Una cosa che mi piace fare a Mosca è andare a vedere i mercati, ce ne sono di tutti i tipi, alcuni grandissimi e tutti specializzati.
Ad esempio a nordest c’e il mercato di Cherkisovskij o meglio esiste una serie di (credo) 5 enormi mercati specializzati in abbigliamento intercollegati.
Uno di questi si chiama Eurasia e già il nome dice tutto.
È un mondo gremito di persone con dei venditori (tantissimi) non russi ed in massima parte provenienti dai confini a sud e ad est (cinesi, georgiani, ecc.) stipati dietro piccolissimi banchi o tuffati dentro a dei container – negozio.
In questo caos di folla il cicaleccio viene spezzato ogni tanto dal grido di “daroga tieleska!” dei facchini che tentano di passare coi i portapacchi strabordanti di merci in mezzo alla moltitudine di acquirenti.
Ogni tanto qualcuno viene travolto dalla furia dei facchini e si innescano piccole ma incruente beghe.
Chi sono i clienti?
Sono russi ovviamente (mai i turisti si avventurano in questi mercati) appartenenti a svariate classi sociali medie e basse, non ci sono ricche persone ma tutti quelli che ci sono rappresentano veramente il grosso della popolazione moscovita, il cuore pulsante di questa società in fermento economico.
Le prime volte in cui ci si tuffa in questo crogiolo di razze, merci e colori si è un po’ preoccupati, un po’ come quando si gira per i mercati a Rio de Janeiro, Napoli o a Torino (il mitico Balun).
Poi ci si fa coraggio, si ritorna a casa interi ed ancora con il portafoglio in tasca ed allora il gioco comincia a farsi interessante e si ha foglia di vedere ancora e ancora…
Vedere che cosa? Direte voi.
A me piace vedere che cosa guarda la gente, che cosa compra, come contratta e poi mi piace guardare questo variopinto mondo di abbigliamento cinese e turco dove una maglia di Gucci, falsa (ma così falsa che Gucci non si sarebbe mai sognato di farla neppure dopo abbondanti bevute),
costa 600 rubli o dove le scarpe della Puma con tanto di scatola Puma, garanzia Puma, sacchetto Puma, costano non più di 700 rubli.
Mi piace vedere questi microscopici ristoranti – bar dove con 100 rubli si fa pranzo completo, un pranzo dai sapori asiatici con il pane lavash e con il the con le foglie nella tazza.
Devo confessare che alcune (rare) volte ci ho mangiato anch’io chiudendo gli occhi per non vedere quello che per noi non si può vedere in un ristorante… ma sono vivo e vegeto.
Ecco il mio contributo alla comprensione di come si può vivere con certi stipendi in certi luoghi dove tutto è possibile e dove molto è (ancora) permesso.
Chi di voi vuole visitare Cherkisovskij rinak ?
Enzo
