Il Calunniatore Ed Il Serpente
Il Calunniatore ed il Serpente (Luigi Biondi)
I’ credo ch’abbia il torto, e mai ragioni
Chi stima che i demoni
Sien fuor d’ogni giustizia e veritate.
Perchè spesse fiate
Anch’essi là nel tenebroso impero
Seguono il giusto e il vero;
E una prova n’avrete
Se questa favoletta ascolterete.
Era gran festa in Corte di Plutone.
Forse pel dì natale
D’Attila, ovver di Cajo, o di Nerone?
Nol sò, nè il chiedo, che ciò nulla vale.
Solo vaglia saper, che là di Pluto
Nell’impero temuto
Que’ giorni, ch’ho nomati,
Son giorni di gran pompa e ferïati.
Ora facea ritorno
Di que’ solenni non sò dir qual giorno,
Quando un Calunniatore ed un Serpente
Vollero unitamente
Della gran ceremonia essere a parte.
Ma frà lor differenza
Nacque di precedenza,
Nè nïuno cedèa dalla sua parte.
Questa intanto è la legge
Con che la Corte di Pluton si regge:
«Abbia quegli primato
«Che maggior male ha oprato»
Dunque il Calunniatore
Narrava a suo favore
L’opre malvagie di sua lingua, e vanto
Menava intanto il Serpe di sue dure
Mortifere punture.
E come quei, che si tenea prestante
Più assai che ‘l suo rival, lieve guizzando
Se gli giva appressando,
E quasi quasi già gli stava innante;
Quando Pluton dall’alto del suo soglio
Videli; e contra il Serpe le man stese
Con atto tal che dir pareva: Io voglio
Che tu t’arretri; e quindi a parlar prese.
Ancor che l’opre tue sian conte a noi,
O Serpe, e i merti tuoi;
Pur vuol giustizia che il soprano onore
Abbia il Calunniatore.
Piaga mortal tu fai,
E il gelido velen versato hai spesso;
Ma spavento non dai
Se non a que’ che ti si fan da presso.
Far tue punture potrestù da lunge,
Come la lingua di quell’altro punge?
Essa di là dai mar sua forza scende,
Ed i monti trascende.
Tu se’ da men di lui: mova ei primiero:
E del secondo onor tu vanne altero.
Di quel giorno in appresso
Nell’infernal consesso,
Se col Serpe si avvenne
Sempre il Calunniator la dritta ottenne.
L. Biondi
http://www.larici.it/culturadellest/letteratura/krylov/11.htm