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News - MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE



Anonymous [ 08 Dicembre 2007, 13:49 ]
Oggetto: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE


Per prima cosa il mio cordoglio va alle famiglie delle vittime dell' acciaieria ThyssenKrupp di Torino e di tutte quelle che hanno perso i propi cari durante il lavoro.

ROMA - "Quella dei morti sul lavoro è una vera emergenza nazionale". Lo afferma il presidente del Consiglio Romano Prodi in una nota diffusa a Lisbona, dove il premier si trova per il vertice Ue-Africa. Intanto arrivano le prime iscrizioni nel registro degli indagati nei confronti della ThyssenKrupp, l'acciaieria dove nella notte tra mercoledì e giovedì sette operai sono stati trasformati in torce umane. Quattro di loro sono morti. Le condizioni degli altri tre rimangono molto gravi. Sulla vicenda viene mantenuto uno stretto riserbo al Palazzo di Giustizia di Torino. Secondo indiscrezioni, tuttavia, nell'iscrizione vengono contestate le ipotesi di accusa di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Al momento non è chiaro quante persone siano state indagate, ma secondo voci non confermate potrebbe essere due o tre.

L'inchiesta è condotta dai pm Laura Longo e Francesca Traverso e coordinata dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Anche oggi sono in atto accertamenti per chiarire con precisione quale sia stata la causa che ha fatto scoppiare l'incendio alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove è avvenuta la tragedia. La Procura ha sequestrato una sorta di scatola nera che riguarda l'apparecchiatura. Gli inquirenti si aspettano da questo materiale di avere indicazioni più precise su quello che è accaduto. Nel frattempo la Procura ha incaricato l'Asl di fare ogni accertamento sulla sicurezza dello stabilimento anche in proiezione futura. Ieri, intanto, sono iniziati i primi controlli sugli oltre 300 estintori esistenti nello stabilimento. Trenta di essi sono stati portati nella sede dei vigili del fuoco dove verranno analizzati nel dettaglio perché contengono materiale liquido e gassoso. Agli altri è stata applicata una procedura che ne permette l'uso ma non la modifica in attesa degli accertamenti della magistratura. Al momento dell'incidente alcuni operai hanno denunciato che 3 estintori su 5 non funzionavano. Obiettivo degli inquirenti è capire che uso ne venisse fatto da parte dell'azienda e degli operai. Pare infatti che alle volte, nei piccoli interventi, gli estintori fossero usati per metà e poi non più ricaricati. Una prassi, quest'ultima, che li rendeva inutilizzabili perché il materiale all'interno diventava scadente sul fronte della sicurezza.

QUATTRO I MORTI DELL'ACCIAIERIA MALEDETTA Dopo Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e tre figli piccoli, il più vicino alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove si è sviluppato l'incendio è morto Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all'ospedale Molinette, mentre al San Giovanni Bosco, Angelo Laurino, 43 anni, é stato stroncato da un'insufficienza multiorgano.

Entrambi avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo. Ieri sera al Cto di Torino, è morto anche Bruno Santino, l'operaio, che aveva 26 anni, ed era stato trasferito in giornata dall'ospedale Maria Vittoria al centro grandi ustionati del Cto. A pregare tutto il giorno perché si salvasse il fratello Luigi, pure lui operaio alla Thyssenkrupp (ma non era di turno mercoledì notte). Il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli come prevede la legge: "Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l'altro l'impresa". Scola, viveva a Torino, era sposato aveva due figli molto piccoli (uno di 17 mesi e l'altro di quasi tre anni).Quando è arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all'idea di non rivedere più i suoi bimbi. Laurino, anche lui abitante a Torino, aveva due figli, Fabrizio di 12 anni e Noemi di 14. Con l'aggravarsi della tragedia aumenta anche la richiesta di trovare i responsabili della tragedia: "Grazie per quello che state facendo per mio marito, tutti si danno da fare moltissimo qui in ospedale, ma io chiedo anche giustizia dalla magistratura", ha detto la moglie di Laurino al ministro Livia Turco un paio d'ore prima di avere la drammatica notizia della morte di Angelo. E la Turco ha risposto: "Noi ci siamo qui, ma anche la magistratura farà il suo dovere". Rabbia e dolore anche tra i familiari di Scola: "Da quando aveva capito che le acciaierie sarebbero state chiuse - ha detto la mamma, Marisa Pisano - Roberto stava valutando altre offerte di lavoro. Però alla Thyssenkrupp si trovava bene e gli sarebbe dispiaciuto andarsene".

Rimane appeso a un filo il destino degli altri tre feriti gravissimi, di cui tre ricoverati a Torino ed uno a Genova. All'ospedale Maria Vittoria lotta tra la vita e la morte Giuseppe De Masi, 26 anni, che vive a Torino con i genitori ed ha una madre infermiera; mentre alle Molinette è ricoverato Rocco Marzo, di 54, sposato a padre di due figli. A fine mese sarebbe dovuto andare in pensione. Tutti hanno ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 90% del corpo. Viene tenuto in coma farmacologico, all'ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodinò, 26 anni. Le prime autopsie sulle vittime saranno eseguite lunedì e martedì prossimo.

Nel frattempo proseguono gli accertamenti in fabbrica per capire con precisione il punto in cui si è verificata la tragedia, la causa dell'incendio e se tutte le norme per la sicurezza sono state rispettate. Per questo motivo la Procura ha controllato tutti gli estintori dello stabilimento dopo la denuncia di alcuni operai, che hanno detto che alcuni non funzionavano. Altro aspetto da chiarire è l'operato della squadra antincendio e la sua formazione. Pare infatti che gli operai avessero la prassi di sbrigarsela da soli quando capitavano piccoli inconvenienti. Non è chiaro se la notte dell'incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente che, come emergerebbe dalle prime indiscrezioni, era in un altro reparto.


Anonymous [ 08 Dicembre 2007, 13:58 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Strage Torino, ci sono i primi indagati


Le prime indiscrezioni parlano di avvisi di garanzia in arrivo per omicidio, lesioni e disastro colposi

TORINO
Prime iscrizioni nel registro degli indagati nei confronti della ThyssenKrupp, l’acciaieria dove nella notte tra mercoledì e giovedì sette operai sono stati trasformati in torce umane. Quattro di loro sono morti. Le condizioni degli altri tre rimangono molto gravi. Sulla vicenda viene mantenuto uno stretto riserbo al Palazzo di Giustizia di Torino. Secondo indiscrezioni, tuttavia, nell’iscrizione vengono contestate le ipotesi di accusa di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Al momento non è chiaro quante persone siano state indagate, ma secondo voci non confermate potrebbe essere due o tre.
L’inchiesta è condotta dai pm Laura Longo e Francesca Traverso e coordinata dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. Anche oggi sono in atto accertamenti per chiarire con precisione quale sia stata la causa che ha fatto scoppiare l’incendio alla linea 5 dell’impianto di trattamento termico dove è avvenuta la tragedia. La Procura ha sequestrato una sorta di scatola nera che riguarda l’apparecchiatura. Gli inquirenti si aspettano da questo materiale di avere indicazioni più precise su quello che è accaduto. Nel frattempo la Procura ha incaricato l’Asl di fare ogni accertamento sulla sicurezza dello stabilimento anche in proiezione futura.
Ieri, intanto, sono iniziati i primi controlli sugli oltre 300 estintori esistenti nello stabilimento. Trenta di essi sono stati portati nella sede dei vigili del fuoco dove verranno analizzati nel dettaglio perchè contengono materiale liquido e gassoso. Agli altri è stata applicata una procedura che ne permette l’uso ma non la modifica in attesa degli accertamenti della magistratura. Al momento dell’incidente alcuni operai hanno denunciato che 3 estintori su 5 non funzionavano. Obiettivo degli inquirenti è capire che uso ne venisse fatto da parte dell’azienda e degli operai. Pare infatti che alle volte, nei piccoli interventi, gli estintori fossero usati per metà e poi non più ricaricati. Una prassi, quest’ultima, che li rendeva inutilizzabili perchè il materiale all’interno diventava scadente sul fronte della sicurezza.

Acciaieria, facevano turni di 16 ore


Le vittime per il fuoco alla ThyssenKrupp sono diventate quattro: bilancio sempre più inaccettabile. Ieri mattina è morto Roberto Scola, 33 anni e due figli piccoli. Nel pomeriggio non ce l’hano fatta neppure Bruno Santino, 26 anni, e Angelo Laurino, 43 (due figli anche lui). Gli altri tre feriti sono gravissimi. La parola, ora, tocca ia magistrati: la società è finita nel registro degli indagati ed è possibile, se le voci raccolte in procura saranno confermate dagli accertamenti, che i manager di primo livello della multinazionale tedesca siano chiamati a rispondere di accuse gravissime.
Raccontano i testimoni: «Alla acciaieria in smobilitazione si lavorava sino a sedici ore consecutive». E ancora: «La manutenzione vera e l’attenzione alla sicurezza è cessata con la decisione di chiudere lo stabilimento torinese». Peccato che ad ottobre fossero state dirottate da Terni importanti commesse e che lo spaventoso rogo di mercoledì sia scoppiato a causa della rottura di un lungo flessibile contenente olio. La prima mossa della magistratura è di aver alzato il tiro: la società è stata indagata sotto il profilo della responsabilità amministrativa. Lo consente una legge entrata in vigore a fine agosto che, oltre ad addossaresanzioni economiche importanti alle aziende «colpevoli», consente ai pm di far scattare misure in via cautelare misure decisamente più pesanti, fino al sequestro degli stabilimenti.
Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, affiancato dai pm Laura Longo e Francesca Traverso, ha impostato il lavoro su due fronti: accertare le responsabilità dell’incendio e prevenirne altri in futuro. Il riflesso dei primi accertamenti sulle condizioni di sicurezza svolti in fabbrica da vigili del fuoco, ispettori dell’Asl e della polizia scientifica . Ma si vuol andar oltre e fare in fretta (2-3 giorni) per verificare se «ogni luogo» della grande e obsoleta acciaieria consente di lavorare in sicurezza ai poco meno 200 lavoratori rimasti (nel 2002 erano quattromila). Altrimenti è probabile che scatti il provvedimento più drastico. La procura ha pure chiesto ai servizi ispettivi dell’Asl di fornirle la documentazione sui controlli di questi ultimi anni nello stabilimento. I testimoni hanno parlato di estintori vuoti o quasi, e a tarda sera era ancora in corso l’accertamento disposto dai pm per verificare quanto dichiarato loro dai lavoratori. Punta di un iceberg di irregolarità che erano evidenti già nel 2002, al tempo dell’incendio domato in tre giorni: allora i vigili del fuoco ritennero che si dovesse investire 1,5 miliardi di euro per rifare l’intero stabilimento.
Mentre proseguono le indagini, le famiglie delle vittime insistono nel chiedere giustizia. «Mio marito è morto per un omicidio non per un infortunio sul lavoro» grida disperata Sabina Laurino, moglie di Angelo, 43 anni, padre di due ragazzi, Fabrizio e Noemi di 12 e 14 anni. «Lavorare in quella fabbrica, senza nessuna garanzia di sicurezza, è stata la sua condanna a morte - prosegue Sabina -. E adesso non solo sono rimasta senza il suo amore, ma dovrò conti su come allevare due figli adolescenti». Ancora accuse alla ThyssenKrupp: «Sono dei delinquenti e se la passano bene economicamente, non sanno che esiste gente come mio marito che la sera mangiava solo pane e salame per risparmiare. Mio marito mercoledì era andato a lavorare, non in guerra e invece è morto come una torcia umana senza neppure l’onore di un soldato».
Alla ricerca di una verità «che ripari in qualche modo il dramma che stiamo vivendo» è anche Egla Scola, giovane moglie di Roberto, 33 anni, che ha smesso di soffrire all’alba di ieri. «Io ho 24 anni e non lavoro, mi occupo di Gabriele e Samuele che hanno 1 anno e mezzo e 3 anni. Come faremo a tirare avanti?». Desolazione e rabbia anche tra i familiari degli altri tre operai che lottano tra la vita e la morte: Rocco Marzo, 54 anni, Giuseppe Demasi, e Rosario Rodinò, tutti e due di 26 anni. Ieri è venuta a visitarli anche il ministro alla Sanità Livia Turco: «È inammissibile che in fabbrica si muoia in questo modo».


Anonymous [ 08 Dicembre 2007, 14:17 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Questo bisognerebbe che lo leggessero anche quelli che con un clik del mause possono decidere il futuro di un'azienda, o della sopravvivenza delle famiglie degli operai ivi impiegati, ma cercherè di spiegarmi meglio nell'altro Topic.
Ciao Morello


Anonymous [ 10 Dicembre 2007, 11:17 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Manifestazione dei metalmeccanici per dire "Basta morti sul lavoro" Insieme sindacati e istituzioni. Bertinotti: "Intollerabile situazione"

Torino, in silenzio per i morti in fabbrica


Un padre urla: "Assassini, la pagherete"


Un sindacalista: "Oggi è il funerale simbolico di una intera città che si stringe attorno alle vittime"
Gravissime ma stabili le condizioni dei tre ustionati sopravvissuti all'incendio


TORINO - "Basta morti sul lavoro". Dolore e rabbia a
Torino. La città si ferma questa mattina per due ore, per ricordare le vittime e i feriti nell'incendio della ThyssenKrupp. In lacrime gli operai dell'acciaieria in testa al corteo organizzata da Cgil, Cisl e Uil.. Due ali di folla applaudono, e i negozi del centro hanno abbassato in segno di lutto le serrande e spento le luci di Natale.
"Assassini, chi mi ridà mio figlio? Dov'erano gli estintori? Assassini". In prima fila il papà di Bruno Santino, una delle quattro vittime del rogo, con un giornale in mano con la foto del figlio, continua a ripetere queste frasi. Tanto dolore e lacrime alla manifestazione, ma anche rabbia e qualche tensione con i numerosi cameramen e giornalisti presenti mentre il corteo sfila. Dopo lo striscione dell'acciaieria, i gonfaloni, poi via via gli striscioni di decine di consigli di fabbrica.
"Oggi è il funerale simbolico di una intera città che si stringe attorno alle vittime, ai loro familiari e ai feriti - ha sottolineato Ciro Argentino, delegato Fiom della Thyssen - con questa manifestazione, che sarà silenziosa vogliamo sottolineare che oggi non è la fine di una lotta, ma è l'inizio di una lunga battaglia per portare la sicurezza sui luoghi di lavoro".
Il corteo da piazza Arbarello raggiungerà piazza Castello e si fermerà sotto la sede della Prefettura. Un corteo silenzioso, ribadiscono i sindacati, dove silenziosa sarà la rabbia per l'incidente costato la vita a quattro operai. Dopo lo striscione della ThyssenKrupp listato a lutto, i gonfaloni del Comune, della Provincia e della Regione, poi via via gli striscioni di decine di consigli di fabbrica. Ci saranno anche i rappresentanti delle istituzioni, del governo, i ministri della Sanità e della Solidarietà sociale, Livia Turco e Paolo Ferrero e il presidente della Camera, Fausto Bertinotti.
"Non se ne può più di queste stragi sul lavoro - ha detto Bertinotti -, bisogna che si guadagni la consapevolezza che è proprio necessaria una svolta". Per il presidente della Camera "occorre rimettere la questione generale del lavoro al centro della vita pubblica del Paese e dare più potere da subito ai rappresentanti sindacali sulla questione della sicurezza e dell'ambiente, più potere di denuncia e di controllo".
"Bisogna applicare le leggi già approvate dal parlamento e non ancora in vigore", sottolinea il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero che ribadisce quanto già affermato alla vigilia della discussione di domani al decreto sulla sicurezza in Consiglio dei ministri e aggiunge: "Spero francamente che sia approvato".
Al corteo partecipa anche don Luigi Ciotti: "Le nostre sono parole stanche, sono parole che continuiamo a ripetere davanti a tragedie che continuano a succedere", dice il sacerdote da sempre impegnato in battaglie civili, partecipa al corteo. "Il nostro - aggiunge - è un grido di dolore ma anche di amore. Umanamente c'è il disgusto, non basta più indignarsi per una strage che è continua, che avviene tutti i giorni, per un peccato sociale che è la mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma è anche un grido di amore per le mogli, per i figli, che però non devono sentire solo oggi la nostra vicinanza".
I feriti. Restano gravissime, ma stabili le condizioni degli ultimi tre ustionati sopravvissuti all'incendio. Hanno ustioni tra l'80 e il 90 per cento del corpo, continuano a lottare tra la vita e la morte. Si tratta di Giuseppe Demasi, 26 anni, ricoverato all'ospedale torinese Maria Vittoria, Rosario Rodinò, 26 anni, trasferito al San Martino di Genova e Rocco Marzo, 54 anni, in un letto delle Molinette, dove alle 13, sanitari e personale amministrativo si ritroveranno nel cortile per un minuto di silenzio. (fonte repubblica.it)

ansa_11796262_09130 Mazzi di fiori e biglietti davanti alla ThyssenKrupp per le vittime dell'incendio


drugospb [ 10 Dicembre 2007, 23:28 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Antomar ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Questo bisognerebbe che lo leggessero anche quelli che con un clik del mause possono decidere il futuro di un'azienda, o della sopravvivenza delle famiglie degli operai ivi impiegati, ma cercherè di spiegarmi meglio nell'altro Topic.
Ciao Morello


Caro Antomar, capisco la tua rabbia e la condivido... così come condivido quella dei parenti delle vittime... Ma, purtroppo, non serve che, a leggere queste notizie, siano "quelli che con un click del mouse possono decidere il futuro di un'azienda"... Loro non c'entrano nulla... Quando leggo queste cose (non mi riferisco alla tua affermazione, ma alla tragedia avvenuta a Torino), mi incazzo perchè discutiamo delle condizioni di lavoro dei cinesi, rumeni e senegalesi e poi i nostri connazionali muoiono nelle nostre fabbriche nel nostro paese in questo barbaro modo... Mi incazzo perchè si continua a parlare di sicurezza sul lavoro, ma le morti bianche si succedono una dietro l'altra... tanto, al nostro paese (e continuo a scriverlo con la "p" minuscola, mentre andrebbe scritto con quella maiuscola) piace seguire gli standard europei quando fa comodo e non quando è necessario... mi incazzo perchè questi operai erano lì a lavorare in condizioni precarie (turni di dodici ore addirittura) per portare un misero salario a casa e non riuscire ad arrivare neanche a fine mese... no, non voglio entrare nel vortice dei paragoni tra ricchi e poveri... no, non voglio alimentare polemiche sulle distinzioni fra classi... voglio semplicemente sottolineare che basta poco per salvare delle vite e rendere queste stesse vite un po' più dignitose.

Una preghiera per Antonio, Roberto, Angelo e Bruno.


Anonymous [ 13 Dicembre 2007, 23:39 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
TORINO, ADDIO AGLI OPERAI


TORINO - "Mai più morti come queste, mai più lavoratori dilaniati dal fuoco". Le parole del cardinale Severino Poletto echeggiano nel Duomo di Torino, dove quattro famiglie e una città intera si stringono intorno agli operai morti nel rogo dell'acciaieria Thyssenkrupp.

Le bare di Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino e Bruno Santino, portate a spalla dagli operai che condividevano con loro il lavoro, entrano nella Cattedrale mentre le campane suonano a lutto e i negozi abbassano le serrande, accolte dal sindaco Sergio Chiamparino e dall'applauso della folla. Piange a dirotto il figlio di Laurino, Angelo, dieci anni, abbracciato alla mamma, piangono tutti i parenti, i colleghi di Torino e quelli arrivati da Terni, la gente comune. Siedono in mezzo alla folla i ministri Cesare Damiano e Paolo Ferrero, la presidente della Regione, Mercedes Bresso, il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta. A metà della chiesa, tra i banchi, ci sono i vertici della Thyssenkrupp e, accanto a loro, l'ambasciatore tedesco in Italia, Michael Steiner.

Entrano, scortati, da una porta laterale del Duomo, la stessa da dove usciranno alla fine della cerimonia, Harald Espenhahn, amministratore delegato del gruppo, Klaus Peter Henninh, membro del board della capogruppo e l'ingegnere Giovanni Bertoni, responsabile della Thyssenkrupp Italia. All'interno gli operai e i familiari li ignorano, all'uscita nessuno li vede. Quando passano le bare, piangono e applaudono, parlano di "un momento molto triste, di una giornata del dolore e del lutto", ma la ferita resta. "Non li ho incontrati - dice il sindaco Sergio Chiamparino - anche perché non me lo hanno chiesto. Comunque prima di ristabilire delle normali relazioni, come si ci possono essere fra le istituzioni e una grande azienda, credo occorrerebbe da parte della Thyssen un segnale di scuse nei confronti delle famiglie per avere sottovalutato il loro dolore e non avere dato un segno di vicinanza subito".

"Deve emergere nella coscienza di tutti un impegno serio e responsabile. Non succeda mai di dover recriminare 'dopo' ciò che si dovrebbe sempre impedire che accada prendendo per tempo le doverose precauzioni", afferma il cardinale Poletto nell'omelia. Definisce i quattro operai "autentiche vittime d'amore", parla di "una nuova questione etica" e dice che "la salute non può essere un prodotto da vendere in cambio di un posto di lavoro. Nessuno può cadere nel peccato di non occuparsi a sufficienza della salute dei lavoratori". Anche il pontefice, in un telegramma inviato dal segretario di Stato Vaticano, monsignore Tarcisio Bertone, partecipa al dolore dei familiari delle vittime e "auspica che sia tutelata la sicurezza dei lavoratori".

Ai lati delle bare i gonfaloni della città e della Provincia di Torino, delle Regioni Piemonte e Umbria, della città di Terni e del comune di Envie , il paese del cuneese dove risiedeva Antonio Schiavone. Ora Laurino, Schiavone e Scola riposano per sempre uno accanto all'altro nel cimitero monumentale di Torino, dove sono stati tumulati in tre loculi del Giardino della Quiete, un'area nuova del campo santo. Santino invece viene seppellito nel suo paese, a Nichelino, alle porte della città. Davanti alla fabbrica, dove hanno trovato la morte, continua il pellegrinaggio dei torinesi, che portano fiori e cioccolatini agli operai. Delegati e lavoratori continuano a lanciare le loro accuse sulla scarsa manutenzione e sui mancati controlli, mentre il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, propone uno sciopero generale per la sicurezza.

TELEGRAMMA DEL PAPA, TUTELARE LA SICUREZZA SUL LAVORO
All'inizio della messa funebre l'arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, ha letto un telegramma inviato dal segretario di Stato Vaticano, mons.Tarcisio Bertone, a nome del papa Benedetto XVI. Il Pontefice, oltre alla partecipazione al dolore dei familiari delle vittime, "auspica che sia tutelata la sicurezza dei lavoratori". I familiari dei quattro operai deceduti occupano i primi banchi. Il figlio di Angelo Laurino, che ha 10 anni, abbracciato alla madre piange a dirotto. All'esterno della Cattedrale vi sono i suoi compagni di scuola, accompagnati dalla loro professoressa. Lungo le transenne sono stati stesi due striscioni della Fiom: su uno è scritto: "Lavorare per vivere e non per morire"; sull'altro: "Roberto, Antonio, Angelo, Bruno: 1' di silenzio non basta più". Molte le corone e i cuscini di fiori fra cui quattro inviate dalla ThyssenKrupp, l'acciaieria nel cui stabilimento di Torino é accaduto la scorsa settimana il tragico incidente su lavoro.

DAMIANO, NON DOBBIAMO DIMENTICARE
"Oggi è la giornata del dolore, del raccoglimento, del silenzio e del rispetto. C'é stata una grande partecipazione, dignitosa e dolente dei lavoratori e delle famiglie. Ma non dobbiamo correre il rischio di dimenticare". Sono le parole del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che ha partecipato ai funerali dei quattro operai della Thyssenkrupp nel Duomo di Torino. Damiani ha definito l'omelia del cardinale Poletto "molto bella, di una persona che comprende il lavoro e i lavoratori, i problemi, i disagi, le ansie del mondo del lavoro".

"La nostra azione - ha proseguito il ministro - deve proseguire. Il nostro obiettivo di sconfiggere la tremenda piaga degli incidenti sul lavoro è fondamentale, ma dobbiamo anche sostenere queste famiglie e non dimenticare che in Italia ogni anno muoiono 1.300 persone sul lavoro. Gli sforzi importanti che il governo ha fatto, con l'assunzione di oltre 1.400 ispettori e l'aumento del 35% dei controlli nell'edilizia solo quest'anno, e le buone leggi che esistono se non vengono applicate rendono gli sforzi inutili. C'é bisogno di un impegno di tutti a partire dai luoghi di lavoro e dalle imprese per una nuova cultura del lavoro, per far sì che le ragioni della competitività non dimentichino mai i valori dell'integrità fisica delle persone". "Lasciamo che la magistratura faccia la propria parte, noi abbiamo fiducia. Giustizia venga fatta, i responsabili paghino", ha concluso Damiano

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Toninooo [ 14 Dicembre 2007, 9:12 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
L'Italia è prima assoluta in Europa, per incidenti mortali sul lavoro e seconda dopo la Bulgaria, per la corruzione dei politici. Ci sara' un legame?


il Passatore [ 14 Dicembre 2007, 10:15 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
scusa un po' Toninoooo ma da dove tiri fuori queste statistiche? l'Italia e' la nazione dove ci sono piu' morti sul lavoro e poi la corruzione secondi dopo la Bulgaria??? mahh!!


Anonymous [ 14 Dicembre 2007, 12:47 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Purtroppo devo confermare quanto scritto da Tonino, l'Italia nell'ambito della Comunità Europea è il Paese con più infortuni sul lavoro e secondo solo alla Bulgaria in fatto di corruzione della classe politica.
Questo secondo le statistiche di un noto istitudo europeo e pubblicate la settimana scorsa su Repubblica e mi sembra sul Corriere, ma non sono sicuro.
Comunque è di ieri il sondaggio della Demos dove emerge anche che gli italiani sono prigionieri della sfiducia, uno su tre è deluso dalla democrazia, sono preoccupato per il nostro Paese, mi sembra che tutti siamo in preda al qualunquismo e a una mancanza di cultura civica disastrosa.
Credo che nemmeno quando l'Italia era povera e analfabeta c'era una chiusura in se stessi e un egoismo come adesso, speriamo che qualcosa cambi perchè non vorrei che risorgesse un nuovo uomo della Povvidenza. Ma possibile che non sia rimasto quasi nessuno che ami ancora veramente questa nostra Nazione e il suo popolo?
Ciao


il Passatore [ 14 Dicembre 2007, 13:38 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
allora stiamo messi male


Toninooo [ 14 Dicembre 2007, 13:42 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Secondo l'organizzazione " Transparency International"


Toninooo [ 14 Dicembre 2007, 13:50 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
eh si, siamo messi male. L'ultimo incidente in quella ditta tedesca, (pensavo che almeno i tedeschi avessero a cuore la sicurezza). Ogni giorno succede qualcosa nel nostro bel Paese, oggi anche a Terni, un incendio in una fabbrica. Ma domani e' un'altro giorno, ci scorderemo tutto.
E' una vergogna. Montezemolo, Briatore (invocato dal nostro Rapi), e i politici che dicono? Ci pensa Napolitano.


pretender [ 14 Dicembre 2007, 14:06 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Toninooo ha scritto: [Visualizza Messaggio]

E' una vergogna. Montezemolo, Briatore (invocato dal nostro Rapi), e i politici che dicono? Ci pensa Napolitano.

Napolitano era alla prima della Scala di Milano nel tardo pomeriggio di quel triste giorno , anziche' andare a Torino .


il Passatore [ 14 Dicembre 2007, 14:12 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
a parte questo.... vorrei tanto sapere cosa ha da dire di tanto segreto Storace su Napolitano!!!!
premesso che Storace non mi e' mai piaciuto ma anche Napolitano e' tra i meno significativi presidenti in Italia.


Anonymous [ 14 Dicembre 2007, 14:15 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Se l'Italia fosse un paese normale persone come Napolitano, Berlusconi, Prodi e moltissimi altri sarebbero a casa a giocare coi "pronipotini". Quanto invidio la Spagna di Zapatero, la Gran Bretagna di Blair e Gordon, anche la Russia di Putin, almeno con lider giovani si darebbe speranza al futuro, coi nostri, ormai sperano solo gli ospizi.


Toninooo [ 14 Dicembre 2007, 14:21 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Mentre per la liberta' di stampa , siamo al 84° posto, tra il Burundi e lo Zambia.
Un minuto di silenzio e' stato osservato, e poi tutti a seguire Wagner alla Scala, dove era presente, si, anche il nostro Presiodente reduce dalla celebrazione dei 100 anni della Mondadori.


gladium [ 15 Dicembre 2007, 2:15 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
scusate se vado un poco OFF TOPIC...
...e questi sarebbero quelli che ci rappresentano?
Questi dovvrebbero essere quelli che si preoccupano di farci vivere in una società migliore da poter passare ai nostri figli?
Mah... mi viene un nervoso!!!
Questi qua erano a lavorare in condizioni vergognose senza che nessuno facesse un tubo e dopo cosa vediamo?
Al funerale la chiesa piena di gente e dopo qualche giorno... tanti saluti a tutti!!!!
W l'Italia!!!!


Anonymous [ 16 Dicembre 2007, 21:11 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
THYSSENKRUPP; MORTO QUINTO OPERAIO


TORINO - Sale a cinque il bilancio delle vittime dell'incendio all'acciaieria torinese della Thyssenkrupp. Stamani è morto all'ospedale Molinette di Torino Rocco Marzo, 54 anni, il capoturno che insieme con i colleghi della linea 5 era stato investito dall'olio bollente e infiammato. Era sposato e padre di due figli, uno di 26 e uno di 22 anni. Nell'incendio aveva riportato ustioni sull'80% del corpo. Ancora più estese le ustioni degli ultimi due operai tuttora in vita, Giuseppe Demasi, e Rosario Rodinò, entrambi di 26 anni. Il primo è ricoverato al Centro grandi ustionati del Cto di Torino e l'altro all'ospedale Villa Scassi di Genova. Il rogo alla ThyssenKrupp si era verificato nella notte fra il 5 e il 6 dicembre scorsi. Fu provocato, secondo quanto stabilito dalle perizie, dalla rottura di un manicotto in cui scorreva olio dopo che si era verificato un principio di incendio. In questi dieci giorni i medici del Cto hanno sottoposto Marzo, che era ormai prossimo alla pensione, a due interventi chirurgici, martedì e venerdì scorsi, per togliergli lembi di pelle necrotizzata. Le sue condizioni erano apparse però subito gravissime.(ANSA).

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Toninooo [ 18 Dicembre 2007, 17:31 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Oggi sono morti altri 3 operai.


Anonymous [ 18 Dicembre 2007, 18:20 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Toninooo ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Oggi sono morti altri 3 operai.


ANSA- Ancora morti bianche. In poche ore, oggi tre operai sono rimasti vittime di incidenti sul lavoro rispettivamente nell'Alessandrino, all'arsenale di Venezia e vicino Roma. In una fornace di Valenza (Alessandria) un operaio di 53 anni, Franco Raselli, è stato schiacciato tra due carrelli di trasporto del materiale. La linea di produzione della fornace, la San Marco Terreal Italia, è stata sequestrata dal procuratore di Alessandria Michele Di Lecce. Nella fornace stanno indagando i carabinieri e i Servizi di prevenzione ambienti di lavoro (Spresal) dell'Asl.

Un operaio di 55 anni, Maurizio Michielon, di Jesolo (Venezia), è morto stamane in un incidente sul lavoro all'Arsenale di Venezia. L'uomo è stato travolto da alcune travi in legno che erano state accatastate in vista della messa in opera, ed è morto all'istante. L'operaio era dipendente della Iccem (società veneziana di costruzioni) chiamata al recupero e restauro di una serie di capannoni della parte civile dell'Arsenale, concessi al consorzio di ricerca e servizi Thetis. Sul posto sono interventi i carabinieri e gli operatori sanitari del Suem 118.

Un operaio italiano di 22 anni è morto nell' ospedale di Albano Laziale a causa delle gravi ferite subite in seguito ad un incidente sul lavoro, avvenuto a Cecchina, vicino a Roma. L'operaio era dipendente di una ditta in appalto, incaricata della realizzazione di un impianto fognario. Per cause da accertare, durante le fasi di scarico di grossi tubi, uno di questi ha colpito il giovane, ferendolo gravemente. Trasportato in ospedale, l'operaio è morto poco dopo il ricovero. Sull'incidente indagano i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo e gli ispettori del lavoro.


Anonymous [ 18 Dicembre 2007, 18:28 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
E domani purtroppo c'è ne saranno altri tre o quattro.
Se questo è un paese civile...................................
Ma dai che abbiamo Montezemolo e Briatore, i Savoia e Corona, il Milan e Kakà. Cosa volete di più?


Toninooo [ 18 Dicembre 2007, 18:36 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Il terzo operaio morto, a pochi km dalla mia casa.
Antomar, che ci vuoi fare? quelli che hai nominato stanno al calduccio della loro casa, hanno ben altro a cui pensare. Briatore sta pensando alle prossime sue nozze, Montezemolo sta pensando a una prossoma predidenza di un'eventuale societa', Kaka' sta a kaka', Corona e' da poco uscito dal gabbio e gia' e' stato invitato in alcune trasmissioni, i Savoia stanno pensando di richiedere qualch'altra cosa al nostro paese.
Le famiglie di questi altri poveracci, stanno piangendo,intanto, ma domani e' un 'altro, si vedra'.
Li mortacci loro!!!!!


Toninooo [ 18 Dicembre 2007, 22:27 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Non tre, ma cinque, le vittime, in queste ultime ore.
Il sindaco di Roma , stasera ha illuminato il Colosseo, per ricordare i 5 morti nell'azienda tedesca. domani per quest'altri nuovi morti ha deciso di illuminare il mar Tirreno. Forse tutta questa energia potrebbe essere utile per illuminare i cervelli di qualcuno che dovrebbe rappresentare l'interesse dei cittadini.


Davide Rap [ 19 Dicembre 2007, 10:04 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Ancora una morte bianca. Luigi Simeone, 57enne di Sperone, operaio dello stabilimento Fiat di Melfi, è morto ieri mentre lavorava. L’operaio, dipendente di una ditta esterna la “Merielettra due” con sede in Campania, stava pulendo un macchinario dai residui della produzione, nel reparto stampaggio, quando è stato schiacciato nella stessa apparecchiatura. L’uomo, da quanto si è appreso, era corso per ripristinare il guasto del macchinario bloccato, quando improvvisamente ha ripreso a funzionare incastrando l’uomo ferendolo mortalmente. L’operaio è stato soccorso e trasportato in ospedale, ma è morto poco dopo il ricovero. Sgomento in paese, dove la notizia ha fatto il giro in pochi minuti. Luigi, era sposato, con due figli, un maschio e una femmina. Lavorava da circa trenta anni, era specializzato all’interno del proprio settore ed era stato spesso anche all’estero.
Viveva a Sperone, in via dei Funari, nei pressi del mercato settimanale insieme alla sua famiglia e tutti i giorni faceva un’ora e mezzo di strada per raggiungere il posto di lavoro, pur di non stare lontano dalla famiglia.
Una vita difficile, la sua, ma dignitosa. A dimostrarlo è l’attestato di solidarietà che i suoi amici, appena hanno saputo della notizia, hanno dato alla famiglia. «Una persona riservata, sempre disponibile e con il sorriso stampato sulle labbra», così lo ricordano le persone del paese che lo conoscevano - il figlio, che è corso subito a Melfi appena saputo della tragedia, lavora anche lui nella Fiat di Cassino, in provincia di Frosinone.
La figlia, invece, laureata in giurisprudenza lavorava saltuariamente. E la moglie, casalinga, distrutta dal dolore, pare che non sia andata subito a Melfi, perché colta da un malore.
L’uomo, ora si trova fermo nell’obitorio dell’ospedale di Melfi.
Ieri, l’abitazione di Simeone, era già colma di gente. Conoscenti e parenti, ma anche persone che non conoscevano la famiglia si sono recati dalla moglie per esprimere il loro cordoglio.
Luigi amava la caccia, nel tempo libero era spesso con gli amici per battute di caccia in montagna. Ieri a casa sua anche il gruppo di cacciatori, sconvolti dal dolore. Messaggi di cordoglio anche dal presidente della comunità montana Vallo Lauro Baianese Franco Vittoria, che ha detto: «C’è sgomento e dolore per una morte che ci trova impreparati. Ritorna a galla la questione della sicurezza all’interno delle fabbriche. In questo momento - continua Vittoria - mi sento di stare vicino alla famigoperaio.jpglia e di capire bene l’assurdità di eventi del genere. Morire in questo modo non è più accettabile».
Anche il segretario della Uilm, Vincenzo Tortorelli, ha detto che nel reparto stampaggio gli operai si sono astenuti dal lavoro per un’ora e ha ribadito «la necessità di approvare una legge per prevenire gli infortuni sul lavoro».
Intanto ieri è stata una giornata di lutto per quanto riguarda il lavoro. In Italia, nel giro di poche ore ci sono state altre quattro morti a causa di incidenti sul posto di lavoro. Ota Luigi si trova nella sala mortuaria dell’ospedale di Melfi in attesa dell’esame autoptico. Sull’incidente indagano i carabinieri che stanno cercando di far luce sull’accaduto. Sono stati ascoltati già i titolari della ditta per la quale Luigi lavorava e i suoi colleghi che hanno assistito all’incidente.


Anonymous [ 19 Dicembre 2007, 14:16 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
MORTO IL SESTO OPERAIO DELLA THYSSENKRUPP


GENOVA - E' morto Rosario Rodino', l'operaio di 26 anni rimasto gravemente ferito nell'incendio scoppiato all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino e ricoverato presso il reparto grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi di Genova. A darne notizia e' la direzione sanitaria del nosocomio.

Il rogo si era sviluppato nella notte fra il 5 e il 6 dicembre scorso nello stabilimento torinese della multinazionale. Il nome di Rodinò si va aggiungere alla lista che già annovera Antonio Schiavone, 36 anni, Roberto Scola (23), Angelo Laurino (43), Bruno Santino (26) e Rocco Marzo (54), che è deceduto domenica scorsa. I funerali di quest'ultimo verranno celebrati dal cardinale Severino Poletto questa mattina. Resta ricoverato in gravissime condizioni un settimo operaio, il ventiseienne Giuseppe Demasi. Accertate le cause dell'incendio, la procura di Torino sta cercando di definire le responsabilità. Per ora gli indagati sono tre, ma alla luce di quanto sta emergendo, il quadro potrebbe essere modificato. I magistrati contano di chiudere le indagini entro la fine di gennaio.

Secondo quanto si è appreso, Rodinò, 26 anni compiuti il 30 ottobre scorso, è morto stamani alle 8.45. L'uomo era stato trasferito da Torino all'ospedale genovese in elicottero nel primo pomeriggio del 6 dicembre col 90% del corpo coperto da ustioni soprattutto di terzo grado. In questo periodo l'operaio era stato mantenuto in coma farmacologico e in respirazione assistita e la sua situazione era andata progressivamente peggiorando. "E' stata una rincorsa continua per correggere i parametri del metabolismo, finché non é stato più possibile", ha detto stamani il direttore sanitario dell'ospedale genovese Mauro Pierri. Le ustioni erano "di una tale gravità che il paziente non era in assoluto operabile", spiega ancora Pierri. Dopo la dichiarazione del decesso, Rodinò è stato sottoposto ad un elettrocardiogramma continuo per la conferma della morte (prassi seguita nel periodo di osservazione previsto per legge).
phot_11867419_49060 Rosario Rodinò, la sesta vittima dell'incendio alla ThyssenKrupp


pretender [ 19 Dicembre 2007, 14:31 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Ieri ho visto una scena che mi ha disgustato piu' di altre , gli operai metalmeccanici che manifestavano picchiati dalla polizia .


Anonymous [ 19 Dicembre 2007, 14:36 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Ma le Russe sono calde o no????
Il computer se è vecchio e rotto meglio cambiarlo, oggi costano molto poco.
Oggi al discount sotto casa ho comprato un arriccia capelli perchè era in offerta.


Anonymous [ 19 Dicembre 2007, 14:51 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
pretender ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ieri ho visto una scena che mi ha disgustato piu' di altre , gli operai metalmeccanici che manifestavano picchiati dalla polizia .


Anch'io ho visto le immaggini e mi sono meravigliato di tutto ciò, manganellare perchè sono state tirate un paio di uova marcie contro la sede di Assolombarda non mi sembra il caso.

http://www.corriere.it/vivimilano/c...afferugli.shtml

Anch'io la scorsa settimana ho fatto 8 ore di sciopero e sono andato alla manifestazione a Reggio Emilia, ed ha inizio corteo ho visto litigare polizia e carabinieri, perchè i carabinieri erano in tenuta antisommossa e la polizia diceva di non provocare, perchè è una manifestazione tranquilla.
In tutte le manifestazione che sono andato a Reggio (prima del mio matrimonio) non è mai successo niente ed a fare seviziono d'ordine c'era sempre la polizia, schierata normalmente e non più di 50/60 uomini. In tre anni mondo è cambiato ???


Mystero [ 19 Dicembre 2007, 15:27 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Le società in dismissione sono troppo spesso sede di morti bianche. MAssimizzare il profitto spesso penalizza la sicurezza. Più controlli sarebbero necessari, ma è difficle sciogliere i nodi delle competenze. Questo parametro che porta il nostro stato a livelli bassissimi a livello mondiale, dovrebbe favorire meno interessi particolari e tutelare di più i lavoratori. Forse lì dove non arriva il controllo dello Stato, potrebbe arrivare il controllo del privato che in caso di morti bianche causate da cattiva applicazione delle norme di sicurezza dovrebbe sborsare grosse penali e risarcire le famiglie dei deceduti (anche se una vita non ha prezzo).

E' doveroso oggi far luce su queste mancanze e denunciare anche gli stessi sindacati che invece di chiudere gli occhi per far numero e cassa, dovrebbero essere presenti in modo più serio nel nostro paese.


gladium [ 19 Dicembre 2007, 17:59 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Mystero ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Le società in dismissione sono troppo spesso sede di morti bianche. MAssimizzare il profitto spesso penalizza la sicurezza. Più controlli sarebbero necessari, ma è difficle sciogliere i nodi delle competenze. Questo parametro che porta il nostro stato a livelli bassissimi a livello mondiale, dovrebbe favorire meno interessi particolari e tutelare di più i lavoratori. Forse lì dove non arriva il controllo dello Stato, potrebbe arrivare il controllo del privato che in caso di morti bianche causate da cattiva applicazione delle norme di sicurezza dovrebbe sborsare grosse penali e risarcire le famiglie dei deceduti (anche se una vita non ha prezzo).

E' doveroso oggi far luce su queste mancanze e denunciare anche gli stessi sindacati che invece di chiudere gli occhi per far numero e cassa, dovrebbero essere presenti in modo più serio nel nostro paese.


concordo al 100%, anche se, a onor del vero, quando fanno qualche sciopero per la sicurezza non è che sia una grande adesione....


Anonymous [ 30 Dicembre 2007, 15:18 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
THYSSEN: MORTO IL SETTIMO OPERAIO


TORINO - E' morto nel primo pomeriggio, nell'ospedale Cto di Torino, Giuseppe Demasi, 26 anni, il settimo operaio rimasto ferito nell'incendio avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 dicembre nello stabilimento di Torino della ThyssenKrupp. Era l'unico rimasto in vita dopo la tragedia. Nell'incendio era morto sul colpo Antonio Schiavone, poi nelle settimane successive si sono verificate le altre morti. Demasi era stato sottoposto a tre interventi chirurgici, ma nei giorni scorsi le sue condizioni si erano aggravate. L'uomo è morto oggi poco dopo le 13,30.

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pretender [ 30 Dicembre 2007, 20:05 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Era una sentenza gia' scritta , va bene che la speranza e' l'ultima a morire ma quando una persona ha ustioni sul 80% del corpo le speranze erano flebili da subito .
Se vogliamo lenire il dolore dei suoi cari , ha finito di soffrire che riposi in pace insieme ai suoi colleghi .


Anonymous [ 31 Dicembre 2007, 14:15 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Capodanno: Torino rinuncia a festeggiamenti in piazza


Capodanno: Torino rinuncia a festeggiamenti in piazza


In segno di lutto per morti ThyssenKrupp



(ANSA) - TORINO, 30 DIC - Non ci saranno i festeggiamenti in piazza domani a Torino: lo ha deciso il sindaco in segno di lutto per la tragedia della Thyssenkrupp. Il provvedimento si riferira' alle due manifestazioni pubbliche organizzate dal Comune, la festa in piazza Castello (dove erano previsti intrattenimenti musicali) e i fuochi d'artificio sul Po. La Giunta si augura pero' che si adeguino al clima luttuoso anche associazioni e cittadini privati, per dare un segnale del malessere che ha colpito la citta'.

phot_11916136_56080 Giuseppe Demasi


pretender [ 03 Gennaio 2008, 21:54 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Thyssen morto capo Vigili del fuoco colto da malore in Procura .
Giorgio Mazzini, 67enne capo del Corpo dei Vigili del fuoco e vice capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, è morto a Torino dopo esser stato colto da un grave malore mentre si trovava al palazzo di giustizia per incontrare i magistrati che si occupano del rogo alla ThyssenKrupp. Mazzini è scomparso poco dopo la celebrazione dei funerali di Giuseppe Demasi, settima vittima dell'incendio.


Mazzini aveva 67 anni, era sposato e aveva due figli. Sarebbe andato in pensione tra due mesi. L'ingegnere si è sentito male all'interno del palazzo di giustizia ed è morto poco dopo. Mazzini si è accasciato al suolo all'improvviso, senza nessuna avvisaglia precedente, mentre si trovava in Procura a Torino, nella stanza dell'ispettore di polizia giudiziaria Raimondo Romanazzi, uno dei più stretti collaboratori del pubblico ministero Raffaele Guariniello nel quadro degli accertamenti sul rogo alla Thyssenkrupp.

I soccorsi sono stati inutili. I sanitari hanno tentato un massaggio cardiaco, ma senza esito. Sul posto, al quinto piano del palazzo di Giustizia di Torino, è giunto un medico legale per svolgere gli accertamenti di rito.


Anonymous [ 18 Gennaio 2008, 21:28 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Sequestrata una relazione riservata alla Thyssenkrupp


Sdegno per il contenuto del documento


Torino 14 genn. - Adesso l'indignazione e la rabbia prendono il posto del lutto e del dolore. Adesso quel gesto di rifiuto della corona di fiori inviata dalla direzione della Thyssen ai funerali degli operai morti nella strage, allora parso quasi eccessivo, esagerato, trova ampia giustificazione.I ragazzi dell'acciaieria sapevano con chi avevano a che fare.
Lo sdegno scaturisce dalla vergognosa relazione sequestrata dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza, in occasione di una della perquisizioni alla ThyssenKrupp.
Un anomino dirigente italiano, in un eccesso di bieco servilismo, tentava di compiacere ai padroni tedeschi, scrivendo una montagna di nefandezze, miste a cinismo e falsità.
L'unico operaio sopravvissuto, Angelo Boccuzzi, era nel mirino dell'azienda. Nel documento sequestrato nell'ufffcio dell'amministratore delegato Harold Espenhahn, dai militari guidati dal colonnello Carmine Lopez, si legge << L'operaio va fermato con azioni legali, perchè in tv sostiene accuse sempre più pesanti e false nei confronti della Thyssen >>. Però, ineffabile, il notista consigliava di non agire subito, per motivi di opportunità.
Ancora secondo l'autore della relazione, gli operai sono morti a causa della loro distrazione.
Il documento ovviamente aveva carattere riservato e stilava una sorta di lista dei nemici dell'azienda. Nemici che andavano dal Procuratore Aggiunto Raffaele Guariniello, quasi deriso <<Le>>, al ministro del Lavoro Cesare Damiano, <<Perch>>.
Adesso è chiara <<La>> lamentata dai vertici della multinazionale ed alla base della decisione di dismettere lo stabilimento torinese.
Torino città operaia, Torino comunista, con un sindacato più forte ed organizzato che altrove; una città che si è schierata compatta accanto alle vittime ed alle loro famiglie.
Tutto ciò è parso inaccettabile agli occhi di chi opera nell'unica ottica della cassaforte e del profitto. Questo relatore, con l'aggravante di essere probabilmente torinese, dimostra di non conoscere la sua città, una Torino forse provinciale, ma che, come diceva Antonio Gramsci <<Lavora>>.
I vertci della Thyssen non hanno nè confermato nè smentito il documento, si sono limitati ad esprimere la loro riprovazione per la fuga di notizie.
E' necessario dimostrare loro che Torino saprà opporre alle ragioni di un capitalismo distorto, le ragioni della verità e della giustizia.


Anonymous [ 18 Gennaio 2008, 21:30 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Thyssen: 1' silenzio ad assemblea


Ad Schulz, 'Faremo tutto chiarire cause incidente di Torino'


(ANSA) - BOCHUM (GERMANIA), 18 GEN - Un minuto di silenzio in memoria dei 7 operai morti a Torino all'assemblea degli azionisti della ThyssenKrupp a Bochum. 'Faremo tutto il possibile - spiega il presidente e amministratore delegato Ekkehard Schulz nel suo intervento - per chiarire la causa del sinistro: non lo riteniamo solo un obbligo nei confronti delle vittime, ma soprattutto una nostra responsabilita' per il futuro. Le famiglie delle vittime possono contare sul nostro supporto sia ora, sia nel futuro'.

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Anonymous [ 18 Gennaio 2008, 21:32 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
DUE MORTI SUL LAVORO A VENEZIA



VENEZIA - Asfissiati nella stiva che dovevano scaricare, preda di esalazioni che li ha uccisi uno dopo l'altro. Sono morti così due operai nel porto di Venezia. Ed altri accorsi per aiutarli hanno rischiato di fare la stessa fine.

AL LAVORO NEL CUORE DELLA NOTTE - E' notte ma il non si può fermare le navi vanno scaricate e in fretta perché stare in banchina costa più di 20mila dollari. Alla banchina del Centro intermodale adriatico (Cia) attracca carica di granaglie la "World trader" che batte bandiera panamense, uno scafo che doveva essere dipinto di blu ma la ruggine ha mangiato tutto. Scattano le operazioni e, come da prassi, viene calata una ruspa per spingere le granaglie verso le benne che le devono prelevare e portare a terra. Sul mezzo c'é un operaio è Paolo Ferrara, 47 anni, residente a Pontelongo (Padova) dipendente della Icco logistica. Passano pochi minuti, sviene e cade sulle granaglie, accorre in soccorso Denis Zanon (39) di Mestre (Venezia) dipendente, interinale, della Nuova compagnia lavoratori portuali. Pochi attimi ed è a terra fulminato.

BOMBOLA DELL'OSSIGENO SCARICA? - I gruisti vedono tutto scatta l'allarme. Si prova a scendere, ma chi tenta avverte che qualcosa non va. Accorre il medico di bordo che a sua volta viene colto da malore mentre - secondo il racconto dei colleghi delle vittime - si tenta di dare ossigeno ai due con una bombola di emergenza: è vuota. Sulla nave arrivano i vigili del fuoco, la morte ormai ha colpito, e a loro non resta che scoprire, raccogliendo campioni di aria e carico da analizzare, che nella stiva l'ossigeno è pari a zero.

PIOGGIA E GRANAGLIE, REAZIONE CHIMICA LETALE -
La spiegazione la danno gli stessi colleghi delle vittime, la pioggia ha bagnato le granaglie liberando Co2 che ha saturato l'ambiente. E' un problema noto, per questo le navi con questi carichi vengono ventilate per tempo si utilizzano anche delle sonde: scatta l'ipotesi che qualcosa in questa fase sia andato storto. A Porto Marghera scatta il tam-tam. E' pianto per i colleghi di Paolo e Denis, lacrime anche alla Cia mentre spetta alla polizia avvertire le famiglie e allo Spisal fare i rilievi del caso. La magistratura apre un fascicolo e raccoglie dati per un' inchiesta affidata al Pm Gianni Pipeschi.

RABBIA, LACRIME E SCIOPERO - Tra i portuali sale la rabbia e si scende in strada per uno sciopero spontaneo che porta al blocco del porto, al picchettaggio delle banchine e all'isolamento delle navi. A Marghera arrivano le telecamere per raccontare la storia, i sindacalisti per chiedere sicurezza in un Veneto che registra otto morti sul lavoro nei primi 18 giorni del 2008, e i politici a cominciare da quelli locali fino al vice ministro ai Trasporti Cesare De Piccoli che annuncia l'apertura di un'inchiesta autonoma su quanto accaduto questa notte nella stiva della nave killer. Il sindaco Massimo Cacciari annulla la conferenza stampa per presentare il Carnevale e annuncia il lutto cittadino: bandiere a mezzasta e serrande abbassate, per il giorno dei funerali mentre i sindacati faranno sciopero generale.

L'INCHIESTA, PROCEDURE DI SICUREZZA NEL MIRINO - Ora restano due morti ed altrettante famiglie nel dolore ma anche tanti quesiti ai quali la magistratura dovrà dare delle risposte perché chiarezza sui fatti la chiedono tutti a cominciare dall'amministratore delegato della Cia che in lacrime chiede il perché siano morte due persone che per lui erano come dei figli. E di cosa da chiarire ce ne sono come lo stato della nave, le procedure - peraltro poco definite - sul trattamento delle granaglie. Da vagliare se il carico sia stato aerato o meno, se i ventilatori che in queste circostanze dovrebbero ossigenare l'ambiente fossero in funzione o sul perché - come dicono i lavoratori - non si siano utilizzate le sonde per stabilire la qualità dell'aria in stiva. Non ultimo il giallo sulla presenza della bombola d'ossigeno scarica. Il resto sono parole vuote sulla necessità della sicurezza sui luoghi di lavoro sacrificata alla produttività.

ALTRI INCIDENTI IN GIORNATA - L'incidete sul lavoro di Marghera non è stato purtroppo l'unico della giornata. Un carpentiere, Agostino Lorusso, di 31 anni di Andria, è morto in un cantiere edile, precipitando mentre stava lavorando alla costruzione di un opificio. A Belvedere Ostrense (Ancona), un operaio di 21 anni di Coste di Staffolo è rimasto gravemente ferito cadendo da un tetto di una falegnameria dove stava eseguendo lavori di manutenzione. A Castelfiorentino (Firenze), un operaio di 40 anni di origine albanese ha subito l'amputazione parziale del dito mignolo della mano destra, rimasta schiacciata da un coperchio di cemento per pozzetti. Nel Veneto, invece, ieri sera a Padova è morto un commerciante di ghiaia di Bagnoli di Sopra, Francesco Pizzo, 51 anni. per il ribaltamento del camion che stava scaricando.


Anonymous [ 28 Gennaio 2008, 23:00 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Thyssen: 11 studi legali per vittime


Costituito collegio difesa, elevata richiesta dei danni


(ANSA) - TORINO, 28 GEN - Undici studi legali di Torino hanno dato vita al collegio di difesa delle famiglie delle vittime dell' incendio della Thyssenkrupp. La causa per il risarcimento, annunciano, sara' unica nel suo genere in Italia. Si possono prefigurare richieste di danno (non ancora quantificate) alla Thyssenkrupp assai elevate.'Il collegio - affermano gli avvocati - e' stato costituito per svolgere nel modo piu' efficace l' azione per ottenere il giusto risarcimento sotto tutti i profili'.

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Anonymous [ 23 Febbraio 2008, 22:10 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
ROGO THYSSEN: SEI INDAGATI, UNO PER OMICIDIO VOLONTARIO


TORINO - Alle 13,45 la Procura di Torino ha chiuso formalmente l' indagine sul rogo della Thyssenkrupp del 6 dicembre scorso costato la vita a sette operai. Il reato più grave, contestato al solo Harald Espenhahn, amministratore delegato del gruppo italiano, è l' omicidio volontario con dolo eventuale e l' incendio con dolo eventuale. Per gli altri, a seconda delle condotte, si ipotizza l' omicidio colposo e l' incendio colposo con colpa cosciente e l' omissione volontaria di cautele contro gli incidenti.

Oltre all'amministratore delegato Espenhahm, l'unico che risponde di omicidio volontario con dolo eventuale, il provvedimento depositato dalla Procura riguarda i consiglieri delegati Marco Cucci e Gerald Priegnitz, un responsabile in servizio alla sede di Terni della multinazionale, Daniele Moroni, il direttore dello stabilimento di Torino Giuseppe Salerno, il responsabile del servizio prevenzione protezione ai rischi sul lavoro Cosimo Cafueri. La ThyssenKrupp è inoltre chiamata in causa come persona giuridica. L'indagine è durata in tutto due mesi e 19 giorni e ha portato gli inquirenti a raccogliere oltre 200 mila pagine di documenti, racchiusi in 170 faldoni

OMICIDIO VOLONTARIO SI BASA SU DUE FATTORI

L' accusa di omicidio volontario si basa su due elementi. L' amministratore delegato Harald Espenhanh ha posticipato dal 2006-2007 al 2007-2008 gli investimenti per il miglioramento dei sistemi antincendio dello stabilimento di Torino, pur sapendo che a quella data la sede sarebbe stata chiusa. Il secondo punto riguarda l' adeguamento della linea 5, quella dove si verificò il disastro: anche in questo caso, nonostante le indicazioni tecniche fornite da un gruppo di studio interno all 'azienda e anche da una compagnia assicuratrice, e' stato deciso di dotarla di impianti di rivelazione incendi e di spegnimento all' epoca successiva al trasferimento a Terni, nonostante gli impianti fossero in piena attività.

La chiave di volta individuata dagli inquirenti per contestare il dolo è un incendio avvenuto il 22 giugno 2006 in una delle sedi in Germania della multinazionale, la Thyssenkrupp Nirosta: un incendio così grave che, come si osservava in un rapporto interno, "solo per miracolo non c' erano stati né morti né feriti". In seguito all' incidente le assicurazioni imposero una franchigia specifica di 100 milioni di euro invece dei 30 previsti fino a quel momento, e in diverse sedi del gruppo si resero necessari numerosi interventi di adeguamento degli standard di sicurezza. A Torino però, secondo i magistrati,non vennero prese iniziative, in quanto già dal 2005 si era previsto di trasferire gli impianti a Terni: un trasloco che fu ritardato, fra le altre cose, anche per evitare problemi di immagine, in quanto nel 2006 il capoluogo piemontese avrebbe ospitato le Olimpiadi invernali e sarebbe stata al centro dell' attenzione mondiale.


infeltrio [ 24 Febbraio 2008, 9:17 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
forse sarò un po impopolare , ma nessuno parla mai di imperizie di chi lavora, troppo spesso , e chi mi conosce sa che sto tutto il giorno nei cantieri ,si vede gente che inizia la giornta con la china martini alle 6 e poi a pranzo 1 litro di vino in 2 ed il caffe corretto, oppure i ragazzi che dormono 3 ore e poi vengono in cantiere devastati da notti in giro e cose varie , io ne ho avuti 2 così, e vi assicuro che sono pericolosi come la mancanza di sicurezza, per se stessi e per chi lavora con loro!!!!! Troppo facile puntare sempre il dito nella stessa direzione, allarghiamo gli orizzonti, non tutte le aziende sono marce!!


drugospb [ 24 Febbraio 2008, 9:44 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
infeltrio ha scritto: [Visualizza Messaggio]
forse sarò un po impopolare , ma nessuno parla mai di imperizie di chi lavora, troppo spesso , e chi mi conosce sa che sto tutto il giorno nei cantieri ,si vede gente che inizia la giornta con la china martini alle 6 e poi a pranzo 1 litro di vino in 2 ed il caffe corretto, oppure i ragazzi che dormono 3 ore e poi vengono in cantiere devastati da notti in giro e cose varie , io ne ho avuti 2 così, e vi assicuro che sono pericolosi come la mancanza di sicurezza, per se stessi e per chi lavora con loro!!!!! Troppo facile puntare sempre il dito nella stessa direzione, allarghiamo gli orizzonti, non tutte le aziende sono marce!!


Sicuramente alla Thyssen ci saranno state notevoli mancanze sa parte del management sull'applicazione delle nome sulla sicuezza, ma non è neanche da sottovalutare quanto sostiene Infeltrio poiché, ahimé, purtroppo è tristemente vero che spesso tali norme (scritte o convenzionali) sono i lavoratori stessi a non rispettarle...

Vi faccio un esempio: anni fa, un mio amico lavorava in un ipemercato di una grossa catena della GDO, costantemente attenta alle norme sulla sicurezza (confermo perchè per un certo periodo ho fatto anch'io questa espeienza). Il suo ultimo giorno di lavoro in quell'iper, prima di essere trasferito ad altra sede, aveva ben pensato di non indossare le scarpe anti-infortunistiche (obbligatorie anche per i capi-reparto come lo era lui). Chiamatela disattenzione o sfiga, quel giorno gli cade un porta transpallet sul piede e si infortuna all'alluce... Beh, di chi è stata la colpa?? Sicuramente sua e non ditemi che in quel caso l'azienda avrebbe dovuto vigilare, perchè è umanamente impossibile farlo in maniera costante e su tutti i dipendenti.


Davide Rap [ 24 Febbraio 2008, 10:37 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
nonostante oggettive mancanze da parte di alcune aziende che lavorano in italia, conoscendo dei casi simili a quelli descritti da infeltrio e drugo non posso che confermarli.


Anonymous [ 24 Febbraio 2008, 10:59 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Io lavoro in un azienda metalmeccanica di 400 dipendenti e le scarpe antinfortunistiche sono obbligatorie e se non te le metti e ti fai male uno l'INPS non ti paga l'infortunio sul lavoro ! ma ci va di mezzo anche il capo reparto che non ha vigilato sull'abbigliamento dei dipendenti. Li pagano di più anche per quello.

Per quanto riguarda il lavoro nei cantieri se ci sono operai che bevono oppure che vengono al lavoro addormentati si può benissimo richiamarli e dargli un giorno di sospensione e se continuano ad ignorare certi comportamenti si lasciano a casa.
Ma quello che è successo alla Thyssen è un altra cosa, un operaio (senza permesso) non può sostituire un tubo difettoso se i macchinari erano fatiscenti e l'azienda non controllava nemmeno gli estintori che colpa ne hanno gli operai.

Quindi penso che ogni infortunio deve essere valutato singolarmente e non si può generalizzare


gladium [ 24 Febbraio 2008, 11:37 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
morello ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Ma quello che è successo alla Thyssen è un altra cosa, un operaio (senza permesso) non può sostituire un tubo difettoso se i macchinari erano fatiscenti e l'azienda non controllava nemmeno gli estintori che colpa ne hanno gli operai.

Quindi penso che ogni infortunio deve essere valutato singolarmente e non si può generalizzare


Esatto... il caso della Thyssen è troppo macroscopico... oltretutto il documento che è emerso dopo da parte dei loro responsabili...
Io lavoro in una industria chimica dove l'infortunio è sempre dietro l'angolo, è vero quello che dice Infeltrio, non si può controllare tutti, ma si dovrebbe per lo meno cercare di mantenere le dotazioni di sicurezza efficienti e ridurre al minimo le possibilità di infortunio... non mi pare che alla Thyssen sia stato fatto.


petrax [ 25 Febbraio 2008, 16:18 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
infeltrio ha scritto: [Visualizza Messaggio]
forse sarò un po impopolare , ma nessuno parla mai di imperizie di chi lavora, troppo spesso , e chi mi conosce sa che sto tutto il giorno nei cantieri ,si vede gente che inizia la giornta con la china martini alle 6 e poi a pranzo 1 litro di vino in 2 ed il caffe corretto, oppure i ragazzi che dormono 3 ore e poi vengono in cantiere devastati da notti in giro e cose varie , io ne ho avuti 2 così, e vi assicuro che sono pericolosi come la mancanza di sicurezza, per se stessi e per chi lavora con loro!!!!! Troppo facile puntare sempre il dito nella stessa direzione, allarghiamo gli orizzonti, non tutte le aziende sono marce!!


Infatti chi lavora nei cantieri sono tutti ubriachi e cercano di farsi male volontariamente, magari anche uccidendosi.

Quali strani cantieri frequenti ?


infeltrio [ 25 Febbraio 2008, 19:13 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
Guarda che in quasi tutti i cantieri c'è quello che ha il bottiglione di vino o la birra .......e se a 0.5 sei ubriaco per guidare figuriamoci per stare su un impalcatura o sopra un tetto.

Poi per torino sono d'accordo che fosse colpa dell'azienda ...come in tante altre aziende simili o di altri settori........e non voglio generalizzare ma solo dire che gli errori e gli orrori ci sono da entrambe le parti!!!! basta osservare!!


Anonymous [ 25 Febbraio 2008, 22:24 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
infeltrio ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Guarda che in quasi tutti i cantieri c'è quello che ha il bottiglione di vino o la birra .......e se a 0.5 sei ubriaco per guidare figuriamoci per stare su un impalcatura o sopra un tetto.


Dai che anche il capo cantiere beve qualche sorsetto e prende il cicchetto

Tornando al discorso sicurezza se l'impalcatura ha i parapetti ed è a norma ed il muratore è imbragato, anche se ha bevuto più di 0,5 non precipita, oppure non lo si fà salire sopra l'impalcatura ma si fà sbadilare del cemento


Anonymous [ 03 Marzo 2008, 23:43 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
QUATTRO OPERAI MORTI INTOSSICATI IN PUGLIA


Quattro persone vittime di un incidente sul lavoro, il titolare di un'azienda di Molfetta e tre suoi dipendenti. Forse per un evento imprevedibile, forse per incuria, di certo per la loro generosità. Sono morti infatti uno dopo l'altro nel tentativo di salvare i loro compagni. Una morte eroica, dice qualcuno, e un episodio che allunga la tragica lista delle vittime sul lavoro in Italia. Teatro della vicenda la Truck Center, una media azienda nella zona industriale di Molfetta che si occupa di autolavaggio e soprattutto del lavaggio di cisterne. Sono da poco passate le 15.00. Nell'azienda si sta lavando la cisterna di un camion con forti getti di acido solforico. Un lavoro fatto tante volte. Terminata l'operazione un operaio, Guglielmo Mangano, di 44 anni, apre lo sportello superiore. Non si sa se scende per completare l'opera o se resta alla sommità. Di certo è investito da esalazioni di zolfo. Perde conoscenza e si accascia alla base della cisterna. I suoi compagni si accorgono di quanto sta accadendo. Uno dopo l'altro scendono prima Luigi Farinola, 37 anni, poi Biagio Sciancalepore, di 22, ma nessuno risale. La consapevolezza della tragedia si diffonde in un attimo.

E' lì anche il titolare dell'azienda, Vincenzo Altomare, di 64 anni. Non ci pensa due volte: si cala anche lui, ma anche lui non tornerà più su. Tutti asfissiati dallo zolfo. Si salva solo un ragazzo di 20 anni, Michele Tasca, che è in rianimazione nell'ospedale di Molfetta. Le sue condizioni, che in un primo momento sembravano non disperate, in serata si sono però aggravate. In pochi minuti il piazzale si popola. Ci sono gli investigatori, i vigili del fuoco che hanno estratto le salme, c'é il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, con gli occhi gonfi di pianto, ci sono politici e amministratori.

E soprattutto i parenti delle vittime. Il loro strazio è acuto. Si abbracciano, si confortano, gridano per il dolore, mentre sotto la luce delle fotoelettriche i corpi dei loro cari sono ancora lì per terra, coperti da lenzuola, sul piazzale dell'azienda a due passi da quella cisterna dove hanno trovato la morte. Il dolore è enorme, ma in fondo è composto. Non si cerca un capro espiatorio, un nemico. Al contrario, è evidente il clima di unità, di solidarietà fra loro, che rispecchia il rapporto che ci doveva essere anche tra il titolare e i suoi dipendenti. "Per favore - dice ai giornalisti una cognata di Mangano - non scrivete che la colpa è del titolare. E' morto anche lui per salvare i suoi operai. Guglielmo lavorava qui da soli otto mesi, ma diceva sempre di sentirsi come in famiglia". "Il titolare - aggiunge - lo trattava come un figlio e lui era contento di stare qui. Erano tutte brave persone". I corpi vengono portati via poco dopo le 19.30, ma i parenti in parte per un po' restano ancora qui, sembrano attoniti, ancora increduli. Nel frattempo i tecnici dei carabinieri, con tute e mascherine, si calano nella cisterna e cominciano i rilievi. "Per ora - dice il col. Gianfranco Cavallo, comandante provinciale dei carabinieri - non si possono fare ipotesi, non si può dire se vi sono responsabilità. Saranno i militari del Noe e dell'Ispettorato del Lavoro a fare luce, ma ci vorrà del tempo".

Forse errori ce ne sono stati; il pm di turno della procura di Trani, Giuseppe Maralfa, era qui con gli investigatori, ma almeno per stasera le polemiche non trovano spazio. Ma quest'altra tragedia non può restare senza risposta: i sindacati hanno proclamato per mercoledì prossimo uno sciopero generale regionale con una grande manifestazione a Bari. "Qui forse c'é stato anche il caso, forse anche dell'altro, di certo sono morti dei generosi - dice Giuseppe Filannino, segretario della Camera del Lavoro di Molfetta - ma queste morti dimostrano ancora una volta che manca la cultura del lavoro, che si parla ma non si fa mai abbastanza. No, così non può continuare".

SINDACATI PUGLIA, SCIOPERO GENERALE 5 MARZO
Cgil, Cisl e Uil di Puglia hanno proclamato per il 5 marzo prossimo due ore di sciopero "per esprimere lo sdegno di tutti i lavoratori pugliesi e sollecitare il governo all'emanazione urgente del Testo unico per la sicurezza sui posti di lavoro, evitando che la fine prematura della legislatura faccia decadere i termini della delega". E' detto in una nota dei segretari generali regionali Mimmo Pantaleo (Cgil), Mary Rina (Cisl) e Aldo Pugliese (Uil).

"Nella guerra quotidiana del lavoro anche il bollettino di oggi - affermano i tre esponenti sindacali pugliesi - riporta cinque vittime innocenti". "Non possiamo - aggiungono - che stringerci intorno al dolore delle famiglie e gridare ancora una volta che di lavoro si deve vivere e non morire".


pretender [ 09 Marzo 2008, 20:23 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
infeltrio ha scritto: [Visualizza Messaggio]
forse sarò un po impopolare , ma nessuno parla mai di imperizie di chi lavora, troppo spesso , e chi mi conosce sa che sto tutto il giorno nei cantieri ,si vede gente che inizia la giornta con la china martini alle 6 e poi a pranzo 1 litro di vino in 2 ed il caffe corretto, oppure i ragazzi che dormono 3 ore e poi vengono in cantiere devastati da notti in giro e cose varie , io ne ho avuti 2 così, e vi assicuro che sono pericolosi come la mancanza di sicurezza, per se stessi e per chi lavora con loro!!!!! Troppo facile puntare sempre il dito nella stessa direzione, allarghiamo gli orizzonti, non tutte le aziende sono marce!!

Qualche giorno fa e' andato in fiamme un negozio nel quale erano in corso dei lavori vicino a casa mia ; oggi sono venuto a sapere che la causa e' l'imperizia degli operai che hanno appoggiato ua fiamma ossidrica sopra al polistirolo . Ovviamente gli operai si sono dati alla fuga , ma non solo dalle fiamme , pare infatti che lavorassero in nero .
Quindi in parte sono d'accordo con infeltrio , non scagiono invece le aziende alle quali fa comodo far lavorare personale in nero e spesso poco qualificato .


Anonymous [ 12 Marzo 2008, 23:03 ]
Oggetto: Re: MORTI SUL LAVORO: EMERGENZA NAZIONALE
LAVORO, ANCORA DUE INCIDENTI MORTALI. AVANZA DL SICUREZZA


Un operaio si toglie la vita perché non gli viene rinnovato il contratto a termine: per la Fiom di Torino è "una nuova tragedia della precarietà". E non si ferma neppure la lunga catena degli incidenti sul lavoro: un operaio manutentore perde la vita nel torinese, un contadino muore schiacciato dal trattore in Veneto e un lavoratore edile di 37 anni è in prognosi riservata dopo un volo di sei metri dal tetto di un capannone a Borgo San Lorenzo (Firenze).

A togliersi la vita è l'operaio di un'azienda del gruppo Thyssenkrupp, la Berco di Rocca Canavese. Si chiamava Luigi Roca, 39 anni, padre di due figli. L'uomo, una vita con qualche problema alle spalle, prima di impiccarsi in un boschetto accanto a casa ha lasciato tre biglietti, ai genitori, ai figli e alla moglie: "Ho perso il lavoro e con quello la dignità.Ci ho provato. Scusami".
In un altro ha scritto: "La vita corre veloce ed è piena di buche". "Ora sono sola, con due figli da crescere e un marito che non c'é più", si sfoga tra le lacrime la moglie Barbara Agostino, di 34 anni. Ma c'é anche rabbia nelle sue parole: "Se mio marito si è ucciso è perché si sentiva umiliato: chissà che cosa deve avere provato e sentito dentro di sé per scegliere di farla finita. Sono una donna distrutta, se quell'azienda gli avesse rinnovato il contratto ora non sarei qui a piangere mio marito". Protagonista è ancora la Thyssenkrupp. Qualche delegato sindacale del gruppo tedesco avanza l'ipotesi che il contratto dell' uomo non fosse stato rinnovato perché l'azienda si preparerebbe a fare posto ai lavoratori dell'acciaieria di Torino, chiusa dopo il rogo del 6 dicembre. Un sospetto respinto però con decisione da Fabio Carletti della Fiom: "Non c'é alcun accordo sindacale di questo genere. I cento lavoratori della fabbrica di Torino, attualmente in cassa integrazione possono usufruire degli incentivi all'uscita e c'é un percorso di ricollocamento in due anni. Per quelli che rimangono se ne riparlerà nel 2010.

E' un dramma, ma non c'é alcun collegamento con gli impegni da noi assunti". Ma secondo il senatore Franco Turigliatto (Sinistra critica) il dramma della precarietà si consuma "nell' indifferenza della politica".

Da una morte per mancanza di lavoro a un' altra causata dal lavoro. E' accaduto la scorsa notte nello stabilimento della Mac (stampi per auto) di Chivasso (Torino). Vittima Antonio Stramandinoli, di 37 anni, originario di Sinopoli (Reggio Calabria), ma era venuto al nord con i genitori quando era piccolo ed abitante a Lombriasco (Torino) con moglie e un figlio di 12 anni. "Era un abile manutentore del Comau (Gruppo Fiat, ndr) che da otto anni eseguiva lavori di assistenza tecnica nella nostra fabbrica, fra pochi giorni sarebbe stato assunto direttamente dalla Mac ", racconta un collega di lavoro, che aggiunge: "La scorsa notte si è bloccata una pressa ed è intervenuto. Stava lavorando da solo, quando un grosso pistone si è disarticolato e l' ha colpito al petto scaraventandolo per aria". L' attività dello stabilimento si è subito bloccata e oggi sono scesi in sciopero i circa mille lavoratori delle aziende del polo di Chivasso, dove ha sede la Mac. Domani davanti ai cancelli vi sarà un' assemblea.

La magistratura ha aperto un' inchiesta e il segretario della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, ha polemizzato. "Quel che è certo è che l'impresa lavora su tre turni e ha un contenzioso aperto con il sindacato sull'uso degli straordinari. Gli ultimi incidenti nell'industria metalmeccanica torinese sono avvenuti in un contesto in cui le macchine non devono mai fermarsi".

Ma la lista di incidenti sul lavoro oggi si è ulteriormente allungata. Un contadino di 68 anni, Giovanni Zanivan, è morto oggi a Lentini (Belluno), schiacciato da un piccolo trattore del quale era alla guida, e un operaio edile di 37 anni è rimasto gravemente ferito cadendo dal tetto di un capannone alto sei metri nella zona industriale delle 'Fornaci' a Borgo San Lorenzo (Firenze).

AL VIA ESAME IN COMMISSIONE CAMERA
Ha preso il via in commissione Lavoro alla Camera l'esame del decreto sulla sicurezza sul lavoro varato dal Consiglio dei ministri il 6 marzo scorso. L'esame proseguirà la prossima settimana.




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