13 dicembre 2012
Elena Zucco, Russia Oggi

In "Siberiana", Luciana Castellina rivive il viaggio compiuto insieme ad altri nove italiani, da Mosca alla Siberia, sulla linea ferroviaria più lunga del mondo.


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La copertina del libro



Dieci giornalisti e scrittori italiani, la Transiberiana, un lungo viaggio da Mosca fino al Mare del Giappone, tante città da visitare, persone da incontrare e storie da raccontare: sono questi gli ingredienti salienti di “Siberiana” (edito da Nottetempo) della giornalista e militante politica Luciana Castellina.



Un racconto della Russia di oggi attraverso gli occhi di chi l'ha vista e conosciuta anni fa e la rivede cambiata eppure in fondo sempre un po' uguale. “Poiché l'Urss era tanto russa, la Russia assomiglia ancora tanto all'Urss”, recita l'incipit del romanzo. E in effetti la Mosca e la Rusisa che Luciana Castellina ritrova nel 2011 dopo tanti anni di lontananza è diversa ma non troppo.



Nel 2011 la giornalista e militante politica si trovava a Mosca per la Fiera del libro, insieme a una delegazione composta da poeti, giornalisti e scrittori italiani che vengono invitati a partecipare a una singolare spedizione: la “Transiberiana Italia-Russia” (sponsorizzata dalle Ferrovie Federali Russe e da Banca Intesa). Ed è questa esperienza che la giornalista racconta in “Siberiana”. Un lungo viaggio che da Mosca porta questo gruppo di dieci italiani a conoscere, tra le altre cose, città russe a loro prima sconosciute (Kazan, Nizhny Novgorod, Tomsk, Ekaterinburg), a incontrare e discutere con scrittori contemporanei del calibro di Zakhar Prilepin, a conoscere giovani russi incuriositi da questi turisti occidentali.



Il viaggio inizia con il racconto di una convivenza tra dieci persone che prima di allora non si conoscevano che per nome e che si ritrovano insieme “un po' intimiditi dall'improvvisa familiarità che la condivisione delle cabine impone”, che ben presto però finiscono per trovare nel treno “una dimensione domestica, anzi casereccia” e lo spazio di chiacchiere e allegre serate.



Alla descrizione del presente si contrappongono i ricordi personali, descrizioni paesaggistiche, episodi storici, fotografie e non solo. Alla fine del viaggio il cerchio si chiude nuovamente là dove era iniziato, a Mosca. Luciana Castellina ammette di sentirsi “melanconica. Non per come è finito il comunismo sovietico (…). È per via dell'estraneità che provo per questa città, così diversa da quella che avevo conosciuto”.



E quando i dieci dell'“allegra brigata” italiana devono infine dividersi è sorprendente scoprire come questa avventura li abbia legati, uniti nel “mal di Russia che, come si sa, consiste in una letteratura speciale, in un paesaggio speciale, in distanze speciali, in latitudini impensabili. Ma anche nel rovello che ti lascia una società che, per la storia così incredibilmente diversa da quella di ogni altra, è tanto difficile da capire. E infatti, poi, non si smette di cercare”.



“Siberiana” non è un semplice diario di viaggio, è un reportage, un'indagine storica, umana e culturale intensa e profonda che immerge e incanta il lettore per la sua varietà. È il racconto della Russia di oggi e di ieri vista attraverso gli occhi acuti e immediati di una grande scrittrice.


http://russiaoggi.it/articles/2012/...ente_19415.html