale ma ogni tanto mi piace uscire dagli schemi. e sono completamente preda delle donne dai visi angelici. come vedi, è un identikit piuttosto calzante della russia, non è un caso sia finito li e non in grecia.

per parlare di praga avrò bisogno di più tempo, davvero non saprei cosa dire ora. per quello pero puo aiutarci il buon sorrento, appena si distrae dal mondiale
 



 
reset Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Ue grande Reset,che piacere come sempre leggerti e risentirti!!!   

Beh,noi di discussioni ce ne siamo fatte davanti a decine di caffe;(spesso una chiavica....da napoletano    ),e siamo sempre stati d'accordo su diversi aspetti della questione.
Anche io ho toccato il suolo moscovita la prima volta quando il disordine e la cafonaggine la facevano da padrone,ma poi ho via via visto questa megalopoli diventare sempre piu' proiettata in avanti,al contrario di altre citta' che frequento(tra cui,ahime',la mia terra natale)che spesso vedo frenate da tante cose e mai veramente pronte a crescere.
Poi,in totale accordo con quanto scrive lcipo76,francamente Mosca ti fa sembrare piccola qualsiasi altra citta' e ormai pure il sottoscritto,con i suoi 42 anni suonati,sempre piu' spesso si sente meglio quanto e' lontano da tutto questo.
Sugli expats e quegli ambienti li si potrebbero dire tante cose,quella moscovita e' una comunita' che alterna,in maniera molto stridente,grosse figure professionali che tengono alto il nome del nostro paese e una sottospecie variegata di intrallazzatori che solo qua potevano trovare terreno fertile per agire.Io me ne fotto di questi,frequento il mondo italico solo attraverso la nostra partita di pallone e,cosi' come dovrebbe essere sempre,intorno allo sport nascono sempre belle amicizie.

Salutami Praga!La mia seconda citta' dove ho vissuto di piu' dopo Mosca.So che e' cambiata.Quando ci andai la prima volta col mio stipendio italiano facevo il figo e vedere zaini invicta per il centro era roba di ogni tanto.Le ragazze ti guardavano ancora con interesse perche' italiano e poi......lo sappiamo.....lasciamo stare,alla prox
 




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SBALORDITO IL DIAVOLO RIMASE QUANDO COMPRESE QUANTO OSCENO FOSSE IL BENE!
 
sorrento76 Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Un Anno A Mosca 
 
Trovo la "recensione" su Praga un pelino "ingenerosa"... ma restano punti di vista...

Io paragonerei la Praga di oggi, senza troppi dubbi, ad una media città italiana degli anni '70... per come la vedo io è una realtà che sta vivendo un gigante boom economico ma che non è ancora stata infestata dai virus post-boom economico...

La mia prima ragazza in assoluto (quella di tutte le prime volte) era di Praga... la Praga di 15 anni fa non esiste più... il "fascino italico" è solo un lontano ricordo... però resta una città che funziona (e pure bene) ed estremamente ospitale ed aperta verso lo straniero (a patto che si comporti bene)... tra le capitali europee credo sia, in assoluto, tra le più vivibili e ricche di opportunità...

Effettivamente il problema di trovare una sistemazione esiste perché tra expat economici e turismo la domanda di alloggi è molto alta ed i prezzi, anno dopo anno, aumentano, però se ci accontenta di una location semi-centrale/periferica i prezzi sono comunque molto bassi considerato che parliamo di una capitale... cibo, trasporti e divertimenti costano molto molto poco...

Il livello di bellezza femminile non è come in Russia ma si attesta su standard di tutto rispetto... però il "femminismo" si sente che inizia ad insinuarsi e serpeggiare, a differenza della Russia dove il legame con una certa mentalità è ancora presente nelle donne... comunque, a livello di donne, qualsiasi posto è paradiso rispetto all'Italia (paese su cui ho messo una croce)...
 



 
Ultima modifica di teddykgb il 13 Luglio 2018, 8:06, modificato 1 volta in totale 
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