Bozhe82 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Eccomi finalmente qui, caro Forum e cari ragazzi, da Kiev dopo una bella vacanza italica sebbene un pò rovinata dal tempo...
Non ho mai scritto per ovvie ragioni di connessione, ma devo dirvi che ho sempre letto tutto, perchè leggere mi era comodo a differenza di scrivere. Per cui ho seguito quasi quotidianamante le notizie da voi postate e i commenti sulla situazione.
A) Rientrato a Kiev la prima impressione è stata di una città spettrale avvolta in un’aura di fatalismo e di rassegnazione, ma si sa, in un week-end estivo di agosto potrebbe essere assolutamente cosa normale il fatto che ci sia poca gente in giro e che tutto si muova lentamente… e infatti già da ieri il brulichio frenetico mi ha ricatapultato nella realtà (quasi) solita di Kiev, della quotidianità fatta di movimento, di traffico, di gente che va e viene da tutte le parti. Una cosa invece è percepibile e segna una nota di diversità rispetto al passato: l’umore della gente, i volti segnati da un’evidente preoccupazione per la situazione, nonostante si cerchi di nascondere le emozioni, appena si inizia a parlare con qualcuno ecco che si arriva sempre lì… alla guerra che va avanti che porta distruzione e morte!
Ormai non ci sono quasi paesi e città ucraine che non contano i propri figli morti in questa assurda guerra. Nel paesino di mia moglie sono già due i ragazzi tornati nella bara, un 21enne e un 25enne!
La situazione economica è drammatica. Appena rientrato ho avuto un’altra bella sorpresa. Il cambio della grivna con l’euro è aumentato ancora. Ad oggi l’euro è a quota 17,50 sulla grivna e il dollaro a 12,90. Significa che la caduta libera della valuta ucraina continua e ciò si ripercuote inevitabilmente sulle importazioni e sul costo della vita e della benzina (ci sono infatti molte macchine in meno sulle strade).
Il “mio” supermercato ha gli scaffali mezzi vuoti, ma questo l’avevo già fatto notare tempo fa. La situazione oggi è forse peggiorata. Ancora meno sono i prodotti stranieri.
Non mi capacito di come la gente vada avanti con rassegnazione. È stata inserita la nuova tassa di guerra pari all’1,5% di trattenuta sugli stipendi; ovviamente gli stipendi non sono aumentati. Gli statali sono stati ridimensionati, molta gente statale lavora mezza giornata con uno stipendio di 600 grn (35 Euro!). poi c’è sempre chi si arrabatta che in qualche modo vive…
La questione del gas è ancora aperta, ma finchè ci sono i 30° estivi pare non interessare a nessuno e anche le spese condominali non hanno subito un grosso ricarico, sebbene un 15% in più lo registro.
B) Sul fronte militare la confusione informativa che si registra è drammatica. Nessuno sa esattamente cosa stia realmente succedendo nel Donbass. Il regime di Kiev continua a nascondere le morti dei soldati, registra solo quelle evidenti dalle fonti ufficiali, ma ci sono situazioni di guerra, di accerchiamenti, di combattimenti sanguinosi in alcune sacche che causano morti, i cui dati o non giungono alle fonti ufficiali o se giungono, vengono taciuti. Ma fino a quando si potrà tacere?
La propaganda da una parte e dall’altra è scandalosa; esagerata! Io leggo siti ucraini ufficiali, siti ucraini tipo “Novella 2000”, siti ucraini nazionalisti, siti russi, siti del Donbass, siti stranieri, oltre ad avere fonti umane dirette. E nessuno, ripeto nessuno, sa bene esattamente come si stia evolvendo l’aspetto militare.
Sì, pare che i lealisti avanzino, sono alle porte di Lugansk, anzi da alcune voci sembra siano entrati in città e abbiano occupato alcuni quartieri – qui è il caos totale, con combattimenti sulle strade e gente senza acqua ed elettricità da oltre due settimane; a Donetsk la situazione è più stabile, ma intorno a Donetsk si combatte di brutto. A Gorlovka, a Makeevka, ed ora negli ultimi giorni a Ilovajsk e Jasinovataja, due centri strategici perché controllati quelli si compie l’accerchiamento di Donetsk. E’ da giorni che i lelisti dicono di averle occupate mentre le forse del Donbass ripetono che sono ancora in mano loro. La cosa sicura è che si spara.
Così vale per l’altura di Saur Mogila, che è di nuovo fronte di guerra dura.
L’azione tipica dell’esercito di Kiev prima di accingersi a “liberare” un centro abitato (fonte diretta di parenti di un mio collega): dai cannoni disposti intorno al centro abitato iniziano a partire i colpi verso il centro, contro case, scuole, infrastrutture, chioschi, ecc… e contro tutto ciò che si muove (compreso i civili ovviamente); ciò provoca la fuga delle forze separatiste (nei casi in cui non reagiscono e decidono di lasciare il centro abitato), dopodichè quando tutto è raso al suolo entrano i mezzi blindati con la bandiera ucraina e “trionfalmente” issano la bandiera ucraina nel palazzo del comune del posto.
Il Donbass pare davvero abbia ricevuto seri rinforzi di mezzi e uomini, ma Kiev dichiara di aver annientato almeno la metà di quelli.
Aumentano le diserzioni, ma Kiev nega e anzi dice che nuove forze umane sono state mandate sul fronte.
Insomma non è una passeggiata davvero e anche io, che tempo fa avevo espresso la mia perplessitа sulla durata del conflitto, mi sono dovuto umilmente ricredere. Tanto è vero che è di oggi la notizia che Kiev si prepara alla guerra invernale…
Maidan è stato sgomberato (io personalmente non ci sono ancora stato a vedere), ma pare che qualche via sia ancora bloccata. Dicono che il 24 agosto (domenica prossima) – giorno dell’indipendenza Ucraina – in Khreshatik faranno la parata militare… se non sono al paesello, magari vado a vedere. Che voglia di festeggiare ragazzi!!! Questo mezzo presidente è proprio ridicolo!
Politicamente internamente è tutto fermo, almeno non ho grosse novità da segnalare. Sembra che si vogliano fare le elezioni parlamentari a metà ottobre.
Il convoglio umanitario russo è ancora fermo lì, al confine di Izvarino-Donetsk, chissà quanto ci resterà…
C) Prospettive future. Un nuovo punto di contatto si è creato a Berlino lo scorso week-end quando si sono incontrati i ministri degli Esteri di Germania, Francia, Ucraina e Russia. Klimkin e Lavrov hanno parlato. Ovviamente non c’è accordo su niente e un accordo a dire il vero non era neanche in previsione…
Però, però è importante il passo dopo quasi 2 mesi di gelo tra le parti. Significa anzitutto che anche l’Europa inizia ad accorgersi che la risposta russa alle sanzioni può comportare grossi problemi economici in Europa e allora occorre davvero rimboccarsi le maniche e cercare la soluzione.
Se non altro a parole si sono tutti dichiarati volonterosi di porre fine alla guerra. Ma come?
1. Posizione di Kiev. La solita: ripresa del controllo dei confini; monitoring dell’OSCE sui territori caldi e lungo la linea di confine; liberazione di tutti i prigionieri di guerra. Il cessate il fuoco deve essere davvero bilaterale.
2. Posizione russa. Va bene il cessate il fuoco bilaterale. Ma come è possibile arrivarci se Kiev invece di cercare il contatto e il dialogo con i responsabili del separatismo a Donetsk e Lugansk, li bombarda costantemente?
Ed ecco che si chiude il circolo vizioso: Kiev spara, quelli rispondono e Kiev di nuovo spara… E questo perché a diversi mesi dallo scoppio della guerra Kiev non ha ancora riconosciuto i separatisti come interlocutori validi e si rifiuta di farlo a priori. Questa però, a questo punto, non è patriottismo, ma ottusità!
3. Vero nodo della questione (la classica “linea rossa” che deve essere superata). Riconoscimento da parte di Kiev della Crimea russa.
Da diverse parti emerge la priorità per Mosca su questo tema. Prima del discorso del gas e come presupposto per giungere ad un vero cessate il fuoco e alla vera soluzione della questione del Donbass.
Nel caso che si arrivasse a questi obiettivi, la Russia molto probabilmente userebbe la sua forza persuasiva per porre fine alla situazione del Donbass e la guerra finirebbe poco dopo.
Ovvero: al Cremlino servono due cose:
- la legittimazione della Crimea russa dal punto di vista internazionale, ma soprattutto ucraino,
- Lo status di neutralità militare e geo-politico dell’Ucraina.
Ecco la “linea rossa” di cui parlavo, che dovrebbe costituire il nodo centrale da sciogliere e che dovrebbe essere superata da Kiev per arrivare ad una rapida soluzione della questione. Ma Kiev sarebbe davvero disposta a superarla? A riconoscere la perdita della Crimea? A rivalutare uno status neutrale per andare incontro alla volontà russa? E allora tutto il Maidan, le proteste… che fine farebbero? Ed ecco il rischio di una nuova esplosione sociale…
Dunque non è escluso che intorno a questo nodo possano continuare le trattative, ma il risultato non è né a breve termine, né scontato.
Per ora è tutto.
Gringox