
I volti del giallo
IL FERMO - Secondo indiscrezioni, il corpo della ragazza sarebbe in un podere sulla provinciale tra Avetrana e Nardò, in una zona a poca distanza da luogo in cui lo zio disse di avere trovato il telefonino della nipote. Le notizie restano al momento frammentarie perché i carabinieri hanno transennato tutta l'area indicata e bloccato le vie di accesso e i giornalisti hanno difficoltà ad accedere. Secondo quanto trapelato, l'uomo è già stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. Nulla invece è emerso sulle possibili motivazioni del gesto.
Michele Misseri, lo zio di Sarah (Ansa)L'INTERROGATORIO - La svolta nella vicenda è arrivata al termine di un lungo interrogatorio dell'uomo al comando provinciale dei carabinieri di Taranto, dove sono state sentite anche la moglie dell'uomo, Cosima Spagnolo, e la figlia maggiore Valentina, sorella di Sabrina, la cugina con cui Sarah avrebbe dovuto incontrarsi il giorno della scomparsa. La notizia dei nuovi sviluppi era stata data in diretta alla famiglia nel corso della trasmissione «Chi l'ha visto», anche se all'inizio non c'era alcuna conferma dell'accaduto da parte degli inquirenti. Anche l'avvocato della famiglia, presente durante il collegamento con gli studi di Raitre, aveva detto di non riuscire ad avere conferme. Il collegamento era stato poi interrotto per tutelare i famigliari della giovane, visibilmente sconcertati per l'evolversi della situazione.
IL CELLULARE - Un primo elemento capace di imprimere un'accelerata alle indagini era emerso nei giorni scorsi, il 29 settembre, quando in un uliveto tra Avetrana e Maruggio, al confine con la provincia di Lecce, era stato trovato il cellulare della giovane. L'apparecchio era stato rinvenuto semicarbonizzato, senza scheda e senza batteria, proprio dallo zio Michele Misseri che in quel campo, dove aveva lavorato nei giorni precedenti assieme ad un amico, era tornato per cercare un cacciavite dimenticato. Una coincidenza che era apparsa subito alquanto sospetta ma che era stata in qualche modo accettata per il sincero dolore che l'uomo sembrava mostrare di fronte alle telecamere dei tanti telegiornali che nei giorni seguenti lo hanno intervistato. Ma evidentemente gli inquirenti non si erano lasciati del tutto intenerire e avevano iniziato ad indagare con maggiore insistenza su di lui. Oggi, dopo l'interrogatorio fiume, il crollo e infine la confessione.
fonte: http://www.corriere.it/cronache/10_...44f02aabc.shtml