Messaggi: 14832 Residenza: Kiev - Milano
23 Febbraio 2016, 22:26
ps: gringox, questo è il mio modo per ringaziarti :)
Resettuccio sei un mito! Ti ringrazio di cuore, sai che questo tipo di interventi sono tra le cose che che più apprezzo e ho sempre apprezzato nel forum: i racconti delle proprie esperienze; gli aneddoti, le impressioni, la "vita vissuta"...
Leggendoti mi è venuto in mente un po' il Sapa (chi lo conosce qui nel forum si ricorderà certo i suoi racconti moscoviti)... e un po' anche il Gringox di tanti anni fa, quello sbarcato a Kiev trentenne e quello di ancora tempo prima che bazzicava Mosca poco più che ventenne... e una considerazione imprescindibile: la Russia non la comprendi, la ami (o la odi)...
E' proprio vero quello che scrivi su Mosca, è terribilmente vero, tanto brutale quanto affascinante. Ed è incredibile come dal tuo racconto emergano similitudini coi miei ricordi della Mosca che ho vissuto io da sbarbato, tanti anni fa, la Mosca non degli anni '2010, né degli anni 2000, bensì quella degli anni '90, la fine degli anni '90. L'unica differenza forse sta nell'aspetto "finanziario" domestico: allora costava tutto meno di ora; anche se sono convinto che anche adesso ci si possa e riesca a divertire e stare bene senza eccessiva spesa, sempre dipende da ciò che si vuole fare, da come lo si vuole fare e dalla compagnia.
Già, per vivere pienamente Mosca bisogna essere giovani, in buona salute, pimpanti, coraggiosi, possibilmente single, temerari, adattabili, non schizzinosi, resistenti...
E per molti versi la tua esperienza ricalca ciò che io ho vissuto nel mio primo (primi) anni a Kiev. Certo Kiev e Mosca non sono paragonabili dal punto di vista quantitativo (di territorio e popolazione), ma sono entrambi il punto di riferimento dei loro rispettivi stati; Mosca per la Russia e Kiev per l'Ucraina, nel quale si riversano centinaia di migliaia di persone da tutte le altre parti del paese; oltre ad essere caratterizzate comunque, sia Mosca che Kiev, da un modus vivendi tipicamente post-sovietico con tutti gli annessi e connessi.
Proprio per questo, per quello che leggo e che tu racconti, mi sento di dirti che stai vivendo alla grande una fantastica avventura e che devi continuare a viverla continuando con lo spirito col quale stai affrontando la situazione, che è quello giusto e che ti porterà a grosse soddisfazioni oltre che crearti indimenticabili ricordi (cosa che non è da tutti).
Che bel racconto caro Reset, era tempo che non rivivevo emozioni così toccanti...
Grazie.
Continua a raccontare, manda qualche foto se ne hai e rimani in linea :wink:
Un caro saluto da Kiev,
Gringox
nel 90 credo avessi appena tolto le ruotine alla bici.
la prima volta sono sbarcato qui 5 anni fa ormai. troppo pochi per vedere dei cambiamenti.
parlando in giro, credo che a mosca sia cambiato soprattutto l'approccio verso gli stranieri.
hanno smesso di vederti come un alieno, ma al tempo stesso mi pare siano ancora molto curiosi verso di noi.
credo sia un bel mix.
un caro amico italiano dice che mosca è una citta di pazzi, e che nessuno tra quelli venuti spontaneamente è normale. considerato che sono l'unico ad esserci venuto senza nè lavoro nè ragazza, probabilmente sono pure il più pazzo di tutti.
al di la di questioni pratiche, credo ogni posto abbia qualcosa da dare, nel bene e nel male. e se scegliamo volontariamente di stare da qualche parte, è perche abbiamo bisogno di quel qualcosa.
la routine... quella è completamente assente qui. ed era ciò che non sopportavo piu in italia. ma, al tempo stesso, sono troppo legato alla cultura occidentale per andare lontano.
non andrei mai, per esempio, a dubai o in cina. a londra ci sono stato abbastanza per capire che era troppo normale, troppo inflazionata. mentre mosca... beh.
bei racconti di vita continua cosi' :smt023
c'e' da dire caro reset che tu sei andato li a mosca come uno scalzacane :-D
alla ricerca di un giaciglio dove dormire alla meno peggio
in una citta' di 15 milioni di persone fatte di ogni sorta di etnie del est asiatico e quant'altro
ovvio che ne vedi di tutti i colori
ma la routine esiste anche li :wink: , anche mosca e' fatta di milioni di persone che si alzano tutte le mattine
alla stessa ora , prendono il metro' ammassati come sardine per andare al lavoro e tornano a casa alla stessa ora sempre ammassati nello stesso metro per tutto l' anno
anche mosca e' fatta di famiglie che tutti i giorni accompagnano i bimbi all' asilo o a scuola e passano tutti i weekend nelle dacie di campagna
se non e' routine questa
Icipetto ha colto correttamente un altro aspetto, che riguarda quella situazione nella quale più o meno sono arrivato io dopo ormai 11 anni che vivo a Kiev.
O meglio, più correttamente si dovrebbe parlare di "routine anomala, bizzarra", cioè quella routine che inevitabilmente riserva sorprese più o meno quotidiane che la rendono in un certo senso "nepredskazuemo" (si direbbe in russo :lol: ), cioè imprevedibile...
Io concordo con Icipetto che vivere la megalopoli Mosca (o Kiev nel mio caso) da straniero sbarbato, giovane, forte, single, scapestrato, da cercatore di avventure, di azzardi, di eccessi, se con qualche soldo in tasca meglio, ma anche con pochi soldi... porta la persona a scontrarsi con realtà incredibili e a vederne di cotte e di crude; e concordo con reset (anche perché ci sono passato anche io in prima persona e ho vissuto così per anni) che ciò è forte fonte di stimoli, di eccitazione, di volontà di coinvolgimento, di volontà di riuscire a fare tutto, ad arrivare a tutto per poter poi dire (o pensare) di avercela fatta... La megalopoli di prende, ti bistratta, ma ad un certo punto non ne puoi fare a meno e quei pochi momenti di riposo diventano improvvisamente interminabili pause di noia! L'ho provato sulla pelle... è un po' come una droga...
Ma ciò credo sia un atteggiamento psicologico spontaneo di chi decide di intraprendere un'avventura del genere e riesce a "sopravvivere" i primi mesi, i primi tempi che sono i più duri.
Poi è chiaro che col tempo le cose cambiano. I ritmi forsennati iniziano a rallentare, il raggio d'azione inizia a restringersi, pian piano si fa avanti una certa ripetitività di azione; perché è inevitabile che si tenda col tempo ad una stabilizzazione.
Certo è che, per riprendere il concetto sopra espresso, in una realtà come quella moscovita credo che anche la stabilizzazione sia soggetta - molto più rispetto ad una città italiana, seppur grande come Milano (io e reset siamo concittadini e lo sappiamo bene) ad una imprevedibilità che può davvero sempre tenerti col fiato sospeso.
E allora ecco dove sta la vera bizzarria della vita da queste parti: nella logica della imprevedibilità della routine. Ed io posso portare davvero la mia testimonianza a questo proposito.
Ed è per questo che per vivere da Italiani (o stranieri in generale), anche in una situazione di "routine" da queste parti, proprio sani di mente non bisogna essere :lol: :lol:
Io ho trovato il mio equilibrio di vita qui a Kiev, ma definirlo "equilibrio" non è neppure tanto giusto; diciamo che la mente, il corpo, e il cuore si sono abituati ad una condizione di continui contraccolpi che rendono la vita una costante sorpresa.
Tutto ciò è totalmente imparagonabile alla stessa vita di Milano, pur con la mitica e famosa "movida" o frenesia che pur caratterizza la metropoli italiana e che molti conoscono.
Io quando rientro a Milano e giro per le strade, nel traffico, tra la gente, coi mezzi o in macchina la prima cosa di cui mi accorgo è la "lentezza" del movimento... sembra che la vita si muova al rallentatore... e sembra che tutto sia più "piccolo", più stretto, più "schiacciato"...
Ecco tutto :wink:
Gringox
Gringox