Nella società del consumo tutto ha un prezzo, anche gli stati. Secondo i dati dell’agenzia britannica Brand Finance, la Russia, come marchio commerciale, costa oltre mille miliardi di dollari.
In paragone agli anni scorsi si tratta di una crescita notevole, ma si è ancora molto distanti ai primi cinque stati di maggior valore, fra cui troviamo USA, Cina e Germania. Comunque sia, rispetto al 2010 il marchio “Russia” è cresciuto del 30%. Ma come è stato calcolato questo balzo nella crescita? “Il valore di uno stato come fosse un brand si compone di alcuni elementi come l’attrattiva del paese come meta turistica o di investimento, la dinamica di crescita del PIL ed altro ancora. E’ inoltre la somma di tutti gli altri brand che vengono associati con la Russia, in primo luogo quelli sportivi”, come ha raccontato a “La Voce della Russia” Irina Zelenkova, vice direttore generale dell’agenzia pubblicitaria e di PR “FinEkspertiza”, prosegue poi affermando:
Perché loro (gli sportivi) senza ombra di dubbio rappresentato il paese. Si tratta di qualunque tipo di squadra, a cominciare da quelle di calcio. Anche i nostri traguardi delle ultime Olimpiadi vanno a sommarsi al brand “Russia”. Come pure gioca a nostro favore il rafforzamento dei grandi business russi presenti nell’arena internazionale. In generale il destino del marchio di un qualunque stato dipende dall’andamento della situazione mondiale, sia a livello economico che politico.
Per prevedere se il marchio “Russia” crescerà ancora è necessario tener bene a mente in che modo si svilupperà il mondo. Dipende da fattori come la possibilità che la crisi economica europea leda al nostro paese, da cosa accadrà nella scena politica o da come si svilupperanno le relazioni con gli altri stati.
Ancora una domanda per Irina Zekenkova: è normale che un paese venga inteso come una marca? Una cosa sono calze e shampoo, un’altra un enorme stato con secoli di storia alle spalle:
Ora, senza volerlo, farò la giocoliera con gli shampoo. In un modo o nell’altro la società moderna è la società dei consumi. Non solo materialmente ma anche su un piano culturalmente complesso e a livello psicologico. Viene logico agire secondo quell’apparato concettuale che è in corrispondenza con lo stile e il sistema di norme nel quale viviamo. Dicendo noi sottintendo non solo i cittadini russi ma tutti in generale, incluse le tendenze globali. Tutti gli stati sviluppati o in via di sviluppo sono sottomessi alla logica del consumo. Da questo ne deriva un marketing totale, che viene proiettato anche sugli stati.
Evidentemente però la logica del consumo non ha ancora occupato definitivamente il territorio russo in quanto la Russia non è entrata nel numero degli stati-brand con la crescita più rapida. Secondo il noto politologo Pavel Svjatenkov non c’è di che stupirsi:
La Russia, che possiede molti meno giganti industriali le cui marche sono molto care, non può competere, in questa lista, con grandi paesi sviluppati come gli Stati Uniti o altri colossi dello sviluppo mondiale quali la Cina. Per questo la partecipazione della Russia in questo tipo di rating non le dà nulla. Per migliorare la situazione non serve combattere sul costo dei nostri brand ma accrescere il valore della marchio “Russia”, bisogna lottare perché vengano creati nel paese dei grandi giganti industriali o vengano avviate alcune significative produzioni in grado di concorrere nel mercato mondiale.
Questi rating non sono di alcuna particolare utilità, e nemmeno sono dannosi. Per alcuni è un pretesto per sentirsi gratificati, per altri un possibile stimolo alla crescita. Le persone comuni possono, per curiosità, rinfrescare la geografia scoprendo qualche cosa di nuovo o organizzando un percorso turistico originale.
http://italian.ruvr.ru/2012_08_30/86677766/












Sagrado (GO)

