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Il Marito di trè Mogli (Angelo Maria Ricci)


Un certo peccator lasciò sua moglie
Per menarne altre due (scandalo grave!)
Che inorridir di sì profane voglie
Fè il mondo tutto, e le donzelle, e le ave,
Che ne formar leggende sì famose
Per istruire e spaventar le spose.

Ma il giusto Prence il caso udìto appena
Ad esempio de’ posteri mariti
Volle che s’inventasse or nuova pena;
E se i giudici in ciò fosser più miti,
Intorno al tavolon de’ tribunali
Appiccati farian da commensali.

Per lungo tempo i giudici prudenti
Tacquero escogitando alto supplizio;
Alfin tremendo trà le accolte genti
Pronunciaro indigesti il gran giudizio,
Che all’impudico mancator di fè
Si rendesser le mogli tutte trè.

Non poco il vulgo mormorando, ardeo
D’ira pietosa, e di stupor si scosse:
Ma un dì pentito e disperato il Reo
Dinnanzi a la magion propria appiccosse;
E col suo tristo memorando scempio
Seguì la legge, e suggellò l’esempio

A. M. Ricci


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