L’Ucraina nell’Ue. Verso la bancarotta?
Da:
http://italian.ruvr.ru/2013_11_07/L...-la-bancarotta/
Grazie all’abolizione dei dazi doganali da parte dell’Unione Europea l’Ucraina potrebbe risparmiare 600 milioni di euro. Cosi’ piu’ volte ha ribadito Jan Tombinski, ambasciatore dell’Ue in Ucraina. Pero’ gli esperti nutrono forti dubbi, in quanto queste cifre sono alquanto campate in aria. E’ convinzione comune che l’Ucraina invece subira’ perdite ben piu’ ingenti.
I sostenitori dell’eurointegrazione sottolineano che la nascita di uno spazio economico unico con l’Ue avra’ un’influenza positiva sull’economia ucraina. Ma omettono che l’apertura delle frontiere dinanzi alle merci europee colpira’ praticamente tutti i settori dell’economia nazionale.
Dice Serghej Glaziev, consigliere della presidenza russa:
Se l’Ucraina firma l’accordo di associazione con l’Ue e accetta questo nuovo spazio economico unico, a condizioni tutte altro che paritarie, entro il 2020 si trovera’ sotto zero sia nella crescita economica che nella bilancia commericale. Secondo noi, le perdite saranno di 1, 5 % del Pil l’anno. Entro il 2020 le merci ucraine saranno espulse dal mercato nazionale, con un calo di produzione e possibilita’ sempre minori di sviluppo.
I prodotti ucraini, per prezzo e qualita’, non sono competitivi nei confronti dei prodotti europei. Quindi si restringera’ il mercaot nazionale mentre non vi sara’ nessuna domanda estera per le merci ucraine. Il che portera’ alla chiusura di migliaia di imprese, sottolinea Viktor Melniciuk, leader del movimento “La scelta dell’Ucraina”:
Le prospettive dei settori piu’ forti dell’economia ucraina? Tutte le sfere legate all’alta tecnologia come l’aviazione, il settore spaziale, la difesa, l’industria metalmeccanica, subiranno un impatto negativo e saranno praticamente liquidati. L’Europa non ha bisogno di prodotti ucraini ad alto contenuto tecnologico.
Quanto alla metalmeccanica, l’Ue incentiva le esportazioni di veicoli prodotti in Europa, mentre Kiev non sara’ autorizzata a fare altrettanto.
Pero, tutti i settori dovranno essere adeguati agli standard tecnici dell’Europa e per queste procedure le autorita’ ucraine dovranno sborsare 165 miliardi di euro. Una somma che attualmente non c’e’. Ma senza questa standardizzazione sara’ impossibile vendere i prodotti ucraini.
Questo scenario non viene escluso anche dagli esperti ucraini che non dubitano pero’ che col passar del tempo l’ecnomia nazionale sara’ in grado di adeguarsi alle nuove realta’.
Un commento di Aleksandr Savcenko, ex presidente della Banca nazionale dell’Ucraina:
Tutto e’ possibile. Sara’ il mercato a mettere tutto al suo posto. L’unico interrogativo che rimane, e’ quando e a quale prezzo. E’ probabile che alcune imprese si chiuderanno o saranno riorientate su altri prodotti.
Quanto all’agricoltura, secondo le nuove norme l’Ucraina non potra’ coprire piu’ del 10 % del totale delle forniture cerealicole dirette in Europa.
L’associazione con l’Ue non permettera’ anche di esportare grano in altri paesi, il che significa mettere una croce sopra il progetto di un’Unione cerealicola con la Russia e il Kazakistan, che avrebbe potuto dare la possibilita’ di risparmiare 10-15 dollari su ogni tonnellata del grano venduto.
L’Ucraina non potra’ quindi incrementare le esportazioni in Europa dagli attuali 14 miliarid di euro l’anno, mentre l’Ue e’ in grado di portare il proprio export in Ucraina dai 18 miliardi di euro a 30 e in prospettiva anche fino a 45 miliardi di euro.
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Da:
http://www.repubblica.it/economia/r...raina-70430289/
Crescono ancora le difficoltà dell'Ucraina
S&P mette in dubbio la solvibilità di Kiev, mentre non si sbloccano gli aiuti del FMI
La crisi non sembra dar tregua all'Ucraina e a Kiev non resta che incassare il downgrade di Standard&Poor's, secondo la quale è poco probabile che il Paese possa onorare i suoi obblighi finanziari vista la diminuzione delle sue riserve valutarie, scese del 26% tra settembre 2012 e settembre 2013. Il Paese dell'Est Europa sta incontrando grosse difficoltà a attrarre capitali stranieri e questa situazione rende tra l'altro sempre più probabile una svalutazione della Grivna, la valuta locale. Adesso il rating di Kiev è B-, sei gradini sotto l'investment grade; l'outlook resta negativo e questo significa che nei prossimi mesi potrebbe esserci un altro downgrade. S&P ha così messo l'Ucraina sullo stesso piano della Grecia e del Belize, che negli ultimi anni hanno dovuto ristrutturare il proprio debito. "Il downgrade riflette la nostra convinzione che la strategia messa in campo dal governo non è sufficiente a far fronte alle esigenze di valuta straniera - hanno scritto in una nota gli analisti dell'agenzia di rating - La svalutazione della Grivna è sempre più probabile". In precedenza anche Moody's aveva rivisto al ribasso il proprio giudizio sulla solvibilità di Kiev. Il debito ucraino è comunque ancora relativamente modesto ed è stimato attorno al 33,5% del Pil, ma è aumentato rapidamente negli ultimi anni, visto che prima della crisi del 2008-2009 non raggiungeva il 10% del Pil. L'Ucraina ha fatto ricorso massicciamente alle riserve di valuta per sostenere la stabilità della moneta locale (con il tasso di cambio fisso a otto grivnie per un dollaro), una mossa che il Fondo monetario internazionale ha bocciato suggerendo a Kiev anche di aumentare il prezzo interno del gas pagato dalle famiglie e dalle industrie. Una maggiore flessibilità del tasso di cambio e l'aumento della tariffa interna del gas sono due delle riforme chieste dall'Fmi per concedere all'Ucraina un nuovo prestito dopo quello da 15,3 miliardi di dollari accordato nel 2010 ma interrotto l'anno dopo, non prima di aver versato due tranche per complessivi 3,4 miliardi di dollari.
Da:
http://www.blitzquotidiano.it/polit...shenko-1712910/
Ucraina. Deputati in disaccordo su liberazione Timoshenko, grande manifestazione
Pubblicato il 7 novembre 2013 19.23 | Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2013 19.23
Iulia Timoshenko
UCRAINA, KIEV – I deputati ucraini non riescono a trovare un accordo sulla liberazione della leader dell’opposizione ucraina in carcere Iulia Timoshenko, che sta curando un’ernia del disco in un ospedale di Kharkiv da un anno e mezzo. Giovedi il parlamento ha discusso dei ddl per il ricovero all’estero dei detenuti: una possibile soluzione al caso Timoshenko. Ad essere a rischio è un accordo di associazione e libero scambio tra Ucraina e Ue, visto che Bruxelles ha posto la liberazione di Iulia come condizione per la firma.
Alcune migliaia di simpatizzanti dell’opposizione hanno manifestato a Kiev davanti al parlamento, dove sono stati discussi quattro ddl per il ricovero all’estero dei detenuti: una possibile soluzione per il caso della leader dell’opposizione. I dimostranti chiedono la liberazione della loro beniamina – così come chiesto dall’Ue – e che l’Ucraina continui il suo percorso di integrazione europea firmando un accordo di associazione e libero scambio con l’Ue a fine novembre a Vilnius.
La liberazione della Timoshenko è stata posta da Bruxelles come condizione per la firma dell’accordo. L’Ue ritiene infatti che il processo nel quale l’ex eroina della Rivoluzione arancione è stata condannata a sette anni di carcere per abuso di potere per un controverso contratto per le forniture di gas russo fosse di matrice politica. I manifestanti hanno agitato striscioni con slogan come “Libertà per Iulia! Ucraina verso l’Unione europea!” e alcuni di loro mostravano ritratti fotografici dell’ex premier.
Frattanto il governo tedesco insiste perchè Kiev consenta all’ex ‘pasionaria’ della Rivoluzione arancione di essere curata in una clinica in Germania e i due osservatori del Parlamento Ue nel caso Timoshenko – Pat Cox e Aleksander Kwasniewski – hanno già indicato alle forze parlamentari il ddl ‘Labunska’ come il più adatto “a trovare un accordo tra il governo e i partiti all’opposizione”. Il ddl ‘Labunska’ prevede il ricovero all’estero ai detenuti che non siano completamente guariti dopo almeno un anno di cure in una clinica al di fuori del carcere, ma il punto più controverso è che una corte può anche decidere di esentare il condannato dalla pena che gli è stata inflitta per motivi di salute.
Il nodo della questione – su cui maggioranza e opposizione continuano a litigare – è infatti se consentire a Timoshenko di essere ricoverata all’estero da detenuta o da persona libera. Il presidente Viktor Ianukovich sembra infatti disponibile a far curare all’estero la sua acerrima rivale come chiede l’Ue (a patto che il parlamento voti una legge in tal senso), ma non a riabilitarla nè a concederle la grazia, una mossa che tra l’altro gli farebbe rischiare di trovarsela contro alle presidenziali del 2015.
Il tempo però stringe, visto che l’accordo di associazione e libero scambio tra Ucraina e Ue dovrebbe essere firmato in un summit che si terrà a Vilnius fra tre settimane.