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Messaggio Dieci Secoli Della Letteratura Russa → Le Opere Dei Torbidi. La Fede E L'amore 
 
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Dieci secoli della letteratura russa.

Un programma di Aurelio Montingelli e Anna Gromova per conoscere il passato e meglio comprendere il presente.  

 Dal Regno di Moscovia all'Impero Russo.  

 Le opere dei Torbidi. La fede e l'amore.  

 

Gli anni dei Torbidi ispirarono opere pregevoli per la forza della testimonianza storica e vigore letterario, che pero' di regola vennero alla luce non pochi decenni dopo gli avvenimenti narrati.

  "La narrazione  di Avraam Palizin sull'assedio del Monastero della Trinita' di San Sergio"  invece vide la luce due  anni dopo gli avvenimenti, per cui data la mole dell'opera che si distende per 72 capitoli, e' probabile che l'autore vi abbia incominciato a lavorare quasi subito. " Quasi " perche' egli indugio' alquanto come ci dice nelle prime righe. Leggiamo:

" Conscio della pochezza del mio intelletto e della rozzezza della mia lingua, per lunga pezza rinviai di narrare per iscritto la grande e gloriosa grazia di Dio...l'intercessione miracolosa della Madre di Dio....secondo la promessa data al Venerabile Igumeno Sergio il Taumaturgo, di  liberarci da tanta moltitudine di guerrieri con  la forza della preghiera di Sergio e del suo discepolo  Nikon...Ma essendo ormai in  eta' tarda ho avvertito la necessita' di scrivere quanto sentii raccontare dei miracoli accaduti e quanto ebbi modo di vedere con gli occhi miei... "

"Io non mi trovavo al monastero durante l'assedio stretto da uomini di Polonia e di Lituania e da traditori russi in quanto risiedevo nella capitale del regno, a Mosca, per volonta' del Principe regnante, nell'abitazione del taumaturgo, nella Corte della Trinita' del Monastero dell'Epifania. E benche' lontano fossi per la distanza  sentii sempre la vicinanza e le cure del nostro padre Sergio...E vidi io stesso miracoli molteplici... "    

Ma chi era Avraam Palizin? Al Monastero di San Sergio svolgeva le mansioni di kelar, di  economo, secondo la terminologia moderna. Eppure, nella gerachia, era secondo soltanto all'archimandrita, anche perche' il Monastero di San Sergio rappresentava allora una impresa economica di imponenti dimensioni che si estendeva su decine di paesi e villaggi, di ben 45 mila anime.

Nei sotterranei del Monastero erano celate immense ricchezze. Da cui Avraam Palizin, in concordia con l'archimandrita Jasaf, dovette attingere piu di una volta per dare qualche boccata d'ossigeno all'indebitato zar Vassili Sciiuiskii.

Economo, ma anche fine diplomatico, scrittore erudito che pur nella fedelta' alle tradizioni degli annalisti, arriva a dare veste poetica ad alcune delle imprese degli assediati, inserendo nella narrazione i primi distici della letteratura russa.

Gli appunti ad una presunta rozzezza della lingua, devono essere considerati un tradizionale tributo ad una modestia alquanto di facciata...Ma torniamo alla "Narrazione" per leggere due brani. I capi polacchi sono costretti a levare l'assedio.    

Leggiamo  " Il 12 gennaio il getman Sapega e Lisovskii con  tutti i loro uomini  polacchi e lituani e con  i traditori russi, si dettero alla fuga puntando su Dmitrov. Da nessuno inseguiti oltre che dalla mano di Dio. Era tanto il terrore che correvano senza che gli uni aspettassero gli altri abbandonando sul terreno tutti i loro beni. Non  roba scadente, ma oggetti d'oro e di argento, vestimenta di pregio e cavalli.

" Altri incapaci di correre, tornavano indietro e dopo aver vagato nei boschi bussavano alle porte del nostro monastero per chiedere misericordia per le loro anime raccontando di aver visto due grandi reggimenti che li avevano inseguiti fino a Dmitrov..."                  

Arrivano a Mosca i delegati delle province piu' lontane, delle congregazioni  e dei gruppi sociali per eleggere in  Assemblea generale il  nuovo zar. E Avraam Palizin, al quale non  era estranea la vanita' scrive che prima di tutto vanno a consigliarsi da lui. Leggiamo:  "Al mattino, metropoliti, arcivescovi e vescovi, tutta l'Assemblea benedetta e i boiardi,i capi militari e tutto il regale Sinclito eleggono a Zar di tutto il Regno di Mosca il pio e nobile Mikhail Fedorovic... e a dare annuncio del decreto vengono inviati in Piazza Rossa ... (come araldi).... l'arcivescovo di Rjazan Feodorit, Avraam della Trinita' di San Sergio, l'archimandrita Josif e il boiardo Vassili Petrovic Morozov...

A Zar di Mosca e di tutte le Russie viene eletto Mikhail Fedorovic Romanov, il fondatore della dinastia che avrebbe retto le sorti di un paese che nel corso di tre secoli si sarebbe trasformato nel piu' grande impero della terra.Si chiude cosi' uno dei periodi piu' tragici della storia russa.

Le conseguenze dei Torbidi si sarebbero fatte sentire ancora a lungo. Secondo alcuni storici, un decennio di Torbidi avrebbe rigettato indietro di cento anni  l'economia della Russia.  

Milioni di ettari erano stati abbandonati dai contadini. Per anni e anni la Russia e Mosca avrebbero affrontato la carestia e la fame.

Di quell'epoca a Mosca sono rimaste poche testimonianze, come la prima casa dei Romanov in pietra bianca.Ma ancora un'altra, nel nome di  una bellissima strada che dal Cremlino porta alla Moscova che essa costeggia.

Via Ostozhenka, dal russo  " stog " ( covone ) in memoria di quegli anni quando  gli abitanti del quartiere Arbat, dove erano infuriati i combattimenti per liberare il Cremlino dallo straniero, aprirono i primi orti di guerra, coltivando a grano quella sponda del fiume.                                                              

Ma nell'aria si avvertiva che nella storia della Russia vi era stata una sterzata verso il nuovo.E quella ventata di novita' si fa sentire in modo fortissimo in un racconto che incomincio' a circolare sulla fine del XVII secolo, quasi come un samizdat sovietico.

E' giunto fino a noi come "La Storia di Frol Skobeev, nobile russo di Novgorod e di Annuccia, la figlia del sindaco Nardin Nasciokin"

E' opera picaresca dai risvolti boccaceschi e narra le avventure di un giovanotto, che  potendo accoppiare alle nobili origini soltanto un incerto avvenire decise di andare a nozze con la figlia del sindaco, circuendo ad uno ad uno tutta la famiglia, facendosi accettare come genero di rispetto, nonostante una "fuitina" ante litteram.

Una  opera scandalosa che sovvertiva tutti i principi della morale corrente, senza nemmeno la condanna che di prammatica si abbatteva sui malfattori.

Leggiamo un  piccolo brano a conclusione del racconto.

Ma con un brevissimo riassunto degli antefatti. Frol compra la complicita' della nutrice di Annuccia e abusa dell'ingenuita' della sorellina per indossane le vesti.

Partecipa ad una festicciola di ragazze in attesa che la nutrice proponga di giocare alla cerimonia degli sponsali.          

Leggiamo:

“E la nutrice annuncio' il gioco. Tu signorina Annuccia farai la sposa - disse - e poi indicando col dito Frol Skobeev aggiunse " Mentre questa signorina fara' lo sposo." Poi tutti in  coro li accompagnarono sul talamo, come si usa fare alle nozze.”

La nutrice raccomando' alle ragazze di continuare a cantare a gola spiegata i canti della tradizione per soffocare il grido che dalla camera da letto si sarebbe senz'altro levato."              

La Russia stava cambiando.

Una rivoluzione affidata all'ultimo nipote del primo Romanov stava per irrompere sulla scena.

Piu' tardi da uno sperduto villaggio del nord sarebbe arrivato a Mosca un giovane che avrebbe portato la luce della rivoluzione petrina nella scienza, nell'arte e nella letteratura.  


http://italian.ruvr.ru/radio_broadcast/6455535/59935285.html

Nella pagina linkata e' disponibile il contributo audio.
 




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