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La Storia del Forum

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Il Risorgimento
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Più o meno le stesse cose che gringox sotto indica come idiozie ed altre cose che altri utenti hanno indicato.
Ma dato che spesso ho risposto in maniera decisa e sistematica ad alcuni utenti e mi son stancato di leggere risposte stupide, evito di proseguire.

Al massimo ti posso dare il mio vissuto su ciò che intendo nel patriottismo ma certe posizioni oggettive di chi vuole aver ragione dicendo stupidaggini non ho più interesse ad affrontarle


Qual'è il tuo parere per quel che riguarda al patriottismo italiano rispetto a quello ciò che voleva creare Garibaldi durante il Risorgimento? Se l'ho capito bene ti senti come un italiano, preferisci parlare l'italiano, era educato come un italiano. La tesi è stato che Garibaldi ha fatto l'Italia, ma non ha fatto gli italiani. Quindi dopo 150 anni tu sei quello che tentava fare e voleva vedere Garibaldi?
 



 
akphantom Invia Messaggio Privato ICQ
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
@Matt: per me essere bilingue e aver visitato quasi tutte le nazioni europee è una cosa così normale che non ho nemmeno sentito l'esigenza di sottolinearlo, altro che cose da privilegiati   . E' chi oggi ha 20'anni e non è mai uscito dall'Italia ad essere strano e arretrato, così come chi non parla inglese. Metà della mia famiglia materna e paterna vive negli USA e in Australia, con loro comunico in italiano e inglese da praticamente una vita. In quanto al dialetto, siete voi a parlarlo, in casa mia mai parlato, anzi, a parte qualche espressione e frase fatta, il dialetto non lo conosco proprio. Ciò non toglie che storicamente la lingua italiana è stata imposta, nella prima Guerra Mondiale le truppe italiane avevano ancora difficoltà a capirsi fra loro. E questo semplice fatto dimostra che la lingua è uno strumento (di comunicazione) più che un mezzo identificativo.

@Gringox: ho preso il primo sito che mi è capitato perché non potrei (o meglio potrei ma non ho né il tempo né la voglia)  recarmi in qualche museo locale e postare un po' di foto sul brigantaggio e sul Risorgimento. Ti dico solo che in qualsiasi regione del Sud i briganti sono considerati come partigiani, forse a scuola studiamo proprio cose diverse. Nessuno dei miei professori di storia ha mai tralasciato una piccola parentesi informale su chi fossero davvero i briganti.

Sulle condizioni materiali del Regno di Napoli preunitario ti stai basando sulla storia classica che si studia a scuola. Concretamente l'ultimo esame universitario che ho sostenuto è stato proprio storia moderna del mezzogiorno (Abruzzo e Molise) e ti dico che in Abruzzo si stava meglio prima dell'Unità. Anzitutto perché essendo uno Stato di confine godeva di tutti i privilegi economici delle dogane, inoltre c'era un florido mercato interno di lane e artigianato locale nonché un buon commercio marittimo con i Balcani, che dopo l'Unità si è perso. Le condizioni del Sud non erano né migliori né peggiori di quelle degli altri Stati, di certo da noi non si metteva in tavola solo polenta con aringa affumicata, in compenso avevamo una delle nobiltà più benestanti d'Europa.

Detto questo io non sono né leghista né patriota. Per ricollegarmi all'altro thread, preferisco guardare avanti anziché indietro e per me davanti c'è l'Europa unita, quindi molto più che essere attaccati al passato è importante sapersi integrare in una società multietnica e multiculturale.
 



 
Ultima modifica di Kashka il 16 Mag 2016, 5:06, modificato 3 volte in totale 
Kashka Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]


@Gringox: ho preso il primo sito che mi è capitato perché non potrei (o meglio potrei ma non ho né il tempo né la voglia)  recarmi in qualche museo locale e postare un po' di foto sul brigantaggio e sul Risorgimento. Ti dico solo che in qualsiasi regione del Sud i briganti sono considerati come partigiani, forse a scuola studiamo proprio cose diverse. Nessuno dei miei professori di storia ha mai tralasciato una piccola parentesi informale su chi fossero davvero i briganti.

Sulle condizioni materiali del Regno di Napoli preunitario ti stai basando sulla storia classica che si studia a scuola. Concretamente l'ultimo esame universitario che ho sostenuto è stato proprio storia moderna del mezzogiorno (Abruzzo e Molise) e ti dico che in Abruzzo si stava meglio prima dell'Unità. Anzitutto perché essendo uno Stato di confine godeva di tutti i privilegi economici delle dogane, inoltre c'era un florido mercato interno di lane e artigianato locale nonché un buon commercio marittimo con i Balcani, che dopo l'Unità si è perso. Le condizioni del Sud non erano né migliori né peggiori di quelle degli altri Stati, di certo da noi non si metteva in tavola solo polenta con aringa affumicata, in compenso avevamo una delle nobiltà più benestanti d'Europa.

Detto questo io non sono né leghista né patriota. Per ricollegarmi all'altro thread, preferisco guardare avanti anziché indietro e per me davanti c'è l'Europa unita, quindi molto più che essere attaccati al passato è importante sapersi integrare in una società multietnica e multiculturale.


Kashka commento questo tuo post per correttezza e poi per me questo topic è chiuso (nel senso che ho già detto tutto e la mia posizione credo sia più che chiara; e perché sto partendo per la trasferta e non posso stare dietro ad internet).

La storia che studiamo non è diversa cara kasha. Fortunatamente è uguale per tutti gli Italiani, perché la storia con la "S" maiuscola è una. La storia dell'Italia che finalmente dopo un millennio si è riunita grazie al processo risorgimentale.

Detto questo sulle condizioni del regno di Napoli, piuttosto che di quello austro-ungarico dove si trovavano i miei avi (dato che per metà sono veneto), potrei dirti anche io tante cose, di cui anche parecchie positive. Ma la domanda finale è a che pro? E la risposta è sempre quella di prima: se ciò deve essere utilizzato per analizzare la storia in modo più corretto e giusto, senza mitizzazioni, va bene e ci sta; se ciò deve essere tirato in ballo per fare del revisionismo e dire: "ma come stavamo meglio prima, ma allora torniamo alla situazione di prima", allora queste sono idiozie.

Stessa cosa per il discorso del brigantaggio. Io certo non oso mettere in dubbio la positività figura del brigante nella mente e cultura popolare. Nella mia altra metà sono romagnolo (mio papà è di Rimini) e ti assicuro che di racconti sul Passatore di Romagna e di mitizzazioni dello stesso ne ho sentite parecchie. Ciò non deve però inficiare il discorso fatto da me sopra. Raccontare tutto, analizzare tutto, ma non per alimentare separatismi e revisionismi, ma per valorizzare le diversità di un Paese che era destinato nei secoli ad essere unito!

Per me il discorso è chiuso.

Buona settimana a tutti.

Gringox
 




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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]


@Gringox: ho preso il primo sito che mi è capitato perché non potrei (o meglio potrei ma non ho né il tempo né la voglia)  recarmi in qualche museo locale e postare un po' di foto sul brigantaggio e sul Risorgimento. Ti dico solo che in qualsiasi regione del Sud i briganti sono considerati come partigiani, forse a scuola studiamo proprio cose diverse. Nessuno dei miei professori di storia ha mai tralasciato una piccola parentesi informale su chi fossero davvero i briganti.

Sulle condizioni materiali del Regno di Napoli preunitario ti stai basando sulla storia classica che si studia a scuola. Concretamente l'ultimo esame universitario che ho sostenuto è stato proprio storia moderna del mezzogiorno (Abruzzo e Molise) e ti dico che in Abruzzo si stava meglio prima dell'Unità. Anzitutto perché essendo uno Stato di confine godeva di tutti i privilegi economici delle dogane, inoltre c'era un florido mercato interno di lane e artigianato locale nonché un buon commercio marittimo con i Balcani, che dopo l'Unità si è perso. Le condizioni del Sud non erano né migliori né peggiori di quelle degli altri Stati, di certo da noi non si metteva in tavola solo polenta con aringa affumicata, in compenso avevamo una delle nobiltà più benestanti d'Europa.

Detto questo io non sono né leghista né patriota. Per ricollegarmi all'altro thread, preferisco guardare avanti anziché indietro e per me davanti c'è l'Europa unita, quindi molto più che essere attaccati al passato è importante sapersi integrare in una società multietnica e multiculturale.


Kashka commento questo tuo post per correttezza e poi per me questo topic è chiuso (nel senso che ho già detto tutto e la mia posizione credo sia più che chiara; e perché sto partendo per la trasferta e non posso stare dietro ad internet).

La storia che studiamo non è diversa cara kasha. Fortunatamente è uguale per tutti gli Italiani, perché la storia con la "S" maiuscola è una. La storia dell'Italia che finalmente dopo un millennio si è riunita grazie al processo risorgimentale.

Detto questo sulle condizioni del regno di Napoli, piuttosto che di quello austro-ungarico dove si trovavano i miei avi (dato che per metà sono veneto), potrei dirti anche io tante cose, di cui anche parecchie positive. Ma la domanda finale è a che pro? E la risposta è sempre quella di prima: se ciò deve essere utilizzato per analizzare la storia in modo più corretto e giusto, senza mitizzazioni, va bene e ci sta; se ciò deve essere tirato in ballo per fare del revisionismo e dire: "ma come stavamo meglio prima, ma allora torniamo alla situazione di prima", allora queste sono idiozie.

Stessa cosa per il discorso del brigantaggio. Io certo non oso mettere in dubbio la positività figura del brigante nella mente e cultura popolare. Nella mia altra metà sono romagnolo (mio papà è di Rimini) e ti assicuro che di racconti sul Passatore di Romagna e di mitizzazioni dello stesso ne ho sentite parecchie. Ciò non deve però inficiare il discorso fatto da me sopra. Raccontare tutto, analizzare tutto, ma non per alimentare separatismi e revisionismi, ma per valorizzare le diversità di un Paese che era destinato nei secoli ad essere unito!

Per me il discorso è chiuso.

Buona settimana a tutti.

Gringox


Naturalmente parlavo per pura passione storiografica. Io passerei direttamente agli Stati Uniti d'Europa quindi figurarsi se vado a dividere l'Italia tornando indietro nel tempo. Al massimo prenderei in considerazione il federalismo, ma non lo faranno mai perché centralizzando qualcuno magna meglio.  
 



 
Kashka Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Akphantom, la mia prima lingua è l'italiano, ma, essendo la mia famiglia una delle poche rimaste di milanesi vere, a casa ogni tanto parliamo in milanese (da non confondersi con i dialetti "lombardo occidentale" o il "lagheé" resi famosi da alcuni cantanti).
Devo sottolinearti che son stato cresciuto in italiano, nella mia famiglia si è sempre pensato che per essere dei bravi cittadini si debba crescere con la lingua nazionale e poi imparare, per non dimenticare da dove si viene, le radici.

Per il resto sto leggendo veramente delle corbellerie atomiche e quindi mi ricucio la bocca.


Anch'io mi sono dimenticata il dialetto (il lagheé nel mio caso) che parlo senza nessun problema, specialmente a casa..

@kashka: non trovo che il fatto di essere bilingui e di aver viaggiato in tutta Europa sia normale, trovo che sia possibile solo se si hanno i mezzi e le possibilità per farlo. Magari una persona ha il desiderio di farlo, ma non le finanze o il tempo. Sei fortunata ad averlo...
 




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Ultima modifica di Alice90 il 17 Mag 2016, 12:37, modificato 1 volta in totale 
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]


@Gringox: ho preso il primo sito che mi è capitato perché non potrei (o meglio potrei ma non ho né il tempo né la voglia)  recarmi in qualche museo locale e postare un po' di foto sul brigantaggio e sul Risorgimento. Ti dico solo che in qualsiasi regione del Sud i briganti sono considerati come partigiani, forse a scuola studiamo proprio cose diverse. Nessuno dei miei professori di storia ha mai tralasciato una piccola parentesi informale su chi fossero davvero i briganti.

Sulle condizioni materiali del Regno di Napoli preunitario ti stai basando sulla storia classica che si studia a scuola. Concretamente l'ultimo esame universitario che ho sostenuto è stato proprio storia moderna del mezzogiorno (Abruzzo e Molise) e ti dico che in Abruzzo si stava meglio prima dell'Unità. Anzitutto perché essendo uno Stato di confine godeva di tutti i privilegi economici delle dogane, inoltre c'era un florido mercato interno di lane e artigianato locale nonché un buon commercio marittimo con i Balcani, che dopo l'Unità si è perso. Le condizioni del Sud non erano né migliori né peggiori di quelle degli altri Stati, di certo da noi non si metteva in tavola solo polenta con aringa affumicata, in compenso avevamo una delle nobiltà più benestanti d'Europa.

Detto questo io non sono né leghista né patriota. Per ricollegarmi all'altro thread, preferisco guardare avanti anziché indietro e per me davanti c'è l'Europa unita, quindi molto più che essere attaccati al passato è importante sapersi integrare in una società multietnica e multiculturale.


Kashka commento questo tuo post per correttezza e poi per me questo topic è chiuso (nel senso che ho già detto tutto e la mia posizione credo sia più che chiara; e perché sto partendo per la trasferta e non posso stare dietro ad internet).

La storia che studiamo non è diversa cara kasha. Fortunatamente è uguale per tutti gli Italiani, perché la storia con la "S" maiuscola è una. La storia dell'Italia che finalmente dopo un millennio si è riunita grazie al processo risorgimentale.

Detto questo sulle condizioni del regno di Napoli, piuttosto che di quello austro-ungarico dove si trovavano i miei avi (dato che per metà sono veneto), potrei dirti anche io tante cose, di cui anche parecchie positive. Ma la domanda finale è a che pro? E la risposta è sempre quella di prima: se ciò deve essere utilizzato per analizzare la storia in modo più corretto e giusto, senza mitizzazioni, va bene e ci sta; se ciò deve essere tirato in ballo per fare del revisionismo e dire: "ma come stavamo meglio prima, ma allora torniamo alla situazione di prima", allora queste sono idiozie.

Stessa cosa per il discorso del brigantaggio. Io certo non oso mettere in dubbio la positività figura del brigante nella mente e cultura popolare. Nella mia altra metà sono romagnolo (mio papà è di Rimini) e ti assicuro che di racconti sul Passatore di Romagna e di mitizzazioni dello stesso ne ho sentite parecchie. Ciò non deve però inficiare il discorso fatto da me sopra. Raccontare tutto, analizzare tutto, ma non per alimentare separatismi e revisionismi, ma per valorizzare le diversità di un Paese che era destinato nei secoli ad essere unito!

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Gringox


Naturalmente parlavo per pura passione storiografica. Io passerei direttamente agli Stati Uniti d'Europa quindi figurarsi se vado a dividere l'Italia tornando indietro nel tempo. Al massimo prenderei in considerazione il federalismo, ma non lo faranno mai perché centralizzando qualcuno magna meglio.  


su questo dissento. più si decentra, creando enti ulteriori, più ci sono opportunità per tutti.
 




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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]


@Gringox: ho preso il primo sito che mi è capitato perché non potrei (o meglio potrei ma non ho né il tempo né la voglia)  recarmi in qualche museo locale e postare un po' di foto sul brigantaggio e sul Risorgimento. Ti dico solo che in qualsiasi regione del Sud i briganti sono considerati come partigiani, forse a scuola studiamo proprio cose diverse. Nessuno dei miei professori di storia ha mai tralasciato una piccola parentesi informale su chi fossero davvero i briganti.

Sulle condizioni materiali del Regno di Napoli preunitario ti stai basando sulla storia classica che si studia a scuola. Concretamente l'ultimo esame universitario che ho sostenuto è stato proprio storia moderna del mezzogiorno (Abruzzo e Molise) e ti dico che in Abruzzo si stava meglio prima dell'Unità. Anzitutto perché essendo uno Stato di confine godeva di tutti i privilegi economici delle dogane, inoltre c'era un florido mercato interno di lane e artigianato locale nonché un buon commercio marittimo con i Balcani, che dopo l'Unità si è perso. Le condizioni del Sud non erano né migliori né peggiori di quelle degli altri Stati, di certo da noi non si metteva in tavola solo polenta con aringa affumicata, in compenso avevamo una delle nobiltà più benestanti d'Europa.

Detto questo io non sono né leghista né patriota. Per ricollegarmi all'altro thread, preferisco guardare avanti anziché indietro e per me davanti c'è l'Europa unita, quindi molto più che essere attaccati al passato è importante sapersi integrare in una società multietnica e multiculturale.


Kashka commento questo tuo post per correttezza e poi per me questo topic è chiuso (nel senso che ho già detto tutto e la mia posizione credo sia più che chiara; e perché sto partendo per la trasferta e non posso stare dietro ad internet).

La storia che studiamo non è diversa cara kasha. Fortunatamente è uguale per tutti gli Italiani, perché la storia con la "S" maiuscola è una. La storia dell'Italia che finalmente dopo un millennio si è riunita grazie al processo risorgimentale.

Detto questo sulle condizioni del regno di Napoli, piuttosto che di quello austro-ungarico dove si trovavano i miei avi (dato che per metà sono veneto), potrei dirti anche io tante cose, di cui anche parecchie positive. Ma la domanda finale è a che pro? E la risposta è sempre quella di prima: se ciò deve essere utilizzato per analizzare la storia in modo più corretto e giusto, senza mitizzazioni, va bene e ci sta; se ciò deve essere tirato in ballo per fare del revisionismo e dire: "ma come stavamo meglio prima, ma allora torniamo alla situazione di prima", allora queste sono idiozie.

Stessa cosa per il discorso del brigantaggio. Io certo non oso mettere in dubbio la positività figura del brigante nella mente e cultura popolare. Nella mia altra metà sono romagnolo (mio papà è di Rimini) e ti assicuro che di racconti sul Passatore di Romagna e di mitizzazioni dello stesso ne ho sentite parecchie. Ciò non deve però inficiare il discorso fatto da me sopra. Raccontare tutto, analizzare tutto, ma non per alimentare separatismi e revisionismi, ma per valorizzare le diversità di un Paese che era destinato nei secoli ad essere unito!

Per me il discorso è chiuso.

Buona settimana a tutti.

Gringox


Concordo con Kashka sulle questioni del nostro regno e della figura di coloro che furono chiamati briganti (quando poi briganti non lo erano), ovviamente i fatti vanno SEMPRE CONTESTUALIZZATE con il periodo del tempo. Aggiungo una cosa che non mi sembra sia stata menzionata. La più grande piaga del sud -le mafie- si sono sviluppate dopo l'unità. A Napoli si sa che la camorra ne fa(ceva) da padrone, bene il tutto è nato da dopo l'uinità quando a questa fu dato da Mr. G. (non il nostro -salutatemelo se lo vedete-      ) e i suoi subalterni a Tore 'e Criscienzo, il capintesta dell'allora "Bella Società Rifurmata", il quale ne approfittò per allungare i suoi loschi affari con la classica frase "è roba 'e Zì Peppe" (è merce dello zio Peppe). Da allora sta piaga non riusciamo a togliercela di dosso. Perché vi dico sta cosa? In parte perché le ho studiate per passione sia alle scuole superiori che per i fatti miei su libri che citavano le fonti (la camorra e le sue storie Link) o su esperienze personali (l'intramontabile Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi), in parte è per dar ragione a Gringox e invitarvi ad indagare sulla Storia con la "S" -come detto da lui- del nostro paese, perché, nella buona e nella cattiva sorte, bisogna conoscere il nostro passato per poter andare avanti nel futuro, aumentando la nostra cultura e cambiando così il nostro modo di pensare.
 




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« La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza. » (lo stalker)
 
lo stalker Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Cari amici italiani, concludo: come dicono i russi senza una bottiglia di vodka (o in questo caso grave forse due) è impossibile se ne intendere il vostro atteggiamento al risorgimento e le sue conseguenze.
 



 
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Alice90 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Akphantom, la mia prima lingua è l'italiano, ma, essendo la mia famiglia una delle poche rimaste di milanesi vere, a casa ogni tanto parliamo in milanese (da non confondersi con i dialetti "lombardo occidentale" o il "lagheé" resi famosi da alcuni cantanti).
Devo sottolinearti che son stato cresciuto in italiano, nella mia famiglia si è sempre pensato che per essere dei bravi cittadini si debba crescere con la lingua nazionale e poi imparare, per non dimenticare da dove si viene, le radici.

Per il resto sto leggendo veramente delle corbellerie atomiche e quindi mi ricucio la bocca.


Anch'io mi sono dimenticata il dialetto (il lagheé nel mio caso) che parlo senza nessun problema, specialmente a casa..

@kashka: non trovo che il fatto di essere bilingui e di aver viaggiato in tutta Europa sia normale, trovo che sia possibile solo se si hanno i mezzi e le possibilità per farlo. Magari una persona ha il desiderio di farlo, ma non le finanze o il tempo. Sei fortunata ad averlo...


Eh eh, in un certo senso sì, però non sono mai andata negli hotel a 5 stelle. Di solito caravan o tenda.
Faccio mea culpa, un paio di volte anche in hotel, ma perché non ho trovato dei partner che reggessero il ritmo.

Il dialetto da noi è visto proprio male, ormai lo parlano solo i vecchietti e quelli dei quartieri tipo Bronx.

@Lo Stalker: stavo tralasciando il discorso mafia proprio per non gettare benzina sul fuoco, ma vedo che il fuoco ti piace.

@Akphantom: после 3 бутылки водки мы будем все братья.

@E-Antea: decentrando eviti ai soldini un passaggio in più, ossia finire a Roma ed essere ridistribuiti, con la maggior parte che si fermano in Lazio o finiscono nelle regioni a Statuto Speciale. Quello che versi resta nella tua regione. Le regioni più popolose avranno più soldi, ma mi pare anche giusto. Ma tanto non succederà MAI.
 



 
Kashka Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]

@Akphantom: после 3 бутылки водки мы будем все братья.


  Это точно!
 



 
akphantom Invia Messaggio Privato ICQ
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Alice90 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Akphantom, la mia prima lingua è l'italiano, ma, essendo la mia famiglia una delle poche rimaste di milanesi vere, a casa ogni tanto parliamo in milanese (da non confondersi con i dialetti "lombardo occidentale" o il "lagheé" resi famosi da alcuni cantanti).
Devo sottolinearti che son stato cresciuto in italiano, nella mia famiglia si è sempre pensato che per essere dei bravi cittadini si debba crescere con la lingua nazionale e poi imparare, per non dimenticare da dove si viene, le radici.

Per il resto sto leggendo veramente delle corbellerie atomiche e quindi mi ricucio la bocca.


Anch'io mi sono dimenticata il dialetto (il lagheé nel mio caso) che parlo senza nessun problema, specialmente a casa..

@kashka: non trovo che il fatto di essere bilingui e di aver viaggiato in tutta Europa sia normale, trovo che sia possibile solo se si hanno i mezzi e le possibilità per farlo. Magari una persona ha il desiderio di farlo, ma non le finanze o il tempo. Sei fortunata ad averlo...


Eh eh, in un certo senso sì, però non sono mai andata negli hotel a 5 stelle. Di solito caravan o tenda.
Faccio mea culpa, un paio di volte anche in hotel, ma perché non ho trovato dei partner che reggessero il ritmo.

Il dialetto da noi è visto proprio male, ormai lo parlano solo i vecchietti e quelli dei quartieri tipo Bronx.

@Lo Stalker: stavo tralasciando il discorso mafia proprio per non gettare benzina sul fuoco, ma vedo che il fuoco ti piace.

@Akphantom: после 3 бутылки водки мы будем все братья.

@E-Antea: decentrando eviti ai soldini un passaggio in più, ossia finire a Roma ed essere ridistribuiti, con la maggior parte che si fermano in Lazio o finiscono nelle regioni a Statuto Speciale. Quello che versi resta nella tua regione. Le regioni più popolose avranno più soldi, ma mi pare anche giusto. Ma tanto non succederà MAI.


Assolutamente no. E' una puntalizzazione che andava fatta perché è un dato di fatto, non una opinione.  
 




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lo stalker Invia Messaggio Privato
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lo stalker ha scritto: [Visualizza Messaggio]


 Aggiungo una cosa che non mi sembra sia stata menzionata. La più grande piaga del sud -le mafie- si sono sviluppate dopo l'unità. A.


Mica tanto. Insomma le mafie nascono dal "campanilismo", cioe' dal mantenere il privilegio locale dei poteri forti storici in determinate realta'. Sfociando nell'illegalita', specie se lo Stato Centrale dchiara le pratiche dei poteri forti illegali, o semplicemente rema contro di essi. Ed il potere forte locale si pone in guerra con lo Stato.

Accadeva anche tra lo Stato centrale napoletano e la Sicilia periferica ( con i suoi potentati).

Chiaro che l'assenza dello Stato centrale ( unitario o meridionale ), le sue lacune, i suoi vuoti amplificano le mafie. Laddove lo Stato non arriva ( nel periferico soprattutto ),  perche' non riesce o non vuole o e' inefficiente certo che questo provoca la proliferazione di queste associazioni.

Molti non lo sanno ma la parola Mafia, deriva proprio dalla piu' "campanilistica" delle rivolte del Sud Italia, ossia la rivolta dei Vespri Siciliani contro gli Angioni che stavano a Napoli.

Rivolta campanilistica nel bene e nel male, poiche' giustamente portava il malcontento siciliano e le ragioni del popolo siciliano contro quelli che per loro erano gli sfruttatori franco-napoletani.
Ma dall'altra parte era una rivolta fomentata dagli Aragonesi stranieri, che sfruttarono il malcontento per tentare di installarsi in Sicilia ( un po' le rivoluzioni colorate di oggi ), nonche' fomentata dai potentati locali siciliani che desideravano liberarsi della museruola fiscale e governativa napoletana rimpiangendo i tempi in cui la Sicilia era un regno indipendente con Palermo citta' primadonna sveva-normanna-araba. Offrendo la corona a chi garantisse loro il rispetto di tali privilegi.

<<Mafia>> poiche' legata ai vespri, poi qui si scende nella leggenda: secondo alcuni per un motto di battaglia dei rivoltosi, secondo altri poiche' legata ad una vicenda di stupro di giovani siciliane da parte dei soldati oppressori franco-napoletani ( Ma fia! = mia figlia! della madre )

Insomma il canovaccio politico-storico-economico e' sempre il medesimo. "prima Donna" e "privilegi".
Tocchi il privilegio o scoppia un periodo economico depresso, fioriscono i campanili sfruttando la complessita' culturale europea ( non solo in italia avviene questo ).
 




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Ultima modifica di Maxdivi il 18 Mag 2016, 16:04, modificato 2 volte in totale 
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Messaggio Re: Il Risorgimento 
 
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]


@E-Antea: decentrando eviti ai soldini un passaggio in più, ossia finire a Roma ed essere ridistribuiti, con la maggior parte che si fermano in Lazio o finiscono nelle regioni a Statuto Speciale. Quello che versi resta nella tua regione. Le regioni più popolose avranno più soldi, ma mi pare anche giusto. Ma tanto non succederà MAI.


E' successo.= Il feudalesimo

Con Duchi e Conti riluttanti a pagare le tasse al Re ed intenti a sfruttare per bene il loro feudo senza nessun controllo.

Ma hai ragione la questione e' tutta li' il denaro.

Dai denaro ai politicanti locali, il numero di persone che reclamera' indipendenza calera' vistosamente ( resteranno solo i serenissimi e chi ci crede davvero ).

Il problema scozzese, catalano, ecc. e' il medesimo autonomia fiscale e poteri locali. Frega nulla di Braveheart ( che come un povero fesso idealista pure fu manovrato da Robert Bruce, politicante, semplicemente per arrichirsi di una corona la testa  ).
 




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Ultima modifica di Maxdivi il 18 Mag 2016, 16:02, modificato 1 volta in totale 
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Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]
@Matt: per me essere bilingue e aver visitato quasi tutte le nazioni europee è una cosa così normale che non ho nemmeno sentito l'esigenza di sottolinearlo, altro che cose da privilegiati   . E' chi oggi ha 20'anni e non è mai uscito dall'Italia ad essere strano e arretrato, così come chi non parla inglese. Metà della mia famiglia materna e paterna vive negli USA e in Australia, con loro comunico in italiano e inglese da praticamente una vita. In quanto al dialetto, siete voi a parlarlo, in casa mia mai parlato, anzi, a parte qualche espressione e frase fatta, il dialetto non lo conosco proprio. Ciò non toglie che storicamente la lingua italiana è stata imposta, nella prima Guerra Mondiale le truppe italiane avevano ancora difficoltà a capirsi fra loro. E questo semplice fatto dimostra che la lingua è uno strumento (di comunicazione) più che un mezzo identificativo.


Quanto è stupendo essere te.
Sarà mica che tante persone fanno fatica ad arrivare a fine mese e quindi non hanno tempo e danaro da investire in viaggi e nella loro istruzione o in quella dei loro figli? Sarà che forse il fatto che l'avere tanti parenti all'estero non sia così comune?
Sai che a tutti piace viaggiare vero?

Perdonami se ti rompo spesso le glorie ma mi ricordavo che il tuo inglese fosse "buono"
Kashka ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Mi piacerebbe inviare qualche CV dato che sono laureata in mediazione linguistica e il mio inglese è buono

Tra bilingue e buono ne passa un oceano... (a casa mia)

La lingua non è identificativa? Sei mai stata ad una adunata alpina? Ogni gruppo parla dialetti diversi ma tutti si capiscono, dal furlan al piemuntes, passando dal berghemasch. Prova a far una adunata senza dialetti: impossibile.
Prova a fare una adunata senza italiano: zero differenze.
 




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akphantom ha scritto: [Visualizza Messaggio]
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Più o meno le stesse cose che gringox sotto indica come idiozie ed altre cose che altri utenti hanno indicato.
Ma dato che spesso ho risposto in maniera decisa e sistematica ad alcuni utenti e mi son stancato di leggere risposte stupide, evito di proseguire.

Al massimo ti posso dare il mio vissuto su ciò che intendo nel patriottismo ma certe posizioni oggettive di chi vuole aver ragione dicendo stupidaggini non ho più interesse ad affrontarle


Qual'è il tuo parere per quel che riguarda al patriottismo italiano rispetto a quello ciò che voleva creare Garibaldi durante il Risorgimento? Se l'ho capito bene ti senti come un italiano, preferisci parlare l'italiano, era educato come un italiano. La tesi è stato che Garibaldi ha fatto l'Italia, ma non ha fatto gli italiani. Quindi dopo 150 anni tu sei quello che tentava fare e voleva vedere Garibaldi?


Garibaldi era un soldato; di fare l'Italia non competeva a lui ma ai Regnanti ed ai politici.
Io sono italiano, mi sento italiano e parlo italiano; sono nato a Milano, che reputo la città più importante d'Italia, in una famiglia italianissima (Melzi d'Eryl) di milanesi.
Milano si liberò dal giogo austriaco da sola, prima che l'esercito dei Savoia arrivasse. Milano è la città più italiana che possa esistere.
Io dopo 150 anni dalla liberazione mi sento milanese ma SOPRATUTTO ITALIANO.
Questo è il motivo per il quale sono entrato nel Corpo degli Alpini, 5 anni dopo l'abolizione del servizio di leva obbligatorio, durante i miei anni universitari.
Ho visitato tantissime città ed ho amicizie ovunque, ma non scambierei mai Casa mia con nessun altro posto al mondo.

Sul futuro dell'Italia un vero patriota ci dovrebbe mettere lavoro e la faccia ed è proprio quello che faccio e che farò.
150 anni fa non so cosa avrei fatto ma lasciami immaginare che sarei stato uno di quelli a sventolare il primo Tricolore "W l'Italia" sulla guglia della Madonnina.
 




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Più o meno le stesse cose che gringox sotto indica come idiozie ed altre cose che altri utenti hanno indicato.
Ma dato che spesso ho risposto in maniera decisa e sistematica ad alcuni utenti e mi son stancato di leggere risposte stupide, evito di proseguire.

Al massimo ti posso dare il mio vissuto su ciò che intendo nel patriottismo ma certe posizioni oggettive di chi vuole aver ragione dicendo stupidaggini non ho più interesse ad affrontarle


Qual'è il tuo parere per quel che riguarda al patriottismo italiano rispetto a quello ciò che voleva creare Garibaldi durante il Risorgimento? Se l'ho capito bene ti senti come un italiano, preferisci parlare l'italiano, era educato come un italiano. La tesi è stato che Garibaldi ha fatto l'Italia, ma non ha fatto gli italiani. Quindi dopo 150 anni tu sei quello che tentava fare e voleva vedere Garibaldi?


Garibaldi era un soldato; di fare l'Italia non competeva a lui ma ai Regnanti ed ai politici.
Io sono italiano, mi sento italiano e parlo italiano; sono nato a Milano, che reputo la città più importante d'Italia, in una famiglia italianissima (Melzi d'Eryl) di milanesi.
Milano si liberò dal giogo austriaco da sola, prima che l'esercito dei Savoia arrivasse. Milano è la città più italiana che possa esistere.
Io dopo 150 anni dalla liberazione mi sento milanese ma SOPRATUTTO ITALIANO.
Questo è il motivo per il quale sono entrato nel Corpo degli Alpini, 5 anni dopo l'abolizione del servizio di leva obbligatorio, durante i miei anni universitari.
Ho visitato tantissime città ed ho amicizie ovunque, ma non scambierei mai Casa mia con nessun altro posto al mondo.

Sul futuro dell'Italia un vero patriota ci dovrebbe mettere lavoro e la faccia ed è proprio quello che faccio e che farò.
150 anni fa non so cosa avrei fatto ma lasciami immaginare che sarei stato uno di quelli a sventolare il primo Tricolore "W l'Italia" sulla guglia della Madonnina.


1. dipende dal valore che dai alla parola importante (e non voglio aprire una gara, sennò altro che campanili)
2. masochista        (se poi un giorno ci sarà da andare in guerra però andateci voi patrioti e amanti delle armi e non mandate i poveri cristi come spesso accade       )
 




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Garibaldi era un soldato; di fare l'Italia non competeva a lui ma ai Regnanti ed ai politici.
Io sono italiano, mi sento italiano e parlo italiano; sono nato a Milano, che reputo la città più importante d'Italia, in una famiglia italianissima (Melzi d'Eryl) di milanesi.
Milano si liberò dal giogo austriaco da sola, prima che l'esercito dei Savoia arrivasse. Milano è la città più italiana che possa esistere.
Io dopo 150 anni dalla liberazione mi sento milanese ma SOPRATUTTO ITALIANO.
Questo è il motivo per il quale sono entrato nel Corpo degli Alpini, 5 anni dopo l'abolizione del servizio di leva obbligatorio, durante i miei anni universitari.
Ho visitato tantissime città ed ho amicizie ovunque, ma non scambierei mai Casa mia con nessun altro posto al mondo.

Sul futuro dell'Italia un vero patriota ci dovrebbe mettere lavoro e la faccia ed è proprio quello che faccio e che farò.
150 anni fa non so cosa avrei fatto ma lasciami immaginare che sarei stato uno di quelli a sventolare il primo Tricolore "W l'Italia" sulla guglia della Madonnina.


1. dipende dal valore che dai alla parola importante (e non voglio aprire una gara, sennò altro che campanili)
2. masochista        (se poi un giorno ci sarà da andare in guerra però andateci voi patrioti e amanti delle armi e non mandate i poveri cristi come spesso accade       )

Non ho detto più bella, storica o che.
Milano è il centro economico d'Italia e non è che ci sia molto da fare...
Se pensi agli States sai benissimo quale sia la loro città più importante, no?

Chi ti ha detto ch'io ami le armi? Saperle usare non vuol dire volerle usare. Certe considerazioni non farle a caso senza accendere il cervello.
Se un giorno, poi, ci sarà una guerra cui parteciperà uno stato come l'Italia, beh, addio umanità.
 




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Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Garibaldi era un soldato; di fare l'Italia non competeva a lui ma ai Regnanti ed ai politici.
Io sono italiano, mi sento italiano e parlo italiano; sono nato a Milano, che reputo la città più importante d'Italia, in una famiglia italianissima (Melzi d'Eryl) di milanesi.
Milano si liberò dal giogo austriaco da sola, prima che l'esercito dei Savoia arrivasse. Milano è la città più italiana che possa esistere.
Io dopo 150 anni dalla liberazione mi sento milanese ma SOPRATUTTO ITALIANO.
Questo è il motivo per il quale sono entrato nel Corpo degli Alpini, 5 anni dopo l'abolizione del servizio di leva obbligatorio, durante i miei anni universitari.
Ho visitato tantissime città ed ho amicizie ovunque, ma non scambierei mai Casa mia con nessun altro posto al mondo.

Sul futuro dell'Italia un vero patriota ci dovrebbe mettere lavoro e la faccia ed è proprio quello che faccio e che farò.
150 anni fa non so cosa avrei fatto ma lasciami immaginare che sarei stato uno di quelli a sventolare il primo Tricolore "W l'Italia" sulla guglia della Madonnina.


Bravo Matt! Quindi fai parte di quelli pilastri che sopportano l'Italia.

Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Questo è il motivo per il quale sono entrato nel Corpo degli Alpini, 5 anni dopo l'abolizione del servizio di leva obbligatorio, durante i miei anni universitari.


Per questo gradisci i miei rispetti

Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Ho visitato tantissime città ed ho amicizie ovunque, ma non scambierei mai Casa mia con nessun altro posto al mondo.


Bravo! Ma chi ha detto che voi italiani avete un concetto della patria diverso dal nostro? Non tutti di voi!!
 



 
Ultima modifica di akphantom il 19 Mag 2016, 5:16, modificato 2 volte in totale 
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Matt ha scritto: [Visualizza Messaggio]
assodipicche ha scritto: [Visualizza Messaggio]
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Garibaldi era un soldato; di fare l'Italia non competeva a lui ma ai Regnanti ed ai politici.
Io sono italiano, mi sento italiano e parlo italiano; sono nato a Milano, che reputo la città più importante d'Italia, in una famiglia italianissima (Melzi d'Eryl) di milanesi.
Milano si liberò dal giogo austriaco da sola, prima che l'esercito dei Savoia arrivasse. Milano è la città più italiana che possa esistere.
Io dopo 150 anni dalla liberazione mi sento milanese ma SOPRATUTTO ITALIANO.
Questo è il motivo per il quale sono entrato nel Corpo degli Alpini, 5 anni dopo l'abolizione del servizio di leva obbligatorio, durante i miei anni universitari.
Ho visitato tantissime città ed ho amicizie ovunque, ma non scambierei mai Casa mia con nessun altro posto al mondo.

Sul futuro dell'Italia un vero patriota ci dovrebbe mettere lavoro e la faccia ed è proprio quello che faccio e che farò.
150 anni fa non so cosa avrei fatto ma lasciami immaginare che sarei stato uno di quelli a sventolare il primo Tricolore "W l'Italia" sulla guglia della Madonnina.


1. dipende dal valore che dai alla parola importante (e non voglio aprire una gara, sennò altro che campanili)
2. masochista        (se poi un giorno ci sarà da andare in guerra però andateci voi patrioti e amanti delle armi e non mandate i poveri cristi come spesso accade       )

Non ho detto più bella, storica o che.
Milano è il centro economico d'Italia e non è che ci sia molto da fare...
Se pensi agli States sai benissimo quale sia la loro città più importante, no?

Chi ti ha detto ch'io ami le armi? Saperle usare non vuol dire volerle usare. Certe considerazioni non farle a caso senza accendere il cervello.
Se un giorno, poi, ci sarà una guerra cui parteciperà uno stato come l'Italia, beh, addio umanità.


sei precisino (anche se per arrivare ai livelli di Abak ne devi fare di strada) e infatti:
1. come vedi hai specificato "la più economicamente importante" e allora hai certamente ragione; dire "la più importante" e basta era quantomeno generico.
2. l hai detto te che hai fatto l'alpino quando il servizio di leva non era più obbligatorio; quindi hai scelto te di voler imparare ad usare le armi, evidentemente ti interessava farlo.
ps :relativamente ad accendere il cervello: il mio è sempre ben acceso, non preoccuparti.
(e se avessi scritto io ad un utente quello che te hai scritto te a me, beh.. apriti cielo)
 




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Più o meno le stesse cose che gringox sotto indica come idiozie ed altre cose che altri utenti hanno indicato.
Ma dato che spesso ho risposto in maniera decisa e sistematica ad alcuni utenti e mi son stancato di leggere risposte stupide, evito di proseguire.

Al massimo ti posso dare il mio vissuto su ciò che intendo nel patriottismo ma certe posizioni oggettive di chi vuole aver ragione dicendo stupidaggini non ho più interesse ad affrontarle


Qual'è il tuo parere per quel che riguarda al patriottismo italiano rispetto a quello ciò che voleva creare Garibaldi durante il Risorgimento? Se l'ho capito bene ti senti come un italiano, preferisci parlare l'italiano, era educato come un italiano. La tesi è stato che Garibaldi ha fatto l'Italia, ma non ha fatto gli italiani. Quindi dopo 150 anni tu sei quello che tentava fare e voleva vedere Garibaldi?


Garibaldi era un soldato; di fare l'Italia non competeva a lui ma ai Regnanti ed ai politici.
Io sono italiano, mi sento italiano e parlo italiano; sono nato a Milano, che reputo la città più importante d'Italia, in una famiglia italianissima (Melzi d'Eryl) di milanesi.
Milano si liberò dal giogo austriaco da sola, prima che l'esercito dei Savoia arrivasse. Milano è la città più italiana che possa esistere.
Io dopo 150 anni dalla liberazione mi sento milanese ma SOPRATUTTO ITALIANO.
Questo è il motivo per il quale sono entrato nel Corpo degli Alpini, 5 anni dopo l'abolizione del servizio di leva obbligatorio, durante i miei anni universitari.
Ho visitato tantissime città ed ho amicizie ovunque, ma non scambierei mai Casa mia con nessun altro posto al mondo.

Sul futuro dell'Italia un vero patriota ci dovrebbe mettere lavoro e la faccia ed è proprio quello che faccio e che farò.
150 anni fa non so cosa avrei fatto ma lasciami immaginare che sarei stato uno di quelli a sventolare il primo Tricolore "W l'Italia" sulla guglia della Madonnina.


da italiano e da milanese posso dire soltanto, chapeau Matt  
 



 
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