[b:d79aea2155]La prof. Rice inciampa sull'esame di russo[/b:d79aea2155] :lol:
Condoleezza non capisce le domande e sbaglia le risposte agli ascoltatori. Nonostante i libri sull'Urss
La professoressa è risalita in cattedra ma ha finito per inciampare nella sua stessa materia. Apoco le sono serviti il curriculum a Stanford e i due libri pubblicati sull'Unione Sovietica: Condoleezza Rice si è impappinata di fronte alle domande di una scolaretta e alle orecchie divertite degli ascoltatori russi ha spiegato che sì, correrà  per la presidenza americana, anzi no, certamente no, e che comunque si guadagnerà  da vivere nella lingua di Pushkin, ma che forse intendeva altro.
La carente prova linguistica è stata offerta dal segretario di Stato Usa in diretta sulle frequenze di Radio Eco di Mosca, dove ieri è stata intervistata dal noto conduttore Aleksej Venediktov. La Rice era nella capitale russa per incontrare il presidente Vladimir Putin e i vertici del governo moscovita, ma ha trovato il tempo per concedersi agli ascoltatori della popolare stazione radiofonica.
Un'apparizione dai risvolti gustosi, perchè la Rice fin dai suoi primi passi nell'Amministrazione americana è stata accreditata come una ferratissima cremlinologa, a sua agio con il russo come con gli intrighi della politica sovietica.
Anzi, la folgorazione di Condoleezza per la diplomazia è scattata proprio dopo aver seguito un corso sull'Urss tenuto all'Università  di Denver da Josef Korbel, il padre di Madeleine Albright, segretario di Stato sotto Bill Clinton. Divenuta lei stessa docente a Stanford, la Rice ha dato alle stampe accigliati tomi quali «L'Unione Sovietica e l'esercito cecoslovacco » e «L'era Gorbaciov ».
Ma ieri il confronto col pubblico era senza rete e quando le è stato chiesto se aveva intenzione di candidarsi alla Casa Bianca nel 2008 ha esclamato «Da!» (sì). Poi si è resa conto del fraintendimento e ha corretto con un sonoro «Niet!» (no) - ripetuto per sette volte, a scanso di equivoci.
Quindi è arrivato il turno di una studentessa, che voleva sapere come Condoleezza avesse raggiunto i suoi successi. Il segretario di Stato ha esordito con un «è troppo complicato rispondere», in inglese. «Questa è un'opportunità  per me di tornare in Russia — ha continuato — un posto che mi piace moltissimo, di cui amo la cultura e la lingua». E qui ha tentato il colpo, passando al russo: ma è riuscita solo a dire qualcosa che suonava come «vorrei guadagnarmi da vivere nella vostra lingua». Resasi conto dell'impasse, è tornata all'inglese chiedendo scusa perchè «voi capite, sono fuori allenamento e nella vostra lingua ci sono tutti questi terribili casi», alludendo probabilmente ai labirinti della grammatica russa.
Forse la Rice prima di andare in studio avrebbe dovuto dare un'occhiata al sito internet della radio, che ospita un forum su «E' facile parlare in russo in diretta?».
Non particolarmente meglio le è andata negli incontri politici: «Non si stanno prendendo in considerazione visite di ispettori statunitensi ai siti nucleari russi, questo non è in discussione », ha affermato ieri il ministro della Difesa moscovita Serghej Ivanov: una precisazione che ha fatto seguito di alcune ore a un comunicato di Condoleezza Rice in cui si sosteneva esattamente il contrario. A detta del segretario di Stato americano, lei e Ivanov avevano affrontato l'argomento a cena e c'erano state assicurazioni del Cremlino su maggiori possibilità  di accesso ai siti. Ma forse i due si erano parlati senza interprete.
Luigi Ippolito
21 aprile 2005