Il Cavaliere Sulle Rive Della Neva
l “Cavaliere di bronzo”, questo è il nome che è saldamente fissato al monumento per l’imperatore Pietro I, fondatore di San Pietroburgo. Precisamente 230 anni fa, il 7 agosto 1782, si è celebrata l’inaugurazione solenne di questo monumento equestre, che è divenuto uno dei simboli artistici della capitale del nord della Russia.
Di fatto, benchè in russo venga definito “mednij”, cioè di rame, il monumento è di bronzo. Ma qui entra in gioco il potere dell’arte: nel 1833 il grande poeta russo Aleksandr Puškin, nel suo poema lo ha ribattezzato “Cavaliere di rame”, un nome che si è saldamente legato alla statua…
E’ stata Caterina II a voler la creazione e l’installazione del monumento, la quale ha persino sacrificato in favore del monumento un punto centrale della città, la piazza del Senato che si trova lungo le rive della Neva, il luogo è stato assegnato al monumento. L’imperatrice pensò per molto tempo a quale scultore affidare il grande compito, e alla fine, sotto suggerimento del filosofo francese Denis Diderot, si decise per Étienne Falconet. “Prima di dedicarsi al lavoro lo scultore studiò una grande quantità di documenti storici sulla Russia e su Pietro I”, come sottolinea il noto regista russo Andrej Končalovskij, che si è dedicato allo studio della biografia di Falconet:
In generale, per qualunque europeo Pietro era una figura misteriosa. Falconet voleva cogliere l’anima di Pietro I, l’essenza del suo carattere– asserisce con decisione il regista – Il monumento è una creazione straordinaria. Di norma le sculture e i ritratti di zar ed imperatori si accompagnano con i simboli del potere: lo scettro, la corona. In questo caso c’è anche l’uomo e l’eroe. La figura atletica cavalca un cavallo al galoppo, uomo e cavallo sono posti su un piedistallo di granito che trasportarono dalle rive della penisola finnica per quasi un anno…Falconet lavorò su un modello. Dato che allora non esistevano le foto e non poteva riprodurre un cavallo mentre si impennava per suo ordine un ufficiale salì su un’impalcatura e rizzò il suo cavallo sulle due zampe posteriori, un’operazione che dovette ripetere più e più volte finchè lo scultore colse il movimento del cavallo e l’anatomia dell’uomo in groppa al destriero mentre si impenna.
Per la creazione del monumento Falconet lavorò per ben dodici anni! La statua fu sotto lo sguardo del pubblico esattamente nell’anno in cui si celebrava il centenario della salita al trono di Pietro I. L’enorme cavaliere sulla pietra si innalza sulle rive della Neva di oltre dieci metri. Da quel giorno è rimasto nel medesimo luogo dove venne collocato 230 anni fa, è sopravvissuto alla rivoluzione del 1917 e al cambio di nome della città in Leningrado, per poi tornare allo storico San Pietroburgo, e molto altro…Sul basamento si legge la scritta: “A Pietro I, Caterina II”.
Un fatto noto è che il “Cavaliere di bronzo” volge la mano in direzione della Svezia e a Stoccolma c’è un il monumento di Carlo XII che volge la mano in direzione della Russia. I due stati erano nemici irriducibili che combatterono accanitamente e per molto tempo. Nelle sue battaglie contro Carlo, Pietro è riuscito ad ottenere ciò che voleva: la Russia ottenne il suo sbocco sul mar Baltico. Ci sono poi fatti meno noti: dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando liberarono il monumento dalla sarcofago ligneo che lo copriva dalle bombe naziste, un cittadino disegnò sul petto di Pietro I una medaglia “per la liberazione di Leningrado”, per molto tempo non la cancellarono…Negli anni ’60 decisero di fare del “Cavaliere di bronzo” il simbolo dello studio cinematografico “Lenfil’m”. Lo ricorda Dmitrij Svetozarov, regista pietroburghese, nella sua intervista con “La Voce della Russia”:
La “Lenfil’m” scelse questo monumento come suo simbolo e venne ricreato alla perfezione dalla grande artista Marina Bologovskij. Ero ancora piccolo ma ricordo che Marina entrò in casa nostra per incontrare mio padre Iosif Chejfitc, un autore classico del cinema sovietico e fra coloro che fondarono lo studio “Lenfil’m”, e discussero con sentimento del logo, dello studio, del monumento e della nostra grande città.
Il logo per lo studio “Lenfil’m” ricevette piena approvazione nel 1965 ed ora è noto a tutti: il “Cavaliere di bronzo” sotto le luci dei riflettori. Il “Cavaliere di bronzo” è al contempo un emblema ed un simbolo, ma per i pietroburghesi, e si tratta di molti cittadini, è anche qualcosa di personale. “Se qualche conoscente viene per la priva volta nella nostra città lo porto immediatamente a vedere questo monumento”, dice nell’intervista con “La Voce della Russia” la popolare cantante Ljudmila Senčina:
Per me il “Cavaliere di bronzo” rappresenta il posto in cui sono nata. Qual è la cosa più importante in una casa? Il focolare caldo. E’ così che percepisco questo monumento e la piazza circostante. E’ il focolare della nostra città.
Per ironia della sorte Étienne Falconet non vide mai il suo monumento. Fu obbligato ad abbandonare la Russia prima della sua inaugurazione in quanto ebbe dei problemi con la burocrazia locale. Non venne invitato alla cerimonia per l’inaugurazione del monumento, Caterina II però gli inviò a Parigi una medaglia d’oro con la siluette del “Cavaliere di bronzo”. Quando gli consegnarono la medaglia Falconet pianse e comprese che aveva fatto l’opera più importante di tutta la sua vita.
http://italian.ruvr.ru/2012_08_06/84194932/
Sagrado (GO)
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