GRINGOX d'UCRAINA »  Mostra messaggi da    a     

Forum Russia - Italia


"Ugolok" degli Italiani delle terre russofone - GRINGOX d'UCRAINA



milian_t [ 24 Marzo 2012, 9:16 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Buon anniversario, Gringox!


milian_t [ 24 Marzo 2012, 9:17 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Buon anniversario, Gringox!
messaggio generato per errore, come fosse un doppio augurio


Luda Mila [ 24 Marzo 2012, 9:25 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Gringox, congratulazioni per quel tuo "giubileo"! Credo che quella tappa lunga di sette anni in qualche modo abbia arricchito la tua vita e l'abbia riempita di cose e sensazioni mai provate ( e non sempre nel senso negativo )


Bes [ 24 Marzo 2012, 11:39 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
La tua storia e le parole che hai scritto ti fanno davvero onore. Complimenti Gringox!


ufficiofacce [ 24 Marzo 2012, 11:53 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Gringaccio ti faccio anch'io tanti complimenti per il tuo giubileo, un grande traguardo di russofilia e di vita.. che forse tutto sommato sono la stessa cosa


Abacucco [ 24 Aprile 2012, 23:35 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Riflessioni ucraine...

dsc01297b

dsc01296a

dsc01298c


E’ autunno. (riflessioni ucraine)

Un brivido di commozione mi assale e cedo alla tentazione di fermarmi per qualche minuto in silenzio ad ammirare questo “quadretto” ottocentesco.
Sono nella Ternopolskaja oblast’ (regione di Ternopol’) e, come spesso mi capita, la trasferta di lavoro si trasforma ora in un meraviglioso momento di “viaggio”, la tipica situazione in cui improvvisamente la ragione lascia spazio al predominio del sentimento e le cose che vedo diventano nutrimento per l’animo. Mi fermo, chiudo gli occhi per un istante, di colpo resuscitano i ricordi di scuola e delle poesie che si imparavano a memoria; mi pare prendano forma e vita quelle rime del Leopardi o del Carducci o del Pascoli che tanto amavo per la loro profondità e che procuravano in me già allora una dolce nostalgia e la commozione in chi, come in me, scorre in parte nel proprio corpo, del sangue contadino…non siamo nella Romagna o nella Toscana ottocentesca, ma poco importa. Il romanticismo palpabile nell’aria annulla il tempo e cancella le distanze ed io sono qui, spettatore improvvisato, a condividere questa simbiosi con la natura.
Il ritmo delle stagioni in nessun luogo come qui, nella campagna ucraina, “solca” la vita dell’uomo. Così come questi cavalli quieti, spinti da questi uomini lenti e costanti, solcano rassegnati una terra morbida e ricca di quel “frutto” che più di ogni altro costituisce la base dell’alimentazione per questa gente. Inizia l’autunno e la raccolta delle patate è un momento importante per la vita di campagna. Penso a loro, penso a questi uomini e donne, ai loro padri, ai loro nonni ed antenati che sin dall’origine del tempo compivano con abnegazione questo duro lavoro stagionale, in silenzio e meticolosamente. Nulla pare cambiato da allora: i cavalli, gli aratri di legno, il carretto di legno, la nebbiolina triste che sbiadisce i colori della natura, offuscandone le forme… Per questi uomini ogni anno, al ripetersi della stagione, si ripetono le stesse azioni. Poco importa se a qualche centinaio di metri dal loro campo sfreccia ogni tanto una macchina che vorrebbe ricordare loro la civilizzazione. Una civiltà così vicina e al tempo stesso così lontana da loro! Essi non si badano di ciò, di ben più vitale importanza per le loro semplici esistenze è il portare a termine il proprio lavoro. E poi, a sera, rientrare stanchi al focolare domestico per scaldarsi intorno alla stufa, che spesso, nelle campagne ucraine, è ancora a legna!
Io li ammiro, intravvedo appena le sagome dei loro ruvidi volti, che immagino solcati da rughe profonde, che rendono questi giovani uomini già vecchi; ammiro la loro orgogliosa e muta rassegnazione; chissà a cosa pensano mentre lavorano. Vorrei “tuffarmi” nei loro pensieri, parlare con loro. Chiedere loro se sono felici, se hanno delle aspirazioni, dei sogni, se pensano di poter in qualche modo cambiare la loro vita. Ma no, forse a loro non è dato pensare, non riescono a immaginare qualcosa di diverso, non hanno certo avuto la possibilità di scegliere un qualche destino diverso da quello che gli è stato assegnato alla nascita. Ciò a conferma di un ordine naturale misterioso che attribuisce chissà perché ad alcuni una sorte ed altri una diversa, pur essendo tutti uomini e tutti teoricamente uguali. Sì, è vero, alcuni lasciano le campagne, alcuni arrivano alla città, altri addirittura giungono in altra Terra a cercare fortuna, un lavoro “civile” e “normale”…ma per quanti ne emigrino, altrettanti restano, a perpetuare la cultura e la tradizione di questa Terra; ed ecco il mio pensiero si ferma a costoro, che sono qui davanti a me, e che si muovono lenti! No, non è dato a me immaginare i loro pensieri…mi posso solo limitare a guardarli stupito e a rispettare questa loro semplice ma dura esistenza. Il rispetto! In silenzio!
Ed io sono forse felice?
D’un tratto squilla il telefono cellulare: un cliente riporta me alla mia quotidianità, al lavoro, e mi ricorda che la strada per Kiev è ancora lunga… lascio lì quell’umanità dignitosa, nel campo in compagnia dei loro cavalli e della nebbia che pare ora meno fitta, e mi rimetto in moto.
La strada è ancora lunga…

Gringox


Ciao Gringox,
in effetti capita di pensare a queste cose e a volte magari di mandare a fare in culo cellulare, rapporti che non ci interessano e incominciare a vangare o ad usare l'aratro.
Sono le sensazioni che ho provato anche io a contatto con i contadini (non solo in Ucraina).
I ritmi ciclici, i prodotti della terra, le ragazze acqua e sapone anche se un po' rozze... tutto bellissimo.

Poi però non siamo abituati a una vita così placida con le esigenze che la natura richiede (anche il cesso in legno fuori casa non è il massimo) :)

Molti comunque quando pensano all'Ucraina hanno in mente le "hata", i paesaggi bucolici e gli animali dei villaggi liberi per le strade che si alternano a qualche pozzo d'aqua di uso comune: non solo gente straniera interessata all'esotico, ma molti ucraini che hanno ancora la babushka nei villaggi (e dove forse, in fondo, lì sta una parte del loro cuore).

Grazie per avermi dato lo spunto per questa mia riflessione italo/ucraina ;)


gringox [ 25 Aprile 2012, 8:10 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Abacucco ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Riflessioni ucraine...

dsc01297b

dsc01296a

dsc01298c


E’ autunno. (riflessioni ucraine)

Un brivido di commozione mi assale e cedo alla tentazione di fermarmi per qualche minuto in silenzio ad ammirare questo “quadretto” ottocentesco.
Sono nella Ternopolskaja oblast’ (regione di Ternopol’) e, come spesso mi capita, la trasferta di lavoro si trasforma ora in un meraviglioso momento di “viaggio”, la tipica situazione in cui improvvisamente la ragione lascia spazio al predominio del sentimento e le cose che vedo diventano nutrimento per l’animo. Mi fermo, chiudo gli occhi per un istante, di colpo resuscitano i ricordi di scuola e delle poesie che si imparavano a memoria; mi pare prendano forma e vita quelle rime del Leopardi o del Carducci o del Pascoli che tanto amavo per la loro profondità e che procuravano in me già allora una dolce nostalgia e la commozione in chi, come in me, scorre in parte nel proprio corpo, del sangue contadino…non siamo nella Romagna o nella Toscana ottocentesca, ma poco importa. Il romanticismo palpabile nell’aria annulla il tempo e cancella le distanze ed io sono qui, spettatore improvvisato, a condividere questa simbiosi con la natura.
Il ritmo delle stagioni in nessun luogo come qui, nella campagna ucraina, “solca” la vita dell’uomo. Così come questi cavalli quieti, spinti da questi uomini lenti e costanti, solcano rassegnati una terra morbida e ricca di quel “frutto” che più di ogni altro costituisce la base dell’alimentazione per questa gente. Inizia l’autunno e la raccolta delle patate è un momento importante per la vita di campagna. Penso a loro, penso a questi uomini e donne, ai loro padri, ai loro nonni ed antenati che sin dall’origine del tempo compivano con abnegazione questo duro lavoro stagionale, in silenzio e meticolosamente. Nulla pare cambiato da allora: i cavalli, gli aratri di legno, il carretto di legno, la nebbiolina triste che sbiadisce i colori della natura, offuscandone le forme… Per questi uomini ogni anno, al ripetersi della stagione, si ripetono le stesse azioni. Poco importa se a qualche centinaio di metri dal loro campo sfreccia ogni tanto una macchina che vorrebbe ricordare loro la civilizzazione. Una civiltà così vicina e al tempo stesso così lontana da loro! Essi non si badano di ciò, di ben più vitale importanza per le loro semplici esistenze è il portare a termine il proprio lavoro. E poi, a sera, rientrare stanchi al focolare domestico per scaldarsi intorno alla stufa, che spesso, nelle campagne ucraine, è ancora a legna!
Io li ammiro, intravvedo appena le sagome dei loro ruvidi volti, che immagino solcati da rughe profonde, che rendono questi giovani uomini già vecchi; ammiro la loro orgogliosa e muta rassegnazione; chissà a cosa pensano mentre lavorano. Vorrei “tuffarmi” nei loro pensieri, parlare con loro. Chiedere loro se sono felici, se hanno delle aspirazioni, dei sogni, se pensano di poter in qualche modo cambiare la loro vita. Ma no, forse a loro non è dato pensare, non riescono a immaginare qualcosa di diverso, non hanno certo avuto la possibilità di scegliere un qualche destino diverso da quello che gli è stato assegnato alla nascita. Ciò a conferma di un ordine naturale misterioso che attribuisce chissà perché ad alcuni una sorte ed altri una diversa, pur essendo tutti uomini e tutti teoricamente uguali. Sì, è vero, alcuni lasciano le campagne, alcuni arrivano alla città, altri addirittura giungono in altra Terra a cercare fortuna, un lavoro “civile” e “normale”…ma per quanti ne emigrino, altrettanti restano, a perpetuare la cultura e la tradizione di questa Terra; ed ecco il mio pensiero si ferma a costoro, che sono qui davanti a me, e che si muovono lenti! No, non è dato a me immaginare i loro pensieri…mi posso solo limitare a guardarli stupito e a rispettare questa loro semplice ma dura esistenza. Il rispetto! In silenzio!
Ed io sono forse felice?
D’un tratto squilla il telefono cellulare: un cliente riporta me alla mia quotidianità, al lavoro, e mi ricorda che la strada per Kiev è ancora lunga… lascio lì quell’umanità dignitosa, nel campo in compagnia dei loro cavalli e della nebbia che pare ora meno fitta, e mi rimetto in moto.
La strada è ancora lunga…

Gringox


Ciao Gringox,
in effetti capita di pensare a queste cose e a volte magari di mandare a fare in culo cellulare, rapporti che non ci interessano e incominciare a vangare o ad usare l'aratro.
Sono le sensazioni che ho provato anche io a contatto con i contadini (non solo in Ucraina).
I ritmi ciclici, i prodotti della terra, le ragazze acqua e sapone anche se un po' rozze... tutto bellissimo.

Poi però non siamo abituati a una vita così placida con le esigenze che la natura richiede (anche il cesso in legno fuori casa non è il massimo) :)

Molti comunque quando pensano all'Ucraina hanno in mente le "hata", i paesaggi bucolici e gli animali dei villaggi liberi per le strade che si alternano a qualche pozzo d'aqua di uso comune: non solo gente straniera interessata all'esotico, ma molti ucraini che hanno ancora la babushka nei villaggi (e dove forse, in fondo, lì sta una parte del loro cuore).

Grazie per avermi dato lo spunto per questa mia riflessione italo/ucraina ;)



Abacucchino ciao,

piacere di risentirti. Ehehe, hai ripescato proprio un post vecchietto, mi fa piacere che ti sei messo a leggere qualcosina del Gringox d'Ucraina, in fondo tu di Ucraina ne capisci parecchio vista la tua storia e di sicuro molte delle mie sensazioni sono anche le tue.
Intanto complimenti anche a te per il tuo mitico blog...ho letto l'articoletto su Zhitomir, che sai che anche io conosco bene, molto bello.

Ciao,

Gringox

PS: ohh va che settimana prox sn a MI, magari ci sentiamo e ci vediamo se hai voglia.


gringox [ 25 Aprile 2012, 11:46 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Kumpel’!

Un nome che è garanzia di soddisfazione per il palato e pienezza per lo stomaco! Letteralmente “compagno di bevute”, nel dialetto leopoliano che è un misto tra polacco e ucraino, questo locale è il posto giusto per chi ama la birra buona e la cucina a base di carne. La musica stile “polka” e tradizionale polacca di sottofondo si concilia soavemente col brulichio delle voci delle variopinte compagnie di amici che qui si ritrovano per trascorrere una serata simpatica nel buon umore sorseggiando una “burshtinove” ambrata (бурштинове) o una “svitle” (світле) dal colore ocra intenso, le due principali birre che il microbirrifficio Kumpel’ produce. L’ambiente è simpatico e tutto, dall’arredamento interno a metà tra il bavarese e il polacco agli ornamenti d’arredo, riporta ad un unico filo conduttore: la birra.

Qui addirittura in una parete del locale gli affezionati “compagni di bevute” conservano i propri boccali, individuali e personalizzati, in bacheche di vetro chiuse di cui ciascun proprietario conserva la propria chiave.

Una cena qui, solo o con clienti, è tappa fissa in ogni mia trasferta a Lvov, da quando nel 2008 nel centro storico della città ha aperto questo locale. Qui incredibilmente ho ritrovato la trippa alla milanese, piatto che non mangiavo da anni, forse da quando ero bambino...“флячки” (fljachki) – così viene chiamata qui, forse anch’esso nome di origini polacche – è piatto pure tradizionale della Galizia. La Galizia («Галичина») era all’estremità opposta dell’impero d’Austria e Ungheria: da una parte il Lombardo-Veneto, dall’altra la Galizia…chissà, forse le origini di questa somiglianza culinaria vanno ricercate in altro, magari nella tradizione contadina, ma a me piace pensare che in qualche modo ci sia un collegamento geografico-culturale tra queste due macroregioni che al tempo degli Asburgo si trovavano nella stessa entità statale. Dunque Milano (la mia città natale) e Lvov nello stesso stato fino alla prima metà e oltre del 1800, fino a quando la Lombardia non entrò nel nuovo Regno d’Italia…il pensiero a questa situazione mi apre nella mente immagini e visioni di carretti, di strade, di genti che viaggiavano nelle varie parti di questo Impero multiforme e multietnico e chissà, magari anche i “fljachki” o trippa in qualche modo è arrivata da queste parti (o viceversa) grazie proprio al passaggio di genti che portavano con sé le proprie tradizioni anche culinarie. È Andrej, mio fedele cliente e già da tempo sincero amico lvoviano – nazionalista (o antirusso) tanto da rimpiangere i tempi in cui Vienna era la loro capitale, ad avermi inculcato questa fantasia, questo strano collegamento culturale; ma in fondo è bello degustare della buona birra e fantasticare su un passato lontano ormai che ha visto noi lombardi e loro galiziani insieme…

09042012057
I "fljachki".


Al kumpel’ la birra è fantastica! L’ultima trovata è il boccale in plastica da 3 litri con rubinettino per spillare la birra, situazione ideale per le compagnie di buoni bevitori che a volte non è sufficiente per saziare la voglia e occorre ordinare un altro boccale per tirare a fine serata. Nella mia ultima trasferta, un paio di settimane fa, la “burshtinove” ambrata ha accompagnato degnamente il tagliere con la “metrova kolbasa”, un metro di salsiccia della casa, composta da carne di maiale, pollo e manzo; un piatto eccezionale.

09042012055
Il boccalone da 3 l. di "burshtinove"


09042012059
...e la "metrova kolbasa".


A fine serata dal Kumpel’ si esce sempre decisamente col buon umore. Ma è d’uopo fare quattro passi per le romantiche viuzze del centro di Leopoli, per smaltire la sana sbornia guardando con altri occhi – quelli lucidi ed ebbri di birra – gli edifici a tratti cadenti della città e le sue forme, che la notte risultano ancor più suggestivi per i giochi di luci ed ombre, rievocando i tempi passati dell’Impero asburgico…


Gringox


Lvov, 11 aprile 2012


Abacucco [ 25 Aprile 2012, 17:03 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Abacucco ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Riflessioni ucraine...

dsc01297b

dsc01296a

dsc01298c


E’ autunno. (riflessioni ucraine)

Un brivido di commozione mi assale e cedo alla tentazione di fermarmi per qualche minuto in silenzio ad ammirare questo “quadretto” ottocentesco.
Sono nella Ternopolskaja oblast’ (regione di Ternopol’) e, come spesso mi capita, la trasferta di lavoro si trasforma ora in un meraviglioso momento di “viaggio”, la tipica situazione in cui improvvisamente la ragione lascia spazio al predominio del sentimento e le cose che vedo diventano nutrimento per l’animo. Mi fermo, chiudo gli occhi per un istante, di colpo resuscitano i ricordi di scuola e delle poesie che si imparavano a memoria; mi pare prendano forma e vita quelle rime del Leopardi o del Carducci o del Pascoli che tanto amavo per la loro profondità e che procuravano in me già allora una dolce nostalgia e la commozione in chi, come in me, scorre in parte nel proprio corpo, del sangue contadino…non siamo nella Romagna o nella Toscana ottocentesca, ma poco importa. Il romanticismo palpabile nell’aria annulla il tempo e cancella le distanze ed io sono qui, spettatore improvvisato, a condividere questa simbiosi con la natura.
Il ritmo delle stagioni in nessun luogo come qui, nella campagna ucraina, “solca” la vita dell’uomo. Così come questi cavalli quieti, spinti da questi uomini lenti e costanti, solcano rassegnati una terra morbida e ricca di quel “frutto” che più di ogni altro costituisce la base dell’alimentazione per questa gente. Inizia l’autunno e la raccolta delle patate è un momento importante per la vita di campagna. Penso a loro, penso a questi uomini e donne, ai loro padri, ai loro nonni ed antenati che sin dall’origine del tempo compivano con abnegazione questo duro lavoro stagionale, in silenzio e meticolosamente. Nulla pare cambiato da allora: i cavalli, gli aratri di legno, il carretto di legno, la nebbiolina triste che sbiadisce i colori della natura, offuscandone le forme… Per questi uomini ogni anno, al ripetersi della stagione, si ripetono le stesse azioni. Poco importa se a qualche centinaio di metri dal loro campo sfreccia ogni tanto una macchina che vorrebbe ricordare loro la civilizzazione. Una civiltà così vicina e al tempo stesso così lontana da loro! Essi non si badano di ciò, di ben più vitale importanza per le loro semplici esistenze è il portare a termine il proprio lavoro. E poi, a sera, rientrare stanchi al focolare domestico per scaldarsi intorno alla stufa, che spesso, nelle campagne ucraine, è ancora a legna!
Io li ammiro, intravvedo appena le sagome dei loro ruvidi volti, che immagino solcati da rughe profonde, che rendono questi giovani uomini già vecchi; ammiro la loro orgogliosa e muta rassegnazione; chissà a cosa pensano mentre lavorano. Vorrei “tuffarmi” nei loro pensieri, parlare con loro. Chiedere loro se sono felici, se hanno delle aspirazioni, dei sogni, se pensano di poter in qualche modo cambiare la loro vita. Ma no, forse a loro non è dato pensare, non riescono a immaginare qualcosa di diverso, non hanno certo avuto la possibilità di scegliere un qualche destino diverso da quello che gli è stato assegnato alla nascita. Ciò a conferma di un ordine naturale misterioso che attribuisce chissà perché ad alcuni una sorte ed altri una diversa, pur essendo tutti uomini e tutti teoricamente uguali. Sì, è vero, alcuni lasciano le campagne, alcuni arrivano alla città, altri addirittura giungono in altra Terra a cercare fortuna, un lavoro “civile” e “normale”…ma per quanti ne emigrino, altrettanti restano, a perpetuare la cultura e la tradizione di questa Terra; ed ecco il mio pensiero si ferma a costoro, che sono qui davanti a me, e che si muovono lenti! No, non è dato a me immaginare i loro pensieri…mi posso solo limitare a guardarli stupito e a rispettare questa loro semplice ma dura esistenza. Il rispetto! In silenzio!
Ed io sono forse felice?
D’un tratto squilla il telefono cellulare: un cliente riporta me alla mia quotidianità, al lavoro, e mi ricorda che la strada per Kiev è ancora lunga… lascio lì quell’umanità dignitosa, nel campo in compagnia dei loro cavalli e della nebbia che pare ora meno fitta, e mi rimetto in moto.
La strada è ancora lunga…

Gringox


Ciao Gringox,
in effetti capita di pensare a queste cose e a volte magari di mandare a fare in culo cellulare, rapporti che non ci interessano e incominciare a vangare o ad usare l'aratro.
Sono le sensazioni che ho provato anche io a contatto con i contadini (non solo in Ucraina).
I ritmi ciclici, i prodotti della terra, le ragazze acqua e sapone anche se un po' rozze... tutto bellissimo.

Poi però non siamo abituati a una vita così placida con le esigenze che la natura richiede (anche il cesso in legno fuori casa non è il massimo) :)

Molti comunque quando pensano all'Ucraina hanno in mente le "hata", i paesaggi bucolici e gli animali dei villaggi liberi per le strade che si alternano a qualche pozzo d'aqua di uso comune: non solo gente straniera interessata all'esotico, ma molti ucraini che hanno ancora la babushka nei villaggi (e dove forse, in fondo, lì sta una parte del loro cuore).

Grazie per avermi dato lo spunto per questa mia riflessione italo/ucraina ;)



Abacucchino ciao,

piacere di risentirti. Ehehe, hai ripescato proprio un post vecchietto, mi fa piacere che ti sei messo a leggere qualcosina del Gringox d'Ucraina, in fondo tu di Ucraina ne capisci parecchio vista la tua storia e di sicuro molte delle mie sensazioni sono anche le tue.
Intanto complimenti anche a te per il tuo mitico blog...ho letto l'articoletto su Zhitomir, che sai che anche io conosco bene, molto bello.

Ciao,

Gringox

PS: ohh va che settimana prox sn a MI, magari ci sentiamo e ci vediamo se hai voglia.


Ciao Gringox, in effetti era un post un p' datato ma mi piaceva molto e ho deciso di commentarlo. Certo che voglio leggere quello che hai scritto, è molto interessante! Sono io che sono un accidioso. :) Pensa che quando devo leggere cose lunghe o profonde preferisco sempre stamparmele. Sono un po' alla vecchia maniera...
Grazie per i complimenti Gringox anche se sono stato un po' latitante, ma con il tempo mi è venuta voglia di scrivere ancora, credo per nostalgia del paese e perchè ho fatto i conti con alcune questioni ucraine che ho accantonato.

Su Xhytomir, mi ha fatto ridere quello che hai scritto sulla strada asfaltata e sulla Piazza Soborna, che è veramente ridicola e antiestetica al massimo. Ho cercato nel mioarticolo di far capire cosa fu un tempo quella cittadina, per rendergli onore del suo brillante passato ma ovviamente era anche un omaggio alla mia bella.

Ci sentiamo quando ritorni a Milano Gringox, così mi racconterai un po' di te e di come te la passi.

Un abbraccio

Gabriele


gringox [ 25 Aprile 2012, 17:16 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Abacucco ha scritto: [Visualizza Messaggio]


Ciao Gringox, in effetti era un post un p' datato ma mi piaceva molto e ho deciso di commentarlo. Certo che voglio leggere quello che hai scritto, è molto interessante! Sono io che sono un accidioso. :) Pensa che quando devo leggere cose lunghe o profonde preferisco sempre stamparmele. Sono un po' alla vecchia maniera...
Grazie per i complimenti Gringox anche se sono stato un po' latitante, ma con il tempo mi è venuta voglia di scrivere ancora, credo per nostalgia del paese e perchè ho fatto i conti con alcune questioni ucraine che ho accantonato.

Su Xhytomir, mi ha fatto ridere quello che hai scritto sulla strada asfaltata e sulla Piazza Soborna, che è veramente ridicola e antiestetica al massimo. Ho cercato nel mioarticolo di far capire cosa fu un tempo quella cittadina, per rendergli onore del suo brillante passato ma ovviamente era anche un omaggio alla mia bella.

Ci sentiamo quando ritorni a Milano Gringox, così mi racconterai un po' di te e di come te la passi.

Un abbraccio

Gabriele



Carissimo ci sentiamo settimana prossima.

Ciao.

Gringox


thessalonica [ 25 Aprile 2012, 21:29 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gring...auguri per il tuo giubileo! che la felicità e l'entusiasmo aumentino di anno in anno!!!


gringox [ 29 Maggio 2012, 15:58 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

nahimov
Statua di Nahimov.


La seconda volta si ripetè meno di 100 anni dopo, quando Sevastopol’ fu oggetto di aggressione nazista e dovette organizzare un’accanita resistenza, durata 250 giorni, prima di cedere al nemico. E così, come Kiev, come Leningrado, come Odessa, come Minsk, come Smolensk, come Kerch’, ecc… e forse ancor più meritatamente delle città sopra indicate, anche Sevastopol’ è ricordata tuttora come gloriosa “gorod geroj”.

altare_patria
Altare della Patria.


Monumenti alla gloria della città ce ne sono ovunque in una quantità mai vista da altre parti: statue, memoriali, cippi, busti, insegne, colonne e chi più ne ha più ne metta.

matros_i_soldat
«Матрос и солдат»; ("Matros i Soldat" - il poderoso monumento al marinaio e al soldato).

monumento_alle_navi_affondate
Памятник Затопленным короблям» - Colonna dell’aquila (o monumento alle navi affondate durante l’asssedio della guerra di Crimea).

monumento_guerra_crimea
Monumento alla resistenza nella guerra di Crimea.

obelisco_e_baia
«Обелиск в честь города-героя Севастополя» - obelisco in onore della città eroica Sevastopol’.


E così eccomi di nuovo in Crimea, una terra che mi sta già attirando da tempo e che ho iniziato a visitare l’anno scorso; dopo Yalta e il suo circondario, dopo Sudak e la tranquillissima baia di Novij Svet eccomi dunque a Sevastopol’.

Di bello a Sevastopl’ c’è l’atmosfera cittadina e la gente. Se Yalta è il “kurort” per eccellenza, dove prima la nobiltà zarista, poi l’elite dell’apparato statale sovietico, sfoggiavano l’eleganza e dove ora troneggia la sbruffoneria, pur in un contesto cittadino sotto molti aspetti retrò, dell’oligarchia contemporanea e degli eredi di quelle oligarchie post-sovietiche; Sevastopol’, disposta in modo esteso lungo un dolce pendio che scende verso la baia, è la grande città portuale – la vera capitale della Crimea (sebbene politicamente la capitale sia Simferopol’) – che conta circa 350.000 abitanti e dove tutto ruota intorno al porto e al commercio marittimo. Essa è del tutto conforme, esteriormente, allo standard delle altre città “soviet”: palazzoni ancor più fatiscenti e dalle facciate degradate dalla salsedine nella periferia sulla collina, strade larghe e polverose, un centro carino con qualche edificio neoclassico sul lungomare, parecchie “stalinki” e poca roba del tempo precedente, poiché le guerre qui hanno raso al suolo per bene la città; nonostante ciò essa appare ordinata e davvero piacevole.

Il lungomare è molto ben curato e i sevastopoliani amano molto passeggiare qui, soprattutto in queste tiepide giornate di primavera e durante la calda estate.

La marshrutka è, come sempre nelle Russie, il modo più comodo per girare la città, ed è anche piacevole: era da tempo che non sentivo la musica in marshrutka; la radio che il conducente tiene sempre ad un volume garbato ti alletta il viaggio mentre guardi fuori dal finestrino.

baia
La baia dinnanzi a Sevastopol'.

grafskaja_pristan
«Графская пристань» - (“Grafskaja pristan’”), la facciata in stile neoclassico, inaugurata nel 1846, dove si svolgevano le parate dei marinai alla corte di vari imperatori, da Caterina II, ad Alessandro II, a Nicola I, a Nicola II…

lungomare_1338288057_446272
Il lungomare.

samovar_e_lungomare
Intrattenimenti sul lungomare: il «запорожский самовар» ("samovar di Zaporozhe").


La gente dicevo… forse la consapevolezza del valore storico che la città ha assunto sin dai tempi degli antichi greci è all’origine dei modi civili e colti della gente, in generale. È dai piccoli atteggiamenti, dal modo di rispondere, dagli sguardi della gente che si nota la differenza rispetto alla maggior parte del mondo russo che conosco. Un “grazie” in più, una persona che ti accompagna fino a destinazione alla richiesta di indicazioni stradali, una marshrutka che si ferma lungo la strada, e non necessariamente alla fermata, al semplice cenno del braccio e ti raccoglie; lo stesso particolare della consegna dell’ “obolo” al conducente per la corsa in marshrutka (2 grn!) a fine corsa, prima di scendere e non al momento della salita; i volti sorridenti della gente…

In giro pochi marinai russi fanno da cornice alla realtà cittadina. Ciò mi sorprende deludendomi un poco. Nonostante gli accordi politici ucraino-russi che prolungano il “dominio” russo sulla città, essa non è più quella di un tempo; non è più la potente Sevastopol’ che dal dopoguerra al 1991 rappresentava la gloriosa città strategica del mar Nero, dove era ancorata la più grande flotta dell’Armata Rossa nella parte meridionale dell’impero sovietico… l’importanza di Sevastopol’ è soprattutto simbolica ora; sta a confermare il diritto che i russi si attestano di poter stare qui, in un territorio che la storia ora assegna ad un altro Stato. Se si notano pochi marinai russi, in compenso le bandiere a strisce orizzontali bianco, blu e rosso sventolano orgogliose ovunque, in cima ai tetti degli edifici della città a ribadire appunto il legame forte ed inscindibile della città con la madrepatria russa. Che cosa strana, già a Yallta e a Novij Svet mi aveva impressionato questo particolare delle bandiere russe, ma qui ha a dir poco dell’incredibile tante esse ne sventolano sopra la città...

Anche le navi militari sembrano appartenere ad un’altra epoca; sebbene tuttora funzionanti, e abitate – si scorgono i marinai indaffarati nella pulizia a bordo – esse stanno lì placide con la chiglia a tratti arrugginita e non fanno più paura a nessuno, anzi sembrano più che altro un oggetto di attrazione per visitatori. Avvicinarsi ad esse è comunque una grande emozione, e mentre la guida racconta i nomi e i particolari delle navi alle quali passiamo vicine, la mia mente vola indietro nel tempo, ai tempi della Guerra Fredda quando queste navi facevano paura per davvero...

navi_russe
Alcuni esemplari della gloriosa flotta russa del Mar nero...

navi_russe2
...e ancora.


Impressionante, ma sul serio! – accolgo con un’esclamazione spontanea ad alta voce la sorpresa per ciò che mi si apre davanti, o meglio tutto intorno, dopo aver salito la scaletta ed essere entrato nella grande e centrale sala del c.d. “Panorama dipinto”! Un dipinto tridimensionale: cioè un telo dipinto integrato da inserti tridimensionali, alto 14 m., lungo 115 m. che, includendo gli oggetti e l’area tridimensionale, ricopre uno spazio totale di circa 1000 m2! Mentre si gira intorno al dipinto, si ha la sensazione incredibile di essere là, tra quei soldati russi baldanzosi dipinti che con foga combattono, si organizzano, discutono, curano i feriti, caricano le munizioni dei cannoni, ecc... la gloriosa resistenza della città durò 349 giorni, ma fu vana: la coalizione anglo-franco-turco-sabauda ebbe la meglio!

15042012909
Spezzoni del "Panorama dipinto"...

15042012910
...e ancora.


Khersones non ti lascia indifferente! Una volta entrati nel parco in cui giacciono le rovine greche ci si immerge davvero in un’altra dimensione. Sembra di stare ad Agrigento nella valle dei Templi o ad Atene sull’Acropoli, ma qui il contesto più selvaggio e la possibilità di gironzolare dove e come vuoi tra queste pietre, ti dà una sensazione di maggior assorbimento col passato. L’ideale è venirci qui al tramonto, come ho fatto io, all’imbrunire, in modo da immergersi totalmente in questo mondo pre-cristiano. I resti più belli sono decisamente quelli del teatro... toccare queste pietre e pensare che esse hanno 2400 anni (data della fondazione della città greca è il 422 a.C.), ti fa riflettere. Non per niente Khersones, che in italiano chiamiamo Chersoneso, è patrimonio dell’Unesco dal 1996. In questo contesto ha preso origine anche la Chiesa Russa Ortodossa, quando il principe Vladimir il Grande nel 989 d.C. fu battezzato e si convertì al cristianesimo; la bellissima Vladimirskij sobor – la cattedrale dedicata al principe Vladimir, è lì ad osannare questo evento storico.

khersones
Херсонес - Chersoneso, le rovine della città greca del 422 a.C.

khesrones2
...e ancora...

hersones2
Ciò che resta del tempio e nello sfondo la bellissima cattedrale di Vladimir.

vladimirskij_sobor
Vladimirskij sobor.

pesciolina_tra_rovine
La "Pesciolina" tra le rovine greche.


Balaklava (Балаклава) è un paesetto placido disposto a semicerchio nella piccola baia e sovrastato da brulle collinette che scendono dolci verso il paese ma che cadono a strapiombo dalla parte opposta sul mare aperto.

balaklava_vista
Vista su Balaklava.

balaklava
A picco sul mare aperto - vista da sopra Balaklava.

di_fronte_a_tunnel
Alle spalle, Balaklava.


Da Sevastopol’ ci si mette poco ad arrivare in marshrutka, ma vale davvero la pena trascorrere qui una giornata e farsi una bella mangiata di pesce sul lungomare, sempre se le finanze te lo concedono, dato che qui ho la riconferma che la Crimea è equiparabile a Kiev dal punto di vista dei prezzi (il bel pranzo a base di pesce, con boccia di "shampanskoe" mi è costato circa 500 grn. per due persone!).

uha
La squisita "uhà" di pesce.

rapany_1338290819_839607
I deliziosi e da me adorati "rapany", antipasto di mare della Crimea.

grigliata
L'ottima grigliata a base di triglie e sogliola.

zolotaja_balka
...il tutto annaffiato da del morbido "shampanskoe" («Золотая Балка» - “Zolotaja Balka”), prodotto proprio a Balaklava.


Chi avrebbe mai immaginato che qui, in questo placido paesino di mare, si nascondesse la segretissima base militare sotterranea dove si procedeva alla manutenzione e riparazione nonché all’installazione delle testate nucleari dei sommergibili nucleari sovietici. Il racconto della guida, man mano che ci si addentra nei cuniculi e nei tunnel rivestiti di massiccio cemento armato, ti lascia a bocca aperta: qui fino al 1991 lavoravano circa 650 marinai, in tutta segretezza per cinque anni e nessuno, neppure i parenti più stretti, era al corrente di dove si trovassero i propri famigliari; costoro, una volta terminato il servizio in questa struttura, avevano il divieto per altri cinque anni, di uscire dall’Unione Sovietica. La struttura sotterranea e il lavoro svolto da questi marinai e tecnici erano coperti dal segreto di stato. Di sottomarini ahimè non se ne vedono ora – il che mi lascia un po’ male; ma alcune sale sono adibite a museo con oggetti, fotografie e rappresentazioni della vita che si svolgeva qui nella quotidianità, e ciò abbellisce la visita e fa volare un pò la mente. Resta il fatto che l’impatto con quei canali bui, della dimensione giusta per farci passare il sottomarino, quelle passerelle, quei portelloni di cemento ti mette un brivido sulla pelle, emozione che poi però va a scemare un pò nel proseguo della visita. In tutta onestà questa escursione vale la pena farla una volta nella vita ma non di più, giusto per farsi un’idea di questo mondo sotterraneo, antiatomico, segreto a tutto il mondo, che ora giace per lo più abbandonato e in degrado.

ingresso_tunnel2
In ricordo alla II Guerra Mondiale.

ingresso_tunnel
Apparentemente una baracca per pescatori, in realtà l'ingresso al tunnel antiatomico di Balaklava.

tunnel
All'interno nei meandri antiatomici...

tunnel_buoi
...i canali bui dove venivano riparati i sommergibili, o venivano caricate le testate atomiche...

tunnel2
...e l'interno della base...

tunnel3
...di forte impatto la frase impressa sul muro "не все говори, что знаешь, но всегда знай, что говоришь!" ("non dire tutto ciò che sai; ma sappi sempre ciò che dici!)...

sottomarino
...un modellino di sommergibile nucleare sovietico...

foto_sottomarino_entra_nel_tunnel
...e infine una foto dell'epoca della Guerra Fredda, mentre un sommergibile sta per entrare nella base.


L’altra attrazione di Balaklava è la fortezza di Cembalo (крепость Чембало), o meglio ciò che rimane della presenza genovese del XII e XIV sec.; da essa si apre una vista mozzafiato sul mare aperto da una parte, e sulla baia di Balaklava dall’altra. A differenza della fortezza di Sudak, qui è rimasto ben poco, tre torri di cui una che stanno ristrutturando (anche se mi hanno detto che è anni che è in ristrutturazione e pare lasciata ugualmente a sè stessa...) e un pezzo di mura. Ma ripeto, il bello di questi luoghi e di queste escursioni è la totale libertà di movimento e di azione: si può toccare, si può esplorare, ci si può arrampicare ovunque… brutto invece è vedere il “solito” degrado e la “solita” mancanza di civiltà che si traduce in sporcizia con immondizia, bottiglie e barattoli buttati qua e là per il territorio.

balaklava4
Resti della fortezza genovese di Cembalo.

balaklava3
Arrampicandomi tra le rovine.


Dedico l’ultima mezza giornata alla visita del paesino di Inkerman (Инкерман), a una mezz’oretta di marshrutka dal centro di Sevastopol ma in direzione opposta rispetto a Balaklava, giusto per completare la visita di Sevastopol’ e dintorni e dunque il programma da me stabilito. Meritano la visita qui sostanzialmente due cose: il monastero nella roccia di San Clemente e Martino: un capolavoro architettonico dell’VIII-IX sec., tuttora abitato, che, sebbene molto più piccolo e raccolto, mi ricorda il monastero di Ostrog, in Montenegro, dove anni fa ci passai pure una notte tra monaci e pellegrini; carinissimo il giardinetto dalle aiuole varipinte all’interno.
E un altro resto di fortezza, non genovese però, la fortezza “Kalamita” (крепость Каламита), posizionato sul dirupo proprio sopra il monastero. La sua posizione in mezzo ad un prato verde verde, il suo essere così diroccato e quelle forme, mi danno l’idea che si tratti più di un qualche resto celtico in Irlanda o in Scozia, piuttosto che un pezzo della presenza russa del XV sec…

monastero_nella_roccia
Пещерный монастирь Св. Климента и Мартина - Il monastero nella roccia di San Clemente e Martino.

rovine_inkerman
Resti della fortezza Kalamita di Inkerman.


A tutti in Ucraina e nelle Russie è noto il marchio “Inkerman”, che è sinonimo di vino di qualità e valore (lontanamente paragonabile comunque alla qualità italiana!): ecco dunque che dopo aver sperimentato e degustato in fabbrica i vini di Massandra (a Yalta) e lo “shampanskoe” di Novij Svet, la curiosità di provare il vino Inkerman è tanta… ed è questo il secondo motivo buono per venire qui. Purtroppo questa volta mi va male! Lunedì è giorno di chiusura! Forse perchè è il lunedì di Pasqua. Tento di “convincere” la guardiana della fabbrica a farmi entrare o per lo meno ad aprire il negozietto per comprare due bocce di vino, ma è tutto inutile: il lunedì nessuno lavora ed è tutto chiuso. Sconsolato mi avvio alla fermata della marshrutka, manca poco alla partenza del treno…

inkerman
L'ingresso della fabbrica di vini Inkerman.


Un peccato tranciare la giornata a metà e partire da Sevastopol’ poco prima delle 14.00; ma il rientro a Kiev è lungo, ben 17 ore di treno, sebbene si prevede comodo e tranquillo; e così, svaccato sulla “cara” cuccetta del “mio” caro treno russo, studio già la prossima avventura in Crimea, tra un paio di mesi.

rientro
Il mio vagone del treno "firmato" - Sevastopol' che mi riporta a Kiev.



Gringox

Sevastopol', finesettimana di Pasqua, 14-16 aprile 2012


sovietboy [ 29 Maggio 2012, 16:15 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
bellissimo report come sempre!!!! Si vede l'impronta sovietica nel piazzale dell'Altare della Patria, nell'uso del samovar, nei simboli presenti nel murales dedicato alla seconda guerra mondiale... adoro lo stile futurista tanto voluto dal governo sovietico presente nelle facciate delle case o come in questo caso sulla stessa fabbrica di vini Inkerman... nel prossimo mio giro in Ucraina farò le foto ai palazzi. Ce un palazzo nel centro di Kalush dove si vede l'astronauta, la ragazza che studia, il ricercatore col microscopio e il contadino che miete il grano...

gringo dovevi proprio capitare sul vagone 17?


icipo76 [ 29 Maggio 2012, 16:17 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
che buone le triglie !!!!!!!!!!

complimenti bel raccono come sempre


gringox [ 29 Maggio 2012, 16:38 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
flydream ha scritto: [Visualizza Messaggio]
bellissimo report come sempre!!!! Si vede l'impronta sovietica nel piazzale dell'Altare della Patria, nell'uso del samovar, nei simboli presenti nel murales dedicato alla seconda guerra mondiale... adoro lo stile futurista tanto voluto dal governo sovietico presente nelle facciate delle case o come in questo caso sulla stessa fabbrica di vini Inkerman... nel prossimo mio giro in Ucraina farò le foto ai palazzi. Ce un palazzo nel centro di Kalush dove si vede l'astronauta, la ragazza che studia, il ricercatore col microscopio e il contadino che miete il grano...

gringo dovevi proprio capitare sul vagone 17?



Ahh non dirlo a me quanto adoro lo stile architettonico soviet dei momumenti e delle opere della propaganda soviet...

Per il vagone, beh...mi han dato quello, ma almeno avevo le cuccette basse

La prossima avventura di Crimea sarà a breve, a fine giugno e vado a....Feodosija e dintorni (Koktebel, patria del cognac di Crimea; Kurortnoe, monti intorno, ecc...). Mi sto già documentando.

E a breve caro Forum, vi sparerò un altro grande report di un'altra grande avventura che ho compiuto il 9 maggio scorso, giorno della Vittoria!

Ciao a tutti.

Gringox


n4italia [ 30 Maggio 2012, 14:22 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

nahimov
Statua di Nahimov.

........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.


varvara87 [ 31 Maggio 2012, 9:07 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
eh bravo gringox!! bel weekendino! :)
davvero peccato per l'Inkerman... a me piace un sacco!
l'altro ieri invece abbiamo stappato la bottiglia di Massandra che ci siamo portati da Yalta. davvero buono! in effetti basta un bicchiere, di piu' non si puo' bere, pero' a me e' piaciuto molto.
comunque sono belli questi finesettimana passati in giro a visitare le citta'! la tua mogliettina che dice? le e' piaciuto?


gringox [ 31 Maggio 2012, 11:15 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
varvara87 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
eh bravo gringox!! bel weekendino! :)
davvero peccato per l'Inkerman... a me piace un sacco!
l'altro ieri invece abbiamo stappato la bottiglia di Massandra che ci siamo portati da Yalta. davvero buono! in effetti basta un bicchiere, di piu' non si puo' bere, pero' a me e' piaciuto molto.
comunque sono belli questi finesettimana passati in giro a visitare le citta'! la tua mogliettina che dice? le e' piaciuto?


Ehh già davvero belli. Certo che le è piaciuto, con me c'è sempre da divertirsi, ehhehe

Questo weekendino che arriva (Pentecoste), che come sai abbiamo il lunedì di festa, me ne volo (da solo) in Israele, ad Haifa, a trovare il buon vecchio Dima - amico russo del Gringox e del Forum (tanti milanesi del forum l'hanno conosciuto in diversi raduni longobardi negli anni scorsi quando viveva a Milano), che da un paio d'anni ha raggiunto i genitori che vivono in Israele. 3 gg sono pochi, ma meglio che niente.

Invece in Crimea ci torno tra un mesetto, il 28 giugno e vado a Feodosija. Biglietti già comprati...poi vi racconterò.


Stasera invece serata di gala dell'ambasciata italiana per la festa del 2 giugno, festa della Repubblica Italiana. La "solita" buona abbuffata offerta dall'ambasciata, ma sempre un piacere vedere un pò di connazionali...


Ciao,

Gringox


gringox [ 31 Maggio 2012, 11:38 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

nahimov
Statua di Nahimov.

........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.


Interessante...la partecipazione alla guerra di Crimea è stata una grande arguzia sabaudia e in particolare del ge nio Cavour, per ottenere sostegno anglo-francese nella liberazione del lombardo-veneto dal dominio austriaco...ah che tempi gloriosi...iniziava già allora il vento del Risorgimento militare italiano!
Gloria a quei bersaglieri di Vittorio Emanuele II che combatterono in Crimea! ù

Nel meraviglioso e stupefacente "panorama dipinto", che ho descritto nel report, si vedono le immagine anche dei bersaaglieri col tricolore italiano che combattono contro i russi...da brivido!

Gringox


n4italia [ 31 Maggio 2012, 12:08 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

nahimov
Statua di Nahimov.

........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.


Interessante...la partecipazione alla guerra di Crimea è stata una grande arguzia sabaudia e in particolare del ge nio Cavour, per ottenere sostegno anglo-francese nella liberazione del lombardo-veneto dal dominio austriaco...ah che tempi gloriosi...iniziava già allora il vento del Risorgimento militare italiano!
Gloria a quei bersaglieri di Vittorio Emanuele II che combatterono in Crimea! ù

Nel meraviglioso e stupefacente "panorama dipinto", che ho descritto nel report, si vedono le immagine anche dei bersaaglieri col tricolore italiano che combattono contro i russi...da brivido!

Gringox



Tutto esatto, solo che insieme ai bersaglieri c'erano anche unità di fanteria: il mio Reggimento era una di queste.


icipo76 [ 31 Maggio 2012, 12:23 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

nahimov
Statua di Nahimov.

........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.


Interessante...la partecipazione alla guerra di Crimea è stata una grande arguzia sabaudia e in particolare del ge nio Cavour, per ottenere sostegno anglo-francese nella liberazione del lombardo-veneto dal dominio austriaco...ah che tempi gloriosi...iniziava già allora il vento del Risorgimento militare italiano!
Gloria a quei bersaglieri di Vittorio Emanuele II che combatterono in Crimea! ù

Nel meraviglioso e stupefacente "panorama dipinto", che ho descritto nel report, si vedono le immagine anche dei bersaaglieri col tricolore italiano che combattono contro i russi...da brivido!

Gringox



Tutto esatto, solo che insieme ai bersaglieri c'erano anche unità di fanteria: il mio Reggimento era una di queste.


fanteria?

a me sembra che ci fossero solo bersaglieri , cavalleria e qualche carabiniere

ma forse mi sbaglio


gringox [ 31 Maggio 2012, 13:03 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
[quote user="gringox" post="6762141"]Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.

nahimov
Statua di Nahimov.

[/quote]........(omissis).........

Il primo Reparto nel quale ho prestato servizio (ora disciolto) ha avuto parte in queste vicende.


Interessante...la partecipazione alla guerra di Crimea è stata una grande arguzia sabaudia e in particolare del ge nio Cavour, per ottenere sostegno anglo-francese nella liberazione del lombardo-veneto dal dominio austriaco...ah che tempi gloriosi...iniziava già allora il vento del Risorgimento militare italiano!
Gloria a quei bersaglieri di Vittorio Emanuele II che combatterono in Crimea! ù

Nel meraviglioso e stupefacente "panorama dipinto", che ho descritto nel report, si vedono le immagine anche dei bersaaglieri col tricolore italiano che combattono contro i russi...da brivido!

Gringox



Tutto esatto, solo che insieme ai bersaglieri c'erano anche unità di fanteria: il mio Reggimento era una di queste.


fanteria?

a me sembra che ci fossero solo bersaglieri , cavalleria e qualche carabiniere

ma forse mi sbaglio


Anche io non la sapevo della fanteria...

Interessante.

Gringox


n4italia [ 31 Maggio 2012, 13:33 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Evito di "quotare" ancora........, altrimenti occupo mezzo Forum.......... .

In effetti il cossiddetto "Corpo di spedizione" era nominativamente dei bersaglieri.

I Carabinieri, sin da subito dopo la fondazione dell'Arma, hanno accompagnato nelle operazioni di guerra le altre unità militari (fino a pochi anni fa anche i Carabinieri facevano parte dell'Esercito, costituendone la prima Arma), assolvendo principalmente a quelle mansioni che oggi definiamo "di polizia militare".

I fanti costituivano una piccolissima parte del Corpo di spedizione e venivano impiegati essenzialmente per mantenere le posizioni conquistate. Ciò perchè i bersaglieri, di recentissima costituzione, con la dinamicità propria del loro modo di operare avevano suscitato l'ammirazione di molti generali e politici stranieri, motivo per il quale venivano impiegati come truppe d'assalto d'eccellenza, un pò come le odierne Forze Speciali.


gringox [ 31 Maggio 2012, 14:21 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Evito di "quotare" ancora........, altrimenti occupo mezzo Forum.......... .

In effetti il cossiddetto "Corpo di spedizione" era nominativamente dei bersaglieri.

I Carabinieri, sin da subito dopo la fondazione dell'Arma, hanno accompagnato nelle operazioni di guerra le altre unità militari (fino a pochi anni fa anche i Carabinieri facevano parte dell'Esercito, costituendone la prima Arma), assolvendo principalmente a quelle mansioni che oggi definiamo "di polizia militare".

I fanti costituivano una piccolissima parte del Corpo di spedizione e venivano impiegati essenzialmente per mantenere le posizioni conquistate. Ciò perchè i bersaglieri, di recentissima costituzione, con la dinamicità propria del loro modo di operare avevano suscitato l'ammirazione di molti generali e politici stranieri, motivo per il quale venivano impiegati come truppe d'assalto d'eccellenza, un pò come le odierne Forze Speciali.



Grazie caro della delucidazione.

Gring


gringox [ 12 Giugno 2012, 16:01 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Si respira grande euforia in queste calde serate kievliane in cui l'evento calcistico degli Europei ha scosso questa giovane Nazione ed apportato un grande entusiasmo e una gioia generali.

Maidan e Khreshatik sono chiusi al traffico per tutta la durata del torneo ed è stata creata una "fan zone" - quella che ho chiamato la "grande ammucchiata" - dove il popolo si ritrova davanti a dei megaschermi posizionati in diversi punti della strada e quello più grande proprio in Maidan.

Tanti giovani, ragazzi e ragazze, passano qui queste serate, bevendo birra e sventolando bandiere a seconda delle partite che vengono disputate e delle loro simpatie calcistiche. Volti pitturati dei colori delle varie Nazionali, bandieroni, magliette variopinte, fragore, fiumi di birra...ed io spesso sono là, in mezzo a loro, a condividere questi momenti unificatori, il cui significato credo che vada oltre il calcio...

Ieri sera una sola voce "Ucraina Ucraina", un solo coro...una miriade di magliette gialle e un tripudio di bandiere!! Un carnaio: mai visto il centro di Kiev così strapieno di gente.

Grande Sheva, ha messo l'anima, grande Gusev, grande Timoshuk, grandissimo Voronin...e la commozione di Blohin è epica. Mi sono commosso anche io. Ero solo, unico italiano, in mezzo a una folla gialla, anche io privato della mia "pelle" e fede italica a gridare a squarciagola "Ucraina Ucraina" e a vivere quell'emozione come uno di loro. Del resto questa è la mia seconda Patrria che amo ormai e della quale non posso farne a meno...
Bellissima e trepidante la telecronaca della partita, il telecronista ucraino è fantastico nel riuscire a trascinarti con l'emozione delle parole e dei toni di voce, spesso con battute che provocano scroscianti risate da parte della platea di ascoltatori. Altro che le negne di certi commentatori nostrani.

La gioia per la vittoria e per la doppietta del "vecchietto" Shevchenko è incontenibile a fine partita. Fuochi d'artificio, urla infinite spesso sbiascicate e postumo di fiumi di birra ingurgitati durante la partita.
Siamo solo alla prima vittoria (e prima partita) e pare che il popolo giallo stia festeggiando già la vittoria del campionato europeo!! Staremo a vedere...

In bocca al lupo Ucraina!!


12062012068



12062012069



12062012070



Gringox


sovietboy [ 12 Giugno 2012, 16:30 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringhetto aspettavo questo report! :) anche io ieri tifavo Ucraina. Grande Sheva... fortissimo davvero. Una partita spettacolare. Mi immagino che lì dalle tue parti se dovessero vincere gli europei ci sarà sicuramente un bordello allucinante :) gringo vacci piano con la birra hehehe


gringox [ 12 Giugno 2012, 16:43 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
flydream ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringhetto aspettavo questo report! :) anche io ieri tifavo Ucraina. Grande Sheva... fortissimo davvero. Una partita spettacolare. Mi immagino che lì dalle tue parti se dovessero vincere gli europei ci sarà sicuramente un bordello allucinante :) gringo vacci piano con la birra hehehe



Ehh già caro Fly. E siamo solo all'inizio...
Queste sono delle situazioni da vivere intensamente ogni minuto. e che vanno oltre al calcio...

Ciao,

Gringox


n4italia [ 12 Giugno 2012, 16:54 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
.........ecco........, raccontaci qualcosa di ciò che va oltre il calcio.............


gringox [ 13 Giugno 2012, 9:00 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
n4italia ha scritto: [Visualizza Messaggio]
.........ecco........, raccontaci qualcosa di ciò che va oltre il calcio.............


Vedi, l'Ucraina è una giovane Nazione e non è forse neppure tanto Nazione, divisa come è all'interno a metà, anzi in 3 parti, linguisticamente e culturalmente. Il calcio come spesso accade un pò ovunque è sinonimo di coesione, di unità popolare e per alcuni paesi questa accezione è più importante che in altri.
Questo è un Paese che vuole crescere non solo economicamente, ma anche come immagine verso l'esterno; è un Paese che vuole farsi riconoscere, che ha un bisogno estremo di riconoscimento internazionale del suo valore e della sua essenza nazionale.
Questo è un Paese che vuole sottolineare la sua essenza di "ponte" tra Europa e Russia e fare una bella figura, anche calcisticamente, porta simpatie europee verso la squadra ucraina e verso dunque il Paese.
Questo è un paese che ha bisogno di visibilità, e quale migliore visibilità se non quella di farsi ben vedere, anche grazie alle partite di calcio...
Verso l'interno poi è importante fattore di coesione tra un Est russofono e russofilo e un ovest ucrainofono ed europeifilo. Il fatto che da Lugansk a Uzgorod si urli "Ucraina Ucraina" è significativo ed importante per il rafforzamento dello spirito nazionale. E non sono fesserie, oggigiorno anche il calcio aiuta in questa cose!
Dunque l'importanza della diversità interna di questo giovane stato, che però vuole stare unito e riconosecrsi unitario; una qualche forma di identità nazionale che pian piano si deve rafforzare, anche grazie al calcio.

Giusto per dirti due cose in battuta...

Gring


sovietboy [ 13 Giugno 2012, 9:12 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
> Vedi, l'Ucraina è una giovane Nazione e non è forse neppure tanto Nazione, divisa come è all'interno a metà, anzi in 3 parti, linguisticamente e culturalmente.

3? io pensavo 4: ucraino russo tataro (in Crimea) e rumeno/moldavo (Chernivtsi e sud carpazi)


gringox [ 13 Giugno 2012, 9:51 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
flydream ha scritto: [Visualizza Messaggio]
> Vedi, l'Ucraina è una giovane Nazione e non è forse neppure tanto Nazione, divisa come è all'interno a metà, anzi in 3 parti, linguisticamente e culturalmente.

3? io pensavo 4: ucraino russo tataro (in Crimea) e rumeno/moldavo (Chernivtsi e sud carpazi)



Vabbè Fly, io ho inserito le "macrodivisioni", cioè quelle sostanziali; poi se andiamo a vedere i dettagli è chiaro che vi sono sottogruppi: rumeni-moldavi in Bukovina; bulgari e gaugazi in Bessarabia (regione di Odessa); tatari in Crimea; ungheresi in Transcarpazia; polacchi e bielorussi in Volinja, ecc...
Ma la grande divisione in Ucraina è tra Ovest ed Sud-Est (comprendendo Crimea e Odessa).

Gring


n4italia [ 13 Giugno 2012, 10:19 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Grazie, Gringx! Interessante analisi.


sovietboy [ 13 Giugno 2012, 11:01 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
hai ragione gringo :) e a volte mi rendo conto di essere troppo pignolo


invernorosso [ 13 Giugno 2012, 22:17 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Questo è un Paese che vuole sottolineare la sua essenza di "ponte" tra Europa e Russia e fare una bella figura, anche calcisticamente, porta simpatie europee verso la squadra ucraina e verso dunque il Paese.
Questo è un paese che ha bisogno di visibilità, e quale migliore visibilità se non quella di farsi ben vedere, anche grazie alle partite di calcio...


Di sicuro quest'evento è una notevole pubblicità ed anche una bella carrettata di denaro che arriva nelle tasche dei vari imprenditori ed intrallazzatori politici, sperando che qualche briciola e qualcosa dall'indotto arrivi anche alla base della piramide. Di certo con gli animalisti la figura l'hanno fatta di mxxxa.


gringox [ 13 Giugno 2012, 22:52 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
invernorosso ha scritto: [Visualizza Messaggio]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Questo è un Paese che vuole sottolineare la sua essenza di "ponte" tra Europa e Russia e fare una bella figura, anche calcisticamente, porta simpatie europee verso la squadra ucraina e verso dunque il Paese.
Questo è un paese che ha bisogno di visibilità, e quale migliore visibilità se non quella di farsi ben vedere, anche grazie alle partite di calcio...


Di sicuro quest'evento è una notevole pubblicità ed anche una bella carrettata di denaro che arriva nelle tasche dei vari imprenditori ed intrallazzatori politici, sperando che qualche briciola e qualcosa dall'indotto arrivi anche alla base della piramide. Di certo con gli animalisti la figura l'hanno fatta di mxxxa.


Ahh caro Inverno, devo ahimè dirti che di stranieri e turisti per ora non ne ho visti un gran che...è stata fatta anche un bel pò di pubblicità negativa verso l'Ucraina e questo è il risultato.


Gringox


gringox [ 07 Luglio 2012, 17:28 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Chernobyl, 9 maggio 2012.


9 maggio – den’ Pobedy! La gloriosa festa della Vittoria che si celebra in tutta l’ex-Unione Sovietica, in memoria della grande guerra patriottica vinta dai sovietici contro i nazisti può essere celebrata dal semplice cittadino in diversi modi: chi va alla parata (non più tantissima gente come anni fa), chi si ubriaca con gli amici, chi va a passeggio se la giornata è bella, chi va al cimitero (dato che è tradizione dopo la Pasqua ortodossa fare visita ai propri morti e trascorrere la giornata “insieme” a loro mangiando e bevendo intorno alla tomba); insomma ognuno in questo giorno di festa si diletta come più gli garba. Qui in Ucraina c’è anche chi ne approfitta per fare visita ad un luogo, chiuso e vietato per tutto il resto dell’anno, ed aperto solo ed esclusivamente in questo giorno per chi in questo posto ha i propri cari sepolti o ci ha vissuto, prima che succedesse la grande catastrofe del 1986…mi riferisco a Chernobyl!

Tanja ha abitato per diversi anni con la famiglia a Pripjat’, vicinissimo alla centrale nucleare dove suo padre ha lavorato per tanti anni. Abitavano nella ul. Gerojev Stalingrada, 27 al 7° piano. E Tanja quasi ogni anno, ogni 9 maggio, con Vova suo marito, torna a rivedere l’appartamento e a passeggiare per quella che ora è considerata la “città fantasma”. Vova e Tanja fino a un mese lavoravano con me, prima di prendere la decisione di licenziarsi.
E a loro quest’anno mi unisco anche io. Finalmente posso realizzare quel desiderio di viaggio che da tempo, da anni, mi assilla; la curiosità di vedere di persona certe cose, di parlare con chi là ha abitato, di sentire racconti umani di chi ha vissuto quella tragedia, di vedere la natura circostante, la realtà rimasta ferma al 1986. Continua dunque il mio viaggiare alla scoperta di ogni angolo di questa terra ucraina che da oltre 7 anni è diventata la mia seconda patria.

In poco più di un’ora e mezza con la mia macchina giungiamo al КПП Детятки (il posto di blocco Detjatki), la barriera che segna l’inizio della zona ad alta radioattività intorno alla centrale di Chernobyl. C’è coda al posto di blocco, non sono turisti ma famiglie, uomini, donne, anziani soprattutto che si accingono a portare fiori ai cimiteri dei villaggi nella zona intorno alla centrale, villaggi abbandonati dai vivi, ma che ospitano ancora i morti…; Vova ci aveva avvisati del possibile traffico e per questo saggiamente siamo partiti la mattina presto. Mentre siamo in fila la militsja distribuisce il foglietto – datato ancora “2001”! – con le indicazioni di come comportarsi all’interno della zona, pezzo di carta che deve essere firmato e restituito all’uscita. Nel leggere i vari punti già sale l’emozione e una certa preoccupazione: vietato porre cibaria e mangiare nei campi, vietato sedersi sulla terra, vietato accendere fuochi, vietato portare via oggetti e piante, ecc. Al nostro turno Vova mostra alla militsja il documento che attesta che la moglie è una ex abitante di Pripjat’ e così entriamo.


foglietto
Il foglietto che viene consegnato al posto di blocco.


posto_di_blocco
KPP Ditjatki (il posto di blocco di Ditjatki).


cartelli


Strana l’aria che si respira al di là della barriera. Il paesaggio appare la stesso di tanti altri qui in Ucraina, eppure…forse è la suggestione, la tensione, l’idea di trovarsi a pochissimi chilometri dalla centrale, ma sta di fatto che mi sembra di respirare un’altra aria, più pesante, più maleodorante. La vegetazione appare più densa e intricata e disordinata; mentre proseguiamo lungo la strada – stranamente in discrete condizioni – mi vengono in mente i racconti della gente e le leggende che girano da queste parti e che narrano di animali di dimensioni abnormi che si aggirano nei boschi, cinghiali, caprioli, lupi…chissà cosa c’è di vero in tutto questo, vorrei avere la fortuna di fare degli strani incontri, ma il regno di queste presenze è la notte e forse è meglio così.

Se ne sono raccontate tante di storie su questa catastrofe umana, su quei drammatici momenti e sulle conseguenze che per anni e tuttora ne sono derivate a tante vite umane; tanto materiale, foto, ricerche, reportages; c’è anche un interessantissimo museo a Kiev, che io ho visitato diverse volte, esso è fortemente toccante; ma un’altra cosa davvero è trovarsi lì, a pochi passi dalla centrale.


cartello_chernobyl


cartello_chernobyl2


cartello_chernobyl3


Chernobyl, il paese che ha dato il nome alla centrale non è in effetti così vicino ad essa, dista circa 12 km; esso è curiosamente tornato a vivere nei tempi recenti. Entriamo nella cittadina e ovunque gente, qualche chiosco e negozi di alimentari aperto; fiori sui davanzali di qualche finestra, in quelle case sovietiche uguali a tante altre, ma ancor più degradate. Allucinante! Qui, all’interno della zona vietata e in un territorio considerato ancora altamente radioattivo, è tornata la vita umana: sicuramente ci abitano i “manutentori”, coloro cioè che si occupano della manutenzione alla centrale e le loro famiglie. C’è poi tutta un’umanità “sommersa”, nascosta, di cui non si conosce bene la vera entità ed identità – si tratta di criminali che da varie parti dell’ex Unione Sovietica hanno trovato rifugio qui, di Ucraini, Moldavi, Russi, Bielorussi che riescono qui a nascondersi e a sfuggire alla cattura delle polizie poiché questo territorio non è controllato. Almeno così mi dicono i ragazzi. E io ci credo, perché qui davvero sembra di essere fuori dalla civiltà, in un microcosmo autonomo, staccato dal resto dell’Ucraina e del mondo. Attraversiamo la cittadina con calma e ci fermiamo qualche minuto davanti al monumento dedicato ai soccorritori della prima ora, a coloro che si gettarono eroicamente all’interno della centrale senza essere adeguatamente protetti, quel 26 aprile 1986, e che per due settimane si alternarono nelle operazioni di spegnimento delle fiamme (ben due settimane ci sono volute per spegnere il fuoco!): costoro sono tutti morti…


chernobyl
...per la strada principale di Chernobyl...


monumento
Il monumento ai soccorritori.


In breve Chernobyl è lasciata alle spalle. Si aprono a destra e a sinistra della strada campi brulli a perdita d’occhio, dal terreno irregolare, tutti a cumuli di terra, punzecchiati di cespuglietti e betulle sparse qua e là e disseminati di inquietanti cartelli col simbolo della radioattività, quasi come fossero dei campi minati e quei cartelli ad indicare la presenza di mine ovunque. Un paesaggio a dir poco agghiacciante! Qualche chilometro più avanti uno strano ronzio che si fa sempre più pressante man mano si prosegue, ci sorprende e ci scuote le orecchie, si intravvedono diversi tralicci mastodontici che collegano tra loro cavi elettrici ad alto voltaggio e capisco che il rumore proviene da lì, ma non riesco a spiegarmi il perché di questo fenomeno. E io che pensavo che qui manco ci fosse più l’energia elettrica…la vista poi impallidisce poco più avanti quando in lontananza, oltre ai campi, dietro alla folta vegetazione spunta la sagoma della ЧАЭС (la centrale nucleare di Chernobyl), vedo l’edificio di colore rosso e bianco e il sarcofago del reattore, e le gru intorno (perché come è noto si lavora ancora di tanto in tanto intorno al reattore 4 della centrale). Impallidisco e una mitragliata di brividi mi assale per tutto il corpo. Per diversi secondi non riesco a distogliere lo sguardo da essa…


centrale1
La centrale di Chernobyl...


centrale2


centrale3


Poco più avanti il bivio stradale, da una parte, a destra si andrebbe alla centrale, ma la strada è presidiata da una misera pattuglia della militsja che impedisce di procedere, la centrale è luogo vietato ai non addetti, anche in questo giorno; a sinistra invece si va in direzione di Pripjat’. Prendiamo questa strada, e in qualche minuto ci imbattiamo nel cippo con la scritta Pripjat’.


pripjat_1970


cartello_pripjat


Pripjat’. Penso al destino di questa città. Fondata dal nulla nel 1970 e costruita sulle sponde dell’omonimo fiume, a 2 km circa dalla centrale, esclusivamente per dare alloggio ai lavoratori della centrale e alle loro famiglie ed abbandonata nel 1986: 16 anni di vita. Una città che è durata solo 16 anni! Da tutta l’Urss sono giunti qui operai, ingegneri, architetti, tecnici con le loro famiglie per scelta o perché spediti qui dalle autorità, ma comunque sia con la speranza di un futuro tranquillo e prospero. Per la maggior parte giovani, tanto che nel 1985 una rivista di Kiev aveva pubblicato un ritratto della città, dipingendola come angolo felice dove molti giovani sovietici hanno legato i propri destini a quello della centrale. Ahh che destino funesto…erano in 49.000 abitanti quando è scoppiata la catastrofe!

La desolazione è ora dominante qui; ahimè anche all’ingresso della città c’è la militsja e non si entra! Davvero un peccato non poter girovagare per le strade vuote, vedere da vicino quell’immagine “storica” (famosa probabilmente a tutti) che ho nella mente delle giostre e delle altalene abbandonate, ma il pericolo di crolli di cornicioni è troppo alto e da quest’anno le autorità hanno stabilito il divieto di entrare, per evitare che la gente possa salire ai piani delle case ed entrare in quelli che erano i suoi appartamenti (tra l’altro era anche il nostro obbiettivo) e dunque incorrere nel rischio che possa succedere qualcosa di spiacevole. In questa città non cambia niente da anni; dal 1986 è rimasto tutto così come è stato lasciato dopo il repentino abbandono da parte della cittadinanza. Anzi, ogni anno è sempre peggio e le condizioni degli edifici sono sempre più precarie. Non rimane altro che girarci intorno alla città, costeggiando il reticolo di filo spinato arrugginito e bucato, fino al cimiterino che dista poco lontano. Qualcosa si riesce a vedere e quel qualcosa non ti lascia certo indifferente…mentre passeggiamo vedo diversi edifici in condizioni terribili, quasi ci fosse passata una guerra qui: finestre rotte, dove esse sono rimaste; balconi devastati, pareti scrostate, case sventrate… E tutto intorno alle case una vegetazione intensa e disordinata che irrompe sventrando l’asfalto vecchio delle stradine e dei marciapiedi e cresce sempre più folta ed incontrollata.


casa_bianca
...passeggiando ai margini della città fantasma di Pripjat'...


pripjat1


pripjat2


pripjat3


slitta
...e ancora uno slittino abbandonato...


slava_trudu


Qui, mentre passeggiamo, Tanja mi racconta di quei tragici giorni, lo fa senza lasciar trapelare alcuna emozione, come se fosse il racconto di un ricordo di un momento passato come tanti altri. Di quando solo due giorni dopo lo scoppio le autorità, che si erano rese conto della tragicità della situazione, comunicarono via radio alla popolazione – ignara di cosa fosse successo – di raccogliere il necessario personale per trascorrere un paio di giorni nel bosco, come se si trattasse di un’esercitazione militare in cui prende parte anche la popolazione cittadina, che poi tutti sarebbero rientrati nelle proprie case; di raggrupparsi fuori dai portoni degli edifici e di salire sugli autobus predisposti a trasportarla via. Ebbene non rientrò più nessuno…e anche a Tanja e alla sua famiglia fu assegnata una nuova destinazione di vita. Qualche anno dopo parecchia gente che abitava a Pripjat’ è riuscita in qualche modo a rientrare in possesso dei propri valori che erano rimasti negli appartamenti (venivano dati permessi speciali per mettere piede nelle proprie case e poi uscire); restò il divieto di portarsi via i tappeti poiché pregni di radioattività. A questo proposito Tanja racconta una storia agghiacciante che ha per protagonista una famiglia, sua vicina di casa di Pripjat’, che riuscì a portare via un tappeto dall’appartamento – quello più amato dalla figlia, che allora, al momento dell’evacuazione della città era piccolina. Ebbene quella figlia è morta a 15 anni per avere nella sua nuova dimora tenuto sempre vicino quel tappeto…
Arriviamo al cimitero di Pripjat’, fa effetto vedere quelle lapidi e quelle foto dai colori sbiaditi di quei morti. Le date delle morti si fermano come per incanto all’aprile 1986; nessuno qui è stato sepolto dopo la catastrofe. Vedo gente che in silenzio è raccolta intorno a quelle tombe; alcuni mangiano, altri le puliscono e depositano fiori. Rientrando verso la macchina, parcheggiata al di fuori dell’ingresso della città bloccato, entriamo nella “avtostancija” (la stazione degli autobus di Pripjat, che era stata costruita fuori dalla città). Qui si può entrare liberamente: dentro distruzione e abbandono! Vedo le cabine telefoniche gialle del tempo sovietico, vedo gli armadietti del deposito bagagli arrugginiti e spalancati, vedo le casse e gli sportelli per le informazioni…sembra di trovarsi in un’ambiente dopo un bombardamento!
Rientriamo alla macchina, io sono zitto, davvero senza parole!


avtostantsja
La avtostancija di Pripjat'.


avtostancija2


avtostancija3


Il ritorno è veloce, non vedo l’ora di uscire da questo territorio strano, sento uno strano malessere e un senso di disagio. Mi dicono i ragazzi che appena arrivo a casa è consigliabile farsi una bella doccia e lavare i vestiti che indossavo durante l’escursione. Una piccola precauzione igienica, non si sa mai…

Alla barriera la macchina viene fermata e al nostro turno un uomo con un strano aggeggio in mano che pare una specie di aspirapolvere ci fa scendere, ci passa quello strumento sopra i piedi, lo passa nel salone della macchina in particolare sopra i tappetini e nel bagagliaio, controlla che non abbiamo trasportato via niente dalla zona contaminata e, dato che è tutto a posto, ci lascia uscire. Quel marchingegno è un dosimetro come mi dice Vova, serve per misurare il livello di radioattività. Fortunatamente non siamo radioattivi, e in un attimo siamo fuori.

Per tutto il resto della giornata strani pensieri e suggestioni mi lasciano di cattivo umore. Mi dispiace non essere entrato a Pripjat’, ma tutto sommato va bene così. Ancora una volta, per l’ennesima volta, mi sorprende il fatalismo di questa gente che riesce ad accettare con indifferenza anche catastrofi di questa entità.

Credo che in quel posto non ci tornerò mai più.



Gringox


tonino86 [ 08 Luglio 2012, 11:47 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
complimenti belle foto e bellissimo racconto pieno di emozioni


varvara87 [ 09 Luglio 2012, 9:47 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Di sicuro sono luoghi che basta vedere una volta nella vita... Bella testimonianza comunque!


Bes [ 09 Luglio 2012, 10:30 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Alla fine sei riuscito ad andarci!eheheh

Grazie per il report, su Chernobyl e Pripyat ho letto di tutto, ma è sempre molto toccante leggere le testimonianze di chi ci è andato personalmente. Confesso che , avendone l'occasione, mi piacerebbe visitare quei posti.

Peccato non si possa entrare dentro Pripyat, le strutture devono davvero essere vicine al collasso


geom_calboni [ 09 Luglio 2012, 15:45 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Mi complimento per la "toccante" gita. E' un mio vecchio pallino, come sai e forse riuscirò un giorno a visitare la zona.
Il tuo tour è stato ancora più interessante visto che è stato effettuato in compagnia di ex abitanti della zona invece che con uno dei "pacchetti turistici" che organizzano.

Sono stato in "zona Chernobyl", sul Prypiat ma nel lato bielorusso dalle parti di Mozyr e gli abitanti mi facevano sarcastiche battute tipo "mangia i funghi di Chernobyl", "bevi quest'acqua miracolosa", "per fortuna che il Prypiat scorre in direzione Chernobyl e non viceversa", etc. ma mi hanno raccontato anche le difficoltà di quel periodo visto che la nube tossica praticamente ha colpitro maggiormente quella zona della Bielorussia che l'Ukraijna in se.

Ho alcune domande:
- Un conoscente, un paio di anni fa, ha effettuato un tour con un'agenzia in loco ma ha potuto visitare la città di Prypiat essendogli stati concessi (ad ogni partecipante) un lasso di free time per gironzolare liberamente. Da quest'anno le cose sono cambiate e non si può più accedere quindi in città?

- Pensi che sia tutto al 100% lasciato così come era? Da alcune foto del ragazzo che ci è stato alcune cose mi sembravano messe un po ad arte.

- Il livello di radioattività in zona? Chi entra ed esce come te, i vestiti, le particelle che si porta dietro, etc. sono ininfluenti o la cosa è gestita ancora "alla sovietica"?


littlelombards [ 09 Luglio 2012, 16:08 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
[quote user="gringox" post="6764708"]Chernobyl, 9 maggio 2012.

..che posto agghiacciante! grazie per aver condiviso questa esperienza!


gringox [ 14 Luglio 2012, 18:26 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
geom_calboni ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Mi complimento per la "toccante" gita. E' un mio vecchio pallino, come sai e forse riuscirò un giorno a visitare la zona.
Il tuo tour è stato ancora più interessante visto che è stato effettuato in compagnia di ex abitanti della zona invece che con uno dei "pacchetti turistici" che organizzano.

Sono stato in "zona Chernobyl", sul Prypiat ma nel lato bielorusso dalle parti di Mozyr e gli abitanti mi facevano sarcastiche battute tipo "mangia i funghi di Chernobyl", "bevi quest'acqua miracolosa", "per fortuna che il Prypiat scorre in direzione Chernobyl e non viceversa", etc. ma mi hanno raccontato anche le difficoltà di quel periodo visto che la nube tossica praticamente ha colpitro maggiormente quella zona della Bielorussia che l'Ukraijna in se.

Ho alcune domande:
- Un conoscente, un paio di anni fa, ha effettuato un tour con un'agenzia in loco ma ha potuto visitare la città di Prypiat essendogli stati concessi (ad ogni partecipante) un lasso di free time per gironzolare liberamente. Da quest'anno le cose sono cambiate e non si può più accedere quindi in città?

- Pensi che sia tutto al 100% lasciato così come era? Da alcune foto del ragazzo che ci è stato alcune cose mi sembravano messe un po ad arte.

- Il livello di radioattività in zona? Chi entra ed esce come te, i vestiti, le particelle che si porta dietro, etc. sono ininfluenti o la cosa è gestita ancora "alla sovietica"?



Geometra ciao,

immaginavo che la cosa ti attirasse...anche per me era un pallino da tempo.
Guarda, per rispondere alle teu domande:
1) Le cose sono cambiate dal 2010. Non so quando questo tuo conoscente è stato, ma da due anni circa a Pripyat NON fanno entrare, neanche gli ex abitanti con tanto di vecchia registrazione e documento valido. La situazione dicono è sempre peggio, gli intonaci e le pareti ogni tanto cascano e nessuno fa manutenzione; lì è rimasto tutto come era, e manca tutto ovviamente (luce, gas, canalizzazione, ecc...). Anche a me è dispiaciuto non entrare, ma parte della città sono riuscito a vederla girando intorno per andare al cimiterino, che è dietro. Per cui te ne rendi conto di quale sia lo stato della città.

2) Io credo che sia rimasto tutto così come era. Però ti ripeto, in città NON sono entrato e non ho potuto verificare di persona la situazione reale del centro città. Comunque per quello che ho visto girandoci intorno (e dalle foto pure si vede), la realtà è ferma al 1986.

3) La radioattività è ancora alta. I campi sono altamente radioattivi e portarsi via oggetti o piante dalla zona credo che sia del tutto da evitare. La cosa nel complesso è gestita totalmente alla sovietica. Dal foglietto da compilare all'ingresso, al dosimetro che pare un aspirapolavere hce ti passano sui vestiti all'uscita, heheh...passando per tutta quella situazione di vita che si trova nel paese di Chernobyl, dove da qualche anno è tornata letteralmente la vita...e questo è un assurdo, perchè anche Chernobyl, che si trova a 12 km dalla centrale (Pripyat a 2 km!) ò zona ad alta radioattività. Eppure qui vivono, coltivano orti, bevono acqua, ecc....Per quanto riguarda i vestiti e la macchina, certo davvero conviente lavare tutto dopo essere stato lì. Magari non succede niente, ma ti ripeto, l'atmosfera che si respira lì è terribile e anche uno come me, che ne ha viste e passate di cotte e di crude nei vari viiggi d'avventura che ho fatto in questi anni - e tu lo sai!! - è rimasto colpito e un pò spaventato.

Ecco tutto.

Io ho preferito fare l'escursione con gente del posto piuttosto che col pacchetto organizzato. Sentire racconti e testimonianze vere è un'altra cosa...

Ciao cari.

Gringox


geom_calboni [ 15 Luglio 2012, 17:03 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Io ho preferito fare l'escursione con gente del posto piuttosto che col pacchetto organizzato. Sentire racconti e testimonianze vere è un'altra cosa...

Non c'è dubbio. Ed in questo sei stato, mi si lasci passare il termine, "fortunato".


milian_t [ 15 Luglio 2012, 18:09 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
grazie del report, Gringox


icipo76 [ 16 Luglio 2012, 8:30 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
mi sembra anche giusto e corretto che non si possa scorazzare liberi per una citta'
pericolante come pripyat
e' abbandonata dal 1986 , umidita' e gelo hanno messo in serio pericolo
le strutture e ' un attimo che crollino lastre di cemento in testa a qualcuno


n4italia [ 16 Luglio 2012, 22:53 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
icipo76 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
mi sembra anche giusto e corretto che non si possa scorazzare liberi per una citta'
pericolante come pripyat
e' abbandonata dal 1986 , umidita' e gelo hanno messo in serio pericolo
le strutture e ' un attimo che crollino lastre di cemento in testa a qualcuno



..............perchè non ci organizziamo una "gita" per i nostri parlamentari...........? (......col piffero che ci andrebbero........)


Abacucco [ 13 Agosto 2012, 12:20 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
Un bellissimo articolo Gringox, deve essere una esperienza davvero toccante andare lì come hai fatto tu.

Anche io ci vorrei andare un giorno, anche se non so esattamente il perchè, forse per toccare con mano la tragedia, per sentirla un po' di più sulla mia pelle.

Sono stato anche io al Museo di Chernobyl a Kiev, è molto toccante.

Particolarmente straziante l'episodio della bambina che si era portata a casa il teppeto. Maledetta innocenza

Grazie per avere condiviso con noi la tua esperienza, in qualche modo mi sono sentito proiettato per alcuni minuti in quel mondo desolato e straziante.


sovietboy [ 23 Agosto 2012, 14:44 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
bellissimo report Gringo!!! E' una emozione vedere una città il cui tempo si è fermato. So che esistono in Russia città abbandonate affascinanti forse più di Pripjat.


Abacucco [ 26 Agosto 2012, 10:18 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Sevastopol’ (Севастополь).

Sevastopol’ – «город герой»! Anzi città per ben due volte eroica! Quando l’ammiraglio Nahimov guidò la resistenza contro la coalizione anglo-franco-turco-italiana (o meglio sabaudia, dato che l’Italia ancora non esisteva) nella sanguinosa guerra di Crimea tra il 1854 e il 1855, quando la città venne quasi rasa al suolo dalle cannonate sparate dalle navi che come api punteggiavano e ronzavano nella piccola baia antistante la città… lui era lì; ed ora lui è ancora lì a sovrastare la grande e bella Piazza Nahimov a lui dedicata, e a ricordare ai sevastopoliani e a me, visitatore di passaggio, le vicissitudini della città e il suo valore.


Sevastopol', finesettimana di Pasqua, 14-16 aprile 2012


Interessante reortage su Sebastopoli! Anche io ci sono stato ma poco e per lo più sulla zona della costa + Chersoneso.

E' una città molto interessante e anche romantica. Le bandiere russe che sventolano sono spettacolari. Peccato che non ho potuto rimanerci di più.

Hey Gringox, hai omesso di parlare dell'episodio di Balaklava e la carica della cavalleria inglese, russofilo che non sei alrtro!

Ho scoperto cose nuove, come le rocce intorno a Sebastopoli che non conoscevo e la base missilistica.
Grazie!


milian_t [ 26 Agosto 2012, 10:26 ]
Oggetto: Re: GRINGOX D'UCRAINA
[quote user="Abacucco" post="6768255"]
gringox ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ho scoperto cose nuove, come le rocce intorno a Sebastopoli che non conoscevo e la base missilistica.
Grazie!
queste rocce sono particolari?




Powered by Icy Phoenix