«Dalla Pravda a Prada» ovvero come un mondo è cambiato per sempre. Anna Jampol′skaja e Marco Dinelli sono due giovani testimoni (Anna, russa cresciuta nell’Urss; il secondo, italiano che vive da tempo in Russia) di un cambiamento storico epocale, evocato in vivacissime cartoline dall’attuale regno dell’iperconsumismo (e della povertà) in quella che fu la patria dell’illusione comunista. Un diario a due voci di un viaggio nel tempo, un linguaggio ora chiaro e preciso come quello delle narrazioni di Čechov, ora versatile e spiazzante come in un racconto di Pelevin. E ci sono proprio tutti, in questo libro: dal mito vecchio di Lenin a quello nuovissimo di Putin, dalle giovani studentesse dell’Urss (che impazzivano per Celentano) alle rampanti fotomodelle della Russia di oggi (che vorrebbero sposare «uno come Putin», secondo una canzone in voga tra i giovani). Passando, in un vortice amaro di risate, per il miracolo dell’elettrificazione sovietica e lo sconvolgimento che ha seguito il crollo di Berlino. In un paese delle meraviglie che sembra un film dell’orrore ma non è altro che il mondo, il nostro mondo, raccontato attraverso le scene di vita quotidiana dell’Impero che ha perso.
Forse ne avete già parlato, un mesetto fa ho letto questo libro e mi è piaciuto, è una lettura leggera ma interessante...