Con questa visita dovrei aver compiuto la missione di vedere quasi tutti i reperti esistenti della spedizione dell'N4-Italia (quello vero...

http://www.russia-italia.com/visita...go-vt16743.html ).
Questa volta, dopo alcuni tentativi andati a vuoto di vedere questo museo, ho finalmente potuto vedere dal vivo gli ultimi tra i pochissimi cimeli esistenti del dirigibile "Italia", pochi pezzi per la verita' ma gia' sapevo che era cosi'...
Mi rimarrebbero da vedere il Museo dedicato a Umberto Nobile nel suo paese natale - Lauro, in provincia di Avellino - (anche fin qui' sono arrivato una volta che mi trovavo piu' o meno in zona, ma ovviamente era chiuso...

Poi, a voler lavorare di fantasia, resterebbero un monumento alla memoria dell'equipaggio dell' "Italia",nel nord della Norvegia, e il campo-base alle isole Svalbard..., la speranza e' l'ultima a morire...

Qui' sotto unisco le foto, con qualche commento per guidarvi nella visita.
La facciata e l'ingreso


Una panoramica generale sul salone del piano terra, dedicato all'Artico, e sulla sezione dedicata alla fauna artica, compresi alcuni resti di un mammuth
















Ricostruuzione di una baracca per lo studio degli ambienti polari

Un "missile" utilizzato per scopi meteorologici

Una tenda utilizzata come alloggio-laboratorio in una delle spedizioni sovietiche per lo studio della deriva dei ghiacci

Si giunge alla vetrina dedicata alla missione di salvataggio dei naufraghi della "Tenda Rossa" da parte del "Krassin"



Nella ricostruzione sono compresi: un modello del "Krassin", uno della Tenda Rossa, uno del Fokker svedese capotato e le figure che dovrebbero rappresentare Viglieri (l'Ufficiale rimasto al comando dopo la partenza di Mariano, Zappi e Malmgren e dopo il salvataggio di Nobile), Biagi (il leggendario Sottufficiale-radiofonista della spedizione) e probabilmente Lundborg


Le bandiere adagiate sul ghiaccio non corrispondono a realta'. Sul ghiaccio vennero disposti indumenti e qualche straccio colorato, per guidare la manovra di atterraggio del Fokker. Nella ricostruzione vogliono simboleggiare una parte delle Nazioni che presero parte alle missioni di soccorso.










Una medaglia commemorativa per il centenario della nascita di Nobile

Un paio di occhiali da volo, appartenuti a qualche membro dell'equipaggio dell' "Italia"

Una foto con i principali membri della spedizione del "Krassin", incorniciata con un modellino di salvagente della stessa nave

La vetrina, posta sul d'avanti della ricostruzione tridimensionale, contenente i tre cimeli del dirigibile.
Da sinistra: una bussola giroscopica che era fissata al pavimento del dirigibile, il "radiofaro" (in russo, definito часы-маяк, orologio-faro) e un'altra bussola definita "giromagnetica".











Alla sinistra della vetrina con la ricostruzione e della vetrina con i tre cimeli originali del dirigibile, si trova questo pannello multimmagine, con sotto un altro pannello descrittivo e sulla destra la cornice contenente il frammento di tela d'aeroplano donato dal pilota svedese.

Foto d'insieme del pannello multimmagine. Piu' in basso le singole foto presenti nella cornice.

L' "Italia" al campo-base delle Isole Svalbard (o Spitzbergen)

Il "Krassin"

Lo "staff" del "Krassin", con il Comandante, Cap. Eggi, e il capo della spedizione, Prof. Samojlovich.

I salvatori insieme ai superstiti

Il Fokker svedese viene trasportato verso il rompighiaccio

Lo sfortunato meteorologo della spedizione, lo scienziato svedese Finn Malmgren. Pochi giorni dopo la caduta del dirigibile riusci' a uccidere un orso che si era avvicinato nei pressid ella tenda, attirato probabilmente dall'odore del cadavere di Pomella, uno dei motoristi dell' "Italia", morto nella caduta e sepolto nel ghiaccio a poche decine di metri dall'accampamento. Fu uno dei tre naufraghi che si allontanarono dalla "Tenda Rossa" per andare in cerca di soccorsi verso sud, insieme agli Ufficiali italiani Zappi e Mariano. Mori' durante questo tentativo, quasi un mese prima che il "Krassin" recuperasse i due italiani ormai allo stremo delle forze, soprattutto Mariano che dovette subire l'amputazione di un piede che si era congelato.

L'inizio del recupero della "Tenda Rossa" da parte dell'equipaggio del "Krassin", coadiuvato dagli stessi naufraghi

Il recupero di Mariano, trasportato inizialmente sul "Krassin" e successivamente trasferito sulla nave-appoggio "Citta' di Milano", dove subi' l'amputazione del piede

Un'altra nave impegnata nelle operazioni di soccorso, il traghetto-passeggeri "Monte Cervantes"

La conferenza tenuta dallo staff del rompighiaccio "Krassin" dopo il rientro dall'operazione di soccorso nella citta' di San Pietroburgo, allora Leningrad

Segue, in tre parti, il pannello descrittivo posto al di sotto della cornice con le immagini della missione del "Krassin"



LA cornice con lo spezzone di tela del Fokker di Lundborg. Con questa immagine termina la zona dedicata al "Krassin" e al dirigibile "Italia". Altre foto e pannelli, parzialmente visibili nelle immagini, vicino ai reperti di questo episodio sono riconducibili ad altre sezioni del museo.


Un busto dell'esploratore norvegese Fridtjof Nansen, uno dei primissimi precursori delle esplorazioni polari.

Un modella della nave di Nansen, la "Fram"


Vetrina contenente un "teodolite", uno strumento per rilevamenti geodetici e topografici.




Inizia una zona dedicata ad alcune spedizioni polari sovietiche. Si parte dal modello della nave "Foka", al comando dell'Ammiraglio Fedov...


...per passare al timone della nave "Tajmir"...



Il pilota raffigurato nel busto, oltre a far parte di una spedizione polare sovietica, e' famoso per essere passato con il suo aeroplano sotto uno dei ponti sulla Neva, a San Pietroburgo




Si giunge infine alla sezione dedicata al rompighiaccio Ermak, altra gloria russo-sovietica delle esplorazioni polari


Un indumento utilizzato ai primi del '900 per le esplorazioni polari: oggi risulterebbe inadeguato anche per l'inverno di Mosca...


Al piano superiore (in realta' l'equivalente di due o tre piani piu' in alto rispetto al piano terra), il salone dedicato all'Antartide. Qui' sotto, la volta della sala ornata con una mappa dell'Antartide e con le bandiere delle nazioni che hanno partecipato alla sua esplorazione. Una cosa che mi ha un po' lasciato perplesso (ma non ho avuto modo di chiedere ragguagli) e' stata la totale assenza di qualcosa (sia pure una foto) dedicata alla figura di Roald Amundsen, figura importante non soltanto per le esplorazioni compiute ma anche per essere stato il primo uomo a raggiungere sia il Polo Sud (nel 1911, se non vado errato), sia il Polo Nord (nel 1926, insieme a Umberto Nobile, con il dirigibile "Norge", di fabbicazione italiana). Amundsen mori' insieme al pilota del suo aereo nel tentativo di soccorrere la spedizione dell' Italia" dopo il suo sfortunato ritorno dal Polo Nord.

Una panoramica del salone al piano superiore. Anche qui' qualche vetrina dedicata alla fauna, attrezzature varie e capi di vestiario per ambiente polare. In questa sezione si arriva al moderno abbigliamento polare.















Nelle foto qui' sotto, un'immagine abbastanza famosa nel mondo: il medico russo, Prof. Leonid Rogozov, il quale, trovandosi come unico medico di una spedizione antartica sovietica e colpito da appendicite, si opero' da solo, assistito da altri membri della spedizione. Di seguito, un link per chi volesse approfondire sull'episodio: https://it.wikipedia.org/wiki/Leonid_Rogozov

Nella vetrina, insieme alla fotografia, sono custoditi gli strumenti chirurgici utilizzati dal Prof. Rogozov



Un apparecchio fotografico sovietico, marca "Kiev" con il suo flash, utilizzato durante una spedizione antartica

La visita a museo e' finita.


Usciti dal museo, con Nataliya e i suoceri ci siamo avviati verso un locale tra Ul. Marata (via del museo) e Nevskyj Prospekt per mangiare qualcosa, dopodiche' abbiamo fatto un'escursione in battello tra i canali e i fiumi pietroburghesi.